LA GLOBALIZZAZIONE È INIZIATA IN CINA, A TIENTSIN

di Max Trimurti -

Alla fine del XIX secolo le concessioni straniere fatto della città di Tientsin (Tianjin) un mondo cosmopolita in miniatura. Un laboratorio della modernità da cui sapranno trarre partito le aristocrazie cinesi.

Un contingente internazionale a Tientsin, 1901

Un contingente internazionale a Tientsin, 1901

“In che strana città sono cresciuto, Per tre o quattro pezzi di moneta di bronzo, io potevo andare in risciò da casa mia in Inghilterra, verso l’Italia, la Germania, il Giappone o il Belgio. Ho camminato fino in Francia per prendere lezioni di violino. Dovevo attraversare il fiume per recarmi in Russia, cosa che non mancavo di fare, perché i russi possedevano un bel parco boscoso con un lago. Io sentivo allora l’odore bizzarro dei testardi catturati nelle acque russe e portati in Inghilterra” [1]. John Hersey, premio Pulitzer nel 1945, ricorda così la vita quotidiana transnazionale nella città cinese di Tientsin agli inizi del XX secolo, quando, nel raggio di pochi chilometri poteva ammirare pagode cinesi, fattorie bavaresi, maestosi torii (portali) giapponesi, un castello gotico (Gordon Hall), una villa toscana, una chiesa in stile gotico francese, edifici in stile barocco di Salisburgo o un tempio sikh.
Questa “città universale” [2] costituiva un caso unico nella storia del mondo contemporaneo. Oltre alla Cina imperiale, nove potenze vi avevano acquisito delle “concessioni” a seguito delle guerre condotte in Asia orientale: i Britannici, i Francesi, gli Stati Uniti (1861), dopo la seconda Guerra dell’Oppio [3], i Tedeschi (1895) e i Giapponesi (1898) dopo la Guerra Sino-giapponese, i Russi (1900), gli Italiani (46 ettari sulla sinistra del fiume Hai-Ho nel 1901) [4], gli Austro-ungarici (1902) e i Belgi al termine della Guerra dei Boxer.
Questa città fortificata, posta strategicamente in prossimità del Golfo di Bohai, sulle rive del Mar Giallo, custodisce l’accesso a Pechino fin dagli inizi del XV secolo. Secondo centro economico dell’Impero di Mezzo dopo Shanghai, Tientsin, il suo porto, le sue potenti associazioni mercantili e i suoi immensi depositi polarizzavano il commercio della metà settentrionale della Cina. Ultimo fattore, ma non certo il minore per importanza, a partire dagli anni ’60 del XIX secolo, la città divenne (e per circa 50 anni) la capitale diplomatica dell’Impero Qing.

