LE ORIGINI REMOTE DELLA GUERRA DEI CENTO ANNI

di Max Trimurti -

680 anni fa, nel 1337, iniziava la guerra dei Cento Anni. Quel conflitto fu l’esito di una lunga e secolare disputa tra Francesi e Inglesi, iniziata nel 1214…

 

Sebbene il 1337 segni l’inizio di una guerra che durerà 116 anni, tale data non è altro che la finalizzazione di un conflitto antico fra la Corona francese e quella d’Inghilterra. L’origine di questo conflitto si può far risalire all’annessione dei possedimenti dei Plantageneti alla Francia. Una annessione motivata principalmente dalla necessità del re di Francia di imporre la sua autorità. I Plantageneti a quell’epoca regnavano su un territorio compreso fra la Scozia e la Spagna. Questa sottomissione dei vassalli da parte del re di Francia farà cadere l’Europa nel caos della guerra. Scopo di questo lavoro è analizzare le cause all’origine della guerra dei Cento Anni fino agli avvenimenti del 1337, l’anno in cui si scatena il conflitto.

Un vecchio contenzioso: la perdita dei territori ducali dei Plantageneti

Una guerra lunga come quella dei Cento Anni non è stata il frutto del caso, ma il risultato di una serie di dispute fra la corona d’Inghilterra e quella di Francia. L’inimicizia fra le due monarchie non rappresentava una novità nella prima metà del XIV secolo.
Fra il 1154 e il 1204 i Plantageneti regnano sulla Normandia (Rouen), il Maine (Le Mans), l’Angiò (Angers), la Turenna (Tours), il Poitou (Poitiers) e l’Aquitania (Bordeaux), ma anche sull’Inghilterra, facendo di questa famiglia una delle più potenti d’Europa. Nel 1204, Filippo Augusto di Francia annette la Normandia e assorbe in successione, il Maine, l’Angiò la Turenna e il Poitou. Sebbene Giovanni Senza Terra sia riuscito a conservare l’Aquitania, gli attacchi del re di Francia hanno largamente indebolito l’impero plantageneto. Per di più, l’Angiò, la culla dei Plantageneti risulta ora stabilmente occupato dai Capetingi.
Re Luigi VIII di Francia nel 1224 riesce persino a conquistare il ducato di Aquitania. Enrico III d’Inghilterra, da poco asceso al trono (1216) controlla in Francia solo le isole anglo-normanne del canale della Manica, la città di Bordeaux e la Guascogna. Con il Trattato di Parigi il re inglese abbandona le sue pretese sulle terre perdute, in cambio della conferma dei suoi diritti sulla Guascogna. Egli recupera ugualmente qualche regione del vecchio ducato di Aquitania, in particolarmente la Saintonge (Saintes), l’Agenais (Agen) e il Quercy (Cahors e Montauban). Riesce a riprendersi anche le diocesi di Perigueux, Cahors e Limoges, che erano in mano dei francesi da quasi 50 anni. Il Trattato di Parigi riafferma, tuttavia, lo statuto di vassallo di Enrico III rispetto al re di Francia per quanto riguarda i possedimenti in terra di Francia. La firma di questo accordo obbliga il re d’Inghilterra a prestare omaggio vassallatico al re di Francia e il Trattato viene sancito solo quando il re d’Inghilterra si inginocchia davanti al re di Francia nel giardino del palazzo reale, in prossimità della Santa Cappella, appena costruita sull’Île de la Cité.

