Senti che Storie…

Migranti, punto e basta.

«… non esiste una differenza di principio tra “migranti economici” e “profughi di guerre civili” e/o “oppressi politici”. I “migranti economici” scelgono l’exit in base alla loro situazione insoddisfacente, cioè migrano in Paesi in cui sperano di trovare opportunità economiche migliori. Altri rimangono nel loro Paese e tentano di migliorare lì la loro posizione “alzando la voce”, quindi attraverso la protesta politica, cosa che, in una situazione ricca di conflitti, conduce facilmente all’oppressione, da cui vorrebbero scappare verso Paesi più sicuri in qualità di “richiedenti asilo”. Oppure i conflitti sfociano nella guerra civile, in modo che finiscono per essere considerati come “profughi di guerre civili”».
Rolf Peter Sieferle, Migrazioni: la fine dell’Europa, 2017

Aspettando il nulla

«Le persone vivono nell’attesa della conclusione della giornata lavorativa, nell’attesa dei weekend, delle ferie e della pensione. E il fatto è che quest’ambizione sembra oggi condivisa da tutte le classi sociali, dai dirigenti chiusi nei loro uffici in cima ai grattacieli giù fino alla catena di montaggio. L’individuo lavora non perché il lavoro è necessario, degno o utile per un fine desiderabile, oppure perché ama il suo lavoro, ma soltanto per poterlo lasciare, in una condizione che un’epoca più sana di mente della nostra avrebbe considerato simile a una condanna infernale».
Wendell Berry, In difesa della piccola fattoria, 1986

Mali intermedi

«Ma noi uomini siamo in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi; sopportiamo, non rassegnati ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile».
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, cap. XXVIII

Il codice di Stalin

«L’art. 58 del codice penale staliniano, famigerato e onnicomprensivo, puniva:
- le azioni controrivoluzionarie, cioè qualsiasi azione diretta ad indebolire il potere
- il tradimento della patria
- l’intenzione di tradire la patria
- l’assistenza prestata alla borghesia internazionale
- spionaggio (… è stato interpretato così estensivamente che, se si dovessero contare tutti i condannati secondo tale punto, bisognerebbe concludere che il nostro popolo nei tempi di Stalin non visse né di agricoltura, né d’industria, ma di solo spionaggio a favore di potenze straniere e solo così si procacciava il denaro per vivere…)».
Aleksandr Solženicyn, Arcipelago Gulag, 1973