Senti che Storie…

di Af -

Cattolicofobia?

Giacomo Fantuzzi, giovane segretario della nunziatura in Polonia tra il 1645 e il 1652, ha lasciato una divertente cronaca di come, nell’Europa sconvolta dalle guerre di religione, i protestanti considerassero i fedeli cattolici. «[I protestanti dicono]… che noi altri cattolici siamo di costumi assai corrotti et abominevoli, che siamo idolatri delle pitture, e statue, che teniamo nelle nostre chiese e case, che li nostri vescovi, preti, e religiosi vendino le cose Sacre, tenghino le concubine, e sijno di pessima vita, e di cattivissimo esempio, e che il nostro Pontefice oltre mille insolenze, e bugie, che dicono di lui danno ad intendere li medesimi predicanti, che non sia un huomo come li altri, ma che habbia la testa di satiro, le corna in testa, li piedi di capra, e simile mensogne per renderlo maggiormente abominevole appresso la pleba, a segno tale, che questi concetti si imbevano dalle madri à figli i quali quando li vogliono far star cheti, ò fare paura gli nominano il papa come noi alli nostri nominiamo la bada, ò la beffana, o il brutto babao».

La “donazione” del PCI

Lo storico Roberto Festorazzi ha scoperto che  le vicende della Resistenza nel comasco, cioè nei luoghi dove la colonna di Benito Mussolini fu catturata sul finire dell’aprile 1945, è in gran parte frutto di documenti falsi scritti dallo storico Giuseppe Coppeno su richiesta del PCI locale. I documenti, come racconta la lettera di un testimone dell’epoca, erano «intesi a valorizzare e potenziare l’attività della 52ª [Brigata Garibaldi], dal settembre ’43 alla Liberazione». Raccolti poi dall’Istituto Gramsci hanno ottenuto una sorta di certificazione di autenticità con relativo imprimatur. Tant’è che quei documenti sono poi entrati a far parte di antologie e di volumi pubblicati a cura delle istituzioni locali. Scrive Festorazzi che l’operazione doveva servire al PCI ad «alimentare il mito della propria forza egemone nel movimento partigiano, silenziare tutte le fonti non allineate con la propria verità di partito, riempire i vuoti narrativi e insieme occultare le degenerazioni violente della Resistenza».
Dalla donazione di Costantino in poi, la tecnica per avvalorare diritti politici e temporali non è cambiata di molto. Per fortuna ogni tanto spunta un Lorenzo Valla.

Controllo avanzato

«Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato».
George Orwell, 1984

Enigma russo

Nel marzo di settant’anni fa, invitato al Westminster College di Fulton (Missouri) dal presidente americano Truman, Winston Churchill pronunciava lo storico discorso sulla “Cortina di Ferro”. Ma in merito all’orso sovietico lo statista britannico aveva le idee abbastanza chiare già dall’ottobre 1939, quando in un discorso come Primo Lord dell’Ammiragliato, cioè da ministro della Marina del governo Chamberlain, aveva sostenuto: «Non so farvi una previsione sul comportamento della Russia. La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma… ma forse la chiave c’é. La chiave è l’interesse nazionale russo».