Posizione ambigua dei re inglesi

Da quel momento, l’omaggio vassallatico deve essere rinnovato a ogni cambiamento di monarca. I re inglesi, padroni dell’Inghilterra e signori a casa loro, devono inginocchiarsi davanti ai monarchi capetingi e questa posizione di vassallo del re di Francia danneggia grandemente gli Inglesi. Teoricamente, il re di Francia può convocare il vassallo inglese alla sua corte per condurre azioni persino con il suo stesso regno, una situazione insostenibile.
Di fatto, durante l’ultimo quarto del XIII secolo, Filippo IV il Bello di Francia tenta di consolidare i legami di vassallaggio sul re d’Inghilterra e sul conte di Fiandra. Quest’ultimo mantiene relazioni strette con la Gran Bretagna, contribuendo a rendere più difficili i rapporti fra le corone inglese e francese.
Inoltre, quando Edoardo I d’Inghilterra è impegnato per affermare il suo potere sui Gallesi e sugli Scozzesi, scoppia una rissa fra marinai normanni e guasconi, al largo della Guienna. La rissa degenera in una battaglia navale, con un conseguente raid sulla città della Rochelle nel maggio 1293. Alcuni marinai bretoni, aggrediti in occasione di questi eventi, si rivolgono al re di Francia per regolare i loro litigio. Nell’ottobre, Filippo IV convoca Edoardo I presso la sua corte per rispondere degli atti dei suoi marinai. Il re d’Inghilterra, impegnato in campagna militare, invia Edmondo il Gobbo, primo conte di Lancaster, suo fratello, per negoziare. Il Parlamento di Parigi, preso atto dell’assenza di un vassallo nonostante la convocazione reale, dichiara il re d’Inghilterra colpevole di fellonia e pronuncia il 19 maggio 1294 la confisca dei possedimenti plantageneti nel regno di Francia.

1294-1303, la guerra della Guienna

Mentre Filippo il Bello invia un esercito per occupare la Guienna, le truppe di Edoardo I sono ancora bloccate in operazioni nel Galles, dove gli Inglesi cercano di domare un’insurrezione e potranno intervenire in Guienna solo nell’autunno del 1294, senza il re inglese, rimasto a Londra. Edoardo nomina Giovanni di Bretagna, suo nipote, alla testa del contingente inglese in Guienna e conduce un’operazioni militare nella Fiandra per destabilizzare il re di Francia e creare un secondo fronte, alleandosi con il Sacro Romano Impero Germanico.
Nel frattempo, i Francesi sono riusciti a conquistare diverse città, fra le quali Bordeaux e Bayonne. Gli Inglesi risalgono il corso della Garonna e riescono a riprendere rapidamente Castillon (27 ottobre), Bourg (il 1° novembre) e Blaye (il 9 dello stesso mese). Dopo dieci giorni di assedio, essi riescono a riprendere alche la città di Bayonne, il 9 gennaio 1295. La città diventa, a quel punto, la base arretrata dell’esercito inglese per lanciare incursioni sulla Linguadoca e su Tolosa, città potente, difesa da un importante guarnigione francese.
