MASSONERIA E CHIESA CATTOLICA: LA MOZIONE BISSOLATI
di Cristian Usai -
Il rapporto tra Massoneria e Chiesa Cattolica è complesso e lontano da una definitiva risoluzione. Esiste una nutrita bibliografia al riguardo e gli studi sull’argomento sono ancora in corso. Tuttavia un’altra questione non è stata sufficientemente indagata: l’intreccio tra Massoneria e clericalismo. Prenderemo le mosse da un evento di oltre un secolo fa: la bocciatura della mozione presentata nel 1908 dal deputato socialista, e massone, Leonida Bissolati per vietare l’insegnamento religioso nella scuola elementare. Per capire se fu dovuta al timore di una parte della Massoneria di inimicarsi la Chiesa.
La disciplina dell’insegnamento religioso nelle scuole del Regno d’Italia si è evoluta con l’evolversi dei rapporti tra la borghesia statale e la burocrazia clericale. La L. 3725 del 13 novembre 1859, detta Legge Casati (dal nome del Ministro Gabrio Casati suo promotore), introdusse, tra le discipline oggetto di istruzione pubblica, anche l’insegnamento religioso. Questo era obbligatorio per i primi due anni delle elementari e ne era titolare il maestro unico. Nelle scuole secondarie era impartito da un direttore spirituale. Il R.D. 4151 del 24 giugno 1860, titolato Regolamento per le scuole normali e magistrali degli aspiranti maestri e delle aspiranti maestre, introdusse l’obbligo dell’insegnamento religioso anche per gli istituti, finalizzati a formare i futuri maestri. Le Istruzioni relative ai Programmi del 15 settembre 1860 esplicano che la religione ha il compito di inculcare “obbedienza [...] verso le Podestà costituite, non già per timore de’ castighi, ma per ossequio a quei principi di pubblico interesse, che esse rappresentano e tutelano” [Cogliandro 2000]. Il R.D. 315 del 9 novembre 1861 inserì tra le materie di insegnamento “religione e morale”, e tra le materie d’esame obbligatorie “catechismo e storia sacra”. La L. 3961 del 15 luglio 1877, detta Legge Coppino (dal nome del Ministro Michele Coppino suo proponente), era finalizzata a forgiare i nuovi cittadini. Con essa fu dato spazio all’educazione civica e alle materie scientifiche. L’istruzione gratuita fu estesa a cinque anni e l’obbligo scolastico a tre [Desideri 1988]. Alla scuola fu data un’impronta laica, e ai maestri legittimati dalla Legge Casati fu proibito di insegnare il catechismo e la storia sacra [Candeloro 1970]. La Relazione a S.M. sulla riforma dei programmi per le scuole elementari del Ministro Boselli, 1888 escludeva l’insegnamento della religione cattolica, giacché “lo Stato non [avrebbe potuto, NdR.] fare, né direttamente né indirettamente una professione di fede, che manchevole per alcuni, sarebbe soverchia per altri”. Il R.D. 5292 del 16 febbraio 1888 riaffermò l’impronta laica della scuola pubblica rendendo facoltativo l’insegnamento delle “prime nozioni dei doveri dell’uomo e del cittadino” nell’intero ciclo di istruzione elementare a danno dell’insegnamento religioso di matrice cattolica. I programmi del Ministro Guido Baccelli, del 1894, confermarono questa impostazione. Il R.D. 623 del 9 ottobre 1895 confermò la facoltatività dell’insegnamento religioso obbligando, tuttavia, i Comuni a renderlo disponibile per tutti i fanciulli i cui genitori ne avessero fatto richiesta. Il 14 gennaio 1908 fu approvato in Roma il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio Comunale di Roma fa voti perché Governo e Parlamento, in coerenza alle leggi vigenti, dichiarino esplicitamente estranea alla scuola primaria qualsiasi forma d’insegnamento confessionale”. Fu a questo punto che si creò l’humus per la mozione Bissolati.
