I PAPI DEL CONCILIO DI TRENTO: GIULIO III

di Giancarlo Ferraris -

 

Giulio III fu un grande papa che dovette misurarsi con un’epoca segnata dalla sfida del protestantesimo. Al governo dello Stato Pontificio e alla politica estera (segnata dalla guerra tra Francia e Spagna), il papa romano affiancò un’opera di mecenatismo nelle arti e nella cultura che avrebbe segnato Roma per sempre.

 

 

Le origini, la formazione e la carriera

L’umanista Girolamo Muzio, autore di rime e di trattati, in una lettera inviata a Ferrante I Gonzaga, noto condottiero dell’epoca, così definì papa Giulio III, dopo che in occasione del suo primo concistoro ebbe nominato cardinale il nipote adottivo Innocenzo del Monte di appena diciassette anni: «Hor di questo nuovo papa universalmente / se ne dice molto male; che egli è vitioso, / superbo, rotto et di sua testa».
Papa Giulio III, al secolo Giovanni Maria Ciocchi del Monte, nacque il 10 settembre 1487 a Roma dal giurista Vincenzo Ciocchi del Monte e Cristofora Saracini. Fu educato in una scuola prestigiosa della sua città natale ed ebbe come tutore l’umanista Raffaele Lippo. Successivamente studiò diritto civile e diritto canonico presso le Università di Perugia e di Siena. Dopo essere stato avviato alla carriera ecclesiastica dalla famiglia si dedicò agli studi di teologia. Nel 1513 fu consacrato vescovo, nel 1514 venne elevato ad arcivescovo e nel 1536 fu creato cardinale; non si conosce l’anno dell’ordinazione sacerdotale. Sia prima che dopo tali nomine ricoprì numerosi incarichi ecclesiastici in ambito prettamente religioso, amministrativo e diplomatico: fu vescovo di Pavia e Palestrina, prefetto di Roma, legato pontificio a Perugia, dove fu anche governatore, a Parma, Piacenza e Bologna. Scampò fortuitamente al sacco di Roma perpetrato dai lanzichenecchi nel 1527.