Dopo questa prima vittoriosa offensiva inglese, Filippo il Bello tenta una controffensiva per riprendere la provincia. Egli invia suo fratello, Carlo di Valois, e Raul II di Clermont-Nesle, connestabile di Francia e il maresciallo di Francia, Guido I di Clermont-Nesle alla guida di un forte contingente in Guienna. Essi riescono a recuperare la città di Rion, dove era stazionata una parte dell’esercito inglese e dopo 13 settimane di assedio anche Saint Sever, prima di riperderla nel giro di qualche giorno. I Francesi riusciranno comunque a controllare una parte della Guienna, limitando, in tal modo le azioni inglesi su questo territorio.
Nello stesso tempo, il 23 ottobre 1295, il re di Francia firma a Parigi l’Auld Alliance, una alleanza fra Francesi e Scozzesi per battere gli Inglesi. Questo accordo, che consente di prendere alle spalle il re inglese, sfocia nella Prima Guerra d’Indipendenza della Scozia, dove si metterà in luce William Wallace, l’eroe nazionale scozzese. Questo nuovo fronte a nord dell’Inghilterra, blocca l’esercito inglese sul suo territorio, impedendo a Edoardo di inviare rinforzi in Aquitania. Egli riesce, comunque, a inviare un modesto contingente in Guienna nel marzo 1296 che dovrà essere rimpolpato con reclute della Guascogna. Edmondo di Lancaster viene ucciso durante l’assedio di Bayonne il 5 giugno seguente e viene sostituito da Enrico de Lacy, principale consigliere del re. Questi risulta meno adatto, rispetto al Lancaster, alla geografia della Guienna e alle strategie militari francesi. Gli Inglesi falliscono nel riprendere Bordeaux e Dax, prima di subire una pesante sconfitta a Bonnegarde il 2 febbraio 1297. Enrico de Lacy è costretto, a quel punto, a fuggire verso l’Inghilterra per non essere catturato dai Francesi. Questo scontro rappresenta l’ultima battaglia del preludio alla guerra dei Cento Anni.
Edoardo I, di fronte all’impantanamento delle sue truppe in Guienna, preferisce negoziare la pace con Filippo il Bello e accetta di ritirarsi in Fiandra, impegnandosi a non fornire più sostegno a Guido di Dampierre, conte di Fiandra, all’epoca in guerra contro il re di Francia. Il 9 ottobre 1297 viene firmata una tregua in Belgio (Sint Baaf-Vijve) e l’avvenire della Guienna viene lasciato all’arbitrato di papa Bonifacio VIII che propone una mediazione con il matrimonio di Edoardo I con Margherita di Francia, sorella di re Filippo III l’Ardito. Questa alleanza verrà rinforzata dal matrimonio fra il futuro Edoardo II, figlio del re d’Inghilterra e Isabella di Francia, figlia di Filippo il Bello.
A seguito della pesante sconfitta francese in occasione della cosiddetta Battaglia degli Speroni o di Courtrai, dell’11 luglio 1302, Filippo rinuncia alle sue mire sulla Fiandra e si affretta a trasformare la tregua in un trattato di pace con gli Inglesi, per non riaprire un nuovo conflitto. Egli restituisce la Guienna al re d’Inghilterra e mette fine all’alleanza con la Scozia. Un nuovo Trattato di Parigi viene firmato nel maggio 1303 ed Edoardo II e Isabella di Francia si sposano il 25 gennaio 1308 a Boulogne.

