L’INVENZIONE DEL CALCETTO O BILIARDINO

di Pier Luigi Guiducci -

Germania, Inghilterra, Spagna, Francia: le origini di questo gioco conosciuto in tutto il mondo sono certamente europee, ma sul “primo” inventore il dibattito è ancora aperto. Tra gli anni’50 e ’60 spopolò anche in Italia, forte della sua capacità di aggregazione tra i giovani. Dal 2002 è diventato uno sport, con la International Table Soccer Federation a organizzare un campionato del mondo.

 

sportfoot1Nella memoria di tante persone rimane vivo a tutt’oggi il ricordo di “durissime” partite a calcetto in oratorio o in altri ambienti ricreativi. Anche chi scrive ha sostenuto confronti accesi con più avversari, vincendo scarsamente, ma guadagnando comunque in divertimento e serenità.
Tale contesto aiuta a sviluppare una ricerca su chi “inventò” il calcetto, chiamato talvolta anche con il nome di “biliardino”. Si tratta di un percorso storico non semplice perché sono state indicate più figure di inventori. Occorre allora esaminare i diversi dati che esistono. Ecco, quindi, la storia del calcetto.

Aspetti generali

 Le fonti che riguardano la storia del biliardino sono diverse e non sempre chiare. Alcuni elementi, poi, sembrano essere contraddittori. In linea generale, comunque, gi studiosi tendono a ritenere che l’invenzione dovrebbe essere avvenuta nel periodo 1920-1930. Rispetto a tale arco temporale vengono indicate più persone. Tra queste, il tedesco Broto Wachter e lo spagnolo Alejandro Finisterre. I primi biliardini furono costruiti in legno: un cassone montato su quattro gambe, il piano da gioco in compensato e aste e omini anch’essi in legno.

In Germania

Secondo taluni studiosi, il biliardino è un’invenzione tedesca. Lo proverebbe il fatto che negli Stati Uniti questo gioco si denomina: foosball. Tale espressione viene collegata da alcuni studiosi al termine tedesco fußball (‘calcio’). I sostenitori di tale ipotesi aggiungono un altro dato. Nel XX secolo ogni località tedesca aveva in genere una squadra di calcio. E i sostenitori si incontravano nei pub per discutere le novità. È probabile, quindi, che in tali occasioni qualcuno abbia ideato un gioco “da tavolo” con aspetti simili a quelli delle partite “sul campo”. Sul nome dell’inventore si tende a citare Broto Wachter. Quest’ultimo realizzò una versione di calcetto senza le sagome dei giocatori. Oggi in Germania il termine kicker indica il biliardino.

In Inghilterra

Nel 1923, presso la Kings Patent Agency di Londra, fu brevettata l’invenzione di Harold Searles Thornton. Si trattava di un Apparatus for Playing a Game of Table Football (‘Apparecchio per giocare una partita di calcio da tavolo’). Thornton era un appassionato di calcio, tifoso del Tottenham. La sua idea sarebbe stata ispirata da alcuni fiammiferi appoggiati in modo parallelo sopra la loro scatola.

