MERCANTI, FIERE E NUOVE CITTÀ

di Max Trimurti  -

Nel XII secolo, in una società quasi esclusivamente rurale, si manifestano gli effetti della rivoluzione demografica e agricola. La maggior parte delle persone ha di che mangiare regolarmente. Si sviluppano i collegamenti stradali, che consentono ai mercanti di partecipare alle fiere, e nascono nuove città.

Proverbi fiamminghi, 1559, di P. Bruegel il Vecchio

Proverbi fiamminghi, 1559, di P. Bruegel il Vecchio

Nel XII secolo gli uomini, le mercanzie, le idee circolano con una accresciuta intensità. I trafficanti, in numero sempre crescente, trasportano su balle legate alla schiena di animali da soma mercanzie di ogni sorta, spesso rare e preziose, tali da risvegliare l’appetito del lusso dei signori e dei chierici.
In questo periodo si può parlare di una vera “rinascita” delle vie di collegamento terrestri. Si viene a costituire una nuova rete stradale che non si sovrappone più strettamente al tracciato delle vecchie strade romane. Il suo sviluppo sempre più spinto e ramificato unisce i castelli, le abbazie e le piccole nuove agglomerazioni circostanti. Per attraversare i fiumi o i corsi d’acqua vengono costruiti ponti, prima in legno e più tardi in pietra, a seguito di iniziative private o dei “fratelli pontefici”, vale a dire le fraternità religiose costituite allo scopo. La circolazione, che diventa sempre più intensa, non sfugge all’interesse dei signori locali, che organizzano posti di pedaggio in punti di passaggio obbligato (ponti, strettoie, castelli…). Non è un caso che in questo periodo risultino numerose menzioni relative a imbarcazioni che percorrono i fiumi. Per fare un esempio, il movimento commerciale della città di Parigi è sostanzialmente in mano alla corporazione dei “mercanti dell’acqua”, che gestisce l’amministrazione della municipalità per gran parte del Medioevo (ancora oggi lo stemma di Parigi ne propone il simbolo e il motto). In determinate regioni, nelle Fiandre ad esempio, vengono costruite delle dighe e organizzate banchine e aree di scarico. Diversi canali collegano fra di loro i fiumi, mentre ne viene regolarizzato il loro corso attraverso la costruzione di “porte d’acqua” (chiuse).

Costruzione di una città in epoca medievale

Costruzione delle mura di una città medievale

In prossimità del mare il conte delle Fiandre Filippo d’Alsazia fonda, fra il 1163 e il 1183, per far fronte all’incremento del commercio con le isole britanniche, nuove città portuali come Gravelines, Nieuport, Damme, Dunkerque, mentre Calais viene fondata dalla contea di Boulogne.
I centri commerciali più attivi vengono a concentrarsi principalmente sulle rive del Mare del Nord e nel Mediterraneo. In tal modo le principali correnti di traffico si articolano intorno a tre correnti principali: in direzione delle Fiandre centro di produzione di stoffe di qualità; in direzione della Catalogna, intermediaria con il mondo arabo; in direzione dell’Italia, le cui città marinare commerciano con Bisanzio e l’Oriente. Il traffico si basa essenzialmente su prodotti di alto lusso: stoffe, oreficeria, gioielli, oggetti preziosi, spezie. Ciò nonostante, l’azione di questa corrente commerciale è molto profonda e stimola la circolazione della moneta. I metalli preziosi, spesso tesaurizzati sotto forma di oreficeria e gioielli nelle abbazie o presso le grandi casate, vengono rimessi in circolazione, tanto più che l’operazione di conio lascia sostanziosi profitti al signore che la pratica. Ma i centri di emissione rimangono numerosi e la varietà della loro produzione è considerevole. I cambiatori di valuta si rivelano rapidamente come intermediari indispensabili in un periodo in cui le monete in corso presentano peso e composizione della lega diverse. In tutti i mercati più importanti essi occupano un posto in vista e godono di un considerevole prestigio.
In questo ambiente economico in trasformazione viene pertanto ad offrirsi un nuovo mezzo di vita e di arricchimento per i professionisti del commercio, i mercatores o negotiatores. I racconti agiografici, che sono molto spesso loro sfavorevoli, ci mostrano una galleria pittoresca di rappresentanti di questa nuova categoria: in basso alla scala, i commercianti di piccolo cabotaggio che si cimentano in speculazioni a livello locale; poi gli accaparratori di derrate, che approfittano delle carestie locali; quindi i prestatori su pegno, i finanziatori, già specializzati e, in cima alla scala, il mercante internazionale, bene informato sulle condizioni di vita di ogni paese.

