In libreria: Ultimi faraoni
Alessandro Magno e Cleopatra sono forse due delle figure più conosciute del mondo antico, ma l’epoca racchiusa tra le loro vite è ancora poco nota. Fu infatti alla morte di Alessandro che il suo vasto impero venne spartito fra i generali del suo esercito e Tolomeo I si impose come governatore d’Egitto, primo sovrano di una dinastia che per i tre secoli successivi avrebbe governato il regno più prospero dell’antichità. Sullo sfondo di un Mediterraneo che è crocevia di culture, crogiolo di innovazione e creatività, Toby Wilkinson ci svela la storia di questa stirpe incredibile. Di origine macedone e di lingua greca, i Tolomei, ultimi rappresentanti della civiltà faraonica, fondarono nuove città come Alessandria, capitale del commercio e del sapere, sede della più grande biblioteca del mondo antico; estrassero oro nelle regioni remote della Nubia; costruirono templi che sono tra le principali meraviglie architettoniche della Valle del Nilo, e crearono una cultura che produsse sorprendenti opere di scultura, architettura e letteratura. Ma il periodo tolemaico fu anche l’epoca in cui l’antico Egitto volse il suo sguardo verso Occidente, diventando via via l’ancella involontaria dell’ascesa di Roma e della conseguente perdita dell’indipendenza egiziana. Nonostante gli sforzi di Cleopatra, regina intelligente e ambiziosa, di salvare il proprio regno tramite astute alleanze con Giulio Cesare e Marco Antonio, la battaglia di Azio segnerà il tragico epilogo del dominio tolemaico. Basandosi su ricerche autorevoli e una ricca documentazione storica, Toby Wilkinson ricostruisce con formidabile talento narrativo il complesso intreccio di politica, cultura e religione che caratterizzò il regno dei Tolomei, una sintesi unica tra Oriente e Occidente che ha contribuito a plasmare il mondo come lo conosciamo.
Toby Wilkinson, Gli ultimi faraoni: l’Antioco Egitto da Alessandro Magno a Cleopatra – Rizzoli, Milano 2025, pp. 396, euro 25,00
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Raoul Pupo, Italianità adriatica: le origini, il 1945, la catastrofe – Laterza, Roma-Bari 2025, pp. 240, euro 20,00
1945. La guerra è finita e l’hanno pagata tutti gli italiani: le perdite sul campo di battaglia, le lunghe prigionie, i bombardamenti, gli orrori della guerra civile, le stragi e le deportazioni naziste. Pure, alcuni italiani quel comune disastro l’hanno subìto in maniera diversa perché, oltre a tutto questo, hanno perso anche la terra natia. È stata la catastrofe dell’italianità adriatica. Questo libro ne ricostruisce la storia.
Primavera 1945. Finisce la seconda guerra mondiale in Europa e l’Italia, che l’ha combattuta a fianco dei nazisti, ne esce sconfitta. Che significa per gli italiani che vivono alla frontiera adriatica? Per la maggior parte di loro, un sospiro di sollievo seguito immediatamente da un nuovo urlo di dolore. Quelle settimane segnano, infatti, un momento di svolta in un lungo dramma. Ma come si è arrivati a questo punto? Di chi sono le responsabilità? E prima ancora, che cos’è stata quell’italianità adriatica di cui si consuma la catastrofe? Il libro ne ripercorre i passaggi fondamentali dal processo di formazione – le cui radici si stendono molto all’indietro nei secoli – all’epoca della nazionalizzazione e della politicizzazione ottocentesche, fino alle convulse vicende novecentesche e alla loro eredità nella memoria, per approdare alla più recente costruzione di un’identità di frontiera protesa verso la cittadinanza comune europea.
Christian Kessler, I kamikaze 1944-1945: le loro storie, i loro ultimi scritti – L’Ippocampo, Milano 2025, pp. 384, euro 19,90
Nell’ottobre 1944, quando era ormai prossimo a perdere la guerra, il Giappone istituì il “corpo di attacco speciale”: i piloti che ne facevano parte venivano addestrati a scagliarsi contro le navi americane a bordo di aerei armati di bombe. Consapevole dell’importanza della corrispondenza per il morale dei suoi combattenti, l’Esercito imperiale li incoraggiava a scrivere lettere di addio personalizzate con caratteri calligrafici, talvolta tracciati con il proprio sangue. Dopo una panoramica storica, Christian Kessler, professore all’Università Musashi di Tokyo, presenta un centinaio di lettere, poesie e testamenti inediti dei piloti suicidi: documenti destinati alle famiglie e vergati da giovani spesso istruiti solo poco prima di partire per la loro ultima missione. Accompagnati da ciocche di capelli o da unghie a mo’ di reliquie, questi scritti compongono una raccolta unica e sconvolgente.
