LE MISSIONI FRANCESCANE IN CALIFORNIA
di Massimo Iacopi -
Dalla frontiera messicana a San Francisco si sgranano ventuno edifici sacri risalenti al XVIII secolo. Li fondarono i frati francescani nel quadro della politica di espansione del Regno di Spagna.
Sin dal momento in cui la Spagna mette piede in terra americana, la corona spagnola perfeziona un metodo infallibile di conquista: aver ragione della resistenza indigena con la forza e quindi pacificare la regione attraverso l’evangelizzazione. Nel XVIII secolo, per la seconda fase del progetto Carlo III di Borbone sceglie come inviati (avendo cacciato i Gesuiti dal suo regno) quindici frati francescani, che si stabiliscono lungo i mille chilometri di costa che separano San Diego da Sonoma, a nord di San Francisco. Lo scopo non è solo quello di convertire gli indigeni, ma di aggregarli, renderli autonomi, insegnando loro le tecniche di allevamento, di agricoltura e della lavorazione del ferro. La loro arma segreta è la missione, una struttura agli inizi più simile a una fragile costruzione in legno, difesa da un forte e circondata da un villaggio popolato da indiani. Dal 1769 al 1823 vennero così aperte ben ventuno missioni lungo la costa. È Fray Junipero Serra (1713-1784), ideatore e realizzatore del progetto, a dare forma alla prima delle sue sei missioni a San Diego de Alcalà, non lontano dalla frontiera messicana, prima di risalire in direzione di San Francisco.
Junipero Serra e i suoi successori
Miguel José Serra Ferrer, originario dell’isola di Majorca, entra il 14 settembre 1730 nell’Ordine dei Francescani minori assumendo il nome di Junipero, in onore di frate Ginepro (1190-1258), uno dei primi discepoli di San Francesco d’Assisi. Dopo l’ordinazione al sacerdozio, diviene lettore di filosofia e acquisisce il dottorato in Filosofia presso l’Università Raimondo Lull di Palma di Majorca. Nel 1749 viene destinato al Collegio missionario di San Fernando in Messico (Nuova Spagna). Nominato insegnante di Teologia presso l’Università di Città del Messico, viene inviato, a sua domanda, nella missione di Sierra Gorda, nel nord dell’attuale Messico, dove rimane per circa nove anni. Richiamato a Città del Messico, diviene un famoso e fervente predicatore, mettendo in evidenza una grande severità con gli altri e con sé stesso. Nel 1768, nominato Superiore di un gruppo di quindici missionari francescani, viene inviato nelle missioni indiane della Bassa California, rilevando sul posto l’amministrazione delle Reducciones cattoliche dei Gesuiti, dopo che questi erano stati banditi dalla Nuova Spagna, all’inizio dello stesso anno, per ordine di Carlo III di Spagna. Partito dal porto di San Blas per la Bassa California, Padre Serra assume sul posto il ruolo di presidente delle missioni francescane e da questa regione muoverà poi a nord verso la Nuova California. Inizia il suo percorso nel maggio del 1769, accompagnando il governatore di Puebla, Gaspar de Portolà y Rovira, nominato – per ordine dall’ispettore generale (Visitatore) della Nuova Spagna, José de Galvez y Gallardo marchese di Sonora – comandante di una spedizione in Nuova California (costituita da quattro contingenti, due via mare e due per via di terra), allo scopo di fissare i limiti della frontiera californiana. Giunto a San Diego il 1° luglio 1769, frate Junipero, mentre la spedizione militare prosegue per occupare la località di Monterrey, fonda la prima delle sue missioni californiane, San Diego de Alcalà: qui verrà celebrata la prima messa solenne il 14 luglio 1769, e proprio da padre Serra verrà impiantato il primo oliveto californiano. La missione, oggi circondata dalle autostrade e dal tessuto urbano di San Diego, ricorda al visitatore il sacrificio di padre Luis Jaime, primo martire cristiano massacrato nel 1775 dai nativi americani.
