In libreria: Morte a Israele

9791280447753La guerra che Israele ha intrapreso a Gaza, come risposta all’eccidio perpetrato da Hamas nel sud del Paese il 7 ottobre 2023, ha scatenato progres­sivamente, nell’arco degli ormai due anni del suo svolgimento, la più furente e ossessiva criminalizzazione nei confronti di uno Stato di cui si abbia memoria nella storia contemporanea.
Con scientifica perseveranza, con implacabile consequenzialità, si è proceduto a fare di Israele uno Stato mostro, anzi lo Stato mostro. Praticamente tutto il comparto mediatico occidentale, con poche eccezioni, ha recepito, adeguandosi ad essa, la narrativa di un’organizzazione criminale come Hamas, propagandando senza sosta le notizie provenienti da Gaza fornite dal gruppo jihadista. È come se, durante la Seconda guerra mondiale, le notizie in merito a quello che accadeva nel teatro bellico, fossero state fornite prevalentemente dal Terzo Reich e accolte interamente come verità indiscutibili, relegando ai margini la versione fornita dagli Alleati.
Distruggere Israele, tentativo cominciato nel 1948, non è stato possibile farlo fino ad ora. Distruggerlo in effige è il suo pervertito ed efficace surrogato.
Scrive Giuliano Ferrara nella sua Prefazione: «Fer­retti registra e classifica in modo ineccepibile la logica della menzogna che motiva la dannazione di Israele, l’inversione della colpa, e altri ideologismi della maledizione politica. Ma il suo libro punta giustamente sulla radice di odio che fa di un paese maledetto dai benpensanti lo strumento di un rifiuto di Dio, quanto di più occidentale si possa oggi concepire».
Niram Ferretti, Maledetto Israele! La crociata contro lo Stato ebraico – Liberilibri, Macerata 2025, pp. 128, euro 15,00 

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Nicholas Mulder, L’arma economica: l’ascesa delle sanzioni come strumento della guerra moderna – Einaudi, Torino 2025, pp. 534, euro 34,00
La guerra può essere messa al bando dalla storia? E le sanzioni sono lo strumento giusto per farlo? Oppure rischiano di essere uno strumento peggiore del male che vogliono sradicare, finendo con il produrre ulteriori conflitti sempre piú rabbiosi e cruenti? Ricostruendo l’uso delle sanzioni fatto dai blocchi della Prima guerra mondiale, fino allo scontro con il fascismo tra le due guerre, Nicholas Mulder utilizza un’ampia ricerca d’archivio per intrecciare storia politica, economica, giuridica e militare. Un libro importante e quanto mai attuale che getta una nuova luce sul perché le sanzioni siano oggi considerate una forma di guerra – e perché le loro conseguenze indesiderate siano cosí gravi.

Paul Jankowski, Il lungo inverno del 1933: alle origini della Seconda guerra mondiale – Laterza, Roma-Bari 2025, pp. 488, euro 16,00
Riepilogare gli avvenimenti del 1933 può sembrare un esercizio da settimana enigmistica. La densità di rivolgimenti che accaddero in quei dodici mesi giustifica tuttavia l’ambizione di leggerli in una prospettiva comparata, per rendere evidente quanto quell’anno spartiacque abbia curvato i rapporti di forza che deflagrarono con la Seconda guerra mondiale. (Mauro Campus, “Domenica – Il Sole 24 Ore”)
Nei pochi mesi che vanno dal novembre 1932 fino all’aprile del 1933 accaddero fatti che avrebbero segnato il destino del mondo: Hitler arrivò al potere in Germania, il Giappone inviò le sue truppe al di là della Grande muraglia cinese, Mussolini puntò a sud, verso il Corno d’Africa, Roosevelt accentuò l’isolazionismo degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa, la Gran Bretagna si ritirò nelle zone sicure del suo impero, la Francia cambiò tre governi. Su tutto questo il peso di una gravissima crisi economica. Alla fine di quel lungo inverno, il mondo postbellico si trasformò in un mondo prebellico.

