IL GOVERNO DELLA DISPERAZIONE

di Giancarlo Ferraris -

 

Tra il 1793 e il 1794 il governo del Comitato di Salute Pubblica e del Comitato di Sicurezza Generale fu tanto efficiente quanto spietato. Si configurò a tutti gli effetti come un regime dittatoriale: approvò infatti la legge dei sospetti e avviò i grandi processi contro Maria Antonietta e i girondini. Fu anche responsabile delle stragi in Vandea, degli annegamenti di Nantes e della famigerata legge del 22 Pratile.

 

Governare nella Rivoluzione

Immaginiamo un’ampia sala del Palazzo del Louvre a Parigi nei giorni più drammatici della Rivoluzione francese. Al centro un grande tavolo ricolmo di penne, calamai, carte manoscritte, sigilli, botticini di ceralacca, libri, candelabri, pistole, posate, piatti con avanzi di cibo, bottiglie di vino piene a metà, bicchieri vuoti e semivuoti. E seduti a questo tavolo dodici uomini vestiti da borghesi che discutono animatamente su questioni di vita o di morte riguardanti un’intera nazione e un intero popolo, di guerra e di rivolte, di carestia e di fame, di avversari politici e di tradimenti, di prigionieri e di ghigliottina: gridano, si accusano gli uni gli altri, giungendo alla fine a litigare e a insultarsi, al punto che qualcuno di loro si alza dalla sedia, la scaraventa in un angolo e se ne va via colmo di ira e di disgusto. Scene di questo genere, da quanto ci risulta dagli scritti dell’epoca (e non dalle stampe, tutte piuttosto volutamente edulcorate e rassicuranti), accadevano quotidianamente durante le riunioni fiume – riunioni che talvolta si protraevano anche di notte – del Comitato di Salute Pubblica, l’organo che insieme al Comitato di Sicurezza Generale governò la Francia nel periodo più tragico della Rivoluzione, quello del Terrore.