Nel frattempo, la spedizione militare, formata da sessantatrè soldati e cento muli e accompagnata da frate Juan Crespi, il cronista della spedizione, raggiunge il 2 agosto 1769 il sito attuale di Los Angeles e proseguendo lungo la costa arriva il giorno successivo sul sito della città di Santa Monica; il 19 è nella località dell’odierna Santa Barbara. Dopo aver raggiunto, il 13 settembre dello stesso anno, la baia di San Simeone, il 1° ottobre, aggirando all’interno i rilievi costieri del Big Sur, la colonna militare arriva alla foce del Rio Salinas, oltre Monterrey (senza averla però riconosciuta). Non essendo riuscito a trovare Monterrey, il comandante Portolà prosegue verso nord, giungendo il 18 ottobre sul sito dell’odierna Santa Cruz e il 31 ottobre, dopo inenarrabili peregrinazioni, alla baia di San Francisco, accanto al sito del Golden Gate. Delusi per non essere riusciti a trovare il porto di Monterrey, i componenti della spedizione rientrano a San Diego il 24 gennaio 1770, mangiando, per tutta la durata del viaggio di ritorno, carne di mulo.
Convinti da Miguel Costansó, ingegnere militare e cartografo catalano, che la spedizione aveva oltrepassato la baia di Monterrey, Portolà e padre Serra decidono di lanciare una spedizione congiunta, via mare e via terra, e il 24 maggio 1770 riescono finalmente a trovare la baia di Monterrey. Il 3 giugno 1770 gli Spagnoli prendono ufficialmente possesso del territorio in nome del Re di Spagna e padre Serra darà avvio alla sua seconda missione: San Carlos Borromeo del Rio Carmelo, proprio nei pressi della quercia che i padri francescani avevano indicato e descritto nella spedizione del 1603 con Vizcaino. La missione di San Carlos diventerà la sede centrale del presidente padre delle missioni Francescane nella Nuova California. Sotto la presidenza di frate Junipero Serra verranno fondate le missioni di di Sant’Antonio da Padova, nei pressi di Jolon (1771), dell’Arcangelo Gabriele (1771) nei pressi di Los Angeles, di San Luis Obispo de Tolosa (1772) a San Luis Obispo, di San Francesco d’Assisi (o missione Dolores, 1776) a San Francisco, di San Giovanni da Capistrano (1776) a San Juan Capistrano (è considerata l’edificio più antico esistente in California ed è l’unica chiesa rimasta fra quelle in cui padre Serra aveva officiato), di Santa Chiara d’Assisi (1777) a Santa Clara, e di San Bonaventura (1782) a Ventura.
La parte finale della vita di padre Serra è scandita da ripetuti scontri con i governatori militari di Monterrey, in particolare con il primo, Felipe de Neve, che gli impedirà, tra l’altro, nel 1782, la fondazione di una nuova missione a Santa Barbara. E poi con il secondo governatore, Pedro Fages Beleta, detto El Oso, che padre Serra riuscirà a far rimuovere. La materia del contendere era rappresentata dalla volontà dei militari di secolarizzare le missioni e di beneficiare della redistribuzione della terra a neofiti e soldati. Nel 1784 arriva a Monterrey il terzo Governatore militare, Fernando Javier Rivera y Moncada. Il 28 agosto dello stesso anno padre Junipero Serra muore, all’età di 70 anni, nella missione di Carmel per il morso di un serpente; verrà tumulato sotto il pavimento della chiesa. Nonostante numerose critiche da parte dei nativi americani alla sua azione nelle missioni francescane, padre Junipero è stato beatificato nel 1988 e nel settembre 2015 è stato proclamato santo da papa Francesco. Frate Serra sarà sostituito, nella sua opera missionaria, dal francescano, di origine basca, Fermín de Francisco Lasuén de Arasqueta, che continuerà il lavoro di Serra stabilendo, fra il 1786 e il 1798, altre nove missioni: Santa Barbara (1786) a Santa Barbara; Purissima Concezione (1787), vicino a Lompoc, Santa Croce (1791) a Santa Cruz, Nostra Signora della Solitudine (1791) a Soledad, San Giuseppe (1797) a Fremont, San Giovanni Battista (1797) a San Juan Bautista, San Michele Arcangelo (1797) a San Miguel, San Ferdinando re di Spagna (1797) a San Fernando, San Luigi re di Francia (1798) a Oceanside. Fray Firmino muore nel 1803 a Carmel, dove viene sepolto, e gli succede padre Estevan Tapis, che costruisce la diciannovesima missione, quella di Santa Agnese (1804) a Solvang.
