GIUSEPPE MARIA GIULIETTI: GARIBALDINO, GEOGRAFO, ESPLORATORE

di Mario Veronesi -

Fu uno degli artefici dell’espansione coloniale italiana in Africa Orientale. Lasciò numerose relazioni dei suoi viaggi di ricognizione morfologica e naturalistica nell’entroterra della baia di Assab e nella zona di Harar.

Giuseppe Maria Giulietti - www.silaro.net

Giuseppe Maria Giulietti – www.silaro.net

Giuseppe Maria Giulietti nasce a Casteggio, in provincia di Pavia, il 28 dicembre 1847. Dopo gli studi presso il Collegio Nazionale di Voghera, all’età di diciotto anni si arruola nelle truppe di Garibaldi partecipando alla terza guerra d’indipendenza (1866), dove viene promosso caporale sul campo nel combattimento di Vezza, in Trentino. Nel 1870 si trasferisce a Genova, dove frequenta assiduamente il Museo Civico di Scienze Naturali. Qui conosce Giacomo Doria, che lo propone come organizzatore logistico per una spedizione in Etiopia, nello Scioa, di Orazio Antinori, che sarebbe partita dall’Italia nel marzo del 1876.
La prima missione del Giulietti ebbe inizio nel 1879 quando, dopo aver toccato i principali porti egiziani e la colonia inglese di Aden, giunse a Zeila, da cui partì con Sebastiano Martini Bernardi e Pietro Antonelli verso lo Scioa, dirigendosi ad Ambos e separandosi poi da lui per ripartire da solo alla volta di Harar. Di questo viaggio il Giulietti scrive diverse relazioni pubblicate nel 1880 in Cosmos e nel Bollettino della Società Geografica Italiana, dando prova delle sue competenze in ambito geografico e topografico. Dopo una breve sosta in Europa, riparte per l’Africa alla fine del 1880 con l’obiettivo di esplorare la costa occidentale del Mar Rosso, da Assab verso la regione interna di Danakil.

Rubattino-a-thumb-400x283Il ruolo di Giulietti nel territorio africano divenne ancor più rilevante quando, di ritorno dalla prima spedizione, fu incaricato da Raffaele Rubattino – che attraverso il missionario esploratore Giuseppe Sapeto aveva acquistato nel 1869 tramite la sua compagnia la Baia di Assab in Eritrea (poi ceduta al governo italiano, ormai avviato verso l’espansione coloniale) – di fermarsi ad Assab, allo scopo di coadiuvare e dirigere le attività della “fattoria commerciale”, come veniva definito il possedimento. E’ da notare, infatti, il risvegliato interesse per Assab, nello stesso periodo, da parte della Società Geografica Italiana, che tra il 1879 e 1880 organizzò una spedizione a scopi scientifici e commerciali a cui presero parte Beccari, Doria e lo stesso Sapeto.
Da parte sua il Giulietti sviluppa ad Assab un progetto di colonizzazione del territorio in funzione commerciale e militare, dando il proprio contributo nell’esplorazione dei nuovi territori, che in quel periodo venivano posti sotto il controllo italiano. La Società Rubattino, infatti, attraverso il suo agente Sapeto, entra in possesso di tutti i territori che si affacciavano nella baia di Assab e il Giulietti ha l’incarico di esplorare le aree circostanti il possedimento italiano. Tra il marzo e l’aprile 1880 egli effettua, con il guardiamarina A. Colombo, tre escursioni per il riconoscimento morfologico e naturalistico. Con la prima si propone di raggiungere le sorgenti del torrente Mara in direzione sud-ovest e di identificare la pianura tra il mare, i monti Ascal e il monte Musalli. La seconda ha come obiettivo le saline di Ras Darmah in direzione nord-nordovest verso Ras Beylul. La terza ed ultima escursione si diresse a sud in direzione di Raheita attraverso la valle, ancora inesplorata, del fiume Gualima.
Nello stesso anno la Società Geografica Italiana sull’ultimo fascicolo del suo Bollettino, pubblica, a cura di Carlo de Amezaga, il “Rilievo della parte nord dei possedimenti italiani e della zona circostante tra la valle del Mara e il Ras Darmah (baia di Bahilul), basato specialmente sulle escursioni eseguite nel marzo ed aprile 1880 da G. M. Giulietti e dal guardiamarina Colombo”. Mentre l’anno dopo, l’Istituto Geografico Guido Cora di Torino pubblica la “Carta originale delle regioni Galla, Somali, Adal tra il Golfo di Tegiura e Harar specialmente secondo i rilievi di G.M. Giulietti, 1879, e le esplorazioni anteriori di Harris, Burton, Chiarini, Cecchi e altri”.