Il primo Comitato di Salute Pubblica

Il Comitato di Salute Pubblicavenne istituito a Parigi dalla Convenzione Nazionale, l’organo che guidava la Francia rivoluzionaria, nella primavera del 1793, in un momento estremamente difficile per la Rivoluzione: il suo esercito, dopo le vittorie di Valmy e Jemappes e la conquista del Belgio, era stato gravemente battuto a Neerwinden nei Paesi Bassi dalle truppe della prima coalizione di cui facevano parte l’Inghilterra, la Prussia, l’Austria, la Russia, l’Olanda, la Spagna, il Portogallo e alcuni Stati italiani; il generale Charles-François Dumouriez, responsabile della sconfitta di Neerwinden, era passato al nemico nel timore di essere messo sotto accusa dalla Convenzione Nazionale; la Vandea, una regione tradizionalmente legata alla monarchia e alla Chiesa cattolica, era stata profondamente colpita dalla condanna a morte del re Luigi XVI, dalla coscrizione obbligatoria e dalle persecuzioni contro il clero, ribellandosi così alla Convenzione Nazionale e scatenando una sanguinosa guerra civile; la popolazione era afflitta dalla penuria di generi di prima necessità e dal carovita, mentre il panorama politico veniva agitato dall’accanita lotta tra girondini e giacobini, rispettivamente la fazione moderata e la fazione radicale della Rivoluzione.
Promotore della creazione del Comitato di Salute Pubblica fu Bertrand Barère, giacobino intransigente e membro della Convenzione Nazionale, il quale il 6 aprile (17 germinale) 1793 presentò e fece votare dalla Convenzione stessa un decreto di otto articoli che prevedeva l’istituzione di un organo composto da nove membri al quale sarebbe stato affidato il potere esecutivo, affiancando in questo modo il Consiglio Esecutivo Provvisorio creato il 10 agosto 1792 dopo la caduta della monarchia. Il testo del decreto era il seguente:
«1) Sarà nominato per appello nominale un Comitato di Salute Pubblica composto da nove membri della Convenzione Nazionale. 2) Il Comitato delibererà in segreto; sarà incaricato di sorvegliare e accelerare l’azione dell’amministrazione affidata al Consiglio Esecutivo Provvisorio del quale potrà anche sospendere i decreti, se li riterrà contrari all’interesse nazionale, con l’obbligo d’informarne la Convenzione Nazionale. 3) Sarà autorizzato a prendere, nelle circostanze urgenti, misure di difesa generale esterne e interne e i decreti, firmati dalla maggioranza dei suoi membri deliberanti che non potranno essere meno dei due terzi, saranno eseguiti senza indugio dal Consiglio Esecutivo Provvisorio. Non potrà in nessun caso spiccare mandati di comparizione e di arresto senza renderne conto senza indugio alla Convenzione Nazionale. 4) La Tesoreria Nazionale metterà a disposizione del Comitato di Salute Pubblica fino a centomila lire per le spese segrete, deliberate dal Comitato e pagate sull’ordine, che saranno firmate come i decreti. 5) Farà ogni settimana un rapporto generale e per iscritto delle sue operazioni e della situazione della Repubblica. 6) Sarà tenuto un registro delle sue delibere. 7) Questo Comitato è stabilito soltanto per un mese. 8) La Tesoreria Nazionale rimarrà indipendente dal Consiglio Esecutivo Provvisorio e sottomessa alla sorveglianza immediata della Convenzione Nazionale, secondo il modo fissato dai decreti».
Il primo Comitato di Salute Pubblica era composto inizialmente da tre uffici: l’Ufficio Affari Interni, Sussistenze e Finanze, l’Ufficio Affari Esteri, l’Ufficio Guerra e Marina. I suoi membri furono Bertrand Barère, Jean-Jacques Bréard, Pierre-Joseph Cambon, Georges Jacques Danton, Jean-Antoine Debry, Jean-François Delacroix, Jean-François Delmas, Louis-Bernard Guyton-Morveau, Jean Baptiste Treilhard.
Nel giugno 1793 la Convenzione Nazionale procedette alla riorganizzazione del Comitato che venne strutturato in sei sezioni denominate rispettivamente Interni, Esteri, Giustizia, Contribuzioni, Guerra e Marina, ciascuna delle quali lavorava separatamente dalle altre riunendosi poi congiuntamente per le deliberazioni comuni alle quali prendeva parte anche il Consiglio Esecutivo Provvisorio. La sua sede fu a Parigi, presso il Palazzo delle Tuileries.
Il primo Comitato di Salute Pubblica fu in parte dominato dalla personalità di Georges Jacques Danton, la cui linea politica era volta alla conciliazione interna alla Rivoluzione e alla pace con le potenze europee con le quali la Francia, come abbiamo detto, si trovava in guerra. Tra l’aprile e il maggio del 1793 il Comitato di Salute Pubblica provvide a estendere il suo controllo sulla società e sull’esercito, inviando nei singoli dipartimenti commissari civili con il compito di verificare lo spirito delle popolazioni e la loro situazione economica e commissari militari presso le truppe con il compito di sorvegliare l’operato dei generali, tenere alto il morale dei soldati e sovrintendere alle forniture di armi.

Il Grande Comitato di Salute Pubblica

Tra il luglio e il settembre 1793 la Convenzione Nazionale riorganizzò per la seconda volta il Comitato di Salute Pubblica che assunse la denominazione, comunque non ufficiale, di Grande Comitato di Salute Pubblica e che risultò composto da dodici membri, tutti di comprovata fede patriottica e rivoluzionaria: Bertrand Barère, Jacques Nicolas Billaud-Varenne, Lazare Nicolas Carnot, Jean-Marie Collot d’Herbois, Georges Couthon, Marie-Jean Hérault de Séchelles, Robert Lindet, Pierre-Louis Prieur detto Prieur de la Marne, Claude-Antoine Prieur-Duvernois detto Prieur de la Côte-d’Or, Maximilien Robespierre, André Jeanbon Saint André, Louis Antoine Saint-Just.
A dicembre la Convenzione Nazionale delegò al Comitato l’esercizio del potere esecutivo sopprimendo nello stesso tempo il Consiglio Esecutivo Provvisorio e conferendogli ampi poteri prima di supervisione poi di decisione in tutti i settori della vita pubblica. Il Comitato di Salute Pubblica si trovò così a dirigere collegialmente la politica interna, l’amministrazione statale, la giustizia, la politica estera, la guerra e l’economia; esso era coadiuvato da dodici Commissioni Esecutive di sua nomina, le quali sostituirono le funzioni che esercitavano i ministri del soppresso Consiglio Esecutivo Provvisorio mentre i precedenti commissari civili e militari furono rimpiazzati con rappresentanti in missione dotati di pieni poteri presso le popolazioni e le forze armate. La sua sede fu, come abbiamo già detto, a Parigi, presso il Palazzo del Louvre.

