LA REGIA SCUOLA SUPERIORE NAVALE DI GENOVA

di Mario Veronesi -

Nata nel decennio successivo all’unità d’Italia come istituto autonomo finalizzato alla formazione degli ingegneri navali, contribuì allo sviluppo della marineria militare e mercantile italiana. Nel 1936 confluì nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova.

Il 17 novembre 1860 si unificarono le Marine sarda, borbonica, toscana e pontificia. Il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, nacque ufficialmente la Regia Marina. Cavour elaborò un programma che prevede lo scioglimento dei Ministeri di Marina di Napoli e di Sicilia, la riorganizzazione di tutto il personale militare e civile e la costituzione di tre dipartimenti marittimi (Genova, Napoli, Ancona).
Il ritardo tecnologico e la totale dipendenza dall’estero per la fornitura di scafi, macchine e artiglierie (le due fregate corazzate di prima classe, Re d’Italia e Re di Portogallo, sono commissionate negli Stati Uniti; dai cantieri francesi provengono le fregate corazzate Ancona, Castelfidardo, Maria Pia e San Martino, le corvette corazzate Formidabile e Terribile e le cannoniere corazzate Palestro e Varese; all’Inghilterra viene commissionato l’ariete-corazzato Affondatore), si rivelano soprattutto nella nascente Regia Marina Militare.
L’esigenza di dotare il Paese di una Marina Militare adeguata ed efficiente era stata resa tanto più pressante dalla pessima prova fornita da navi ed equipaggi alla battaglia di Lissa del 1866, che aveva dimostrato l’assoluta inutilità bellica delle navi in legno. L’allora ministro Augusto Riboty impose lo studio di un piano organico per la Regia Marina che implicava l’assegnazione di risorse straordinarie da destinare a nuove costruzioni navali. A questi iniziali tentativi di modernizzazione del settore segue, verso il 1875, la realizzazione di un programma di potenziamento della flotta da guerra impostato da Benedetto Brin, divenuto ministro della Marina nel governo Depretis. In particolare la Regia Marina aveva individuato, tra i problemi di inadeguatezza della flotta unitaria, oltre all’impreparazione degli equipaggi, anche la cronica dipendenza per le forniture militari dai cantieri e dalle industrie belliche estere.

Furono discussi e adottate una serie di provvedimenti quali la costruzione dell’Arsenale di La Spezia (1861-1869), la fondazione dell’Accademia Navale di Livorno (1881), la creazione di una rete industriale capace di soddisfare le esigenze dell’industria bellica (acciaieria di Terni, stabilimento Armstrong di Bozzoli, silurificio di Venezia) e la stipulazione di accorti con costruttori inglesi per le macchine (Ansaldo e l’Hawthorn e Guppy di Napoli e la Maudslay).
Si decise anche di creare una Scuola Superiore Navale, al fine di dotare la nazione di una scuola nella quale si insegnasse un’istruzione tecnico-pratica completa e di elevata professionalità nelle discipline nautiche. In tal modo si volevano formare capitani marittimi che alla conoscenza delle discipline nautiche riunissero quella delle macchine a vapore marine.
In quel periodo si costruirono le corazzate Duilio e Dandolo progettate dallo stesso Benedetto Brin: si trattava di due corazzate a torri diagonali lunghe 103 metri, larghe 20 con un dislocamento di 12.200 tonnellate. L’apparato motore era fornito dalla ditta inglese Perry ed era costituito da due macchine alternative, due eliche e otto caldaie per una potenza erogata di 7.700 cavalli e una velocità di 15 nodi. L’armamento principale era fornito dalla ditta inglese Armstrong ed era costituito da due torri binate da 450 mm con movimento e caricamento idraulico. Da questo progetto derivò la classe inglese Inflexible.

