I NOVE PONTIFICATI PIÙ BREVI DELLA STORIA

di Matteo Buzzurro -

 

Nella storia della Chiesa il pontificato non è stata sempre una carica longeva come è accaduto spesso nel Novecento. Ci sono stati papi che non sono riusciti a varcare neanche il mese di ministero.

Nell’immaginario collettivo un pontificato è sinonimo di durevolezza, basti pensare a quelli di Giovanni Paolo II e di Leone XIII. A parte la breve meteora di Giovanni Paolo I, di appena trentatré giorni, non abbiamo mai avuto conoscenza di veri pontificati brevi. Eppure lungo la storia ce ne sono stati alcuni che non hanno coperto nemmeno due settimane di vita. Per alcuni addirittura non vi fu neanche l’incoronazione o la consacrazione. Nei secoli di storia vaticana, nove furono i pontificati più brevi della storia, quelli cioè che non superarono neanche un mese di vita.

La tomba di Leone XI nella basilica di San Pietro.

La tomba di Leone XI nella basilica di San Pietro.

Il nono pontefice più breve della storia fu Leone XI al tempo di Alessandro de’ Medici, con i suoi ventisei giorni dal primo aprile 1605 al 27 aprile 1605. Alla morte di papa Clemente VIII tutte le potenze europee cominciarono a stabilire i propri papabili, Enrico IV con i cardinali filofrancesi avrebbero accettato ben volentieri due nomi su tutti: Alessandro De’ Medici o lo storiografo cardinale Cesare Baronio. Altri, come gli spagnoli, non avrebbero visto con occhio malevolo figure di spessore e di transizione come il settantanovenne Tolomeo Galli.
Il conclave che si aprì il 14 maggio del 1605 composto da sessantanove cardinali ebbe una preponderanza assoluta di italiani: ben cinquantasei con solo tredici stranieri. Con il risanamento della spaccatura tra i cardinali filofrancesi e quelli filospagnoli, identificati nei cardinali Aldobrandini e Peretti, ricondussero l’elettorato verso un cardinale che seppur filofrancese era ben accetto dalla monarchia spagnola, e quindi il 2 aprile Alessandro De’ Medici salì al soglio di Pietro con il nome Leone XI.
La politica del neo eletto fu improntata sin da subito sul porre in posizione primeggiante la città di Firenze e chi aveva fatto sì che fosse stato eletto, a scapito della famiglia: non fu dunque un caso che nessuno della famiglia Medici, per la quale i legami famigliari erano sempre stati storicamente determinanti, fosse presente alla presa di possesso il 17 aprile. Il pontificato di Leone XI fu subito improntato verso una politica antiturca e verso una riforma del Sacro Collegio al quale il papa voleva affidare il segreto nelle votazioni togliendo l’adorazione pubblica; ciò che però stupì fu la sua politica antifrancese e a favore della Spagna. Il papato di Leone XI, il nono più breve della storia, fu contraddistinto da una rottura profonda sia con i clientelismi degli Stati nazionali sia con la propria famiglia, tanto da negare al nipote Ottaviano la porpora cardinalizia. Ciò che invece stupì fu la sinergia con le famiglie nobili romane e fiorentine alle quali il pontefice aveva garantito privilegi e cariche importanti. Sulla morte di Leone XI – avvenuta a Roma il 27 aprile 1605 dopo appena 27 giorni di pontificato – non si hanno grandi notizie: secondo alcune fonti durante la presa di possesso il papa prese un’influenza che scaturì in una polmonite.

L’ottavo pontificato più breve fu quello di Pio III al tempo Francesco Todeschini Piccolomini, sul soglio dal 22 settembre 1503 al 18 ottobre 1503. Appartenente alla famiglia senese dei Piccolomini, Francesco fu nipote di papa Pio II che lo creò cardinale in buon stile nepotista il 5 marzo 1460. Il cardinale Piccolomini fu aperto oppositore della politica dissoluta di Alessandro VI e ne rappresentò un oppositore sia da vivo che in conclave. Alla morte di papa Borgia il 18 agosto 1503 la spaccatura fu di non molto rilievo, in quanto la figura dominante, quella di Giuliano della Rovere, fu chiara e decisa. All’apertura del conclave il 16 settembre subito le dinamiche sembrarono portare verso il cardinale Piccolomini che in sei giorni fu eletto papa con il nome di Pio III. Essendo cardinale diacono, prima di prendere possesso del soglio fu ordinato sacerdote il 30 settembre e consacrato vescovo il primo ottobre proprio dal cardinale Giuliano della Rovere, e incoronato l’8 ottobre.
La politica di Pio III fu improntata soprattutto a un netto favoreggiamento dei banchieri senesi, soprattutto del banchiere Giulio Spannocchi, e a un forte appoggio alla propria famiglia, con la nomina di Giovanni Piccolomini ad Arcivescovo di Siena. Il suo pontificato portò a un riavvicinamento alla famiglia Borgia: da qui la nomina di Cesare Borgia a gonfaloniere e vicario dell’Emilia Romagna. L’11 ottobre papa Pio III propose nel suo primo concistoro la porpora cardinalizia per François-Guillaume Castelnau de Clermont-Lodève, arcivescovo di Narbonne, e al nipote Giovanni Piccolomini neo arcivescovo di Siena, ma una fervente opposizione del collegio – capeggiata da Giuliano della Rovere – glielo impedì. A quest’opposizione il papa non riuscì d opporsi anche per le sue scarne condizioni di salute dovute al sopraggiungere di un’ulcera alla gamba di non meglio specificata natura: molti sospettarono un avvelenamento ma la ragione con ogni probabilità era dovuta alla cattiva alimentazione. Il 18 ottobre 1503 papa Pio III morì dopo 26 giorni di pontificato.

