EPANASTAIKI ORGANOSI ‘17 NOEMVRI’, TERRORE IN GRECIA
di Renzo Paternoster -
È stata l’organizzazione eversiva di estrema sinistra più misteriosa d’Europa nel secolo scorso. Un gruppo terroristico che ha agito in Grecia per ventisette anni senza mai essere scoperto.
Il 14 novembre 1973 migliaia di studenti greci cominciano una protesta contro la giunta militare che governava il Paese dal 1967. Occupano l’Università Nazionale Tecnica di Atene (il Politecnico) e trasmettono messaggi di resistenza contro la giunta fascista attraverso la stazione radio che hanno realizzato. In breve tempo migliaia di persone si radunano attorno al Politecnico.
Il 17 novembre 1973 la giunta militare ordina di mettere fine alla rivolta. Il mattino del 17 novembre viene proclamata la legge marziale e il coprifuoco. Un carroarmato sfonda le porte dell’Università e l’esercito inizia una violenta operazione militare. Sono uccisi ventiquattro civili, tra cui un bambino di cinque anni.
Appena dopo la caduta della dittatura, un gruppo di ragazzi di estrema sinistra decidono di passare alla lotta armata chiamandosi, a ricordo di quella giornata, “Organizzazione Rivoluzionaria ‘17 novembre’ (17N)”, in greco Epanastaiki Organosi ‘17 noemvri’. La dittatura è terminata, ma i militanti dell’organizzazione armata considerano il nuovo assetto politico corrotto dall’ingerenza statunitense e screditato a causa della vicenda di Cipro (nel 1974, dopo un fallito colpo di Stato guidato da Atene, il governo turco ha occupato il 48% della vicina isola di Cipro. Cfr. il mio Cipro, l’isola del Mediterraneo ostaggio della storia, in “Storia in Network”, n 120, ottobre 2006, http://win.storiain.net/arret/num120/artic7.asp).
I partiti comunisti combattenti attivi negli anni Settanta e Ottanta del XX secolo hanno tratto la propria ispirazione dal marxismo-leninismo, visto come ideologia monopolizzante e strumento di lotta contro il neofascismo, a livello interno, e contro l’imperialismo, specie quello statunitense, a livello inter¬nazionale. Questi “partiti armati” si formano in seguito alla conversione dei vari partiti comunisti ortodos¬si nazionali alla socialdemocrazia. Seppur convinti di far parte integran¬te dell’internazionalismo proletario, l’operato dei partiti co¬mu¬nisti combattenti europei si è svolto sostanzialmente all’in¬ter¬no dei singoli Stati in via autonoma, con alcune forme di supporto reciproco e azioni congiunte. Rispetto ai “colleghi” di estrema destra, i partiti comunisti combattenti utilizzano l’azione diretta e mirata, con omicidi politici e attentanti selettivi.
Il terrorismo non è altro che «la prepotenza dei fatti per togliere autonomia alla politica, attraverso strutture e modalità clandestine, con l’utilizzo deliberato e sistematico di mezzi che generano terrore in una determinata popolazione in modo da alterarne profondamente l’assetto politico-culturale, di farle mutare in senso involutivo programmi e posizioni, di compromettere profondamente la sua identità tradizionale, debilitandola, sia con atti sia con minacce, per poterla meglio dominare o plasmare». [R. Paternoster R., La politica del Terrore. Il Terrorismo: storia, concetti, metodi, Aracne, Roma 2015, pp. 28-29].
In linea con questa definizione, l’Organizzazione Rivoluzionaria ‘17 novembre’, attraverso le sue azioni armate è stata convinta di piegare la resistenza psicologica dello Stato per annullarne la capacità attiva o reattiva, seminando la paura nelle sue file. Così come gli altri partiti comunisti combattenti dello stesso periodo l’Organizzazione Rivoluzionaria ‘17 novembre’, cavalcando l’ondata di sentimento antiamericano che nasce dalla convinzione diffusa del sostegno militare e politico statunitense alla giunta dei colonnelli, ha condotto una campagna militare antimperialista, colpendo anche lo Stato greco, le banche e le imprese elleniche, gli obiettivi non sono solo statunitensi, ma anche britannici e turchi.
Tutta la lotta armata del movimento è stata all’insegna di spontaneismo e indipendentismo, rifiutandosi di stabilire rapporti con altri gruppi armati greci.
Il battesimo del fuoco del movimento si ha il 23 dicembre 1975: a Psihiko, allora sobborgo di Atene, tre uomini sparano a Richard Welch, diplomatico statunitense e capo della sezione greca della CIA mentre torna da una festa.