La mozione Bissolati enunciava in maniera decisa: “La Camera invita il Governo ad assicurare il carattere laico della scuola elementare, vietando che in essa venga impartito, sotto qualsiasi forma, l’insegnamento religioso”. La discussione alla Camera dei Deputati si protrasse dal 15 al 27 febbraio 1908, per un totale di otto tornate. Il fulcro della mozione si può desumere dai discorsi di alcuni deputati e, soprattutto, da quelli dell’on. Bissolati. La tabella seguente riassume, o riproduce in parte, a titolo esemplificativo, il contenuto di quei discorsi.
Leonida Bissolati
“Il risultato è prevedibile e previsto: la mozione sarà respinta; passerà un ordine del giorno il quale, direttamente o indirettamente, legittimerà quella che è la soluzione proposta dal governo. Ma [...] se noi dovessimo attendere a portar qui la parola nostra e le nostre iniziative quando v’è probabilità di buon successo, e quando il Governo è con noi, dovremmo sempre tener chiusa la bocca. E d’altronde io credo che il miglior frutto, che si posa attendere dall’iniziativa mia, debba essere questo: la discussione che si farà sull’argomento […] Lo stato democratico può esso favorire, in qualsiasi modo, direttamente o indirettamente, l’insegnamento d’una qualsiasi confessione? […] si può consentire che la maggioranza abbia il diritto di adoperare lo Stato, i poteri pubblici, per propagare, insegnare una convinzione, che urti nelle convinzioni intellettuali, nella fede morale, sia pure, di una minoranza? […] Le nuove generazioni hanno il diritto che la loro mente, quando diverranno adulte, sia nelle migliori disposizioni per accogliere qualunque propaganda che essi credono” [Tornata del 18 febbraio 1908].
Agostino Berenini
“Credere non vuol dire avere diritto di far credere” [Tornata del 22 febbraio 1908].
Leonardo Bianchi
“Noi rispettiamo il sentimento religioso per tutto quello che esso ha di nobile e connaturato alla vita, per tutto ciò che non crea dissidi e contrasti con quello che è patrimonio intangibile dello spirito umano che sempre più progredisce, vale a dire tende a divenire più civile e a conseguire un più perfetto adattamento all’ambiente sociale; ma non possiamo consentire che nelle scuole si alimenti lo spirito infantile con l’errore, errore che deve essere corretto più tardi con danno della saldezza e della consistenza intellettiva e morale dello spirito”. [Tornata del 25 febbraio 1908].
Agostino Cameroni
Per Cameroni solo chi si si sarebbe rivolto all’inscrutabile e al fine delle cose avrebbe dimostrato integrità e completezza.
Antonio Fradeletto
“Il fanciullo d’oggi non è, a parità d’anni, il fanciullo d’altri tempi. I procedimenti dell’eredità psicologica ne hanno acuito la mentalità, le abitudini della vita moderna ne stimolano la curiosità; e voi non potete, senza offesa ai doveri dell’educazione e senza danno per lui, lasciar che nel secolo XX gli si tenga il linguaggio scolastico del secolo XVI. Ora nel catechismo vi imbattete in errori didattici così grossolani, che un educatore coscienzioso non sa tollerarli” [Tornata del 19 febbraio 1908].
Giuseppe Majorana
La contrarietà di Majorana si fonda sull’assunto che il sentimento religioso sarebbe inscindibile dai più importanti atti della vita quotidiana dei cittadini.
Ferdinando Martini
Martini, dopo aver accusato una certa borghesia cattolica di voler manipolare deboli menti poste nei luoghi di potere, afferma che lo Stato non deve, minimamente, preoccuparsi delle cose di religione, tuttalpiù deve garantire che in nessun caso sia tollerata la propaganda antireligiosa.
Angelo Mauri
Mauri, cattolico, propose di sottoporre a referendum l’abolizione dell’insegnamento del catechismo nei comuni. È altamente probabile che il Mauri comprendesse che l’analfabetismo, l’ignoranza e la superstizione delle masse, avrebbero decretato la sconfitta del fronte per l’abolizione.
