LILI MARLEN: LA CANZONE CHE PIACEVA A ROMMEL

di Pier Luigi Guiducci -

 

 

La storia di un motivo cantato da eserciti avversari nella Seconda guerra mondiale. Le sue parole inneggiavano all’amore e, in senso lato, alla pace. Per questo a un certo punto fu bandita dal Reich. Ma il generale Rommel la riabilitò.

Durante gli anni della Seconda guerra mondiale venne diffusa una canzone che raccontava di un amore tra un soldato tedesco e la sua donna. La trama era semplice. Il militare, ogni giorno, nelle ore serali, usciva dalla caserma e raggiungeva la donna amata. Il loro appuntamento era presso un lampione. La composizione, dal titolo Lili Marlen, risultò sgradita a vari gerarchi nazisti. Fu considerata non militarista. Poco vigorosa. Non adatta a spronare allo scontro armato. Troppo sentimentale. Malgrado ciò, il motivo trovò – al contrario – un esteso consenso nella Wehrmacht. Si arrivò alla fine a un successo musicale che superò i confini dei territori del Terzo Reich. Questo fatto, però, non rimase circoscritto tra le truppe tedesche. Anche gli eserciti alleati ascoltarono la canzone. Agli anglo-americani Lili Marlen piacque moltissimo. In tal modo, in pieno conflitto, eserciti tra loro avversari seguirono ogni giorno l’esecuzione del motivo (che venne tradotto in inglese e anche in altre lingue). Questo saggio descrive le situazioni meno note legate a questa canzone, alla luce delle più recenti ricerche storiche.

Il testo originale

Hans Leip

Hans Leip

La stesura del testo di Lili Marlen è collegata a una poesia. L’autore fu un soldato tedesco. Si chiamava Hans Leip.[1] Quest’ultimo, oltre a scrivere versi, era anche un romanziere e un drammaturgo. Leip volle intitolare la sua composizione: Das Lied eines jungen Soldaten auf der Wacht (“La canzone di un giovane soldato di sentinella”). Arruolato nell’esercito austriaco, scrisse la poesia poco prima di raggiungere il fronte russo, nei Carpazi (1915, Prima guerra mondiale).[2] Ma perché l’autore scelse il nome di Lili Marlen? Perché Lili era la sua fidanzata (figlia di un ortolano). A questo nome aggiunse quello di una giovane infermiera: Marlen (forse la ragazza di un commilitone).
In tale contesto, si può aggiungere un fatto. Nell’edizione tedesca di Wikipedia è descritta una seconda storia che riguarda l’origine di Lili Marlen. Nella scheda si racconta che Hans Leip si era innamorato della nipote dello psichiatra ebreo Sigmund Freud: Lily.[3] Leip, in seguito, confermò di aver conosciuto Lily. Questa donna (un’attrice), però, sposò nel 1917 l’attore e regista Arnold Marlé.[4] Alla fine, Leip scrisse un testo: Lilly Marlé, divenuto in seguito Lili Marlen. Esiste al riguardo un ulteriore dettaglio. Lily Freud-Marlé rilasciò una dichiarazione affermando che in famiglia si diceva che fosse lei la ragazza della canzone. Tale fatto, se risultasse vero, condurrebbe ad affermare che i soldati della Wehrmacht cantavano un motivo dedicato a una ragazza ebrea. Comunque Leip smentì più volte questa tesi.

La prima versione, cantata da Lale Andersen

Lale Andersen

Lale Andersen

Hans Leip sopravvisse alla guerra (terminò nel 1918). Canzone di una giovane sentinella venne pubblicata in Die Harporgel (“L’arpa”), una raccolta di poesie dai toni non militareschi. Nel 1935 il testo di Leip venne musicato dallo studente Hindemith Rudolf Zink.[5] Si arrivò in tal modo a una prima versione (con un’andatura “morbida”) di Lili Marlen. La canzone fu interpretata da Lale Andersen. Questa donna, in realtà, si chiamava Lieselotte Helene Berta Bunnenberg. Era nata a Bremerhaven[6] nel 1905.[7] Nel 1922 aveva sposato (a 17 anni), il pittore Paul Ernst Wilke[8]. Nacquero tre figli, Björn, Carmen-Litta e Michael. Dopo la nascita di quest’ultimo, ebbe termine l’intesa matrimoniale. La Andersen affidò i figli alla sorella Thekla e al fratello Helmut. Nell’ottobre del 1929 si trasferì a Berlino per studiare canto presso il Deutsches Theater. Ottenuto il divorzio nel 1931, la donna cominciò a esibirsi a Schwabing (quartiere di Monaco di Baviera). Come nome d’arte usava quello di Lieselotte Wilke. Dal 1933 al 1937 lavorò presso lo Schauspielhaus di Zurigo (uno dei più importanti teatri germanofoni). Qui, ebbe modo di conoscere il compositore ebreo svizzero Rolf Liebermann[9], con cui ebbe una relazione sentimentale.