Luogo ideale per gli affari

Già a partire dalla metà del XIX secolo i Britannici avevano deciso di trasformare Tientsin nella loro base di espansione verso il nord della Cina. Nel 1860 una spedizione militare anglo-francese aprì, con la forza, la città al commercio straniero. Due decenni dopo, la creazione delle concessioni a Shanghai, al termine della prima Guerra dell’Oppio, consentì agli stranieri di ottenere nuovi possedimenti territoriali. Il governo cinese decise di creare delle concessioni 3 chilometri a sud della città cinese, in riva al fiume Hai Ho (Pei-ho), al fine di tenere una certa distanza tra le potenze straniere e il territorio sotto sovranità cinese. Da parte loro, gli stranieri capirono i vantaggi che avrebbero potuto trarre da queste rive del fiume, indubbiamente paludose, ma molto comode per i loro affari. Tuttavia, le prime tre concessioni (britannica, francese ed americana) si svilupperanno molto lentamente fino al 1880.
La concessione francese lo era solo di nome: si trattava prima di tutto di un piccolo regno cattolico, un porto per le congregazioni missionarie che affittavano e occupavano la quasi totalità del territorio. L’attivismo delle congregazioni e le voci che le circondavano (le morti di alcuni bambini negli orfanatrofi cattolici) fecero esplodere il cosiddetto “massacro di Tientsin” del 21 giugno 1870, che spinse gli Europei a un piccolo “esodo” dalla città cinese verso le concessioni.
La concessione più dinamica, quella dei Britannici, era una colonia personale nelle mani di Gustav Detring, un uomo d’affari di origine tedesca che possedeva più del 90% del territorio. Per quanto concerne gli Stati Uniti, essi non avevano mai delimitato il loro territorio in concessione: di fatto una zona di non diritto che sfuggiva al controllo delle autorità americane come anche a quello dell’amministrazione cinese.
Negli anni 1870-1900 le aristocrazie cinesi modernizzatrici trasformarono le concessioni di Tientsin in uno spazio privilegiato di interazione e di dialogo con le potenze straniere. Il nuovo responsabile della diplomazia cinese, il marchese Suyi di prima classe, Li Hongzhang, viene nominato Viceré con la missione di riprendere in mano Tientsin dopo il massacro del 1870. Il dignitario cinese vi accoglie i consoli e i sovrani stranieri in occasione di fastose cerimonie ufficiali, come quella della visita del re delle Hawai nel 1881. Fra la seconda Guerra dell’Oppio e la Guerra dei Boxer, più della metà (12 su 23) dei Trattati internazionali vengono firmati nelle concessioni straniere della città (con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, il Portogallo, la Danimarca, l’Olanda, la Spagna, il Giappone, il Perù, il Brasile).
Questa pratica diplomatica consente di negoziare più liberamente, pur beneficiando di uno statuto di extra territorialità, ma preservando simbolicamente la dignità dell’imperatore che risiede a Pechino. Questa situazione consente di sfuggire all’obbligo del Kotow (prosternazione) davanti al Figlio del Cielo, un uso giudicato umiliante.

Il primo timbro postale e il basket-ball

L'area delle Concessioni internazionali

L’area delle Concessioni internazionali

