Senti che Storie…

di Af -

La rovina degli Stati.

«Non è cecità, non è ignoranza quella che manda alla rovina uomini e Stati. Non a lungo resta a loro celato dove li condurrà la strada imbucata. Ma in essi è un impulso, favorito dalla loro natura, rafforzato dall’abitudine, cui non si oppongono e che li trascina in avanti, finché possiedono ancora un residuo di forza. Divino è chi sa domare sé stesso. I più vedono la propria rovina di fronte a sé, eppure vi si gettano a capofitto».
Leopold von Ranke

Ribelli e rivoluzionari

«Ciò che distingue l’indignato ribelle cronico dall’ardente rivoluzionario è che il primo è capace di cambiare causa, il secondo no. Il ribelle volge la sua indignazione ora contro questa, ora contro quella ingiustizia; il rivoluzionario è un irremovibile odiatore che ha riposto tutta la propria capacità di odiare in un solo oggetto. Il ribelle ha sempre qualche cosa di donchisciottesco; il rivoluzionario è un burocrate dell’Utopia. Il ribelle è un entusiasta, il rivoluzionario è un fanatico. Robespierre, Marx, Lenin furono rivoluzionari; Danton, Bakunin, Trotzkij, ribelli. Sono in prevalenza i rivoluzionari che alterano il corso materiale della storia; alcuni ribelli vi lasciano un’impronta più sottile ma più durevole».
Arthur Koestler, Freccia nell’Azzurro

Chi ha vinto la lotta di classe

«C’era mio padre e c’era questo Ignoška Pljuckin. Mio padre seminava e lavorava fino a 200 dessiatine. E in Siberia la terra è come un oceano e se hai braccia puoi lavorare fino a quanto vuoi. Ignoška Pljuckin non seminava neanche le patate. Seminava solo i girasoli nell’orto e la mattina, quando si alzava, si metteva davanti a sé un secchio colmo di semi e se li mangiava riposando con atteggiamento filosoficamente meditativo. Erano lui e mio padre degli acerrimi nemici. Ma la lotta di classe l’ha vinta Ignoška Pljuckin».
Vladimir Sapoznikov, dal racconto I kto Vse-taki vinovat? (E chi in definitiva è colpevole?), “Literaturnaja Gazeta”, 1988

Ritorno alla salute

«Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli proba di parassiti e malattie».
Italo Svevo, La coscienza di Zeno