Senti che Storie…

di Af -

Pennelli nei vostri cannoni.

«A Ceske Budejovice il guidatore di un carro armato isolato è sceso, con uno straccio ha pulito la fiancata su cui i cecoslovacchi avevano disegnato una svastica. I cechi intanto sono passati dall’altra parte del carro e hanno scritto con della vernice bianca “Russi a casa!”. Quando se ne è accorto, il carrista ha girato attorno al carro, filosoficamente ha ripulito la nuova scritta. Intanto gliene disegnavano due, tre, dieci. E lui a pulirle. È continuato a lungo, il russo non ha mai reagito. Guardava i ragazzi con tristezza, con una sorta di umana disperazione»
Testimonianza di Anton Koscelanski sull’invasione sovietica della Cecoslovacchia, agosto 1968, da I giorni di Praga, dramma ed eroismo di un popolo tradito

Golpisti e basta

«Questi grandi capitani, siano Silla, Cesare o Bonaparte, durante la preparazione e l’esecuzione del colpo di Stato non sono che dei militari: più si studiano di rimanere nella legalità, di manifestare un leale rispetto della cosa pubblica, più i loro atti sono illegali, più il loro profondo disprezzo per la cosa pubblica si rivela. Quando scendono da cavallo per avventurarsi a piedi sul terreno politico, si dimenticano sempre di togliersi gli speroni»
Curzio Malaparte, Tecnica del colpo di Stato

Il “canone” occidentale dell’Islam

«Il bolscevismo unisce le caratteristiche della Rivoluzione francese a quelle della nascita dell’Islam. Marx ha insegnato che il comunismo è fatalmente destinato ad accadere; ciò causa uno stato d’animo non dissimile da quello dei primi successori di Maometto. […] Tra le religioni, il bolscevismo deve essere considerato insieme al maomettismo, piuttosto che insieme al cristianesimo e al buddismo. Le ultime due sono principalmente religioni personali, caratterizzate da dottrine mistiche e amore per la contemplazione. Il maomettanesimo e il bolscevismo sono pratici, sociali, non spirituali, impegnati a conquistare l’impero del mondo»
Bertrand Arthur William Russell, Theory and Practice of Bolshevism

L’incertezza della fede

«La fede più solida, essendo distinta da ogni altra conoscenza che non sia pistica o di fede – fedele, potremmo quasi dire – si basa sull’incertezza. E questo perché la fede, garanzia di ciò che si spera, è fiducia in colui che ci garantisce qualcosa più che adesione razionale a un principio teorico. La fede presuppone un elemento personale oggettivo. Più che credere a qualcosa, crediamo a qualcuno che ci promette o ci garantisce questa o quell’altra cosa. Si crede a una persona, e si crede a Dio in quanto persona e personificazione dell’universo»
Miguel de Unamuno, Del sentimento tragico della vita