Sotto il governo di Li Hongzhang e dei suoi consiglieri stranieri, Tientsin diventa negli anni 1870-1900 un laboratorio di incubazione e una vetrina della “modernità” cinese. Li Hongzhang, con l’aiuto del commissario delle dogane Sir Robert Hart e Gustav Detring, istituisce un sistema postale pubblico (1878) e fa stampare il celebre timbro postale con il dragone. Il Viceré Li pone Tientsin al centro di un ambizioso progetto di costruzione del telegrafo in Cina. Cosciente dell’interesse di questo nuovo mezzo di comunicazione per gli affari diplomatici e militari, egli riesce a convincere l’imperatore a promuovere il telegrafo e a fare di Tientsin il centro della rete: dal 1880 la nuova amministrazione telegrafica imperiale vi si stabilisce, come anche una grande scuola per preparare gli studenti cinesi a far funzionare il sistema. Da quel momento il boom telegrafico si estende a tutto l’impero. La nuova rete, riservata a una aristocrazia capace di pagare 15 centesimi a carattere per un telegramma inviato a Shanghai, consente allo stesso tempo il rapido sviluppo della stampa a Tientsin e Shanghai.
Parallelamente, Tientsin, città pioniere delle ferrovie, accoglie a partire dal 1888 la prima linea commerciale e la prima vera stazione della Cina. Essa diventa nello stesso tempo un luogo di sperimentazione militare per l’Impero dei Qing nel contesto della politica di riforme denominata “movimento di autorinforzo”. Si sviluppa una moderna industria degli armamenti, con l’arsenale dell’Est che produce la polvere e le munizioni e l’arsenale dell’ovest che produce armamenti. Nel 1880 viene prodotto un sottomarino. Cinque anni più tardi, Li inaugura un’accademia militare dove istruttori tedeschi formano i cadetti cinesi nell’arte della guerra occidentale: si studiano matematica, geografia, astronomia e strategia militare su manuali germanici tradotti in cinese.
L’insegnamento superiore di tipo occidentale subisce anch’esso uno notevole sviluppo. Nel 1881 a Tientsin viene fondata una scuola di medicina a partire dall’ospedale creato dal missionario britannico John Kenneth Machenzie e da Li Hongzhang. Nel 1895 è inaugurata l’Università Peiyang, all’indomani dell’umiliazione della sconfitta con il Giappone, sotto la spinta del reverendo e pedagogo americano Charles Tenney. L’università viene strutturata sul modello universitario americano: gli insegnanti, diplomati di Harward e Stanford, impiegano i metodi pedagogici tedeschi.
Ed è proprio in questa città che decide di stabilirsi, nel 1895, David Willard Lyon, ministro presbiteriano e rappresentante del comitato internazionale della “Associazione Cristiana dei Giovani uomini” (YMCA, Young Men Chistian Association). Da Tientsin, la YMCA si diffonde nel resto della Cina. Essa promuove dal 1896 l’educazione fisica del giovani cinesi, basata sull’atletica e un nuovo sport collettivo, il Basket-ball, inventato solamente quattro anni prima da James Naismith nel Massachusetts e ancora sconosciuto in Europa: il basket diventerà un elemento costitutivo dell’identità culturale della città. Nel 1884 i Britannici creano a Tientsin un club di football, tre anni prima di quello di Shanghai. Queste pratiche, teorizzate come vettore di espansione del “cristianesimo muscolare” vengono rapidamente assimilate dalle popolazioni non cristiane. Tientsin porta di ingresso degli sport detti “moderni” diventa, in tal modo, la capitale sportiva dell’Impero.
Contro l’immagine stereotipata di uno stato uniformemente in agonia, l’esempio di Tientsin dimostra che una parte delle aristocrazie cinesi aveva saputo affrontare le sfide dell’internazionalizzazione già alla fine del XIX secolo.