1324, sorgono nuovi problemi

I diversi conflitti in Guienna hanno messo in evidenza lo spinoso problema del sistema vassallatico e della sovranità territoriale. Per di più, nonostante il Trattato di Parigi del 1303, una parte dei possedimenti inglesi è rimasto nelle mani dei Francesi. Nel 1311 viene celebrato un Concilio a Perigueux per cercare di dirimere questi problemi, ma in ogni caso, i re di Francia successivi continuano a mantenere una certa pressione alle porte della Guienna. Dal regno di Filippo il Bello, i Francesi hanno acquisito il controllo della Navarra e hanno accresciuto la loro potenza sul posto, facendo capire ai Plantageneti che essi sono solo dei vassalli.
Nel 1324 scoppia uno scandalo a Saint Sardos nel territorio dell’Agenais. Il villaggio risulta tecnicamente in territorio inglese, ma appartiene al priore di Sarlat e quindi dipendente dal re di Francia. Raimond-Bernard signore de Montpezat o Mompazat, vassallo del re d’Inghilterra, decide di costruire una fortificazione (borgo fortificato) in questo luogo, che il Parlamento di Parigi dichiara illegale. Il re di Francia, ordina a questo punto all’abate di Sarlat di far sventolare il drappo con i fiordalisi sulla fortificazione, al fine di marcare le sue pretese sul villaggio. Montpezat interviene con la forza, conquista la piazza, ne scaccia la guarnigione francese e impicca il suo comandante. Di fronte a questo affronto il re di Francia, Carlo IV il Bello o il Fiero, domanda riparazioni e chiede al re d’Inghilterra di venire a prestargli omaggio feudale. Edoardo II rifiuta e nel luglio 1324 scoppia nuovamente la guerra.
Il re di Francia era convinto che Edoardo non sarebbe stato in grado di distaccare un contingente in Guienna, in quanto bloccato dalla recrudescenza del conflitto con gli Scozzesi. Ma Edoardo invia suo fratello, Edmondo di Woodstock, primo conte di Kent, mentre Carlo IV spedisce sul posto suo zio Carlo de Valois, figlio de re Filippo III l’Ardito, alla testa di un potente esercito. I Francesi ottengono la resa della città di Agen il 15 agosto seguente e nello slancio conquistano anche la località di Pont Sainte Marie.
Le truppe francesi arrivano finalmente a contatto con gli Inglesi davanti alla fortezza di La Reole il 25 agosto dello stesso anno, dove stazione Edmondo di Woodstock con una parte del suo esercito. Carlo di Valois fa circondare la località e vi impiega un nuovo tipo di armamento, il cannone, evento che secondo alcuni storici rappresenta il primo impiego dell’artiglieria sui campi di battaglia europei. Per cinque settimane gli Inglesi cercano di resistere, ma alla fine Edmondo accetta di arrendersi, viene firmata una tregua il 22 settembre 1324 e il giorno dopo i Francesi entrano nella cittadina, prendendo numerosi ostaggi. Edoardo II aspetterà fino al Natale per firmare la tregua, stabilita fino all’ottava di Pasqua del 1325.