Il Comitato di Sicurezza Generale

Il Comitato di Sicurezza Generale (in francese Comité de Sûreté Générale) ebbe origine a Parigi dal Comitato di Sorveglianza creato nel 1791 dall’Assemblea Nazionale Legislativa, l’organo che guidò la Francia rivoluzionaria tra l’ottobre 1791 e il settembre 1792. Dopo la caduta della monarchia esso assunse il nome di Comitato di Sicurezza Generale e nell’ottobre 1792 venne riconosciuto ufficialmente dalla Convenzione Nazionale con un decreto. Era composto da dodici membri: Jean-Pierre-André Amar, Moyse Bayle, Joseph-Nicolas Barbeau du Barran, Jacques-Louis David, Grégoire Jagot, Elie Lacoste, Louis-Charles Lavicomterie, Philippe-François-Joseph Le Bas, Jean-Antoine Louis, Philippe Rühl, Marc Guillaume Alexis Vadier, Jean-Henri Voulland.
Il Comitato si configurò subito come un superministero degli Interni o meglio come un’efficiente e spietata centrale di polizia, vero e proprio braccio armato della Rivoluzione, che a partire dal settembre 1793 gestì operativamente il regime del Terrore, il quale dal punto di vista politico rimase però prerogativa del Comitato di Salute Pubblica che dei due organismi fu quello nettamente predominante. Dal Comitato di Sicurezza Generale centrale dipendevano gli agenti nazionali ai quali i vari dipartimenti in cui era stata suddivisa amministrativamente la Repubblica francese dovevano rapportarsi ogni dieci giorni e i Comitati Rivoluzionari, con compiti di sorveglianza, di indagine e di esecuzione delle direttive parigine; questi organismi erano presenti in tutte le piccole e medie città della Francia mentre nelle città più grandi erano tanti quante le sezioni in cui le città stesse si suddividevano. La sede del Comitato di Sicurezza Generale fu a Parigi, presso l’Hôtel de Brionne.