La seconda versione, cantata da Norbert Schultze

Norbert Schultze (a destra)

Norbert Schultze (a destra)

Nel 1938 la Andersen fu attiva anche nel Kabarett der Komiker di Berlino (un famoso locale del tempo). In quell’anno il testo di Leip venne musicato da un altro compositore: Norbert Schultze[10]. Il lavoro fu realizzato in breve tempo. Tale rapidità si spiega con il fatto che due anni prima Schultze aveva composto una melodia per una pubblicità radiofonica del dentifricio Chlorodont. Egli riprese il motivo e lo utilizzò per il testo di Leip. L’andatura era più “marziale” rispetto a quella di Zink (accentuata in seguito dalla presenza di un coro). In un primo momento, la Andersen preferì cantare la versione di Zink e quella di Schultze in modo alternato nei locali ove si esibiva. Secondo una sua affermazione, le piaceva la versione di Zink (più soft). Comunque, voleva comprendere l’orientamento del pubblico. Alla fine, la Andersen si orientò per la seconda versione. Ma avvenne un fatto: Lili Marlen non piacque ai critici.

La stroncatura

I giudizi sulla canzone furono negativi. Era ritenuta cupa. Priva di ritmo. Fu un insuccesso per la Andersen. Per Schultze il problema non si pose perché era già ricco e famoso. Le sue opere, marce e melodie di stampo militaresco e propagandistico (tipo quella dal titolo: Bomben auf England), erano ampiamente diffuse in Germania.[11] Ci fu così un momento di esitazione sulle scelte da compiere. Alla fine, nel 1938, la Andersen incise la canzone per la casa musicale Apollo Verlag (Berlino). Fu scelto il titolo: Das Mädchen unter der Laterne (“La ragazza sotto il lampione”). Si arrivò a vendere 700 copie. Risultato debole. Stesso esito ebbe l’incisione del 2 agosto 1939 realizzata per l’Electrola Studio (Berlino). In tale occasione si scelse un nuovo titolo: Lili Marlen.
Venne inserito anche un sottotitolo: Lied eines jungen Wachtpostens (“Canzone di una giovane sentinella”). L’iniziativa musicale rimase nota a pochi. Diversi esponenti del Terzo Reich la valutarono negativamente. Paul Joseph Goebbels[12], ministro della Propaganda e dell’Informazione, scartò la canzone. Il gerarca avrebbe preferito una marcia militare, tipo Das Horst-Wessel-Lied [13]. Per gli alti ufficiali della Wehrmacht il motivo era da censurare. Indeboliva gli animi. Ricordava infatti ai soldati che stavano al fronte i propri cari, gli affetti lontani, gli ambienti sereni della giovinezza. Tutto ciò poteva rendere i militari meno aggressivi, meno duri, meno risoluti nelle offensive. C’era anche, in taluni alti ufficiali, il sospetto che propagandasse un velato disfattismo. Si arrivò così a proibire la diffusione di Lili Marlen. Alla Andersen, per nove mesi, fu impedito di esibirsi in pubblico. Il motivo era legato alla canzone, ma anche per l’intesa che aveva con l’ebreo Rolf Liebermann e con altri artisti ebrei di Zurigo.

La trasmissione da Belgrado

Erwin Rommel

Erwin Rommel

Nel frattempo, dopo l’occupazione tedesca della Jugoslavia (1941), venne organizzata a Belgrado una stazione radiofonica. Trasmetteva notizie alle truppe tedesche sparse in Europa e in nord Africa, ove operava l’Afrika Korps (al comando del maresciallo Rommel[14]). La stazione si chiamava Soldatenseder Belgrad. Il suo direttore, il tenente Karl-Heinz Reintgen[15], ricevette un giorno la richiesta di un amico che militava nell’Afrika Korps. Il militare chiedeva di ascoltare Lili Marlen. Malgrado il divieto di Berlino, Reintgen accettò. Fece trasmettere la canzone per la prima volta il 18 agosto 1941.
A questo punto avvenne un fatto. La canzone risultò gradita non solo ai soldati, ma anche a Rommel. Il comandante dell’Afrika Korps chiese a Reintgen di inserirla nel programma musicale della stazione radiofonica. La richiesta contraddiceva le indicazioni di Goebbels. Malgrado ciò Lili Marlen divenne la sigla di chiusura delle trasmissioni dell’emittente (terminavano alle 21 e 55).