Quando nel 1812 padre Estevan Tapis si dimette dalla carica, viene sostituito fino al 1815 dal francescano di origine catalana José Francisco de Paula Señan, e quindi dal reverendo padre Marià o Mariano Paieres o Payeras y Borràs, che, nel 1817, fonderà la missione di San Raffaele Arcangelo, nei pressi dell’attuale San Rafael. Dimessosi nel 1820 a seguito della nomina a vicario foraneo del vescovo di Sonora (giurisdizione religiosa messicana responsabile anche per il territorio delle Missioni), nel corso dello stesso anno viene incaricato padre José Francisco de Paula Señan, fondatore dell’ultima missione francescana in California nel 1823, quella di San Francesco Solano, accanto al forte di Sonoma. In aggiunta alle tre ultime missioni verranno costruite dai Francescani almeno cinque Asistencias (avamposti di assistenza alla missione): fra queste Santa Ysabel Asistencia, a est di San Diego de Alcalà. Le Asistencia (o missioni “satelliti”, a volte costituite da semplici cappelle) rappresentavano missioni in scala ridotta dove un prete non residente celebrava la messa nei giorni di precetto. Questi insediamenti erano normalmente stabiliti in aree ad alta concentrazione di potenziali convertiti nativi, a premessa della apertura di una missione vera e propria. Ogni anno i responsabili di ciascuna missione facevano un rendiconto al padre presidente in cui veniva riassunto la situazione, materiale e spirituale di ciascuna dipendenza.
Nel 1824 alla morte di padre Señan viene insediato padre Vincenzo Sarria, quindi, nel 1825, padre Narciso Durán, che sarà l’ottavo e ultimo presidente padre, con l’intermezzo di padre Giuseppe Bernardo Sanchez (dal 1828 al 1831) e di padre Gioachino Jimeno (dal 1838 al 1844). Egli ricoprirà questa carica per ben tre volte: inizialmente fino al 1828, poi dal 1831 al 1838 e quindi dal 1844 al 1846, quando riunirà tutto il carteggio e gli archivi delle Missioni francescane presso la Missione di Santa Barbara. Nel 1827 padre Duran aveva pianificato anche la costruzione di una ventiduesima missione, a Santa Rosa, lungo la costa californiana; ma non se ne fece nulla per mancanza di autorizzazione governativa e per le mutate condizioni. Durante il secondo mandato di padre Duran (1831-1838) si verificherà infatti la secolarizzazione delle missioni francescane da parte del governo Messicano, che dal 1821 era succeduto alla giurisdizione spagnola. Nel 1833 il padre presidente sposterà la sede della presidenza da Carmel a Santa Barbara. Infine, nel 1840 i Francescani di California passeranno alle dipendenze del primo vescovo locale.