Con l’obiettivo di sviluppare la formazione di una flotta mercantile a vapore, nel 1870 viene istituita la Commissione reale per la navigazione a vapore, la quale, dopo un approfondito studio, propone l’istituzione di un’inchiesta sulla marina mercantile. Il complesso studio del problema marittimo e cantieristico avviene in occasione dell’inchiesta industriale svoltasi a Napoli nel 1871, durante il terzo congresso delle Camere di Commercio e il primo Congresso Internazionale Marittimo. Le disposizioni redatte in risposta ai quesiti posti dall’inchiesta individuano nella concessione di credito agevolato, nelle sovvenzioni statali e nella regolarità delle commesse i provvedimenti essenziali per risolvere la crisi della marina mercantile e dell’industria navale nazionale, ponendo l’accento sulla necessità di aggiornare le competenze tecnico-scientifiche del personale addetto alla direzione degli impianti produttivi.
Elemento fondamentale nel complesso quadro della realizzazione del progresso marittimo fu la formazione di qualificati ingegneri navalmeccanici, di ufficiali di coperta e di macchine, capaci i primi di progettare ed allestire i nuovi vettori navali e le apparecchiature di propulsione, i secondi di condurli e all’occorrenza di riparare eventuali guasti durante la navigazione.
In quegli anni la propulsione eolica stava cedendo il passo alla propulsione a vapore che comportava anche l’abbandono degli scafi tradizionali in legno in favore di quelli in acciaio. Inoltre i traffici commerciali via mare si stavano intensificando anche a seguito dell’apertura del Canale di Suez avvenuta nel 1869. Genova rappresentava il più importante snodo portuale del Paese ed un centro cantieristico di gloriosa tradizione velica. Nella città hanno sede due delle tre società di navigazione a vapore esistenti in Italia: la Rubattino e la Accostato e Peirano. La flotta a vapore delle due società liguri rappresentava nel 1866 il 56% del totale del tonnellaggio a vapore nazionale. E sempre a Genova è ubicata l’unica società, l’Ansaldo, in grado di produrre apparati motore marini. Alle numerose scuole nautiche esistenti nei comuni della riviera ligure, si aggiunge l’Istituto Regio di Marina Mercantile, aperto a Genova nel 1865. Sempre a Genova nel 1866 viene costituito l’Istituto Nautico destinato ad istruire capitani marittimi, macchinisti navali e costruttori di navi in legno e a vela.

Scuola

L’edificio che ospitava la Regia Scuola Superiore Navale a Genova

La Scuola Superiore Navale, costituita nel giugno del 1870 rappresenta la necessaria integrazione del percorso formativo nel settore ed è parte integrante di un programma nazionale di promozione dell’istruzione tecnico-scientifica. Alla fine di maggio gli enti locali, Comune, Provincia e Camera di Commercio, emettono le necessarie delibere di approvazione. Vittorio Emanuele II con i decreti n. 5749 del 25 giugno, e n. 6170 del 4 dicembre 1870 rende esecutivo lo Statuto ed il Regolamento della Regia Scuola Superiore Navale. L’inaugurazione della Scuola avvenne con una solenne cerimonia il 16 gennaio 1871 presso la Grande Aula della Regia Università di Genova.
In Europa esistevano allora solo altre tre istituzioni analoghe: a Berlino, Parigi e Kensington. La Scuola genovese nel suo statuto si ispirò a quella di Berlino, che aveva tradizioni scolastiche più simili a quelle italiane.
I titoli conferiti dalla Scuola erano:
1) Diploma di Ingegnere di costruzioni navali in legno e ferro (corso triennale). Oltre alle materie tecniche, venivano impartiti anche corsi di economia, di lettere italiane, di lingua e letteratura inglese e di diritto marittimo.
2) Diploma di idoneità all’insegnamento negli istituti di marineria di istruzione secondaria.
Il diploma di ingegnere, equivalente alla laurea, consentiva l’ammissione ai concorsi per entrare nel Genio Navale, mentre quello di idoneità all’insegnamento costituiva titolo preferenziale per la nomina di professore negli istituti nautici.
Per accedere alla Scuola Superiore Navale gli aspiranti ingegneri dovevano presentare relativa domanda di ammissione tra il 15 settembre e il 1° ottobre di ogni anno. Era necessario avere un’età superiore ai 17 anni, aver pagato la tassa d’iscrizione, essere in possesso della licenza di primo biennio della facoltà di matematica dell’università, o della licenza di un Istituto tecnico, sezione marina mercantile o costruzioni macchine, e superare un esame di ammissione per i candidati che non avessero frequentato il biennio di matematica. Le attività didattiche iniziavano il 4 novembre e terminavano con gli esami il 31 luglio successivo. Nei mesi da agosto ad ottobre gli studenti erano tenuti a frequentare aziende del settore, al fine di rapportarsi con le attività produttive (tirocinio in cantieri, opifici o a bordo di navi).

