Senti che Storie…

I compagni del Manifesto e il frazionismo

«La verità è che i compagni del Manifesto non sono d’accordo con l’analisi che il partito ha fatto [...], non sono d’accordo con le scelte politiche di fondo; non sono d’accordo con la direzione di lotta che stiamo seguendo; e propongono non degli approfondimenti, delle ricerche, delle suggestioni critiche, ma un rovesciamento di strategia e di linea. Il partito ritiene che ci si trovi dinnanzi a una inammissibile attività di tipo frazionistico e a un attacco alla politica del Partito, alla sua unità, alle sue caratteristiche rivoluzionarie. La Quinta commissione, incaricata di esaminare la questione, propone di invitare tutte le organizzazioni del Partito, tutti i compagni, a combattere e a respingere tale attività e tale attacco, con il dibattito e con una lotta politica ampia, democratica e serrata, riaffermando la linea politica e l’impegno di rafforzamento e rinnovamento del Partito, decisi al congresso».
Alessandro Natta, discorso al comitato centrale del PCI, ottobre 1969

Il compagno Togliatti e i teppisti

«Seguo Togliatti non per il suo programma politico, che non mi interessa, ma per le sue civetterie filologiche. All’epoca del Togliatti in doppio petto blu, il capo comunista indulgeva a un certo amore per la grammatica. Oh, piccole delizie da professore che facevano dire di lui: “E’ un brav’uomo se ama tanto la lingua italiana”. Oggi leggo su L’Unità “i teppisti controrivoluzionari”, riferito agli insorti di Budapest. E’ un’inesattezza professore! Abbiamo già sentito un linguaggio simile, nel ’44, quando gli SS parlavano di “delinquenti badogliani”, per riferirsi agli assassinati delle Fosse Ardeatine. Come hanno fatto presto i fratelli della Pace, gli allevatori di colombe, i piantatori di ulivo, i dialoghisti aperti ad assumere quel linguaggio che è proprio e soltanto degli aguzzini!»
Ennio Flaiano, Il Mondo, 20 novembre 1956

Trieste o cara…

«In tutti i modi dobbiamo favorire l’occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito. Questo significa che in questa regione non vi sarà né occupazione inglese, né una restaurazione dell’amministrazione reazionaria italiana, cioè si creerà una situazione profondamente diversa da quella che esiste nella parte libera dell’Italia [...] questa direttiva vale anche e soprattutto per la città di Trieste».
Palmiro Togliatti, lettera a Vincenzo Bianco, ottobre 1944

Insurgere necesse est

«Noi comunisti italiani a partire dal 1943 non abbiamo mai nascosto a nessuno che l’unica via era la via dell’insurrezione. E così faremmo oggi se stimassimo che per difendere la libertà e la vita del nostro popolo non ci fosse altra risorsa che difendere il diritto all’insurrezione».
Luigi Longo, discorso alla Camera, 31 luglio 1948