Il governo della disperazione

Un carro conduce i condannati alla ghigliottina

Un carro conduce i condannati alla ghigliottina

Il governo del Comitato di Salute Pubblica e del Comitato di Sicurezza Generale potrebbe essere definito come il “governo della disperazione”: nessun’altra espressione, forse, indicherebbe meglio la situazione estremamente difficile in cui si trovarono a vivere e a operare i rivoluzionari che ne facevano parte. Ma i due Comitati furono anche, come abbiamo visto, un modello di organizzazione e di efficienza, composti da uomini la cui età media era di poco più di trent’anni, tutti di estrazione piccolo-borghese, formatisi culturalmente sui classici greci e latini e sul pensiero dei filosofi illuministi, soprattutto di quelli più radicali (primo fra tutti Jean-Jacques Rousseau), politicamente nei club rivoluzionari, negli incarichi politici ricoperti e nelle infuocate assemblee dei primi quattro anni della Rivoluzione.
Un interessante scritto di Robespierre rivela perfettamente il carattere organizzativo di questo governo rivoluzionario: «Ci vuole un segretario generale di grande merito, un ufficio di segretari particolari intelligenti e patrioti, degli agenti che trasmettano sollecitamente i decreti del Comitato a coloro che devono seguirli: è necessario che gli incaricati dell’esecuzione ne rendano conto al Comitato entro ventiquattro ore; bisogna stabilire a chi affidare le ordinanze e da chi saranno trasmesse; occorrono dei corrieri fidatissimi dipendenti dal Comitato; bisogna che ogni membro del Comitato abbia un incarico particolare e sia circondato da segretari e agenti degni della sua fiducia; bisogna che ogni membro abbia un ufficio personale dove possa lavorare e tutte le comodità materiali necessarie per agire…»
Tutto questo venne realizzato molto bene (nonostante le condizioni difficilissime in cui i Comitati lavorarono e il caos, di cui dicevamo all’inizio, nel quale si svolgevano le loro quotidiane riunioni) e ciò tenendo anche conto delle divergenze sempre più marcate e profonde che progressivamente sorsero tra i loro componenti.
Il Comitato di Salute Pubblica, dominato dalla personalità di Maximilien Robespierre che ne era il presidente e che con Louis-Antoine Saint-Just e Georges Couthon costituì il celebre triumvirato rivoluzionario, fu il vero arbitro della politica della Francia nel periodo più drammatico della Rivoluzione: il Terrore. Proposto dai giacobini e messo all’ordine del giorno dalla Convenzione Nazionale il 5 settembre 1793 per fronteggiare la guerra contro l’Europa, le rivolte interne controrivoluzionarie e la crisi economica, il Terrore si configurò come un vero e proprio regime dittatoriale gestito dal Comitato di Salute Pubblica e dal Comitato di Sicurezza Generale. Poco meno di due settimane dopo, il 17 settembre, la Convenzione consacrò il Terrore approvando la legge dei sospetti in virtù della quale erano considerati nemici della Rivoluzione non soltanto gli aristocratici e gli ecclesiastici, ma anche gli appartenenti alla borghesia e alle classi popolari che non partecipavano alla vita politica, che manifestavano tiepidezza o indifferenza verso la Rivoluzione e che con il loro comportamento, più o meno manifesto, si dimostravano nemici della libertà. Parallelamente la Convenzione Nazionale, con un decreto, stabilì che i due Comitati potevano eleggere direttamente i loro nuovi ed eventuali componenti, sancendone così la preminenza illimitata, soprattutto quella del Comitato di Salute Pubblica in cui si concentravano tutte le funzioni governative, sulle altre istituzioni rivoluzionarie.
Da quel momento fu, come abbiamo già detto, l’inizio del governo della disperazione. Presero così corso i cosiddetti grandi processi voluti dal Comitato di Salute Pubblica che portarono davanti al Tribunale Rivoluzionario, istituito sette mesi prima allo scopo di giudicare ogni azione contraria la Rivoluzione, la Repubblica francese e la sua sicurezza interna ed esterna, l’ex-regina Maria Antonietta e i girondini, questi ultimi peraltro già usciti dalla scena politica tra il maggio e il giugno del 1793, che furono ghigliottinati in ottobre. Il Comitato di Salute Pubblica intervenne anche in ambito militare nominando nuovi e talentuosi generali fedeli alla Repubblica al comando delle armate rivoluzionarie, che tra settembre e ottobre batterono le truppe europee coalizzate a Hondschoote e a Wattignies.
Contemporaneamente il Comitato organizzò una spietata repressione delle rivolte scoppiate in Vandea e in diverse città del centro-sud della Francia: i vandeani vennero annientati a Cholet il 17 ottobre, a Granville e a Savenay tra novembre e dicembre e la loro regione messa ferocemente a ferro e fuoco dalle truppe mandate dalla Convenzione Nazionale mentre i rappresentanti in missione inviati direttamente dal Comitato procedettero a veri e propri stermini di massa con i patiboli multipli installati un po’ dovunque, gli annegamenti di Nantes, la mitraglia di Lione, le fucilazioni di Bordeaux e Tolone.
Nei primi mesi del 1794 si acuì il conflitto tra le fazioni presenti in seno alla Convenzione Nazionale, i cordiglieri arrabbiati guidati da Jacques-René Hébert fautori del Terrore, di una politica sociale ed economica molto radicale e della guerra a oltranza contro l’Europa da un lato, i cordiglieri indulgenti guidati da Georges Jacques Danton favorevoli invece alla fine del Terrore, alla libertà economica e alla pace con l’Europa dall’altro lato. In primavera la lotta tra arrabbiati e indulgenti rischiò di travolgere il governo rivoluzionario, ma il Comitato di Salute Pubblica reagì prontamente e duramente sbarazzandosi prima di Hébert e degli arrabbiati, che furono ghigliottinati il 24 marzo con l’accusa di aver organizzato un’insurrezione contro il governo, poi di Danton e degli indulgenti, che finirono sulla ghigliottina il 5 aprile con l’accusa di corruzione.
Nei due mesi successivi il potere del Comitato di Salute Pubblica fu totale. In maggio Robespierre promosse il culto dell’Essere Supremo con cui volle dare alla Rivoluzione un fondamento etico-religioso, culto che venne celebrato a Parigi l’8 giugno con una grandiosa festa. Due giorni dopo però la Convenzione Nazionale, su proposta della maggior parte dei membri del Comitato di Salute Pubblica, approvò la terribile legge del 22 Pratile con cui ebbe inizio il periodo del Grande Terrore. Questa legge aboliva gli avvocati difensori, l’obbligo di fornire testimonianze orali e prove scritte, l’interrogatorio preliminare degli accusati e prevedeva esclusivamente la pena capitale formulata anche soltanto sulla base di semplici prove morali. In sei settimane il Tribunale Rivoluzionario di Parigi, presso cui erano stati centralizzati tutti i processi, pronunciò 1.376 condanne a morte mentre il Comitato di Sicurezza Generale procedeva ad arresti in massa.
Accanto all’attività politica propriamente detta il Comitato di Salute Pubblica si occupò anche di questioni economiche secondo criteri prettamente dirigisti (economia controllata e diretta dall’autorità statale) per fronteggiare una crisi economica pesantissima, arginare il carovita, sostenere l’esercito in guerra contro l’Europa monarchica. Numerosi furono i provvedimenti adottati dal Comitato: la nazionalizzazione delle industrie, prime fra tutte quelle belliche, la pena di morte per gli speculatori e nel settembre 1793 il calmiere o maximum esteso dapprima ai grani poi a tutti i beni di prima necessità e ai salari: in base a quest’ultimo provvedimento venne stabilito che rispetto al 1790 l’aumento dei prezzi e dei salari non avrebbe dovuto superare rispettivamente il 33,3% e il 50%. Più tardi, nel febbraio 1794, il Comitato di Salute Pubblica decretò che i profitti dei grossisti e dei negozianti non avrebbero dovuto essere superiori rispettivamente al 5% e al 10% del valore delle merci vendute.