Un salto di mezzo millennio ci porta al settimo pontificato più breve, quello di Damaso II nel 1048. La fuga di Benedetto IX, avvenuta il 17 luglio del 1048, portò a una decisione rapida e repentina riguardo il successore. Il nuovo papa Damaso, di nazionalità bavarese proveniente da Poppone (l’attuale Bressanone) in piena “natione Noricus, qui alio vocabulo Bayuuarius dicitur” , fu imposto dall’imperatore Enrico III neo imperatore incoronato appena sette mesi prima a Natale del 1047. Era stato l’imperatore a decidere di rimuovere il pontefice regnante con uno di sua fiducia. La politica di Damaso fu palesemente clientelare, a vantaggio dell’imperatore: ciò lo portò ben presto ad essere inviso alla nobiltà, e il 9 agosto – dopo appena ventitré giorni – morì avvelenato. Nel suo breve pontificato Damaso riuscì a nominare cardinale Altwin e a imporlo come vescovo di Bressanone.

Per trovare il sesto papato più breve bisogna tornare al Cinquecento con Marcello II. Marcello Cervini nacque di famiglia della nobiltà anconitana, fece la sua formazione presso l’arcivescovo di Siena Giovanni Piccolomini, nipote di papa Pio III, e ben presto divenne uno dei segretari più stretto del cardinal Alessandro Farnese, destinato di lì a poco diventerà papa Paolo III. La scalata di Cervini sfociò nella sua creazione a cardinale avvenuta il 19 dicembre 1539. Con la morte di papa Paolo III l’elezione del cardinal Del Monte con il nome di Giulio III nel 1550 accrebbe la sua importanza e dallo stesso papa, nello stesso anno, guidò la Congregazione per la riforma ecclesiastica.
Alla morte di Giulio III nel 1555 il 6 aprile si aprì un conclave diviso in più fazioni: da una parte i francesi, che portarono come candidato ideale il cardinale Ippolito D’Este, e dall’altra i filoasburgici e il cardinal Pietro Carafa , che vedevano di buon occhio il cardinale Cervini. Lo scontro fu vinto dal cardinale Cervini, che ottenne i numeri per essere eletto il 9 aprile del 1555. Il suo pontificato fu breve e nella sua brevità si dimostrò intriso di semplicità: l’idea stessa di non modificare il suo nome come segno di continuità con l’opera compiuta negli anni precedenti, anche se molti pensarono più al fatto di chiamarsi come San Marcello papa venerato nella zona anconetana e quella di non fare trasferire la propria famiglia a Roma non concedendo benefici alcuni indicarono un pontificato dettato dalla rottura con le pratiche usuali dei pontefici. Il 30 aprile il papa fu colpito da un colpo apoplettico che lo uccise il giorno dopo il primo maggio 1555 ad appena ventidue giorni di pontificato e all’eta di 54 anni.

Il quinto pontificato più breve riporta al IX secolo con papa Teodoro II. Di questo pontefice non abbiamo notizie particolari, sappiamo che nacque a Roma da un certo Fozio probabilmente greco, il fratello fu Teodosio vescovo. Fu un oppositore strenuo di Stefano VI nella lotta contro papa Formoso. Teodoro partecipò, come osservatore, agli Horrenda Synodalia che condannarono papa Formoso ad essere gettato nel Tevere. Alla morte di Stefano VI nell’897 successe ad agosto Romano, che rimase al potere per tre mesi. Ad inizi di dicembre 897 fu eletto. Il suo pontificato all’insegna di una damnatio memoriae di Stefano VI sfociò nel ritrovamento e deposizione del corpo di papa Formoso, chiudendo di fatto l’epoca che contraddistinse gli Horrenda Synodalia. La sua morte precoce fece nascere dei sospetti mai confermati dalle fonti.

Il quarto pontificato più breve fu quello di papa Sisinnio, regnante dal 15 gennaio al 4 febbraio 708. Nato in Siria intorno al 650 dal padre di nome Giovanni, Sisinnio fu chiamato a succedere al soglio all’età di 58 anni, già gravemente ammalato di gotta (vir podagrico). Le fonti dicono addirittura che alla sua elezione Sisinnio era incapace addirittura di cibarsi autonomamente, tanto grave fosse la sua situazione fisica : “Qui vir podagrico humore ita tenebatur constrictus ut sibi cibum propriis manibus exhibere non valeret.”
Pur essendo in condizioni fisiche precarie il suo comando fu saldo: Sisinnio riuscì, nel breve suo pontificato, ad apportare restauri delle opere murarie (cfr. “Qui et calcarias pro restauratione murorum iussit dequoquere”), e riuscì anche a nominare un vescovo in Corsica, del quale non ci è pervenuto il nome (cfr. “Fecit autem episcopum in insula Corsica unum”). Morì di gotta i 4 febbraio 708.