In Spagna

Alexandre Campos Ramirez

Alexandre Campos Ramirez

In terra spagnola rimane nota la figura di Alexandre Campos Ramírez. Si tratta di un personaggio conosciuto anche con gli pseudonimi di Alexandre de Fisterra e di Alejandro Finisterre[1]. Alexandre fu un poeta, un inventore e un editore. Visse a Fisterra (Galizia) fino al trasferimento a La Coruña all’età di cinque anni. Frequento poi, quindicenne, il liceo di Madrid.
Dopo un rovescio economico paterno (fallimento di una calzoleria), Alexandre lavorò presso la stessa scuola che frequentava. Si pagò così gli studi. A Madrid conobbe León Felipe[2] e Rafael Sánchez Ortega. Con loro pubblicò il giornale Paso a la juventud (‘Passaggio alla gioventù’), venduto nelle vie.
Nel novembre 1936, durante la guerra civile spagnola, rimase ferito in uno dei bombardamenti di Madrid. Aveva 17 anni. Fu ricoverato in un ospedale di Valencia. Venne poi trasferito a Montserrat.
Qui ebbe modo di conoscere dei bambini mutilati, alcuni dei quali erano privi degli arti inferiori. Nessuno di loro, pensò Alexandre, avrebbe più giocato a calcio. Da qui un’intuizione. Gli venne osservando il tennis da tavolo. L’invenzione si chiamò futbolìn (calcetto). Aveva giocatori sagomati a sembianze umane. Alexandre fece costruire un primo esemplare da un amico, Francisco Javier Altuna. Un falegname basco. Quest’ultimo, però, non era in grado di realizzarlo a livello industriale. Inoltre, le fabbriche a cui appoggiarsi servivano allo sforzo bellico.
Nel gennaio del 1937, a Barcellona, l’invenzione venne registrata e brevettata.[3] Purtroppo Alexandre perse poi i documenti mentre dalla Spagna stava raggiungendo la Francia (fuga in seguito alla vittoria franchista).
Parigi Alexandre si laureò in filosofia. Utilizzò anche i proventi di un suo brevetto. Per motivi politici riprese nuovi itinerari. Nel 1948 riparò a Quito (Ecuador). Vi fondò una rivista di poesia. Nel 1952 si stabilì in Guatemala. Qui, migliorò l’invenzione del calcetto e iniziò pure delle vendite del gioco. Per vivere fece vari lavori. Dopo il colpo di Stato di Carlos Castillo Armas, Alexandre fu fermato, derubato e condannato a rimpatriare (1954). Riuscì a fuggire e raggiunse Panama.
Il contatto con ambienti spagnoli gli consentì di essere informato sul successo del biliardino in Europa. Purtroppo, però, le operazioni commerciali erano controllate da alcuni fabbricanti di Valencia che non avevano riconosciuto i suoi diritti. In seguito, Alexandre raggiunse il Messico. In questo Paese lavorò come editore di scrittori e poeti spagnoli e galiziani.[4] Erano autori in gran parte antifranchisti ed esuli come Alexandre. Tra questi: Leon Felipe e Juan Larrea. Anche il poeta e teologo nicaraguense Ernesto Cardenal pubblicò il suo primo libro di poesie con Alexandre.
Negli anni Settanta del Novecento, caduto il franchismo, Alexandre poté far ritorno in patria. Prima risiedette ad Aranda de Duero (Burgos), poi a Zamora, dove morì.

In Francia

Vengono citati diversi possibili inventori francesi. Tra questi, si ricorda Lucien Rosengart, operaio della Citroën poi fondatore del marchio automobilistico Rosengart. Ebbe l’idea di impostare un nuovo gioco per bambini per tenere occupati i nipotini nelle giornate piovose. Costruì un tavolo da gioco su cui le figure dei calciatori venivano spostate con aste per scaraventare una palla nella porta dell’avversario. Nel suo modello Babyfoot, tuttavia, le barre erano, a differenza di oggi, alle estremità del tavolo, non sul lato.[5]
Rosengart fu autore di diverse invenzioni in ambito ciclistico, ferroviario e balistico. La vera produzione di calcetti ebbe comunque inizio quando un marsigliese, Marcel Zosso, fece costruire i primi prototipi, chiamati sportfoot. Per sviluppare il suo progetto andò alla ricerca di falegnami in Italia.

In Italia

Torneo a premi a metà anni '50

Torneo a premi a metà anni ’50

In provincia di Alessandria ci fu l’incontro tra Marcel Zosso e Renato Garlando, titolare di un “laboratorio del legno” (ereditato del padre Giovanni) a Spinetta Marengo. Qui si producevano botti per il vino, flauti per la musica e casse da morto. È da questa fabbrica piemontese che furono messi in commercio i primi calciobalilla italiani.[6] La risposta del mercato fu positiva. Nel periodo 1952-1954 vennero realizzati, a mano e con l’aiuto dei detenuti del carcere di Alessandria, quasi 12mila calcetti. Praticamente tutti i bar italiani disponevano di un calciobalilla e nelle principali città venivano organizzati tornei nazionali con l’assegnazione di premi. Alla fine, il termine calciobalilla (“calcio piccolo” a Genova[7]) divenne una nuova parola nel Dizionario italiano.

Negli Stati Uniti

Nel 1955, l’invenzione del calcetto venne presentata anche oltreoceano. Il primo a occuparsi del commercio del foosball in America fu Larry Patterson. Quest’ultimo, dal 1962, si fece costruire dei modelli del nuovo gioco in Germania. All’inizio, le vendite non dettero i risultati sperati. La situazione migliorò alla fine degli anni Settanta del Novecento.
Nel frattempo, Garlando riusciva a far conoscere il nuovo prodotto commerciale non solo in Italia, ma anche in area europea. A questo punto, nel 1969, orientò le vendite del biliardino anche negli Stati Uniti. Era anche riuscito ad ottenere il diritto di esclusiva per l’importazione dei biliardini negli Stati Uniti. La fase iniziale non fu incoraggiante. Malgrado ciò, Joe Robbins, vice presidente della Empire Distributing di Chicago, continuò a promuovere la vendita dei calcetti. Si arriva in tal modo al successo commerciale.