Federico Bini, Giancarlo Mazzuca, Giovanni Spadolini: l’ultimo politico risorgimentale – Rubbettino, Soveria Mannelli 2025, pp. 208, euro 16,00
“Era noto ai più come un personaggio aulico, solenne, paludato, pomposo. Ma lo Spadolini privato, Giovannone, era un fuoco di fila di battute, divertente, ridanciano. Anche quando ‘lezionava’ (e lo faceva) gli ridevano gli occhi”. (Giovanni Sartori)
Un intellettuale, un giornalista, un uomo di Stato. Giovanni Spadolini ha attraversato il Novecento con il rigore dello storico, la passione del giornalista e la fermezza dello statista. Primo Presidente del Consiglio laico della Repubblica Italiana, direttore del Corriere della Sera, fondatore del Ministero della Cultura e Presidente del Senato, ha incarnato il sogno di un’Italia laica, razionale e riformista. Questo libro ripercorre la sua vita e il suo pensiero, dalle prime collaborazioni con Il Mondo di Pannunzio fino ai vertici delle istituzioni, rivelando un uomo che ha sempre visto nella politica un’arte nobile, nel giornalismo un impegno civile e nella storia una guida per il futuro. Attraverso una narrazione ricca di aneddoti e documenti, gli autori restituiscono il ritratto di un politico fuori dal coro, un ultimo erede del Risorgimento capace di difendere con forza i valori della democrazia, della cultura e delle istituzioni.

Roberto Pertici, Il caso Renan: la prima guerra culturale dell’Italia unita – il Mulino, Bologna 2025, pp. 384, euro 34,00
Nel 1863, la pubblicazione a Parigi della «Vie de Jésus» di Ernest Renan e la sua immediata traduzione italiana aprirono un intenso dibattito sui fondamenti del cristianesimo, innescando la prima discussione pubblica su temi religiosi nell’Italia unita. Il Gesù di Renan era un uomo superiore, ma nient’altro che un uomo: per i laici rappresentava l’inizio di una grande rivoluzione culturale, per i cattolici un attacco blasfemo. Sullo sfondo l’eterno problema del potere temporale dei papi e del suo destino. La Chiesa, ormai priva dei tradizionali strumenti censorî e della protezione statale, reagì con una mobilitazione inedita: raduni, processioni, sottoscrizioni, campagne di stampa e testi apologetici. Roberto Pertici, a partire da quella che si può definire la prima «guerra culturale» e il primo caso letterario del neonato mercato editoriale italiano, riflette sull’evoluzione del secolarismo nell’Italia ottocentesca e sulla trasformazione della Chiesa in attore politico e sociale nella nuova società liberale.

Claudio Ferlan, Il lungo sentiero: la storia mai conclusa dei nativi nel Nordamerica – Il Mulino, Bologna 2025, pp. 248, euro 22,00
La storia delle nazioni native non è un capitolo marginale, ma il cuore rimosso della storia nordamericana: una vicenda segnata da secoli di sopravvivenza, sradicamento e rinascita. La presenza dei nativi nordamericani attraversa l’intera storia degli Stati Uniti. Eppure, la storiografia ha a lungo privilegiato lo sguardo dei coloni europei e dei loro discendenti. Ricostruire il passato delle nazioni indigene significa affrontare un viaggio complesso, segnato da secoli di resistenza, sradicamento e trasformazione. La colonizzazione non fu solo una conquista militare, ma anche un attacco sistematico alle culture native, che risposero con determinazione per difendere identità, tradizioni e diritti. Con l’espansione verso Ovest, la violenza divenne strutturale; le deportazioni forzate e l’istituzione delle riserve sancirono la perdita di autonomia. Claudio Ferlan ripercorre questa lunga vicenda, dando voce alle molte forme della resistenza indigena: tra lotta, sopravvivenza e rinascita.

Beatrice Venezi, Le sorelle di Mozart: storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli – UTET, Novara 2025, pp. 176, euro 15,00
Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro, mentre le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile… La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica. In questo libro Beatrice Venezi ci restituisce le loro storie sorprendenti e piene di significato. Scopriamo così la vita di Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann; fino ad arrivare alle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, a Maria Callas, per esempio, a Nadia Boulanger, Martha Argerich, Björk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che veniva loro concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future. Questa è una storia di talento e determinazione, di intraprendenza e tecnica: un percorso tutto al femminile che dal Medioevo arriva ai giorni nostri, mettendo in luce gli errori del passato e quelli in cui tutt’ora perseveriamo. Sedici esempi di coraggio e determinazione per tutte le donne che, ancora oggi, sono costrette ad abbandonare la loro passione, a rinunciare a un sogno, solo perché qualcuno crede che quel lavoro non sia adatto a una ragazza.