Un governo internazionale

Nel giugno 1900 i Boxer concentrarono il loro attacco su Tientsin, simbolo del dominio occidentale e di una modernità importata dall’estero. La guerra confonde le frontiere fra “Occidentali” e “Asiatici”. Esperti Europei continuano a consigliare i soldati cinesi, mentre combattenti autoctoni combattono a fianco degli imperialisti stranieri, le cui truppe, d’altronde, sono costituite da soldati asiatici (Giapponesi, Mongoli, Vietnamiti e Indiani). All’indomani del conflitto, disertori europei portano i capelli pettinati con la lunga treccia alla maniera manciù e si stabiliscono nei villaggi della provincia, mentre Cinesi “moderni” della scuola di medicina utilizzano false trecce posticce in funzione del contesto sociale nel quale devono operare.
Ma la trasformazione da città provinciale a città globalizzata è ormai un dato di fatto. Tientsin è un vero e proprio microcosmo mondiale nel quale tutti i popoli dell’Occidente e dell’Asia sembrano, temporaneamente, coabitare e scambiare rapporti commerciali, dopo essersi violentemente affrontati. Le forze “alleate” composte da Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Russia, Giappone, Italia e Austria-Ungheria istituiscono, il 16 luglio 1900, un governo militare internazionale per reprimere i Boxer e per amministrare e modernizzare la città cinese e i suoi dintorni.
Il governo internazionale diventa lo strumento ”dell’imperialismo collettivo”, facilitando l’espansione territoriale di ciascuna potenza a Tientsin e mantenendo la pace fra gli Alleati, allo stesso tempo collaboratori e concorrenti, spesso anche avversari nelle strade della città (sono frequenti le risse fra soldati britannici, tedeschi e francesi). Per prevenire una nuova insurrezione e razionalizzare lo spazio urbano, il governo provvisorio ordina la distruzione dei bastioni, rimpiazzati da un ampio viale circolare. Parallelamente, il governo fa costruire infrastrutture sanitarie pubbliche, specialmente gabinetti pubblici, e mette in opera un nuovo sistema di drenaggio e di adduzione di acqua potabile.
Per avviare le sue riforme, il governo internazionale si appoggia per un paio d’anni ai notabili cinesi, gli “Shendong”, Questi aristocratici autoctoni non costituiscono solamente il meccanismo essenziale dello “stato coloniale”: portano anche una forma di modernità. In tal modo, a Tientsin, i Cinesi co-producono la politica di sanità pubblica, facendo emergere nuove preoccupazioni ambientali (protezione degli alberi), creando imprese private per la distribuzione dell’acqua, manutenzionando le fogne, fondando ospedali e associando la “medicina tradizionale”, in particolare l’agopuntura, a quella terapeutica occidentale, nella lotta contro il colera. Questa partecipazione decisiva di una parte delle aristocrazie cinesi appare come una conditio sine qua non per l’acquisizione di nuove pratiche sanitarie per un numero crescente di abitanti.
Questa aristocrazia urbana non esce per nulla indebolita dai due anni di governo straniero: al contrario, essa approfitta del fallimento dei Boxer per rompere con la tradizione e affermarsi politicamente, ottenendo l’organizzazione delle prime elezioni locali in Cina nel 1907 a Tientsin. Gli “Shendong”, più vicini agli stranieri che al resto della popolazione, si dimostreranno, a fianco dei militari giapponesi, i principali attori asiatici di questa globalizzazione imperiale.
A dispetto dei privilegi ottenuti dai “Trattati ineguali” a partire dal 1842 e dalla creazione di numerose concessioni, gli stranieri non arriveranno mai a propagare la loro influenza culturale al di fuori delle grandi città portuali e a penetrare il mercato cinese. Di fatto, a Tientsin, gli imprenditori e i negozianti stranieri mantengono scarse o nulle relazioni con l’interno della Cina: essi rivestono, in fin dei conti, un ruolo marginale nello sviluppo economico dell’Impero Qing, che rimane largamente autarchico. Gli stranieri di Tientsin vivono al di sopra di una Cina di cui ignorano quasi tutto.
Infine, questo processo di “globalizzazione imperiale” suscita numerose contestazioni nell’ambito della popolazione autoctona, che adotta diverse strategie di resistenza: lotta armata, sabotaggio delle linee telegrafiche, distruzione delle vie ferrate, aperture di brecce nelle dighe, usurpazioni di identità e di funzioni, uso di falsi documenti amministrativi, rifiuto di farsi vaccinare, di utilizzare le latrine pubbliche o i cimiteri “moderni”.
Questo lungo episodio nella storia di Tientsin, che ha messo in evidenza allo stesso tempo le origini coloniali del governo internazionale e i legami ambigui fra imperialismo cinese e modernità, venne dimenticato e oscurato dopo la seconda guerra mondiale. Esso suscita oggi l’interesse dei dirigenti municipali e provinciali, che desiderano mettere in valore il patrimonio urbano delle vecchie concessioni straniere, come importante opportunità turistica e omaggio al principio della globalizzazione del XXI secolo.

Note
(1) Hersey John, “A Reporter at Large Homecoming I.” The New Yorker, 10 maggio 1982.
(2) Hoover Herbert Clark (1864-1964), Years of Adventure, 1874-1920, New York, The MacMillan Company, 1952. Bland Larry. I. (1940-2007) e Stevens S. R., The Papers of George Catlett Marshall, Vol. 1, “The Soldierly Spirit”, Baltimore MD, John Hopkins University Press, 1981.
(3) Le Guerre dell’Oppio (1839-1842 e 1856-1860) hanno opposto la Cina al Regno Unito ed alla Francia. Il Trattato di Pechino del 1860 ha imposto alla Cina l’apertura di 16 porti alle concessioni straniere e segnato l’inizio del capitalismo straniero in Cina.
(4) La concessione italiana, la meno estesa geograficamente, viene ufficialmente occupata dall’Italia il 7 giugno 1902 anche se era stata de facto occupata già dal gennaio 1901. Il primo Governatore è stato Cesare Poma (1862-1932) dal 1902 al 1904 e l’ultimo è stato Ferruccio Stefenelli (1898-1980) dal 1938 al 1943.

Per saperne di più
Sabina Donati, “Italy’s Informal Imperialism in Tianjin during the Liberal Epoch, 1902-1922″, The Historical Journal, Cambridge University Press, 2016.
O. D. Rasmussen, Tientsin: An Illustrated Outline History (1925), University of Michigan: Tientsin Press