Le missioni sul Camino Real
L’insediamento delle missioni nella Nuova California è stato, almeno in parte, una risposta spagnola all’arrivo di commercianti di pellicce russi e di cercatori d’oro inglesi lungo la costa della California a metà del XVIII secolo. Oltre al presidio militare e al pueblo, la Misión ha rappresentato, dunque, uno dei tre principali elementi impiegati dalla corona di Spagna per estendere i suoi confini e consolidare i territori coloniali. L’obiettivo a lungo termine era quello di convertire, educare, e trasformare gli indigeni in cittadini coloniali spagnoli. Ogni missione, composta di norma da due preti e sei-otto soldati, si manteneva con il lavoro gratuito dei nativi amerindi e doveva essere autosufficiente, perché lontana dalla base più vicina della Nuova Spagna. Spesso i missionari costringevano i nativi californiani convertiti, chiamati neofiti, a vivere in insediamenti chiamati Reducciones (riduzioni) o Congregaciones, ponendo fine al loro modo di vita tradizionale. Da parte loro, i padri francescani missionari hanno introdotto dall’Europa nuove colture, l’allevamento del bestiame (bovini, cavalli), oltre alla diffusione della tecnologia dei materiali necessari alle attività. Tutte le missioni dovevano essere collegate fra loro attraverso il Camino Real (attuali Statale 101 e diramazione Statale 1 dello Stato della California; da San Diego a Los Angeles fino a San Francisco), lungo il quale, intorno o vicino alle missioni, verranno fondate le più antiche e importanti città della California, come San Francisco, Los Angeles, San Diego, San José, Monterrey. Le missioni verranno quasi tutte fondate in prossimità della costa: la più distante, quella di Soledad, era a circa 50 km dal mare.
Da un punto di vista politico le missioni sono state sempre considerate temporanee. Tuttavia, la fondazione di una missione seguiva regole precise. Una volta autorizzata, gli uomini assegnati allo scopo dovevano scegliere un sito specifico, caratterizzato da una buona disponibilità di acqua, di legname e di terreni idonei per le colture e il pascolo.
Il primo edificio a essere costruito era la chiesa, orientata su un asse est-ovest. Sulla base della posizione della chiesa veniva definito il resto del complesso (laboratori, cucine, magazzini, locali accessori), intorno a un quadrilatero. Completavano la struttura grandi bodegas (magazzini), vasche per la tintura della lana e la concia del cuoio, locali che ospitavano telai per la tessitura, nonché ambienti per la fabbricazione di candele, saponi e pomate. Inizialmente le costruzioni erano fragili rifugi di legno coperti da tetti di paglia, ma col progredire del tempo le capanne si trasformarono in edifici di pietra o di mattoni.
I padri francescani hanno dovuto insegnare ai nativi tutte le lavorazioni connesse con le costruzioni, partendo dall’estrazione dei materiali locali ai lavori di carpenteria o falegnameria per modellare travi architravi ed altri elementi strutturali, ivi compresi porte, mobili ed attrezzi in legno. Sempre a tale scopo, verranno realizzati forni per fabbricare mattoni e tegole, dando così inizio anche alle attività connesse con la ceramica per vasi e contenitori. La prima fonderia verrà installata alla missione di San Juan de Capistrano.
Il quadro complessivo di ogni missione veniva completato dal sistema dell’approvvigionamento idrico: acquedotti, lunghi a volte diversi chilometri, captavano l’acqua dolce da un fiume vicino o da una sorgente, di norma con condotti di pietra, aperti o coperti, unita fra di loro con malta di calce o mista a bitume. L’acquedotto adduceva l’acqua a fontane o cisterne, che venivano utilizzate per muovere per gravità mole od altri macchinari. L’acqua utilizzata per bere e cucinare veniva lasciata gocciolare attraverso strati alternati di sabbia e carbone per rimuovere le impurità. Uno dei sistemi idrici meglio conservati di questo tipo si incontra nella missione di Santa Barbara.
Epilogo
Parallelamente allo sviluppo delle missioni è andato completandosi il controllo militare della regione, che viene suddivisa in quattro distretti militari, ognuno presidiato da una Comandancia, con un presidio strategicamente posizionato lungo la costa della California. Ogni distretto funzionava come base di operazioni militari per una determinata regione. Ogni presidio aveva in dotazione una concessione di terra, El Rancho del rey, che fungeva da pascolo per il bestiame e come fonte di cibo per i soldati. Teoricamente, i soldati avrebbero dovuto lavorare questa terra, ma nel giro di pochi anni vi saranno obbligati i neofiti.
