In libreria: Roma-Tokyo a fumetti

di V. G. -

midaregamiUn libro a fumetti per raccontare un sogno, un volo e un’impresa storica. Il sogno è di Gabriele D’Annunzio, il volo è di Arturo Ferrarin e Guido Masiero, l’impresa è il raid Centocelle-Roma-Tokyo. Una trasvolata che nel volume MidaregamiIl volo d’Arturo, edito dalla Rivista Aeronautica, viene narrata grazie ai testi di Carlo Galiotto, i disegni di Francesco Archidiacono e i colori di Giovanni Panarello. Una graphic novel disegnata e sceneggiata non solo per gli appassionati di storia dell’aeronautica militare e di fumetti, ma anche per chi è rimasto da sempre affascinato dall’epopea degli assi dell’aviazione italiana. E’ così che il lettore sale a bordo di aerei come i biplani SVA-9 insieme a Ferrarin e Masiero, accanto ai loro inseparabili motoristi Gino Cappannini e Roberto Maretto per tuffarsi negli anni Venti di un 14 febbraio, giorno del decollo alla volta del Paese del Sol Levante, per compiere una traversata di 18.000 chilometri percorsa in 30 tappe. L’impresa, concepita dai poeti-soldati Gabriele D’Annunzio e Harukichi Shimoi, era stata pensata proprio per gli avventurieri dell’aria: condizioni meteo difficili, sorvolo di zone di guerra ostili, passaggio sui cieli di territori politicamente instabili e geograficamente proibitivi. Tutti ingredienti per scrivere un capitolo memorabile della storia. Quella pensata ed edita dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare è una pubblicazione che non celebra solo il raid Roma-Tokyo a cento anni di distanza dalla sua realizzazione, ma è anche l’occasione per far conoscere Arturo Ferrarin, uomo coraggioso e ufficiale attaccato ai valori della cultura aeronautica. Un testimone di quella che potrebbe essere considerata anche una delle prime azioni diplomatiche di soft power a due anni dalla conclusione della Grande Guerra. Midaregami (letteralmente “capelli scompigliati”, dal nome della raccolta di poesie che nel fumetto il tenente Ferrarin riceve in regalo dall’imperatrice Teimei) si aggiunge al ricco catalogo di libri, monografie e volumi proposti dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare attraverso l’impegno della Sezione Editoria dell’Arma Azzurra. Un’impresa raccontata a fumetti per fare memoria di un evento che lo stesso Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale Alberto Rosso, in occasione delle celebrazioni del febbraio scorso ha definito “un’impresa che nasce non come impresa di singoli ma come volontà di muovere in maniera strutturata e organica una formazione di aeroplani. Per questo – ha detto il generale Rosso – è importante ricordare tutti: partendo da chi non ce l’ha fatta, fino ad arrivare a Ferrarin, Masiero ed i loro valorosi motoristi. Una dimostrazione del fatto che il pilota non è mai da solo e che è sempre il lavoro di squadra che porta il risultato.”
Carlo Galiotto, Francesco Archidiacono, Midaregami: il volo d’Arturo – Rivista Aeronautica, Roma 2020, pp. 128, euro 30,00