L’elezione a pontefice e l’attività

Giovanni Maria Ciocchi del Monte divenne il 221° pontefice della Chiesa di Roma con il nome di Giulio III il 7 febbraio 1550, dopo un conclave, l’assemblea del Collegio cardinalizio preposta all’elezione del papa, durato settantuno giorni e al quale parteciparono cinquantuno porporati suddivisi in correnti. L’elezione di Giulio III fu notevolmente favorita dell’appoggio che gli dette la potente famiglia Farnese. Il 22 febbraio successivo venne incoronato. Paolo III e Marcello II furono rispettivamente il suo predecessore e il suo successore. Giulio III morì a Roma il 23 marzo 1555. Fu seppellito nell’antica Basilica di San Pietro in Vaticano, che venne demolita nel corso del XVII secolo, nell’area attualmente occupata dalla Basilica di San Pietro.
Gli ambiti in cui papa Giulio III operò furono la lotta al protestantesimo, la Riforma cattolica, la Controriforma cattolica, il governo dello Stato Pontificio, la politica estera, il mecenatismo nelle arti e nella cultura. In particolare egli fu il pontefice che continuando il Concilio di Trento protrasse il periodo della Riforma cattolica, la quale prese coscienza dell’avvento del mondo protestante e della diversità che lo separava da essa, procedette alla ridefinizione dei dogmi del cattolicesimo, attuò un vasto processo di rinnovamento delle sue strutture e dette inizio anche a un processo di disciplinamento della società rimastale fedele, partendo dalle istituzioni e dalle classi sociali più elevate fino a coinvolgere le masse popolari. Giulio IIII inoltre, attraverso la prosecuzione del Concilio di Trento, continuò il processo di strutturazione dogmatica della Chiesa di Roma in una vera e propria monarchia assoluta dal punto di vista religioso facente capo alla figura del pontefice.
Relativamente alla lotta contro il protestantesimo durante il pontificato di Giulio III ripresero per poco tempo i lavori del Concilio di Trento (1545-1563), volto com’è noto a definire i dogmi del cattolicesimo e a rinnovare le strutture della Chiesa di Roma. Tali lavori si erano interrotti dal 1549 al 1551 per poi riprendere brevemente tra il 1551 e il 1552 e interrompersi di nuovo dal 1552 al 1562.
Nell’ambito della Riforma cattolica Giulio III nel 1550 con la bolla Exposcit debitum approvò in modo definitivo la Compagnia di Gesù. Papa Giulio III continuò altresì la preparazione della successiva Controriforma cattolica ovvero non solo la lotta al protestantesimo, ma anche l’effettivo rispetto dell’ortodossia cattolica come sarebbe poi stata definita ufficialmente dal Concilio di Trento insieme alla repressione di ogni forma religiosa e culturale non conforme ai dettami della Chiesa di Roma sia dentro la Chiesa stessa che nel mondo cattolico. Il papa rafforzò i poteri della Congregazione del Sant’Uffizio, che composto da nove cardinali con l’incarico di sovrintendere al Tribunale dell’Inquisizione (detto anche Inquisizione romana) aveva com’è noto la funzione di indagare sull’eventuale eterodossia degli imputati, i quali, se riconosciuti colpevoli, venivano affidati al braccio secolare vale a dire all’autorità politica per l’esecuzione della sentenza capitale. Nel 1559 poi papa Paolo IV istituì anche la Congregazione dell’Indice dei Libri Proibiti, che annoverava tutte quelle opere, periodicamente aggiornate, la cui lettura per ragioni filosofiche, morali e teologiche era vietata.
Giulio III nel corso del suo pontificato con la bolla Si pastores ovium del 1550 aprì IX Giubileo o Anno Santo della Chiesa cattolica volto a promuovere la santità di vita. L’evento annotò da un lato una limitata partecipazione di fedeli, dall’altro lato una notevole presenza di delegazioni statali sia italiane che straniere. Il pontefice indisse anche quattro concistori, le riunioni del Collegio cardinalizio, creando venti nuovi porporati e fondò diocesi in Portogallo, Brasile, Bolivia nonché nella regione storica della Mesopotamia.
Per quanto riguarda il governo dello Stato Pontificio Giulio III adottò dei provvedimenti a favore degli ebrei, confermandone le costituzioni, regolamentando i matrimoni misti tra cattolici ed ebrei e proibendo il battesimo forzato dei bambini appartenenti a famiglie ebree senza il consenso dei genitori.
Per quanto concerne la politica estera Giulio III si ritrovò coinvolto come Paolo III nella guerra tra Francia e Spagna (1521-1559). Il pontefice si schierò dapprima con l’imperatore Carlo V poi cercò di avvicinarsi al re di Francia Enrico II di Valois, che era succeduto a Francesco I. Le grosse difficoltà causate dal conflitto in cui finirono per ritrovarsi i due contendenti permisero a Giulio III, tra il 1551 e il 1552, di sistemare nella penisola alcune questioni territoriali pertinenti la famiglia Farnese, che lo aveva sostenuto nell’elezione al soglio papale e nei confronti della quale era in forte debito.
Giulio III fu un mecenate nelle arti e nella cultura. Ordinò all’interno del complesso urbanistico di Villa Giulia, la sua dimora romana dove organizzava sontuosi eventi, la costruzione della Chiesa di Sant’Andrea in ricordo della fuga durante il sacco dei lanzichenecchi. L’edificio venne progettato dal celebre architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola. Successivamente lo scultore Vincenzo Danti realizzò una grande statua bronzea rappresentante il pontefice, che venne collocata a Perugia vicino al Duomo della città. A Roma Giulio III fondò il celebre Collegio Germanico, un istituto destinato a preparare quegli ecclesiastici che avrebbero svolto un’opera di evangelizzazione cattolica nella Germania protestante. Infine nominò il musicista Giovanni Pierluigi da Palestrina maestro di cappella della Basilica di San Pietro in Vaticano.

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Per saperne di più
L. Cristiani, “La Chiesa al tempo del Concilio di Trento (1545-1563)” in Storia della Chiesa dalle origini ai giorni nostri a cura di A. Fliche e V. Martin, trad. it., Torino, 1977, vol. XVII
J. Delumeau, Il cattolicesimo dal XVI al XVIII secolo, trad. it., Milano, 1976
“Giulio III” in Dizionario Biografico degli Italiani in www.treccani.it
“Giulio III” in Enciclopedia dei Papi in www.treccani.it
G. Martina, Storia della Chiesa da Lutero ai nostri giorni. 1. L’età della riforma, Brescia, 1993
L. von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medioevo, trad. it., Roma, 1958-1965, vol. XIII