Roberto Mirabelli
“Lo Stato non deve prendere a sua norma le condizioni intellettuali e morali della maggioranza numerica, ch’è sempre nel grado meno avanzato della civiltà; ma raccogliere i principii che si palesano nelle regioni superiori della cultura, e rifonderli nel seno degli strati più bassi della società, per sollevarli su la corrente del progresso” [Tornata del 25 febbraio 1908].
Mirabelli riteneva che la morale e la religione avessero punti di convergenza per mezzo della teologia e della filosofia; ma, riteneva che ciò non significasse che l’una fosse inscindibile dall’altra.
Francesco Saverio Nitti
“L’onestà è un fatto estraneo alla religione. I briganti sono stati fra le popolazioni più religiose; l’inquisizione ha inferocito in nome della fede […] la nostra società è migliore, più colta, più tollerante di quelle che l’han preceduta” [Tornata del 21 febbraio 1908].
Antonio Salandra
“Noi non siano un popolo fervente di religiosità; ma a noi ripugna del pari la negazione recisa del divino, la negazione del sentimento religioso”; ed il sentimento cristiano è il “fondamento delle istituzioni e degli ordinamenti sociali d’Italia” [Tornata del 19 febbraio 1908].
Gli onn. Cameroni, Majorana, Mauri e Salandra espressero contrarietà prive di riscontri oggettivi e platealmente illogiche. Essi paiono porre in essere un maldestro tentativo, pregno di retorica, di legittimare il mantenimento di uno status quo dal quale, evidentemente, assieme ad altri traevano beneficio. La mozione fu bocciata con 347 voti contrari e solo 60 favorevoli. Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI) Ettore Ferrari era schierato con l’on. Bissolati, e aveva decretato l’espulsione di tutti i deputati che non avessero votato a favore. Saverio Fera, Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese antico ed accettato (RSAA) del GOI, invece, era vicino alle posizioni di Giolitti, e si rifiutò di procedere alle espulsioni all’indomani della bocciatura. Ciò portò alla scissione da cui nacque la Serenissima Gran Loggia d’Italia – Piazza del Gesù. Oggi la Gran Loggia d’Italia degli ALAM (GLDI degli ALAM) rappresenta l’obbedienza massonica più numerosa e radicata tra le eredi della Massoneria di Piazza del Gesù. Gli argomenti di chi si schierò contro, vedasi tabella precedente, collidono con lo spirito lungimirante che portò l’on. Bissolati all’elaborazione di un pensiero ancora attuale, e, a cui la storia ha dato ragione. È sufficiente, infatti, citare alcun dati per rendersi conto che l’Italia, ove la Chiesa Cattolica conserva una pesante influenza, sia un paese che versa in una situazione di declino, culturale ed economico, dal quale non sembra vedersi la via d’uscita. Naturalmente tali dati non sono certo conseguenza dell’insegnamento religioso. Tuttavia, esso rappresenta uno strumento di indottrinamento ed è indice di arretratezza, nonché di ingerenza da parte della Chiesa Cattolica. Un popolo indottrinato, retrogrado e succube della religione, difficilmente riesce ad accogliere le sfide del progresso, da qui i dati che seguono. Il debito pubblico dell’Italia nel 2017 ha raggiuto quota 2.260,3 miliardi di euro (FONTE Banca d’Italia 2017). Il tasso di disoccupazione a mazzo 2017 era del 11,7%, quello della disoccupazione giovanile del 34,1% (FONTE Istat). Mentre, sull’indagine conoscitiva sulle politiche relative ai cittadini italiani residenti all’estero condotta dall’Istat nel 2011 si legge: “[…] nell’ultimo decennio si assiste ad un progressivo spostamento dell’incidenza del fenomeno dell’emigrazione verso fasce della popolazione a maggiore istruzione: dal 2001 al 2010 l’incidenza dei cittadini laureati sul totale degli espatri è raddoppiata (dall’8,3% al 15,9%) […]”. “[…] In totale, quasi 1.300 dottori di ricerca che