La Scuola si connotò subito per un iter formativo molto rigoroso e per una disciplina “paterna, ma quasi militare”, come veniva definita nei resoconti ufficiali. La selezione era molto severa e le assenze non giustificate venivano punite con l’espulsione. Al primo anno di corso, iniziato nel gennaio del 1871 si presentarono 36 allievi, tra i quali numerosi ufficiali della Regia Marina, e Giovanni Battista Ansaldo, figlio di Giovanni Ansaldo fondatore dell’omonima impresa genovese, che già nel 1904 è una realtà produttiva di primo piano a livello nazionale con oltre 2.500 addetti, sparsi in sei stabilimenti.
Nel 1873 si laureano i primi tre ingegneri navali: tra quella data e il 1924 i laureati saranno 860.
Nel 1880 si laurea Vittorio Cuniberti che in collaborazione con Edoardo Masdea progettarono le più grandi e moderne navi da guerra italiane. A fine ottocento si laureano a Genova scienziati del calibro di Giuseppe Rota, a cui si devono fondamentali esperimenti sulla resistenza dell’acqua al moto delle navi, Gioacchino Russo, inventore del periscopio per sommergibili ed autore di studi relativi al moto ondoso e al rollio delle navi, e Nino Pecoraio il quale compirà fondamentali esperienze sulle eliche e gli apparati motori di bordo. Nel 1921 si laurea Filippo Zappata che diverrà un affermato progettista di aerei civili e militari, e viene considerato uno dei principali protagonisti della storia dell’aeronautica.

Nel 1894 viene varata un prima riforma che apporta modifiche ai programmi e rende obbligatorio il biennio propedeutico. La sezione di ingegneria navale e meccanica si sviluppa sia in termini di crescita degli iscritti sia in prestigio, al punto che il ministero della Marina invia a Genova gli ufficiali del Genio Navale che precedentemente venivano inviati all’estero. Nel 1883 entra in funzione il laboratorio di chimica e negli ultimi anni del secolo vengono attivati i laboratori di elettrotecnica (1886) e macchine a vapore.
Nel 1902 viene deliberata un ulteriore ampliamento didattico-formativo con una scuola di applicazione triennale per ingegneri navali e meccanici, una scuola biennale per professori di discipline nautiche e ingegneri idrografi, una scuola di perfezionamento annuale per capitani di lungo corso, corsi di perfezionamento per le applicazioni della meccanica, della chimica e dell’elettrotecnica alla tecnica navale, raccolte e mezzi atti a compiere esperimenti utili al progresso delle industrie meccaniche e navali.
I primi due indirizzi di studio che abilitano al conseguimento del diploma di laurea, sono preceduti, come avveniva in passato, da un’unica preparazione biennale, mentre i capitani di lungo corso aspiranti al perfezionamento dovevano seguire un corso preparatorio annuale. La variazione ai piani di studio riguardarono in modo particolare il biennio di preparazione per ingegneri navali, idrografi e professori di discipline nautiche, contemplavano la soppressione dell’insegnamento dell’italiano, sostituendolo con storia navale, e l’introduzione del calcolo infinitesimale.

Nel 1908 vengono acquisiti apparecchi per lo studio del magnetismo navale e per la regolazione delle bussole. Durante la guerra il laboratorio acquisisce tubi per ricerche radioscopiche. Nei primi anni del Novecento si realizzano i laboratori di architettura navale, comprendente una collezione di modellini di bastimenti e parti di struttura e di allestimento navale, oltre a numerosi apparecchi meccanici di calcolo tra cui il pallografo di Schlick e l’apparecchio navipendolare a moto ondoso di Russo.
Nel 1913 si uniformano i piani di studio alla normativa emanata nello stesso anno. Il piano di studio per il conseguimento della laurea in ingegneria navale e meccanica prevedeva pertanto un biennio durante il quale si dovevano sostenere tredici esami. Nel triennio di applicazione gli insegnamenti erano diciannove di cui dieci fondamentali.
Questo il piano di studio del corso di laurea in ingegneria navale meccanica.

Biennio preparatorio
Primo anno:
1)      analisi matematica
2)      geometria analitica e proiettiva
3)      fisica generale
4)      meccanica elementare
5)      disegno a mano libera
6)      lingua inglese
Secondo anno:
1)      analisi matematica
2)      geometria descrittiva con disegno
3)      fisica complementare
4)      chimica generale
5)      meccanica razionale
6)      disegno a mano libera
7)      lingua inglese

Triennio di applicazione
Primo anno:
1)      termodinamica e fisica tecnica
2)      meccanica applicata alle macchine con disegno
3)      meccanica applicata alla costruzione con disegno
4)      costruzione navale mercantile con disegno
5)      tecnologia meccanica
6)      chimica applicata
7)      disegno di macchine (materia complementare)
Secondo anno:
1)      idraulica e macchine idrauliche con esercitazioni
2)      macchine termiche a vapore con disegno
3)      costruzione di macchine con disegno
4)      costruzione delle caldaie con disegno
5)      costruzione navale mercantile con disegno
6)      architettura navale
7)      costruzione navale militare (materia complementare)
Terzo anno:
1)      elettrotecnica e magnetismo navale con esercitazioni
2)      motori a combustione interna
3)      architettura navale
4)      costruzione navale militare
5)      diritto marittimo ed economia industriale