Isabella di Francia ed Edoardo II

Quando Edoardo invia sua moglie in Francia per negoziare la pace con Carlo IV, Isabella viene raggiunta dal suo amante Ruggero Mortimer, primo conte di March, già noto per i suoi atti di ribellione contro il re d’Inghilterra. Insieme essi pianificano un piano di invasione della Gran Bretagna, al fine di deporre il re legittimo. Per questo progetto Isabella di Francia può contare sul pieno appoggio del fratello. Edoardo sospetta il colpo di stato e un certo numero di aristocratici inglesi si sono schierati dalla parte di Mortimer, mentre suo figlio, il futuro Edoardo III, si rifiuta di lasciare la madre. In effetti il re ha inviato suo figlio a prestare omaggio feudale in Francia, temendo una rivolta dei baroni. La regina, ne approfitta per comunicare che lei e il principe ereditario, suo figlio, non ritorneranno in Inghilterra, prima dell’allontanamento dei Despencer, una potente famiglia della corte. Di fronte a questa situazione, Edoardo invia diverse lettere a Carlo IV e a papa Giovanni XXII. Il re di Francia gli risponde di non poter scacciare sua sorella e che rientrerà quando riterrà opportuno farlo, mentre il papa, che tenta una mediazione, si scontrerà con il rifiuto della regina a qualsiasi riconciliazione.
Ugo il Despencer riesce a convincere il re a dichiarare fuori legge la regina e suo figlio. Da parte sua Isabella riesce a mobilitare i signori inglesi esiliati per effettuare uno sbarco in Inghilterra, ma la donna incontra serie difficoltà a raccogliere fondi a causa della sua relazione adulterina. Essa riesce, comunque, a mobilitare un contingente di mercenari nel Brabante, grazie agli aiuti del fratello e per aver accettato di far sposare suo figlio con Filippa, la figlia del Conte di Hainaut o Hainault.
Il 22 novembre 1326 il contingente parte per l’Inghilterra. Isabella sbarca ad Orwell il 24 settembre e si mette rapidamente in marcia per il centro del paese, venendo raggiunta nel tragitto da diversi grandi baroni, fra i quali Enrico Plantageneto, terzo conte di Lancaster, figlio di Edmondo il Gobbo, primo conte di Lancaster. A Londra la situazione è caotica, Edoardo pensa di fuggire davanti all’imminenza dell’esercito di sua moglie. Il 7 ottobre, Isabella staziona a Dunstable, una cinquantina di chilometri a nord-est di Londra, mentre il re decide, finalmente di dislocarsi a Gloucester, da dove non riesce a calmare la situazione e continua a scrivere lettere a Carlo IV e al papa per trovare un terreno d’intesa. Edoardo si reca in seguito a Bristol e emette una taglia di mille lire sterline a chiunque gli porterà la testa di Mortimer. Isabella di Francia risponde con una taglia di duemila sterline a chi le porterà la testa del re e pone, insieme al suo amante, l’assedio alla città. Bristol viene conquistata il 26 ottobre, mentre Edoardo cerca nuovamente di fuggire. Dopo settimane di inseguimenti il re viene alla fine arrestato a Bro Morgannwg, nel sud del Galles, da Enrico Plantageneto. A seguito dell’arresto del re, i partigiani di Isabella di Francia iniziano a condurre epurazioni in tutta l’Inghilterra. I pochi baroni ancora fedeli a Edoardo vengono giustiziati, mentre il re viene imprigionato nel castello di Kenilworth, dove verrà informato delle accuse che gli sono state imputate il 20 gennaio 1327; il 13 gennaio aveva dovuto consegnare la corona e lo scettro. L’abdicazione del re viene registrata il 24 gennaio 1327 ed Edoardo III viene, di fatto, proclamato re. Isabella e Mortimer diventano i tutori legali del giovane re, mentre Edoardo II viene assassinato il 21 settembre 1327 nel castello di Berkeley.
Nell’inverno del 1327 la relazioni anglo francesi dovevano evidentemente essere ottime: l’Inghilterra risulta governata dalla sorella del re di Francia, posizione che era stata propiziata proprio dagli aiuti del fratello. Tuttavia, già a partire dal febbraio 1327 gli Inglesi, insoddisfatti delle condizione imposte dal re francese, stanno cercando di reclutare truppe aragonesi.
Da parte loro, i Francesi stanno pensando a una invasione completa della Guienna. I consiglieri di Carlo IV ritengono che una campagna di 14 mesi potrebbe essere sufficiente per conquistare l’insieme dei possedimenti inglesi, ma la corona di Francia non ha le risorse per organizzare una nuova campagna militare in Aquitania. Peraltro, gli scontri in Inghilterra degli anni 1326-27 obbligheranno la corona d’Inghilterra ad accettare il trattato di pace proposto. Il 31 maggio 1327 viene firmato da Edoardo III e Carlo IV un ulteriore Trattato di Parigi: l’Inghilterra ritrova la Guienna, alleggerita dell’Agenais, ma deve versare la colossale somma di 50 mila marchi d’oro come indennità di guerra e 60 mila lire tornesi per riacquisire i suoi diritti sul ducato.