Marco De Paolis, Caccia ai nazisti: Marzabotto, Sant’Anna e le stragi naziste in Italia, la storia del procuratore che ha portato i colpevoli alla sbarra – Rizzoli, Milano 2025, pp. 272, euro 14,00
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in molti hanno preferito lasciare sepolte le stragi nazifasciste compiute durante il conflitto. A fare una scelta diversa è stato il procuratore militare di La Spezia Marco De Paolis, che racconta in questo libro i 15 anni, tra il 2002 e il 2018, che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per i crimini compiuti da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema, da Civitella in Val di Chiana a molti altri casi italiani e internazionali, riaprendo i fascicoli archiviati nell’”Armadio della vergogna” delle stragi impunite da chi aveva scelto di non andare avanti con le indagini. Una storia avvincente, una caccia ai colpevoli tra Italia, Germania e Austria per interrogare gli ex SS ancora in vita e stabilirne le responsabilità, portarli alla sbarra e farli condannare. E, insieme, un racconto intimo e privato di cosa ha significato immergersi in “un dolore così immenso”, come lo definirà uno dei sopravvissuti, una ricerca della verità per dare pace alle vittime e ai superstiti, perché “il dolore non va in prescrizione”.
Filippo Focardi e Santo Peli (a cura di), Resistenza: la guerra partigiana in Italia (1943-1945) – Carocci Editore, Roma 2025, pp. 428, euro 39,00
Senza guerra partigiana, senza un esercito di volontari disposti ad assumere su di sé l’arduo compito di combattere, uccidere e farsi uccidere, non si sarebbe realizzata la più importante cesura della storia italiana, ma essa è stata via via edulcorata e di fatto sostituita da una narrazione più rassicurante, sul modello della Resistenza come “secondo Risorgimento”. Una raffigurazione che ondeggia tra un esaltante paradigma vittimario e un’illusoria inclusività, in una visione corale che associa la resistenza in armi dei militari e dei partigiani alla resistenza senz’armi dei civili, di uomini, donne e sacerdoti prodighi di aiuto verso i partigiani, i prigionieri di guerra alleati e gli ebrei braccati dai persecutori. Con questa lettura, però, la concreta esperienza storica della guerra partigiana, inevitabilmente sanguinosa e divisiva, rischia di disciogliersi in un astratto pantheon di eroi, a discapito della possibilità di fare i conti, come afferma Nuto Revelli, con «il partigianato così com’era, non come vorremmo fosse stato». I sedici saggi raccolti nel volume mettono a frutto il meglio di quanto una consolidata storiografia, nuove sensibilità e innovativi approcci disciplinari offrono a chi voglia comprendere e approfondire la vicenda, breve quanto intensissima, della guerra partigiana.
Michel Morange, Pasteur: lo scienziato che infranse le barriere erette dai diversi campi del sapere – Salerno editrice, Roma 2025, pp. 350, euro 32,00
Pasteur è stato il padre della vaccinazione e il simbolo di una lotta vittoriosa contro le malattie infettive; il laboratorio fu per lui il mezzo per realizzare le sue ambizioni, ma anche un rifugio per dimenticare i gravi lutti subiti. La biografia va oltre l’ambito scientifico, vi è ampio spazio per la famiglia, gli amici e le relazioni, le idee filosofiche e religiose. La sua vita, sin dall’ingresso all’École normale supérieure, si è costruita intorno al lavoro, ai successi ottenuti e alla gloria conseguita con le sue scoperte.
Mario Isnenghi, Autobiografia della scuola: da De Sanctis a don Milani – il Mulino, Bologna 2025, pp. 368, euro 26,00
«Cercando e ricomponendo i viaggi in Italia di cui è rimasta traccia, riaffiora una storia di diverse generazioni di maestri e professori. Una storia molecolare d’Italia che si delinea, tra dinamiche soggettive e reti precostituite, attraverso le vite e le relazioni degli insegnanti, le amicizie che si creano, i riflessi delle memorie». Giovani maestri e insegnanti di prima nomina sono andati per generazioni a imparare e professare il mestiere lontano da casa, nella propria regione o anche, spesso, più lontano, da Nord a Sud e da Sud a Nord. A partire dai diari, dai documenti ufficiali, dai romanzi e dalle lettere, Mario Isnenghi ricostruisce queste vicende di docenti con la valigia, esploratori e testimoni d’epoca. Ne scaturisce la storia di formazione dell’Italia e degli italiani – dall’Unità agli anni Sessanta del Novecento – intrecciata alle vite e alle relazioni degli insegnanti, alle amicizie nate lungo il cammino e ai riflessi delle memorie condivise. Le aule diventano luogo universale e individuale, di autoaffermazione, di rivalsa ma anche di emarginazione e di sconfitta. La dichiarazione d’amore per la scuola di un grande storico che non ha mai smesso d’essere un insegnante.