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Riccardo Chiaberge, 1918 la grande epidemia: quindici storie della febbre spagnola – UTET, Torino 2020, pp. 240, euro 16,00
Che cos’hanno in comune Walt Disney e Guillaume Apollinaire, Edvard Munch e Franklin Delano Roosevelt? Il pittore dello scandalo Egon Schiele e Leopoldo Torlonia, sindaco di Roma deposto per le sue simpatie papiste? Il padre dell’atomica Leó Szilárd e Sophie, la figlia perduta di Freud? In apparenza poco o nulla. Eppure, una cosa li unisce: le loro vite vengono tutte attraversate dalla febbre spagnola, la terribile epidemia che infuria nel mondo tra il 1918 e il 1920, facendo più vittime della prima guerra mondiale. Qualcuno di loro guarisce, come Disney o Munch, altri no, come Schiele e Torlonia. Non sono gli unici influenzati celebri: tra le vittime della Spagnola figurano Mark Sykes, il diplomatico inglese responsabile dei confini del moderno Medio Oriente, e Anton Dilger, la spia tedesca artefice di un fallimentare progetto di guerra batteriologica negli Stati Uniti, ma anche la crocerossina Margherita Orlando, unica donna sepolta al sacrario di Redipuglia. Il virus non fa distinzioni di merito e stato sociale: colpisce alla cieca, cambiando in modo imprevedibile i destini individuali e, a volte, collettivi. Con o senza Spagnola, la Grande guerra sarebbe finita certo nello stesso modo, ma è lecito domandarsi che cosa sarebbe accaduto se il presidente americano Woodrow Wilson non fosse stato annebbiato dalla febbre durante i negoziati di pace di Parigi, o se il suo successore Roosevelt fosse morto prima di conquistare la Casa Bianca e varare il New Deal, o se Szilárd non fosse sopravvissuto al contagio, venendo così meno al suo ruolo fondamentale nella costruzione della bomba atomica statunitense. E ancora: Stalin avrebbe mai preso il potere in Unione Sovietica se Sverdlov, suo rivale e delfino di Lenin, non fosse stato ucciso dall’epidemia? E come dovremmo riscrivere la storia del cinema, se il virus si fosse portato via Mary Pickford, regina del muto e vera madrina di Hollywood? Riccardo Chiaberge trasforma la storia della Spagnola in un castello dei destini incrociati, dove si incontrano o si sfiorano le vite diverse, fragili e mirabili di quindici donne e uomini che hanno contribuito a forgiare il Novecento per come lo conosciamo.

Tilde Giani Gallino, La Russia: grande Madre e piccoli padri – Einaudi, Torino 2020, pp. 204, euro 23,00
Storia e contemporaneità della grande Russia si squadernano qui, in un intenso viaggio, che racconta, nella lettura esperta dell’autrice, i risvolti psicologici dei grandi zar di ieri fino a Putin. Il libro non vuole essere una esposizione storica, di secolo in secolo, di una nazione come la Russia. L’intento dell’autrice è piuttosto quello di tracciare – in una prospettiva psicologica – un ritratto, o piú ritratti, dei luoghi e della stessa immensità di questo Paese, delle sue vicende millenarie, dei popoli e delle persone che vi sono nate e vissute, parte in territori sconfinati, parte nelle città via via costruite. Il quadro si fa piú affascinante, o inquietante, a misura che si presentano i protagonisti del passato, le leggende degli eroi, la brutalità dei tiranni, i vinti o i vincitori della storia. Come afferma Lucio Caracciolo nella Prefazione «Tilde Giani Gallino riesce a scavare in profondità nell’anima russa».

Alessandro Vanoli, Autunno: il tempo del ritorno – il Mulino, Bologna 2020, pp. 276, euro 16,00
Questa volta la storia comincia in un bosco, dove la luce dorata e bassa gioca tra i cespugli colorati, e l’aria ormai fresca porta con sé quell’odore inconfondibile di funghi e di terra. In queste pagine incontreremo gli autunni antichi dei pastori e degli dei; quelli medievali di mercanti e contadini, di cavalieri, monaci e pastori; quelli moderni di uomini e donne, ognuno con il suo carico di ricordi, desideri, avventure, conoscenza. Perché l’autunno è un po’ come il tornare a casa quando il viaggio si è compiuto, l’entusiasmo euforico della primavera è ormai lontano, e la serena pienezza dell’estate già alle spalle. Davanti a noi adesso solo lunghi giorni di pioggia e nebbia, animati dai riti della vendemmia, dal vino, e dai frutti tardivi che colorano le mense. Sere di feste e di paure, perché in autunno i morti e i «mostri» sono sempre lì per ritornare. Ma l’autunno più bello è quello intimo e segreto dei ricordi della nostra infanzia, trascorso in qualche bosco ormai lontano, incendiato di foglie rosse e gialle.