La bottega di un commerciante

La bottega di un commerciante

In una società poco sorvegliata, dove l’anarchia feudale è la regola, l’avventura della “mercatura” non può praticarsi senza pericolo. La sicurezza dei movimenti in generale e delle transazioni riveste pertanto un’importanza fondamentale. All’inizio, perlomeno, non si poteva fare troppo assegnamento sulla forza pubblica. I mercanti formano carovane difese da uomini armati, capaci di difendersi sia dai signori-predoni, sia da concorrenti poco scrupolosi. Questi raggruppamenti vengono chiamati “carità”, “fraternità”, “fratellanza”, in lingua latina, gilda o guilda o hansa in lingua germanica. I signori locali comprendono rapidamente tutto il vantaggio che possono trarre da una protezione accordata ai mercanti circolanti sulle proprie terre. Le “condotte” da loro assicurate dietro retribuzione, presentano il vantaggio di rifornire i mercanti locali con prodotti rari e ricercati e di attirarvi una nuova clientela.
Le fiere, luoghi privilegiati di incontro dei mercanti, rappresentano punti di contatto periodico di professionisti del settore. Le fiere costituiscono dei centri di scambio per i grossisti: nelle Fiandre, a Bruges, Ypres, Lille, Messines, Thourot e Gand, al lunedì, presso l’abbazia di Saint-Denis, a Limoges nella Champagne, praticamente tutto l’anno.
Queste riunioni, dalla durata variabile da una a sei settimane, venivano effettuate nella vicinanza della città, non lontano dalle mura. Fra i banchi dove venivano offerte le merci più svariate (stoffe di lusso o di uso corrente, utensili in metallo, cuoio lavorato, lane, prodotti di tintoria, spezie, ecc.) regna una atmosfera frenetica.

Sotto la spinta di questa rinascita del commercio nascono nuove agglomerazioni, chiamate burgus (borghi o bourgs) o suburbium (sobborghi o faubourgs), nei pressi dei centri più antichi. Nel corso del XII secolo questi piccoli nuclei continuano a svilupparsi sotto la spinta del commercio. Spesso centrati intorno al mercato, questi nuovi agglomerati si estendono progressivamente: i terreni ancora nelle mani delle abbazie, dei signori, o già ceduti a qualche privilegiato, vengono venduti a lotti per ospitare i nuovi arrivati. Questa popolazione si raggruppa in “vicinati”, posti di preferenza intorno a chiese o cappelle, centri delle future parrocchie, o in luoghi favorevoli a talune attività professionali: tintori, follatori e calzolai lungo i fiumi; macellai (beccai), panettieri e fabbri nei presi del mercato. Si assiste così a un progressivo moltiplicarsi di botteghe di artigiani e di chioschi di mercanti. Ad eccezione delle Fiandre, dove il fenomeno è decisamente più precoce, nella prima metà del XII secolo queste agglomerazioni mercantili cominciano a essere protette da una cinta fortificata. Così accade ad Amiens (1135), a Digione (1137), a Rouen (1150), a Parigi (prima del 1150). Le soluzioni adottate variano a seconda delle condizioni topografiche e politiche. A volte solo l’agglomerazione mercantile viene circondata da mura; spesso, come a Digione, la muraglia riunisce il forte antico, il quartiere mercantile e anche le chiese esterne; a volte ancora, le due cellule, punto fortificato e borgo mercantile, rimangono separate.

Cambiavalute con la moglie, 1514, di Quentin Metsys

Cambiavalute con la moglie, 1514, di Q. Metsys

L’aspetto di queste nuove città rimane a lungo modesto. Poche costruzioni imponenti al di fuori delle grandi chiese e del dongione signorile, qualche ponte in legno gettato sui fiumi, delle cappelle minuscole e spesso poco solide, delle abitazioni di mediocre qualità (costruite in legno o con un impasto di argilla e paglia), qualche torre di pietra, delle difese ancora sommarie, in gran parte costituite da fossati e da palizzate rinforzate da porte in pietra. L’acqua viene fornita attraverso pozzi o sorgenti che alimentano tutto il quartiere. Non ci sono scarichi o fogne, le strade melmose sono abbandonate al bestiame: le epidemie – “la peste” – sono frequenti e mortifere, come anche gli incendi che devastano periodicamente vaste aree urbane, quando non l’intera città. Tutto questo non impedisce che queste agglomerazioni appaiano agli occhi dei contemporanei, come straordinariamente moderne per l’abbondanza di merci di ogni genere e per la relativa comodità della vita urbana. Nelle Fiandre, ecco dunque Lille, “che si orna dei suoi eleganti mercanti, fa brillare le stoffe che ha tinto nei vari regni stranieri e ne riporta le ricchezze di cui si inorgoglisce”. In Normandia, Caen rappresenta una città opulenta “talmente piena di chiese, di case e di abitanti che si riconosce con difficoltà inferiore a Parigi”. Le città iniziano così a sviluppare il loro ruolo di moderne catalizzatrici di attività commerciali, finanziarie e manifatturiere, sempre più separate dalla campagna circostante. Una premessa necessaria al grande sviluppo delle arti e delle scienze durante l’età rinascimentale.

Per saperne di più
I. Ait, Il commercio nel Medioevo – Roma, Jouvence, 2005
J. Le Goff, L’uomo medievale – Bari, Laterza, 1999
E. Power, Vita nel Medioevo – Torino, Einaudi, 1966