Dal 1810, quando il re di Spagna viene imprigionato da Napoleone, ha inizio la crisi del sistema dei presidi e delle missioni, perché cessa contemporaneamente il finanziamento del governo spagnolo. In questo contesto, le missioni si accollano, non senza attriti, buona parte del sostentamento delle forze militari presenti sul territorio. Nel 1819, la firma del trattato d’Adams-Onís, fra Spagna e Gran Bretagna fisserà al 42º parallelo Nord la frontiera settentrionale della California, che da allora non è più cambiata.
Nel 1821, il Messico ottiene l’indipendenza dalla Spagna, anche se il Messico non invierà in California un governatore fino al 1824, acuendo in tal modo il dissidio fra i francescani e i militari, che riceveranno ben poco della paga arretrata. Durante questo periodo le missioni riusciranno a sopravvivere grazie al commercio in proprio, esportando prodotti, tessuti e pelli a Boston, nel Sud America e persino in Asia. A partire dal 1821 le missioni iniziano a perdere il controllo sulle terre, in quanto i militari non pagati cominciano a invaderle. Nel 1824, con l’invio di un governatore messicano, l’Alta California diventa ufficialmente uno Stato del Messico.
Questa situazione porterà il governo messicano ad approvare, nel 1833, la Legge sulla laicizzazione delle missioni, sulla base della quale il governo dell’Alta California provvederà alla loro secolarizzazione, allo scopo di assegnare le terre ai nativi e ai coloni. In effetti, con questi provvedimenti si procederà alla divisione delle terre delle missioni, legittimando il fatto compiuto delle invasioni e completando il trasferimento delle terre delle congregazioni indiane ai comandanti militari e ai loro uomini più fedeli, a danno proprio dei nativi. Queste concessioni di terra, con diritto di proprietà permanente, daranno origine ai ranch californiani. Nel 1836 una ribellione capeggiata da Juan Batista Alvarado proclamò l’indipendenza della California, che diventerà effettiva solo a partire dal 1846 con una nuova ribellione nel quadro della guerra Stati Uniti-Messico. Infine, dopo la conquista di Los Angeles del 10 gennaio 1847 da parte degli Americani e il trattato di Guadalupe-Hidalgo del 2 febbraio 1848, il governo messicano cederà agli Stati Uniti un vasto territorio, fra cui la California. L’inizio della guerra USA-Messico del 1846 segna anche la fine delle missioni francescane spagnole in California. A partire da questo momento, la stragrande maggioranza delle missioni verranno abbandonate.
Le missioni oggi
Gli edifici delle missioni superstiti, restaurati o ripristinati nel corso del secolo scorso con il contributo dello Stato o di magnati locali (come William R. Hearst) costituiscono oggi le strutture più antiche della California e sono tra i monumenti storici più visitati. Sono inoltre diventate un simbolo dello Stato, perché ricordano l’origine della storia della California. L’architettura delle missioni è anche diventata fonte di ispirazione per molti architetti californiani e per lo stile Mission Revival. La missione di San Carlos del Carmel, oggi è una basilica minore della sua diocesi; quella di San Francisco o Dolores è ridotta a una semplice cappella; quella di San Michele Arcangelo ospita un museo; quella di San Luigi vescovo di Tolosa e di Santa Ines sono oggi chiese parrocchiali. La missione di San Giovanni Battista, restaurata, presenta l’unica chiesa a tre navate di tutte le missioni. Quella di Santa Barbara, rimasta sempre occupata dai francescani, è detta la “Regina delle Missioni”. Essa costituisce il quartier generale statunitense dei francescani e ospita al suo interno la Scuola francescana di teologia. Quella di San Fernando re di Spagna è invece diventata un museo dedicato alla vita quotidiana nelle missioni. Quella di San Gabriele Arcangelo si trova oggi nel centro di Los Angeles. La missione di San Luigi re di Francia, nei pressi di Oceanside, costituisce una delle più belle vestigia di questo passato ispanico e al suo interno si trova il più vecchio albero del pepe, importato in California nel 1830. Infine, la missione di San Diego de Alcalà, la “madre di tutte le missioni”, è classificata come National Historic Landmark.