Giovanni Bietti, Fryderyk Chopin: la musica – Laterza, Roma-Bari 20125, pp. 252, euro 22,00
Fryderyk Chopin è senza dubbio uno dei musicisti più grandi e più amati di ogni epoca, ma è anche uno dei più misteriosi. La sua musica è coinvolgente e riservata, immediata e raffinatissima: un’arte meravigliosamente paradossale, nella quale l’improvvisazione, il gesto estemporaneo, ha un ruolo centrale e, tuttavia, dà sempre l’impressione di essere rigorosamente calcolata. Per sua natura sfugge all’analisi e si ribella a ogni tentativo di spiegazione puramente razionale. Giovanni Bietti ci porta dentro la sua musica mostrandone tanto la libertà espressiva quanto i meccanismi costruttivi e le fonti di ispirazione – lo sviluppo del pianoforte romantico, l’amore per l’opera italiana, l’influenza della musica popolare polacca, l’ambiente ‘privato’ e rarefatto dei salotti ottocenteschi.
Il libro si apre individuando le categorie interpretative della musica chopiniana, per poi ricostruire il contesto storico e sociale in cui il musicista visse e lavorò. Si entra così nel vivo della musica evidenziando le caratteristiche del suo linguaggio, per arrivare, infine, all’opera, ai diversi generi – Preludi, Studi, Mazurke, Polacche, Ballate, Scherzi, Notturni, Valzer, Sonate, Concerti – che Chopin esplorò offrendoci alcune tra le espressioni artistiche più alte nella storia della nostra cultura. In chiusura, un’ampia intervista al pianista polacco Krystian Zimerman, interprete chopiniano di riferimento. È lo sguardo di un grande artista e ci svela un modo diverso, vivo, partecipe, di interpretare la musica di Chopin.

Dario Antiseri, I dubbi del viandante – Rubbettino, Soveria Mannelli 2025, pp. 112, euro 16,00
Un viaggio tra i sentieri della conoscenza, dove scienza, filosofia e fede si intrecciano in un dialogo serrato con i grandi interrogativi dell’uomo. Dario Antiseri, uno dei maggiori filosofi italiani contemporanei, ci accompagna in una riflessione profonda ma accessibile sull’incertezza del sapere scientifico, la fragilità dei fondamenti filosofici e l’urgenza di una domanda etica che trova risposta soltanto nella scelta. Nessuna teoria è immune da critica; eppure, proprio nella consapevolezza della nostra fallibilità si rivela la forza della ragione umana. Tra Einstein, Popper, Wittgenstein, Gadamer, Pascal e Kierkegaard, l’autore ci invita a guardare alla filosofia non come a un arsenale di risposte certe, ma come a un gesto di interrogazione, a volte persino di preghiera. Un testo prezioso per chi crede che il pensare sia ancora un atto di libertà.

Mimmo Franzinelli, Colpire Mussolini: gli attentati al duce e la costruzione della dittatura fascista – Mondadori, Milano 2025, pp. 360, euro 24,00
Tra il novembre 1925 e l’ottobre 1926, quattro attentati in serrata sequenza presero di mira Benito Mussolini. Progetti tirannicidi falliti che, paradossalmente, anziché agevolare il ripristino della democrazia e abbattere il regime fascista, si rivelarono decisivi per il consolidamento del potere del duce. Sulla base di fonti di polizia e di materiali conservati in archivi privati sinora inaccessibili, Mimmo Franzinelli non solo indaga in modo accurato la genesi e le dinamiche di ciascun attentato, ma ne restituisce la reale portata storica al di là di stereotipi e ricostruzioni romanzate. Di Tito Zaniboni, accusato di aver ordito l’«attentato» (le virgolette sono d’obbligo) del 4 novembre 1925, viene analizzata la contraddittoria personalità, guidata – come risulta dal ricco materiale biografico finora inedito – più da motivazioni di ordine esistenziale che politiche. Quanto invece ai tre tentati omicidi del 1926, la rigorosa ricostruzione dei preparativi e della loro esecuzione si accompagna a un’attenta analisi dell’impatto della «politica degli attentati» sulla situazione italiana, con l’accorta manipolazione propagandistica da parte del regime e la campagna per screditare oppositori ed esuli. Emergono così gli ostinati quanto velleitari sforzi dei settori più radicali del regime di ricollegare la mistica irlandese Violet Gibson a personaggi e ambienti dell’antifascismo, nonché il trattamento disumano riservato in carcere al militante anarchico Gino Lucetti. Fino al gesto di Anteo Zamboni, che fornì al regime il pretesto per l’approvazione delle «leggi fascistissime», la reintroduzione della pena di morte e la costituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato.