Senti che Storie…

di Af -

Una rubrica di notizie, spigolature e curiosità per leggere lo “stato” della Storia attraverso i media italiani e internazionali.

Corsi e Raicorsi storici

Non sappiamo con quanto anticipo le reti televisive programmino le loro scalette. Ma ci ha fatto piacere che lo scorso 10 ottobre Rai Storia abbia mandato in onda un bel documentario sulla rivolta di Varsavia dell’agosto 1944, raccontando come le truppe sovietiche, attestate a pochi chilometri dal centro, attesero la fine del lavoro sporco fatto in loro vece dalla Wehrmacht contro alcune migliaia di polacchi riottosi (ostinatamente antinazisti e anticomunisti). Lo stesso 10 ottobre i giornali di tutto il mondo raccontavano di come le truppe dell’esercito turco, attestate a pochi chilometri dal centro di Kobane, attendessero la fine del lavoro sporco fatto in loro vece dall’Isis contro alcune migliaia di curdi riottosi (ostinatamente antislamici e antiturchi)…

Anticomunista viscerale

Un partito in «sintonia con i processi di modernizzazione» della società, in «aspro conflitto» con Mosca per la sua politica di potenza. Un partito che condannò «con estrema durezza l’invasione della Cecoslovacchia». E un leader costretto ad agire «con le lentezze, la prudenza, i condizionamenti imposti dalla guerra fredda», ma capace di creare «problemi nel blocco socialista, portando il Pci fuori dall’orbita sovietica verso gli Stati Uniti», in grado di assumere «granitiche posizioni» e di «parlare a muso duro» con i segretari dei paesi del socialismo reale. Insomma, un dirigente che «aveva sfidato il potere del Cremlino». Una vera e propria «spina nel fianco del Pcus», anche e soprattutto per essere un punto di riferimento per i più prestigiosi leader della socialdemocrazia europea e «per numerosi movimenti e leader del Terzo Mondo, in Asia, in Africa e in America Latina». Giovanni Fasanella e Corrado Incerti hanno confezionato un bel volume, ricco di documenti e indizi, che rende plausibile l’ipotesi di un tentativo dei servizi segreti bulgari di eliminare Enrico Berlinguer (Berlinguer deve morire, Sperling & Kupfer). Sarebbe stato ancor più bello se non avessero descritto, sullo sfondo, un Pci e il suo segretario pervasi da un anticomunismo che non regge alla prova dei fatti. Se Berlinguer era solcialdemocratico, l’indirizzo di Botteghe Oscure era il meno indicato…

La rivoluzione è nelle teste

«L’opera più rivoluzionaria è quella che consiste nel mutare i sentimenti, nello svecchiare e ripulire i cervelli, nel dare abitudini di temerità e follia. Cambiato lo spirito dell’uomo tutti gli altri cambiamenti esterni tanto desiderati ne derivano spontaneamente, facilmente e naturalmente. La vera rivoluzione è nelle teste e non già sulle barricate». Chi è? Matteo Renzi davanti alla platea osannante della Leopolda? No. Però siamo sempre tra fiorentini. È Giovanni Papini, che poco più di un secolo fa (1913) argomentava così La necessità della rivoluzione sulle pagine de “Lacerba”.

Regime che servi…

Nelle librerie di Francia è in vetta alle classifiche di vendite. Si tratta del volume di Eric Zemmour, giornalista del “Figaro”, intitolato Le suicide français. Les 40 années qui ont défait la France (Il suicidio francese. I 40 anni che hanno disfatto la Francia). Tesi di fondo, la responsabilità del ’68 nel declino del paese, con la progressiva decostruzione dei valori tradizionali che avevano tenuto insieme e fatto grande la Francia. Ma il più grave scandalo, secondo Cesare Martinetti (“La Stampa”), è rappresentato dal fatto che Zemmour, mettendo insieme una vera e propria «summa del politicamente scorretto», allestisce anche un «pamphlet revisionista che riabilita il vecchio regime filonazista di Vichy», definito dallo scrittore francese non come un regime collaborazionista – in ossequio alla vulgata – ma come una sorta di regime “tampone” per contenere l’occupazione nazista.
Qui non ci interessa la tesi, ma lo sdegno suscitato in chi teme la messa in discussione di un giudizio storico. Petain è considerato alla stregua di un collaborazionista, così come Quisling in Norvegia. Ma come la mettiamo a questo punto con alcuni leader dei regimi comunisti dell’Europa orientale, ad esempio con Kadar in Ungheria o Jaruzelski in Polonia? Patrioti scesi a compromessi per scongiurare un male peggiore o cooperanti senza scrupoli? Regime che servi, giudizio che trovi.