Le pretese inglesi al trono di Francia

Il 1° febbraio 1328 muore, senza eredi maschi, Carlo IV, ultimo erede diretto di Filippo il Bello. Filippo di Valois, cugino di Carlo IV, assicura la Reggenza e sembra poter pretendere l’accesso al trono. Nella sua qualità di nipote di Filippo il Bello egli non è tecnicamente il primo “Capetingio” ad aspirare alla corona. Edoardo III, per parte di madre, è il bis nipote di Filippo il Bello, ma tuttavia, Isabella di Francia non può trasmettere al figlio un diritto di successione che non possiede per il fatto di essere donna.
Il consiglio dei pari deve a quel punto statuire la legittimità di Edoardo III per succedere a Carlo IV. Il giovane ha l’handicap di essere inglese e, peggio ancora, di essere un Plantageneto. I pari vedono male un principe straniero regnare sull’eredità dei Capetingi e sulla Francia e per questo motivo concedono la corona a Filippo di Valois, che diviene Filippo VI di Francia, il Fortunato. Filippo III Valois d’Evreux, altro possibile concorrente per la corona, eredita la Navarra. I Capetingi diretti sono estinti e da questo momento sarà la dinastia dei Valois a prendere la guida della Francia, lasciando al principe plantageneto l’amaro in bocca.
Questo sentimento viene rafforzato dall’intransigenza del nuovo re francese di fronte al suo vassallo. Edoardo III, seguendo i consigli di sua madre aveva rifiutato di recarsi all’incoronazione di Filippo VI. Tuttavia, l’Inghilterra è ancora troppo fragile per opporre una resistenza seria ai Francesi in Guienna e il re d’Inghilterra sarà infine costretto a recarsi in Francia il 6 giugno 1329 per rendere l’omaggio feudale. Ma in occasione della cerimonia, il sovrano inglese si rifiuta comunque di giungere le mani di fronte al re di Francia e con questo gesto egli esplicita il suo rifiuto a riconoscere Filippo VI come suo supremo sovrano.
Di fronte a questo affronto, il re francese gli lascia tempo fino al 30 luglio 1330 per prestare un omaggio “ligio”. A fronte del nuovo rifiuto della corte inglese, il monarca francese invia Carlo II Valois d’Alençon a impossessarsi della città di Saintes. Per evitare una nuova fase della guerra con la Francia, Edoardo III, dopo aver rovesciato sua madre e Mortimer, chiede che l’omaggio del 1329 venga considerato “ligio” e Filippo VI, accettando la proposta, ritira le sue truppe da Saintes.
Intanto, a Londra, l’anno dopo avviene la svolta. Edoardo III, raggiunta la maggiore età è pronto a prendersi la sua vendetta interna. Edoardo non aveva dimenticato il destino del padre e come egli stesso era stato trattato. Il 19 ottobre 1330 Ruggero e Isabella stavano dormendo nel castello di Nottingham. Col favore della notte, un gruppo fedele al giovane re, formato da suo cugino, Enrico di Grosmont, conte e poi primo duca di Lancaster, e da parecchi dei suoi signori, entra nella fortezza attraverso un passaggio segreto e cattura Ruggero. L’arresto viene eseguito nel nome del “re di Inghilterra” e Mortimer viene rinchiuso nella Torre di Londra. Spogliato dei suoi possedimenti e titoli, egli sarà accusato di aver assunto il potere sull’Inghilterra, dopo aver estromesso il re Edoardo II e la regina Isabella e di avere tramato la morte del re Edoardo II. Ruggero Mortimer verrà condannato a morte, pare senza processo, un mese dopo l’arresto e sarà condotto a Tyburn, per l’impiccagione. Dopo l’esecuzione di Mortimer, Isabella verrà esiliata nel Castello di Rising nel Norfolk, pur conservando la propria libertà e la sua dote originaria.

