IL RITROVAMENTO DEL VANGELO DI GIUDA

di Michele Strazza -

Il testo apocrifo gnostico sovverte l’immagine di Giuda contenuta nei vangeli canonici, descrivendolo come “facilitatore” del destino di Cristo e fedele servitore della sua volontà.

Il Vangelo di Giuda è un vangelo apocrifo gnostico contenuto in un manoscritto in lingua copta, datato all’inizio del IV secolo, corrispondente, secondo molti, alla traduzione di una edizione precedente scritta in greco.
Il manoscritto fu ritrovato in Egitto, alla fine degli anni Settanta dello scorso secolo, in una grotta situata tra i dirupi del Jebel Marara, nella provincia di Al Minya. Esso venne rinvenuto dai contadini del luogo all’interno di una tomba e poi rivenduto a un mercante di antichità. Successivamente il codice gli venne rubato e il mercante fu costretto a varie peripezie per ritornarne in possesso. Dopo esservi riuscito, nel 1983, tentò varie volte di venderlo a cifre astronomiche fino a quando alcune pagine sottratte vennero acquistate, nel 1999, da Frieda Nussberger-Tchacos, ricca signora svizzera appassionata di antichità. La stessa comprò, l’anno successivo, anche la parte restante.
Dopo varie vicende di acquisti successivi, i quali finirono per danneggiare il manoscritto, nel 2001 la Maecenas Foundation for Ancient Art di Basilea ne entrò in possesso affidandolo a esperti per la ricostruzione. Finalmente, nel 2006, dopo un lungo lavoro di restauro, la trascrizione del cosiddetto “codice Tchacos” venne presentata al pubblico dalla National Geographic. Il manoscritto è attualmente conservato presso il Museo Copto del Cairo.

Prima pagina del Vangelo di Giuda, corrispondente alla pagina 33 del Codex Tchacos.

Prima pagina del Vangelo di Giuda, corrispondente alla pagina 33 del Codex Tchacos

Il codice, al momento della scoperta, risultava avere le dimensioni di 16×29 cm e presentava scritti su papiro con rilegatura in pelle. I fogli di papiro, scritti su entrambe le facciate, contenevano il Vangelo di Giuda, una Lettera di Pietro a Filippo, già presente nell’ottavo codice di Nag Hammadi, una versione della Prima Apocalisse di Giacomo, già presente nel quinto codice di Nag Hammadi, nonché un frammento di testo chiamato provvisoriamente Libro di Allogenes.
Dell’esistenza di un Vangelo di Giuda ci parla il vescovo Ireneo di Lione ( 130-202 d.C.), intorno al 180 d.C., nella sua opera Adversus haereses. In essa si legge che, per la setta gnostica dei Cainiti, «solo Giuda il traditore conosceva la Verità come nessun altro e che per questo ha realizzato il mistero del tradimento, in seguito al quale tutto, in terra e in cielo, rimase sconvolto. Essi hanno dunque prodotto una storia fondata su dette basi e l’hanno chiamata Vangelo di Giuda».
Sull’autore del manoscritto non si hanno notizie certe. Lo studioso statunitense Bart Ehrman ritiene che il testo non sia stato affatto scritto da Giuda, né da qualcuno che sia voluto passare per tale. Non fu neanche redatto da un contemporaneo che lo conobbe.
Per quanto riguarda la datazione del papiro contenente il Vangelo, i pareri sono, naturalmente, discordanti. Vi è chi, riferendosi all’esame del carbonio 14, eseguito nell’Università di Tucson in Arizona, propende per una media cronologica oscillante tra il III e il IV secolo. Allo stesso periodo ci riportano le analisi dei campioni di inchiostro eseguite da una società specializzata nel settore.
Altri, facendo leva sulla citazione di Ireneo di Lione, spostano la stesura al II secolo, prima del 180. Del resto, si ragiona, se veramente il vangelo fosse un’opera dei Cainiti, a loro volta influenzati dagli insegnamenti di Marcione (vescovo e teologo greco gnostico), la redazione dovrebbe, addirittura, attestarsi prima del 130 d.C.

