Senti che Storie…

di Af -

Unità d’intenti.

Nel novembre 1932 a Berlino il segretario cittadino del partito comunista, Walter Ulbricht, futuro leader della Germania Orientale, e il nazista Joseph Goebbels, futuro ministro della propaganda di Hitler, tennero insieme un comizio contro i “socialdemocratici corrotti” della SPD. Nella primavera del 1943 Adolf Hitler spiegherà che «esistono fra noi e il bolscevismo più elementi concordi che opposti, primo di tutti l’impulso rivoluzionario… I piccoli borghesi social-democratici e i bonzi dei sindacati non potranno mai diventare veri nazional-socialisti, i comunisti sempre».
Il risultato è noto. Quando gli estremisti lavorano per un obiettivo comune, spesso combinano guai.

Cercasi nuovo popolo

«Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo». Così il drammaturgo tedesco Bertold Brecht replicò alle parole del segretario generale dell’Unione degli scrittori della Germania Est. La rivolta operaia di Berlino Est del 1953 era stata appena soffocata nel sangue quando l’oscuro burocrate lanciò la sua vibrata protesta:  «La classe operaia di Berlino ha tradito la fiducia che il Partito gli aveva riposto: ora dovrà lavorare duro per riguadagnarsela!».
Negli ultimi mesi gli elettori hanno tradito la fiducia del partito dei mass media votando la Brexit e Donald Trump. Chissà domani…

Fuorviante

Una volta trapassati è arduo selezionare tra le schiere di (presunti) amici piangenti. Ma se le lacrime più copiose vengono spese dai leader di Corea del Nord, Iran, Russia e Venezuela, uno qualche domanda, in vita, avrebbe dovuto porsela.
Per Fidel Castro, destinatario di quelle lacrime, ormai è tardi ma per un sincero democratico come Fausto Bertinotti il tempo per la riflessione c’era. Alla domanda del Corriere della Sera  – si può definire “dittatore” chi imprigiona i dissidenti, silenzia i giornali e perseguita i gay? – Bertinotti ha risposto: «Mi pare fuorviante. Enfatizza una dimensione, ma non è per questo che Castro passerà alla storia. È la tessera del mosaico non il mosaico». Gli ha fatto eco Gianni Minà dalle colonne del Manifesto: «Non nascondo che come cittadino del globo io senta ora la mancanza di un protagonista della storia che i critici diranno che ha spesso sbagliato, ma nello stesso tempo si è sacrificato per rispettare i diritti e le dignità di tutti». Ma proprio di tutti tutti? Siamo sicuri?

Le leggi del calzolaio

«… le leggi hanno ad esser poste per conservare e far migliore la natura della cosa per la quale si pongono, e non per secondar l’appetito di colui che le pone, siccome non può il calzolaio dar forma alle scarpe che vuole e usar il cuoio nel modo che piace a lui; ma bisogna che dia e che l’usi, secondo che ricerca la grandezza e agiatezza del piede per cui è trovata la scarpa…»
Gianfrancesco Lottini da Volterra (1512-1572), da Avvedimenti civili