1332-1336, la miccia

E’ nel 1332 che la vecchia disputa anglo-scozzese viene nuovamente a galla. Eduard Balliol approfitta della morte del re di Scozia, Robert Bruce e della giovane età di suo figlio David II Bruce, per tentare di riprendere la corona di Scozia. Nel mese di agosto, egli sbarca nel nord-est dell’Inghilterra e viene incoronato re alla fine del mese, dopo una campagna lampo. Vittoria di breve durata, poiché viene rovesciato il 16 agosto 1332.
Edoardo III decide di risolvere una volta per tutte il problema della Scozia. Attraversa la frontiera alla testa di un potente esercito, sottomette rapidamente gli Scozzesi e dà ordine di giustiziare i prigionieri. Balliol viene reinsediato alla guida della Scozia e presta omaggio al re d’Inghilterra nel giugno 1334, mentre David II e la sua corte si rifugiano in Francia, dove vengono ospitati da Filippo VI a Chateau Gaillard. Il re di Francia finanzia anche una flotta per il giovane David Bruce, allo scopo di attaccare le isole anglo-normanne. Questa incursione si risolve in un fallimento totale, poiché la flotta franco-scozzese non riesce neanche ad accostare su queste reliquie del potere inglese in Normandia. Nonostante la sconfitta, questo attacco fa preoccupare Edoardo III per una possibile invasione dell’Inghilterra.
Nel 1335 i Francesi reclutano un corpo di spedizione, composto in parte di Normanni e la situazione diventa disastrosa per Edoardo III. Gli Scozzesi guadagnano terreno, riescono a sconfiggere i fautori di Balliol nella Battaglia di Culblean e recuperano progressivamente diverse piazzeforti. L’anno seguente, papa Benedetto XII invia una bolla papale a Filippo VI, informandolo che la crociata non potrà aver luogo fino a quando il conflitto anglo-scozzese non sarà risolto e a tal fine viene tentata una mediazione. Edoardo III reclama i territori sottrattigli da Carlo IV, mentre Filippo VI chiede con forza il ritorno di David II sul trono di Scozia. Il compromesso appare impossibile.
Durante l’estate, Filippo VI davanti all’impossibilità di partire per la Crociata, invia verso il canale della Manica la flotta fino a quel momento riunita a Marsiglia. Edoardo a quel punto teme di essere preso in una tenaglia: i Francesi con un invasione da sud e gli Scozzesi da nord. Per mantenere una certa tensione la flotta francese effettua qualche incursione sulle città portuali del sud dell’Inghilterra, come anche una invasione francese in Guienna, ma soprattutto sull’isola di Wight. Edoardo III vieta l’esportazione della lana grezza verso la Fiandra, per costringere i fiamminghi a prendere posizione nel conflitto. Questo Paese la cui economia è largamente dipendente dall’industria tessile entra in crisi. Nel frattempo, Filippo VI mette insieme una forza di circa 20 mila uomini per invadere l’Inghilterra e paga alcuni armatori genovesi per trasportare i suoi uomini, ma Edoardo, che ha sentito parlare della trattativa con i Genovesi, rilancia sul prezzo per impedire la partenza della flotta.
Il 24 settembre 1336 il consiglio della corona inglese si riunisce a Nottingham. Il re ordina di inviare truppe sul litorale sud per difendere le coste e nello stesso tempo Filippo VI cerca di trovare un accordo con Gastone II, conte di Foix (padre del famoso Gaston III Phebus, il cacciatore), da cui spera di ottenere 600 uomini per due mesi, per effettuare incursioni nella Guienna. I due monarchi cercano entrambi di trovare alleati potenti per essere sostenuti in una guerra aperta. Edoardo cerca appoggi nel nord della Francia per condurre un’offensiva. Sin dal 1334 Roberto III d’Artois, vecchio cortigiano di Filippo VI, lo tiene informato sulle linee strategiche da adottare, come anche sulla corte reale francese e per tale motivo il personaggio viene dichiarato nemico del regno. Nel dicembre 1336 il re di Francia reclama il ritorno del conte d’Artois in Francia perché venga sottoposto al giudizio di un tribunale. La lettera di richiesta viene consegnata al siniscalco d’Aquitania, ma Roberto si trova in Inghilterra e non in Guienna e con questo pretesto Edoardo si sottrae alla consegna del suo protetto.