La International Table Soccer Federation

Soprattutto l’esperienza italiana è riuscita a diffondere il biliardino all’estero in modo significativo. Nell’agosto del 2002 è stata fondata la International Table Soccer Federation (ITSF), con sede a Nantes (Francia)[8]. Scopi principali dell’Organismo sono quelli di promuovere lo sport del calciobalilla e stabilirne le regole.
Il primo Campionato del mondo ITSF si è svolto nel novembre 2004 in Valle d’Aosta (Italia). Hanno partecipato circa 80 giocatori provenienti da 20 nazioni e il titolo è stato conquistato dal belga Frederic Collignon. Nel maggio 2006, l’ITSF ha organizzato la prima Coppa del mondo delle nazioni ad Amburgo (Germania). Qui, per la prima volta, i giocatori hanno dovuto sfidarsi su tutti i tipi di tavoli ufficiali.
Il biliardino è ora divenuto uno sport. Nel 2019, nel confronto internazionale, svoltosi a Murcia, l’Italia è arrivata settima nel medagliere con quattro argenti e un bronzo. Anche un documentario dal titolo Foosballers (di Joe Heslinga), ha saputo documentare la preparazione di sei tra i migliori giocatori del mondo in vista dei Tornado World Championships.

Alcune note di sintesi

calcettoRicordare la storia del calciobalilla non serve solo a non lasciare nell’oblio l’impegno di più inventori. Esistono, ancora degli aspetti che le cronache dei nostri tempi non sempre riescono a mettere in evidenza.
1) Uno dei primi obiettivi dell’ideazione del calcetto fu quello della socialità. Mentre, da una parte, si continuò a guardare con grande favore al vero gioco del calcio, dall’altra, ci si accorse che il biliardino poteva essere un centro di aggregazione anche in ambienti ristretti.
2) Un altro aspetto del biliardino fu quello di promuovere confronti sportivi con delle regole. In altri termini, si volle ricordare a tutti che questo gioco non costituiva una improvvisazione. Per questo motivo, a inizio partita, fin dall’inizio, gli sfidanti si mettevano d’accordo sulle azioni permesse e su quelle irregolari.
3) Occorre poi evidenziare l’utilità del calcetto come sport-therapy. In tale contesto, questo gioco aiuta il paziente a non sentirsi un escluso ma a vivere aspetti reali del calcio: il tifo, l’entusiasmo, la tensione emotiva, l’intesa di squadra.
4) Nel 2011 è stata fondata in Italia la Federazione Paralimpica Italiana Calcio Balilla. La sede è in via Zangrilli 20, 21023 Besozzo (VA).
5) Nel 2013 il Comitato Italiano Paralimpico riconosce il Calcio Balilla come Disciplina Sportiva Paralimpica.
6) Nel 2016 la F.P.I.C.B. viene riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico come Federazione Sportiva.

Note

[1] Alexandre Campos Ramírez nacque a Fisterra il 6 maggio 1919 e morì a Zamora il 9 febbraio del 2007.
[2] Ne divenne in seguito l’esecutore letterario.
[3] Insieme al primo voltapagine a pedale per pianisti.
[4] Editorial Finisterre Impresora.
[5] Nessun brevetto è stato però trovato sotto il nome di Rosengart.
[6] Per una esatta cronologia storica occorre comunque ricordare che gli esemplari “prototipo” dei calcetti in legno furono ideati nel 1936 da un artigiano di Poggibonsi, che però si limitò a compiere delle “prove di fabbricazione”.
[7] Balilla = diminutivo di balla (“palla”), può essere tradotto con “pallina”, appellativo riferito ai bambini a Genova.
[8] Organizzazione no-profit con sede a Nantes.

Per saperne di più
C. Rossati – D. Tosetto, Il calciobalilla: origini, storia, regole di gioco, Facto, Padova 2001.
A. Viola, Filosofia del calciobalilla, Il Nuovo Melangolo, Genova 2021.