Erica Moretti, Maria Montessori: una vita per la pace e i diritti dell’infanzia – Laterza, Roma-Bari 2025, pp. 304, euro 22,00
Maria Montessori è una delle personalità italiane più influenti nel mondo. A più di 150 anni dalla nascita, questa biografia propone una lettura nuova del suo pensiero e della sua azione educativa. Recuperail suo impegnopacifista mettendolo in relazione tanto al suo attivismo pedagogico quanto al più ampio dibattito internazionale sulla pace. L’approccio progressista di Maria Montessori, infatti, avrebbe permesso la formazione di adulti realizzati, autonomi e naturalmente avversi a ogni genere di conflitto.I bambini educati con il suo metodo sarebbero cresciuti senza le costrizioni disciplinari proprie di altri metodi pedagogici contemporanei.A questo fine, Montessori propose numerosi interventi umanitari e legislativi per promuovere i diritti dei bambini e per avviare una rivoluzione pacifica a livello globale, in quello che lei stessa immaginava come un effetto domino necessario e, al contempo, inevitabile.
Mark S. Johnson e Peter N. Stearns, Storia dell’educazione: una prospettiva globale – Einaudi, Torino 2025, pp. 420, euro 27,00
Dall’antichità al medioevo, e dalle prime società moderne a oggi, l’educazione dell’infanzia e la formazione delle giovani generazioni ha costituito una problematica di cruciale importanza per ogni tipo di società. Questo libro analizza da un punto di vista di storia globale l’intreccio di componenti economiche, religiose, sociali e culturali alla base delle diverse concezioni dell’idea di educazione, così come dell’organizzazione e delle pratiche dei sistemi educativi nel corso dei secoli. A partire dalle epoche successive alla classicità, le reciproche influenze culturali hanno coinvolto in misura crescente l’universo dell’educazione. In tempi più recenti, i collegamenti transnazionali e l’inarrestabile aumento della mobilità delle persone hanno contribuito in modo decisivo all’elaborazione e diffusione dei principali modelli educativi che si sarebbero affermati nel mondo. Spaziando dall’Europa alle Americhe, dall’Asia meridionale e orientale all’Africa, questo libro sottolinea altresì l’influsso che aspetti caratteristici della modernità, quali l’industrializzazione e il nazionalismo, e della contemporaneità, come la globalizzazione e la digitalizzazione, hanno esercitato nell’ambito dell’educazione, contribuendo alla sua radicale trasformazione. Nel corso del volume, Mark S. Johnson e Peter N. Stearns danno risalto alle tensioni costantemente presenti tra élite e interessi statali in campo educativo, cosí come alle rivendicazioni provenienti dal basso di più ampie possibilità di accesso e di una scuola maggiormente inclusiva.
Una biografia che, attingendo a un’ampia gamma di materiali transnazionali e multimediali per gran parte inediti, consente di ricollocare la riflessione sul pacifismo di Maria Montessori dai margini al centro della sua filosofia.
Giovanna Fiume, Mediterraneo corsaro: storie di schiavi, pirati e rinnegati in età moderna – Carocci Editore, Roma 2025, pp. 304, euro 29,00
Il Mediterraneo tra Cinque e Ottocento è uno spazio attraversato da uomini e merci, condiviso nei commerci, conteso militarmente e contrapposto religiosamente. Lungo le sue sponde si proietta la potenza degli Stati nazionali, degli imperi spagnolo e ottomano e dei rispettivi alleati; le sue rotte sono agitate dalle loro aspirazioni di conquista politica e di egemonia economica che lo rendono teatro della guerra da corsa e, in subordine, della pirateria. La corsa ha perciò cause politiche, militari, economiche, religiose; essa produce captivi, ridotti in schiavitù e redenti da istituzioni laiche o ecclesiastiche, mercanti, mediatori, familiari. Il riscatto diventa una lucrosa attività che intreccia una fitta rete finanziaria e genera un flusso di informazioni e conoscenze condivise. Per sottrarsi alla schiavitù molti rinnegano la propria fede: conversioni sincere o opportuniste, segrete o esibite, pongono il tema della liceità della dissimulazione e della libertà di fede. Ispirato dalle storie di migrazioni odierne, il libro descrive uomini e donne in movimento capaci di elaborare strategie, costruire relazioni, riconfigurare le proprie vite sullo sfondo di un Mediterraneo che mette alla prova i loro destini.
Divina Centore, Faraoni e fiori: la meraviglia dei giardini dell’antico Egitto – il Mulino, Bologna 2025, pp. 256, euro 18,00
Alla scoperta dei segreti dei giardini dell’antico Egitto. Un viaggio tra natura, mito e storia che sorprende e incanta. Tebe, 1350 a.C. Sotto il sole ardente, brilla una gemma nascosta: il giardino di Nebamun, alto funzionario del tempio di Amon. Qui palme da dattero, fichi, alberi di persea, ninfee e papiri riflettono il potere e la ricchezza del proprietario. Oasi simili si trovano dentro templi e altri contesti sacri, come anche in residenze private. Quello dei suoi splendidi giardini è un aspetto poco conosciuto della civiltà egizia, eppure resti archeobotanici, testi antichi e pitture sfidano l’immagine di un paese quale terra arida e desertica e ci mostrano come gli egizi sapessero creare giardini e orti incantevoli che oltre a fornire cibo, materie prime e medicine, avevano profondi significati simbolici e tramandavano storie meravigliose.