Lia Celi, Andrea Santangelo, Caterina la Magnifica: vita straordinaria di una geniale innovatrice – UTET, Torino 2020, pp. 240, euro 14,00
Nome: Caterina. Cognome: de’ Medici. Nazionalità: italiana. Parentela: nipote di Lorenzo il Magnifico. Stato civile: vedova. Professione: regina di Francia. Segni particolari: veste sempre di nero, adora i gioielli, i carciofi, gli oroscopi e certi golosissimi dolcetti antenati dei nostri macarons. Indagata dagli storici per una lunga serie di crimini: corruzione, stregoneria, avvelenamento, strage. Attivamente ricercata da romanzieri e registi per fiction storiche a base di sangue e sesso. Latitante, soprattutto nella memoria degli italiani, che di lei non sanno praticamente nulla. Ha lasciato le sue impronte ovunque: nella cucina, nella moda, nell’arte, nella cultura. I gelati, le forchette, perfino le mutande e la moderna profumeria sono invenzioni che dobbiamo a lei.
Eppure in quasi cinque secoli nessuno è ancora riuscito a catturarla: Caterina de’ Medici riesce a sfuggire a ogni facile incasellamento e non si lascia imprigionare negli stereotipi. Ma i misteri di una grande protagonista del Rinascimento italiano ed europeo, nelle sue presunte efferatezze e raffinatezze estreme, hanno le ore contate. Due storici curiosi si sono messi sulle sue tracce e hanno ricostruito le peripezie di Caterina nel contesto di un secolo straordinario e terribile, il Cinquecento. E con questa biografia, tanto dotta quanto divertente, la consegnano al giudizio dei contemporanei.
Ai lettori il compito di decidere chi sia stata davvero Caterina la Magnifica – sovrana illuminata, madrina di grandi innovazioni e progresso, o spietata macchinatrice, degna erede degli intrighi perpetrati dai suoi parenti fiorentini – e se il più imperdonabile tra i suoi delitti non sia stato, forse, l’essere troppo avanti per la sua epoca.

Steve Tibble, Gli eserciti delle crociate – Einaudi, Torino 2020, pp. 518, euro 34,00
Pensiamo di conoscere le Crociate: il primo esempio di scontro tra civiltà, una serie di drammatici conflitti tra cristianesimo e islam che hanno segnato in profondità il mondo moderno. Ma quanto sono precise le nostre conoscenze? E se la principale causa delle Crociate fosse invece da cercare nel cambiamento climatico e nella migrazione di massa scatenatasi nelle steppe euroasiatiche? E se all’origine del conflitto ci fossero antiche tensioni tra società nomadi e sedentarie, tra mandriani e coltivatori? E che diremmo se scoprissimo che gli eserciti «crociati» erano perlopiú composti da Arabi, Siriani e Armeni, mentre quelli islamici schieravano sorprendentemente pochi musulmani? Steve Tibble si propone di osservare da una prospettiva assai originale i tentativi occidentali di colonizzare il Medio Oriente nel corso del Medioevo, e analizza le strategie dei due fronti in guerra attingendo alle ricerche piú recenti, a numerosi documenti islamici, a reperti archeologici e alle piú importanti fonti occidentali. Tibble sfida dogmi e luoghi comuni, per mostrarci in tutti i suoi aspetti la figura del soldato medievale, tra tattiche, sconfitte e vittorie. Il confronto di adattamenti, evoluzioni e diversità culturali sottolinea quanto i rispettivi eserciti fossero all’avanguardia, persino per i nostri standard, e ci fa comprendere per intero la reale complessità di quel mondo, dove i comportamenti venivano condizionati tanto dal pragmatismo quanto dall’ideologia, e l’opportunismo era piú importante del fanatismo religioso.

Marzio Barbagli, Comprare piacere: sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi – il Mulino, Bologna 2020, pp. 672, euro 36,00
Quello di vendere il proprio corpo è stato definito il mestiere più antico del mondo, intendendo che sia una pratica originata da primari appetiti fisiologici del maschio e dunque immutabile. In realtà il commercio del sesso ha una storia che evolve nel tempo seguendo le variazioni della domanda e dell’offerta e sotto l’influenza di molteplici fattori: cresce nel Medioevo con lo sviluppo delle città e dell’economia, si contrae nei paesi protestanti, fiorisce con lo svilupparsi degli eserciti, si espande nell’età industriale toccando il suo apice a fine Ottocento, declina nell’ultimo secolo. Attraverso il mercato del sesso, di cui è parte importante anche la prostituzione maschile, questo libro racconta l’evoluzione dei costumi sessuali studiandola nei comportamenti, nelle leggi, nel dibattito morale e religioso, nella più generale evoluzione della società.