La battaglia di Dogali, nel 1887, segnò la fine della prima fase dell'espansione italiana in Africa Orientale

La battaglia di Dogali, nel 1887, segnò la fine della prima fase dell’espansione italiana in Africa Orientale

Verso la fine del 1880 Giulietti viene nominato segretario del console Branchi, inviato dal governo italiano come commissario civile ad Assab. Il Giulietti nel 1881 prepara un progetto di viaggio verso l’interno con il quale si propone di giungere nell’Aussa, allo scopo di aprire una via commerciale tra Assab, il paese dei Galla e lo Scioa. La Società Geografica Italiana sostiene la spedizione finanziandola e fornendo strumenti tecnici. Da Assab dove il Giulietti inizia la sua attività, prende contatti con i notabili di Aden e Moca, per l’acquisto degli animali da soma e del materiale necessario per la spedizione nell’Aussa.
L’11 aprile 1881 parte da Assab una spedizione intenzionata ad aprire una via di comunicazione fra la colonia e il Tigrè (Etiopia). La spedizione è guidata da Giuseppe Maria Giulietti che porta con sè il sottotenente di vascello Giuseppe Biglieri, dieci marinai della nave Ettore Fieramosca, due operai italiani, due etiopi e un interprete sudanese, per un totale di 17 persone tutte bene armate. Nel frattempo la mancanza di notizie sulle popolazioni che incontreranno lungo la strada, spinge il governo Cairoli a vietare l’esplorazione. Purtroppo il divieto arriva troppo tardi, quando il gruppo ha già lasciato Assab. Il 25 maggio la spedizione viene attaccata e massacrata; tutti gli omini vengono uccisi. Probabilmente dopo la partenza da Assab il gruppo si era diretto verso il villaggio di Beilul, dove aveva sostato per un paio di settimane. Sembra che per ragioni poco chiare, siano sorti dissapori tra lo sceicco Mohammed Akito, suo figlio Omar e gli italiani. Probabilmente era seguita la decisione di attaccare la spedizione una volta che si fossero allontanati da Beilul, cosa che puntualmente avvenne.
Questo massacro, suscitò molto scalpore nell’Italia dell’epoca, e nonostante le forti pressioni per uno sbarco militare a Beilul, sostenuto, sia dal commissario civile Giovanni Branchi, che dal capitano di fregata Galeazzo Frigerio, il ministro degli esteri Mancini, decise di rinunciare ad una rappresaglia che avrebbe causato attriti con l’Egitto, sotto la cui sovranità si trovava il luogo dell’eccidio. Pertanto ci si accontentò di una commissione d’inchiesta egiziana, presieduta da Ibrahim Rushdi Pascià, che naturalmente non portò a nulla, come del resto una seconda commissione d’inchiesta, sempre egiziana, istituita dopo le proteste italiane per le conclusioni della prima.
Nel 1929 la spedizione in Etiopia organizzata e diretta da Raimondo Fianchetti scoprì un grande lago vulcanico che in onore del Giulietti fu chiamato “Lago Giulietti” (con la fine dell’occupazione italiana prese il nome di lago Afrerà). Le spoglie di Giulietti furono rinvenute dallo stesso Fianchetti che le fece trasportare in Italia. Le Memorie di Giuseppe Maria Giulietti furono pubblicate nel 1882 dalla sorella Elena Giulietti Venco.

Per saperne di più
M. Baratta, Giuseppe Maria Giulietti - Istituto di Geografia dell’Università, Pavia, 1927.
C. Bertacchi, Geografi ed esploratori italiani contemporanei – De Agostini, Milano, 1929.
A. Brunialti, “La missione Giulietti e il Governo italiano, in Cosmos, vol. VII, n.1, 1884.
M. Carazzi, La Società Geografica Italiana e l’esplorazione coloniale in Africa 1867-1900Firenze, 1972.
G. Puglisi, “Giuseppe Maria Giulietti”, in Chi è? dell’Eritrea – Asmara, 1952.
A. Volterra, “Giuseppe Maria Giulietti”, in Dizionario biografico degli Italiani - Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1999.
Achille Bizzoni, L’Eritrea nel passato e nel presente – Milano, Società Editrice Sonzogno, 1897.
Aldo Marchese, G. M. Giulietti – Milano, Italica Editoriale, 1938