La prima guerra mondiale segnò un momento di difficoltà per la Scuola, il richiamo alle armi di una parte degli studenti e di numerosi professori impedì il regolare svolgimento delle lezioni, inoltre numerosi locali della scuola furono requisiti e destinati ad ospedale militare.
Terminato il conflitto la direzione chiese al ministero della Marina e a quello della Guerra la possibilità di ricevere in donazione quelle apparecchiature che cessata la loro utilità militare, potevano tornare utili ad una attività scientifico-didattico.
Nel 1920 vennero apportati alcuni cambiamenti al piano di studio. Nel 1923 si aggiunsero alle materie del terzo anno il corso facoltativo di elementi di aeronautica.

In questi anni inizia un dialogo tra la Scuola Navale e l’Università di Genova per definire un piano di rinnovamento e potenziamento degli studi tecnici superiori volto a creare a Genova un “politecnico di ingegneria”, che comprenda l’indirizzo naval-meccanico già esistente presso la Scuola Nautica e quello civile dell’ingegneria industriale. Nel 1921 avviene il trasferimento della Scuola dalla sua vecchia sede, il Palazzo dell’Ammiragliato (costruito nel 1820), già sede dell’Ammiragliato del Regno di Sardegna, a Villa Cambiaso, sulle alture di Albaro.
La magnifica Villa, progettata da Galeazzo Alessi nel 1548, è ancor oggi la prestigiosa sede della facoltà di Ingegneria. Dopo la riforma Gentile del 1923 la Scuola Navale diviene Regia Scuola di Ingegneria Navale, e nel 1932, con l’introduzione di due nuove lauree (Ingegneria Civile e Ingegneria Industriale) prende il nome di Regia Scuola di Ingegneria. Nel 1935 viene formato il laboratorio di topografia, e nello stesso anno si realizza l’unione della Scuola all’Università divenendo così la “Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova”, e i laboratori saranno inglobati negli istituti della nascente facoltà. La laurea in Ingegneria Industriale si articola nelle specializzazioni in Ingegneria Elettrotecnica e in Ingegneria Meccanica, cui si aggiunge, nel 1936, la specializzazione in Ingegneria Chimica. Nell’anno accademico 1936/37 fanno parte della facoltà di Ingegneria gli Istituti di:
1)      macchine
2)      scienza delle costruzioni
3)      architettura navale
4)      costruzioni navali
5)      costruzioni stradali e ferroviarie
6)      idraulica
7)      elettrotecnica
8)      tecnologie generali
9)      meccanica applicata alle macchine
10)  architettura navale
11)  topografia e ponti

Termina così confluendo nell’ambito dell’ateneo genovese la storia della Regia Scuola Superiore Navale, nata nel decennio successivo all’unità d’Italia come istituto autonomo finalizzato alla formazione degli ingegneri navali. Alla fine della seconda guerra mondiale, la facoltà riprende ad evolversi, seguendo le trasformazioni che hanno coinvolto tutta l‘Università italiana. Viene attivata la laurea in Ingegneria Elettronica, mentre i corsi di meccanica, elettrotecnica e chimica cessano di essere sezioni dell’Ingegneria Industriale, diventando altrettanti corsi di laurea.
All’inizio del 1900 il catalogo organizzato per autori della Regia Scuola Superiore Navale, contava circa 5.500 volumi, arrivati a 12.000, nel 1935 al momento dell’unione all’Università. Un patrimonio librario di notevole valore qualitativo e storico, tuttora conservato presso la facoltà di Ingegneria. Attualmente il Centro Servizio Bibliotecario della Facoltà di Ingegneria è composto da circa 36.000 volumi.

Per saperne di più

Marcenaro, M. Elisabetta Tonizzi, Dalla Regia Scuola Superiore Navale alla Facoltà di Ingegneria 1870 -1935 – Fonti e studi per la storia dell’università di Genova – Genova 1997.
La Didattica del Costruire nell’800. I Politecnici di Torino e Milano e la Regia Scuola Superiore Navale di Genova – Sagep Editrice, Genova, 1985.
S. Marsich, La Scuola per L’Ingegneria a Genova – L’Ingegneria Navale, Iniziative celebrative dell’anno 2004 “Genova capitale europea della cultura”, Genova, 2004.