L’originale del Vangelo di Giuda dovrebbe, dunque, essere stato composto dopo il Vangelo di Giovanni, l’ultimo dei vangeli canonici, ed è probabile che circolasse parecchio tempo prima della definizione del canone (avvenuta nel Concilio di Ippona del 399) quando il panorama ecclesiale e teologico era più vivace. In tale clima il Vangelo di Giuda doveva rappresentare uno dei punti di vista della corrente gnostica, forse collegata alla setta dei Cainiti. Con la definizione del canone e il divieto per gli apocrifi anche questo vangelo finì nel dimenticatoio.
L’impostazione gnostica è evidente nel contenuto del manoscritto dove vengono narrati gli ultimi giorni della vita di Gesù in maniera del tutto diversa rispetto ai vangeli canonici. Così, il Vangelo inizia con la «Spiegazione segreta della rivelazione che Gesù rese conversando con Giuda per una settimana, tre giorni prima di celebrare la Pasqua».
Il Cristo che campeggia in questo vangelo spesso appare in dissonanza dai suoi stessi discepoli, incapaci di comprendere il vero senso del suo insegnamento. Anzi, tra loro è proprio Giuda quello più attento al significato dei propositi di Gesù, colui che, favorendo la cattura del maestro su sua stessa indicazione, quantomeno sottintesa, darà inizio alle fasi successive della passione, culminanti nella morte in croce, episodio che libererà Cristo dal proprio corpo, consentendogli la liberazione della sua natura divina.
Mentre, dunque, gli altri apostoli adorano una divinità inferiore, solo Giuda intuisce il segreto della vera identità di Gesù, assumendo un ruolo distinto da quello degli altri discepoli nel portare a termine il disegno divino. Non traditore, dunque, come lo presentano i vangeli canonici, ma “facilitatore” del destino di Cristo e fedele servitore della sua volontà.
Così Gesù si rivolge a Giuda, trattandolo quasi come preferito tra gli apostoli: «Partiti dagli altri e io ti dirò i misteri del regno. A te è possibile giungere là, ma ne avrai molto a soffrire». E in un altro passo parla della missione affidatagli affinché si compia il suo stesso destino: «Ma tu sarai il maggiore tra loro. Poiché sacrificherai l’uomo che mi riveste».

Il bacio di Giuda, affresco di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova

Il bacio di Giuda, affresco di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova

La visione gnostica è pure presente nella composita cosmogonia indicata da Cristo, formata da angeli, angeli del caos, eoni e luminari, tutti guidati dallo Spirito supremo. Alla base del testo vi è l’interpretazione gnostica del mondo intrappolato nella materia, corrotto e corruttibile, creato dal Dio-Demiurgo cattivo del Vecchio Testamento, dove la morte rappresenta l’unico mezzo per liberare lo spirito da ogni impedimento e farlo tornare al Padre Celeste per ricongiungersi con esso.
L’ulteriore distinzione, presente in alcuni passi, tra generazioni umane e la grande generazione di Seth (uno dei figli di Adamo), comprendente gli gnostici, introduce aspetti che richiamano riferimenti sethiani piuttosto complessi. Così, a tale proposito, si esprime Gesù: «E allora l’immagine della gran generazione di Adamo sarà innalzata, poiché da prima del cielo, della terra e degli angeli quella generazione, che proviene dai reami eterni, esiste».
Si delinea, in tal modo, all’interno degli uomini, una speciale categoria di “privilegiati”(gnostici o pneumatici), emanazione diretta di quel Dio Creatore di cui si anela il ricongiungimento dopo la morte. Essi soltanto, appartenendo a tale stirpe immortale, sono in grado di conoscere la vera natura di Cristo e, per raggiungere tale conoscenza, non necessitano di alcuna mediazione.
Di qui il non riconoscere alcuna autorità gerarchica religiosa e l’avversare i processi di formazione di una Chiesa fortemente centralizzata. Era indubbiamente una concezione che faceva a pugni con il messaggio di un Dio incarnato, venuto sulla terra per redimere l’umanità grazie al suo sacrificio in croce.

Per saperne di più

Ehrman B., Il vangelo del traditore. Una nuova lettura del Vangelo di Giuda, trad.it. di Valdrè E., Milano, Mondadori, 2010.
Ireneo di Lione, Contro le eresie, trad. a cura di Cosentino A., Roma, Città Nuova, 2009.
Kasser E. Meyer M., Wurst G., Il vangelo di Giuda, National Geographic, trad.it. di Lavagno E., Vercelli, White Star, 2006.
Krosney H., Il vangelo perduto, Vercelli, White Star, 2006.
Noffke E., Il vangelo di Giuda. La verità storica tra scoop e pregiudizi, Torino, Claudiana, 2006.
Pagels E.-King K., Il vangelo ritrovato di Giuda. Alle origini del Cristianesimo, Milano, Mondadori, 2007.
Wright T., Giuda e il vangelo di Gesù, Brescia, Queriniana, 2007.