1337, fuoco alle polveri

Nel marzo 1337 Edoardo si prepara alla guerra: organizza un esercito e nomina nuovi conti al fine di assicurare il comando militare delle sue truppe. Il 30 aprile 1337 Filippo VI mobilita le sue forze e l’attacco alla Guienna appare imminente. Il 24 maggio 1337 il Parlamento di Parigi approva la decisione di dichiarare la guerra a Edoardo III e da quel momento Filippo VI confisca la Guienna al re inglese, con il pretesto dell’accusa di fellonia, mentre il 13 giugno la decisione reale viene notificata al siniscalco d’Aquitania. Gli Inglesi, nel frattempo, possono contare sui Guasconi, che si schierano compatti al loro fianco. I due campi fanno affluire truppe verso l’Aquitania, mentre il re di Francia ordina di distaccare truppe nel settore di Amiens per prevenire un attacco inglese dal nord, oltre che a Marmande a circa 80 chilometri da Bordeaux, per preparare la sua offensiva.
Durante l’estate del 1337 Edoardo III manovra abilmente per giustificare la sua partenza e ottenere fondi. Nel mese di luglio negozia con gli aristocratici del Brabante per avere un sostegno. Egli cerca di approfittare della disastrosa situazione economica in Fiandra, a seguito del divieto di esportazione della lana, per sollecitare i Fiamminghi a schierarsi dalla sua parte. Nel mese di agosto il re fa distribuire alcuni manifesti ai grandi aristocratici del regno, dove spiega le sue intenzioni, con le quali si augura di giustificare una nuova entrata in guerra, scatenata dal notevole aiuto fornito dai Francesi agli Scozzesi. Egli evoca anche la spoliazione della Guienna da parte del re di Francia e l’accusa di aver impedito la partenza della Crociata. Il comunicato si chiude timidamente con la rivendicazione alla corona di Francia a motivo della discendenza dai Capetingi.
Alla fine dell’estate Edoardo riesce a ottenere 7 mila uomini dai fiamminghi per un periodo di due mesi, 2 mila dei quali provengono dall’esercito imperiale di Luigi di Baviera (Ludovico il Bavaro). Il piano d’operazioni del re inglese è quello di attaccare la Francia dal nord nel corso del mese di settembre. Gli Inglesi devono conquistare la Normandia, mentre i principi fiamminghi devono attaccare il regno di Francia dall’est. Di fronte ai nuovi problemi creati dagli Scozzesi, l’invasione viene rimandata al mese di novembre, prima di essere, poi, completamente abbandonata. Navi inglesi e fiamminghe, nel frattempo, incrociano al largo delle coste francesi e saccheggiano i marinai francesi, che non tarderanno a reagire.
Il 7 ottobre, Edoardo III rivendica ufficialmente la corona di Francia, informando papa Benedetto XII per lettera. La guerra è ormai ufficiale, ma sebbene il conflitto sia stato dichiarato, i due sovrani non dispongono di mezzi all’altezza delle loro ambizioni. Edoardo III e Filippo VI devono reperire i fondi per condurre le rispettive campagne d’invasione. I due campi si accontentano, pertanto, di saccheggiare le frontiere per mostrare la loro determinazione, senza però dar corso a effettive campagne di invasione. I Valois e i Plantageneti usano la diplomazia e continuano nella ricerca di alleanze, allo scopo di rinforzare le loro posizioni.
Durante l’inverno 1337-1338 il re inglese riesce a destabilizzare completamente il nord del regno di Francia, cacciando Luigi I di Dampierre di Fiandra al soldo di Filippo VI. Egli viene sostituito da Jacob van Artevelde, potente magnate di Gand, alleato del re inglese. Van Artevelde viene nominato alla guida di Gand il 3 gennaio 1338 e governa la contea di Fiandra a seguito delle decisioni assunte nel monastero di Eeckoutte nell’aprile 1338.

In conclusione, è evidente come la Guerra dei Cento Anni sia l’esito di una lunga e secolare disputa tra Francesi e Inglesi. Di fatto, potremmo dire che la Guerra dei Cento Anni è durata ben 239 anni, dal 1214 al 1453. Tuttavia, il segno distintivo di questo scontro è la sua caratterizzazione europea. In effetti, fino al 1337 il conflitto rimane sostanzialmente nel contesto anglo-francese, nonostante le interferenze scozzesi. Dopo questa data, le grandi potenze europee entreranno in guerra, sconvolgendo profondamente la geopolitica del continente. Le alleanze verranno concluse e disfatte sistematicamente. Luigi Ludovico IV il Bavaro, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e garante del vecchio ordine, ne approfitterà per regolare vecchi conti con il regno di Francia, alleandosi con Edoardo III, come anche quelli con il Papato, costringendo papa Benedetto XII a costruirsi il palazzo dei papi ad Avignone e a traslocarvi.

Per saperne di più
Allmand C., La guerra dei cent’anni: Eserciti e società alla fine del Medioevo, Milano, Garzanti, 1990
Bove B., Le temps de la guerre de Cent Ans, Edizioni Belin, 2009
Curry A., The Hundred Years’ War, Osprey Publishing, Oxford, 2014
Contamine P., La guerra nel medioevo, il Mulino, 2014
Minois G., La guerre de Cent Ans, Perrin, 2016
Prestwick M., Plantagenet England, Clarendon Press, Oxford, 2005