Il gradimento dei militari

Marlene Dietrich

Marlene Dietrich

I sistemi di ascolto degli Alleati che intercettavano i programmi radio tedeschi captarono anche l’esecuzione di Lili Marlen, e trasmisero il tutto ai propri comandi. Non essendo un motivo di guerra, la canzone venne fatta ascoltare anche ai militari anglo-americani e alle truppe di altri Paesi alleati. Le parole di Hans Leip raggiunsero Francia, Polonia, Italia[16], Russia, Egitto, Libia e vennero tradotte in moltissime lingue. John Jordan Phillips e Tommie Connor nel 1944 scrissero la versione inglese, la più famosa, cantata da Vera Lynn.[17] Un’altra interprete fu Anne Sheldon.[18] La canzone, trasmessa ogni giorno dalla BBC (nella versione di Vera Lynn), venne utilizzata prima dall’VIII Armata britannica e poi anche dalle forze statunitensi in Europa.
Lili Marlen rimaneva, però, una canzone tedesca. Questo era l’unico aspetto poco gradito dagli Alleati. La situazione cambiò quando il motivo venne interpretato da Marlene Dietrich[19]. Nata a Schöneberg (Berlino), l’attrice già nota per il film L’angelo azzurro si era trasferita negli Stati Uniti accrescendo ancor più la sua fama. Era molto legata alla sua terra (ove verrà poi sepolta accanto alla madre), ma condannava il nazismo e aveva rifiutato le offerte di lavoro di Berlino. In pieno conflitto mondiale accettò di raggiungere le retrovie alleate su vari fronti. Recitava scenette divertenti scritte per l’occasione. Suonava la sega sonora. E cantava le canzoni preferite dai soldati: Lili Marlen era la più richiesta.

Il dopoguerra

La canzone fu ascoltata da soldati di entrambi gli schieramenti nei luoghi più diversi: negli ospedali militari, nelle strade, lungo i fronti di battaglia, all’interno dei sottomarini, negli accampamenti. Nel 1944 la versione americana di Marlene Dietrich, interpretata anche da un coro anonimo, raggiunse in pochi mesi incredibili record di vendite. Decine di anni dopo, ottenne un nuovo successo (nel 1968 fu utilizzata anche come protest song). Nel 1981 fu a lungo nella hit parade tedesca, e nel 1986 addirittura in quella giapponese. La canzone è stata tradotta in 48 lingue. Può sorprendere, ma delle tante canzoni di guerra, quella che è rimasta nella storia è un inno all’amore e alla speranza della pace.

 

Note

[1] Hans Leip (1893-1983). Figlio di un ex marinaio, e marinaio nel porto di Amburgo. Fu educato in questa città. Nel 1914 divenne insegnante nel sobborgo di Rothenburgsort ad Amburgo.
[2] Il testo di Hans Leip, pur privo di un’impronta ‘guerresca’, venne pubblicato nel 1937 in una collana di poesie patriottiche, Die Harfenorgel (L’arpa).
[3] Lily Freud (1888-1970), nipote di Sigmund Freud (1856-1939): era figlia di sua sorella Marie (Mitzi).
[4] Arnold Marlé (1887-1970).
[5] Hindemith Rudolf “Rudi” Zink (1910-1983).
[6] Località situata sulla costa del Mare del Nord.
[7] La Andersen morì d’infarto a Vienna il 29 agosto 1972. Aveva 67 anni. La sua tomba si trova nel piccolo cimitero di Langeoog.
[8] Paul Ernst Wilke (1894-1971).
[9] Rolf Liebermann (1910-1999). Intorno al 1933 musicò per la Andersen la poesia Der Sauerampfer di Joachim Ringelnatz.
[10] Norbert Schultze: nato nel 1911 a Braunschweig e morto il 17 ottobre 2002 a Bad Tolz, in Baviera.
[11] Si pensi al fatto che nel 1945 gli Alleati gli ordinarono di smettere di comporre, ma nel 1948 Schultze era già di nuovo in attività.
[12] Paul Joseph  Goebbels (1897-1945).
[13] Das Horst-Wessel-Lied (Il Canto di Horst Wessel), inno noto anche come: Die Fahne hoch (In alto la bandiera).
[14] Johannes Erwin Eugen Rommel (1891-1944).
[15] Karl-Heinz Reintgen (1915-1990).
[16] Nel 1942  la cantante Lina Termini (1918-2004) ne incise una versione in italiano, i cui versi furono composti da Nino Rastelli (1913-1962). Anche questa esecuzione divenne molto popolare in Italia.
[17] Vera Lynn, pseudonimo di Vera Margaret Welch (1917-2020).
[18] Anne Sheldon, pseudonimo di Patricia Jacqueline Sibley (1923-1994).
[19] Marlene Dietrich, pseudonimo di Marie Magdalene Dietrich (1901-1992).

Per saperne di più
D. Ahlborn-Wilke, Wie Einst: In Memoriam Lale Andersen 1945-1972, Gauke Verlag, 1978.
Id., Lale Andersen. Erinnerungen-Briefe-Bilder, IV ed., Gauke Verlag, 1990.
L. Andersen, Der Himmel hat viele Farben (“Il cielo ha tanti colori”), (autobiografia) 1972.
L. Anzalone, Storia di Lili Marleen. Una canzone d’amore contro la guerra cantata da uomini in guerra, Pensa Editore, Lecce 2017.
L. Magnus-Andersen, Lale Andersen, die Lili Marleen, Universitas Verlag, 1985.

Per ascoltare la canzone

https://www.youtube.com/watch?v=-m20JjkjzZ0

https://www.youtube.com/watch?v=nDfre5mYonA

https://www.youtube.com/watch?v=kpJBxbrdB_w

Ringraziamenti
Lale Andersen Archive Potsdam.