La fine dei Comitati

Il 26 giugno l’esercito rivoluzionario otteneva una grande vittoria a Fleurus, in Belgio, contro le armate europee coalizzate allontanando dalla Francia il pericolo dell’invasione. Questo fatto convinse molti membri della Convenzione Nazionale che il regime del Terrore non fosse più necessario, anche perché il bagno sangue che esso aveva provocato con la legge del 22 pratile stava disgustando non soltanto la borghesia, ma anche le classi popolari che avevano sempre appoggiato Robespierre e i giacobini dai quali esse incominciarono a prendere le dovute distanze.
Inoltre il dirigismo del Comitato di Salute Pubblica stava scontentando tutti: la borghesia, che era impossibilitata a svolgere le attività imprenditoriali, le classi popolari, che non riuscivano a migliorare le loro precarie condizioni di vita. A determinare la fine dei Comitati intervennero poi altri eventi: il tentativo da parte del Comitato di Salute Pubblica di esautorare la Convenzione Nazionale che nella sua sovranità non poteva tollerare poteri superiori; il vasto programma di riforme economiche e sociali che il Comitato di Salute Pubblica intendeva realizzare attraverso la confisca dei beni della borghesia, accusata di indebolire dall’interno la Rivoluzione, e la loro successiva distribuzione alle classi popolari, programma che spaventò la Convenzione Nazionale la cui composizione sociale era di estrazione borghese; i contrasti sempre più accesi tra i componenti dei Comitati e tra i Comitati stessi, soprattutto dopo la creazione da parte del Comitato di Salute Pubblica di un Ufficio di Polizia proprio che operava in aperto conflitto con quello del Comitato di Sicurezza Generale.
Si giunse così al famoso colpo di stato del 9 termidoro (27 luglio) 1794, che vide rivoluzionari moderati e rivoluzionari estremisti alleati con alcuni membri dei Comitati (Billaud-Varenne, Collot d’Herbois e Carnot del Comitato di Salute Pubblica, Amar, Jagot, Vadier e Voulland del Comitato di Sicurezza Generale) contro Robespierre, Saint-Just e Couthon che insieme ad altri giacobini furono estromessi dalla scena politica e mandati alla ghigliottina il giorno dopo. Era la fine dei Comitati, che sopravvissero ancora per qualche tempo: quello di Salute Pubblica continuò a occuparsi della politica estera e della guerra fino alla sua soppressione nel 1795; quello di Sicurezza Generale fu sciolto dal nuovo governo del Direttorio che nel 1796 creò il Ministero di Polizia Generale.

Per saperne di più
G. Belloni, Le Comité de Sûreté Générale de la Convention Nationale, Paris, 1924
M. Bouloiseau, Le Comité de Salut Public (1793-1795), Paris, 1980
F. Furet – D. Richet, La Rivoluzione francese, trad. it., Bari, 1974
S. Luzzato, Il Terrore ricordato, Torino, 1989
A Mathiez, Carovita e lotte sociali sotto il Terrore, trad. it., Torino, 1949
R. Palmer, Le Gouvernement de la Terreur: l’année du Comité de Salut Public, Paris, 1980