Il terzo pontificato più breve fu quello di Celestino IV. Goffredo Castiglioni nacque da una famiglia della nobiltà milanese da Giovanni Castiglioni e Cassandra Crivelli nipote di papa Urbano III. Sulla nascita non abbiamo notizie certe: divenne cardinale presbitero di San Marco 1227 , nel 1229 Legato di papa Gregorio IX. Ciò fa supporre che la sua nascita possa essere a cavallo del periodo di pontificato di papa Urbano III intorno al 1180.§
Alla morte di Gregorio IX il collegio dei cardinali si trovò dinanzi ad una decurtazione di numero, in quanto due porporati erano stati fatti prigionieri dall’imperatore Federico II (Giacomo da Pecorara e Ottone da Tonengo). Per evitare che la scelta si protrasse più del dovuto sia per la politica ma anche per le casse di Roma stessa, il senatore di Roma Matteo Rosso Orsini fu costretto in piena estate a rinchiudere i porporati nell’antico e rovinato palazzo di Settimio Severo, il cosidetto Septizonium, con scorte di cibo razionate. Il conclave come da copione si protrasse a lungo: i cardinali non abituati a subire una Roma estiva, in precarie condizioni igienico-sanitarie e con un cardinale deceduto (Roberto da Somercotes) elessero il 25 ottobre Goffredo Castiglione che divenne Celestino IV.
L’uscita dei porporati fu traumatica: il neopontefice fece in tempo ad insediarsi in Laterano prima di morire, dopo appena diciassette giorni di pontificato, il 10 novembre 1241. Sulle cause della morte tutte le fonti sembrano ricondurre al regime di segregazione durante il conclave, misto alle condizioni di anzianità del pontefice (cfr. … vita et scientia laudabilis, senex tamen et infirmus). Secondo altre fonti, come i Gesta Treverorum, il pontefice fu avvelenato.

A Bonifacio VI spetta il secondo pontificato più breve della storia. Nacque da famiglia romana e secondo le fonti venne scomunicato da Giovanni VIII per la sua condotta dissoluta. Essendo di un partito avverso al papa, nulla lascia escludere che questa fosse una causa fittizia. Fu creato cardinale da papa Formoso e il 10 aprile 896 gli successe in una Roma falcidiata dalle lotte tra filogermanici e filospoletini. Il suo pontificato finì dopo appena quindici giorni. il 26 aprile 896. Sulle cause della morte le fonti non esprimono pareri.

Urbano VII

Urbano VII

Il pontificato più breve in assoluto fu di Urbano VII, nato Giovan Battista Castagna da famiglia della nobiltà genovese, figlio di Cosimo Castagna e Costanza Ricci Giacobazzi nipote del cardinale Cristoforo Giacobazzi. Urbano VII fu un insigne giurista, frequentò le università più importanti laureandosi e conseguendo dottorato “in utroque iure”. Il 4 marzo 1553 divenne cardinale vescovo. Morto Sisto V il 27 agosto 1590, il 7 settembre iniziò il conclave: fallita sin da subito la candidatura del cardinale Marcantonio Colonna prese piede quella del cardinale Castagna che, benché avesse la maggioranza numerica, non riuscì ad ottenere quella effettiva, osteggiata dal cardinale di Alessandria Michele Bonelli. Il motivo della resistenza al Castagna consistette in accuse mai provate di assassinio ai tempi dell’università e di una sua relazione con una donna dalla quale avrebbe avuto una figlia. Le accuse non vennero mai provate e il 15 settembre Castagna venne eletto papa con il nome di Urbano VII. L’elezione rafforzò ancora una volta l’estromissione dalla carica pontificale delle famiglie romane. Il primo adempimento che Urbano VII mise in atto fu l’attuazione dei decreti tridentini, dei quali non riuscì però a vedere il compimento in quanto una febbre malarica lo colpì e lo costrinse a letto una settimana, prima di ucciderlo il 27 settembre 1590. Ad oggi, è suo il pontificato più breve della storia ufficiale ma non fu suo in senso assoluto: un pontefice di nome Stefano II, infatti, avrebbe in realtà la palma del papato più breve (quattro giorni) ma la mancanza di consacrazione non lo rende annoverabile tra i papi.

Per saperne di più

Sanfilippo M., “Leone XI” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Sanfilippo M., “Pio III” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Bertolini P., “Damaso II” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Lorè V., “Teodoro II” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Brunelli G., “Marcello II” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Sansterre J.M., “Formoso” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Buzzurro M., Horrenda Synodalia: la politica formosiana e il processo al cadavere, in “In Storia”, n.157, Roma, 2021.
Lorè V., “Stefano VI” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Paravicini Bagliani A., “Celestino IV” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.
Benzoni G., “Urbano VII” in Enciclopedia dei papi, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.