prima dell’iscrizione all’università risiedevano in Italia risultano vivere abitualmente all’estero al momento dell’intervista (6,4% del totale), per lo più in Francia, Stati Uniti d’America e Regno Unito. Si tratta dell’8,4% dei dottori di ricerca che risiedeva nel Nord, contro il 6,5% di chi risiedeva nel Centro e il 4,4% nel Mezzogiorno […]”. È probabile che se la mozione Bissolati fosse stata accolta, il popolo italiano, all’epoca ancora “fanciullo”, avrebbe iniziato ad emanciparsi sostituendo lo spirito infantile con lo spirito saldo che proviene dalla consistenza intellettiva e dalla cultura [Cfr. discorso dell’on. Bianchi], e che spalanca le porte al progresso. Ovviamente, per realizzare quest’obiettivo, sarebbe stata necessaria una riforma dell’istruzione incentrata sulle materie scientifiche atta ad abbattere l’impostazione antropocentrica che, alcuni decenni più tardi, si sarebbe, invece, amalgamata con l’impianto nazionalista dell’istruzione pubblica elaborato da Giovanni Gentile. Tale impianto null’altro ha prodotto se non una società autoreferenziale e antiprogressista, da qui l’endemica difficoltà di riformare strutturalmente lo Stato, i programmi scolastici, il finanziamento della ricerca e, finalmente, il mercato del lavoro. E forse oggi leggeremmo altri dati.
Alla luce di quanto argomentato, riteniamo sia difficile affermare che i deputati afferenti al RSAA del GOI temettero di inimicarsi la Chiesa Cattolica votando contro la mozione Bissolati. È lecito, infatti, desumere che votarono secondo coscienza. Anche il rifiuto, da parte di Fera, di applicare la sanzione ordinata dal Gran Maestro fu comprensibile, e, andrebbe letto come la consequenziale risposta all’intervento, giudicato inopportuno, del Gran Maestro. Tuttavia, non è possibile tralasciare il fatto che con l’approvazione della mozione, la Chiesa avrebbe perduto un importante strumento di indottrinamento. Il popolo italiano avrebbe acquisito lo spirito critico necessario per difendersi dall’oscurantismo, e, per comprendere il mondo. Peraltro l’unico mondo nel quale l’umanità ha la certezza di vivere. Ebbene: i deputati massoni che votarono contro, de facto, negarono al popolo tale acquisizione. Quale fu la ragione di quest’epilogo? È verosimile pensare che sia i deputati massoni, sia Fera, conoscessero le conseguenze che la bocciatura della mozione Bissolati avrebbe avuto sulla formazione dei cittadini del futuro. Da parte del Gran Maestro, d’altro canto, sarebbe stato più consono evitare la minaccia di una sanzione per scongiurare il voto contrario dei suddetti. Era in gioco il futuro della Nazione: si stava combattendo una giusta battaglia per la laicità dello Stato. Ciò necessitava di un compromesso tra le parti coinvolte in nome dei pilastri della Libera Muratoria, ovvero gli ideali universali: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Ideali che il popolo italiano pare non aver ancora fatto propri.
Per saperne di più
Aquarone, A. (a cura di), Lo stato catechista, Firenze Parenti, 1961
Banca d’Italia, Finanza pubblica fabbisogno e debito, Marzo 2017. Disponibile su: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/
Candeloro, G.. VI: Lo sviluppo del capitalismo e del movimento operaio, Milano Feltrinelli, 1970
Cogliandro, M. Storia dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola elementare pubblica italiana. Disponibile su: http://digilander.libero.it
Desideri, A.. Storia e storiografia, Messina G. D’Anna, 1988
ISTAT. Indagine conoscitiva sulle politiche relative ai cittadini residenti all’estero. Disponibile su: http://www.istat.it/it/files/2011/06/
ISTAT. Occupati e disoccupati (rilevazione provvisoria). Maggio 2017. Disponibile su: https://www.istat.it/it/files/2017/05/
Mola, A. A.. Massoneria, Firenze Giunti, 2012