Il secondo assassinio è quello dell’ufficiale di polizia Evangelos Mallios, considerato un torturatore del regime dei colonnelli, freddato a Palaio Faliro (comune situato a Sud dell’agglomerato di Atene) il 14 dicembre 1976. Nel corso degli anni seguono altri agguati mortali a: Pantelis Petrou, vicedirettore della squadra antisommossa, e il suo autista Sotiris Stamoulis, uccisi a Pangrati il 16 gennaio 1980; Georges Tsantes, capitano di vascello statunitense, freddato assieme al suo autista il 15 novembre 1983; Apogevmatini Nikos Momferatos, editore del giornale di destra “Apogevmatini”, ucciso nel centro di Kolonaki insieme al suo autista Panayiotis Roussetis il 21 febbraio 1985; Nikolaos Georgakopoulos, ufficiale della Polizia, ferito mortalmente da una bomba che colpisce un autobus della squadra antisommossa il 26 novembre 1985; Dimitris Angelopoulos e Alexandros Athanasiadis-Bodosakis, entrambi industriali, uccisi rispettivamente l’8 aprile 1986 a Kolonaki e il 1° marzo 1988 a Filothei; William Nordeen, addetto militare statunitense, colpito il 28 giugno 1988; Costantino Androulidakis, procuratore generale di Atene, ferito il 10 gennaio 1989 e deceduto un mese dopo; Pavlos Bakoyiannis, deputato conservatore, colpito a Kolonaki il 26 settembre 1989; Ronald Stewart, sergente dell’esercito statunitense, ucciso il 13 marzo 1991 da un ordigno esplosivo telecomandato ad Ano Glyfada, nel sud-est di Atene; Yiannis Varis, ufficiale di polizia, morto in seguito a un attacco con bombe contro l’autobus della squadra antisommossa realizzato il 2 novembre 1991 nel quartiere ateniese di Exarchia; Michalis Vranopoulos, ex governatore della Banca nazionale di Grecia, colpito a Kolonaki il 24 gennaio 1994; Omer Sipahioglou, diplomatico turco, assassinato il 4 luglio 1994; Costas Peratikos, noto armatore greco, ammazzato al Pireo il 28 marzo 1997; Stephen Saunders, brigadiere britannico, assassinato in viale Kifissias ad Atene l’8 giugno 2000.
Agli omicidi politici, la 17N alterna anche ferimenti (Robert Chant, ufficiale della Joint United States Military Aid Group in Grecia, il 3 aprile 1984; Zacharias Kapsalakis, famoso medico greco, il 4 febbraio 1987; George Karos, ufficiale statunitense, il 21 gennaio 1988; George Karos, procuratore generale, il 18 gennaio 1989; Giorgos Petsos, ministro dell’ordine pubblico, l’8 maggio 1989; Vardis Vardinoyiannis, importante uomo d’affari, il 20 novembre 1990; Eleftherios Papadimitriou, deputato del Partito della Nuova Democrazia, il 21 dicembre 1992); furti di armi da fuoco (il 14 agosto 1988 nella stazione di polizia di Vyronas), missili (dal campo militare di Sykouri il 25 dicembre 1989), bazooka (dal Museo della Guerra il 3 febbraio 1990), attacchi missilistici e attentati dinamitardi non mortali contro uffici tributari (5 ottobre 1986); bus militari statunitensi (24 aprile 1987, 10 agosto 1987), contro veicoli diplomatici turchi (23 marzo 1988); lancio di bombe contro abitazioni signorili (a Kolonaki, Halandri e Vrilissia il 22 febbraio 1989; a Metz il 24 gennaio 1991); quartieri cittadini (come i ventitré attacchi in simultanea a Ekali nel Nord di Atene); uffici di industrie e rappresentanze straniere (come quelli della Procter and Gamble, colpita da un missile il 10 giugno 1990; della Siemens di Maroussi l’8 maggio 1991; della Lowenbrau ad Atalanti il 31 maggio 1991; della Biohalko a Nea Filothei l’8 dicembre 1991; nello showroom Miele di Psychico il 21 aprile 1994; della IBM ad Atene il 18 maggio 1994; degli showroom della General Motors su Kifissias Avenue ad Atene il 19 febbraio 1998, della Chrysler su Katehaki Avenue e Opel su Mesogeion Avenue il 12 maggio 1998); uffici della Comunità Europea (in viale Vasilissis Sofias, nel centro di Atene il 16 dicembre 1990); banche straniere (American Express, nella centrale via ateniese Panepistimou il 28 gennaio 1991 e ad altre tre banche nel Pireo il 5 maggio 1999); uffici di compagnie petrolifere (gli uffici della BP, su Kifissias Avenue ad Atene il 29 gennaio 1991); pullman turistici (come i cinque bus danneggiati dalle bombe che esplodono nei quartieri centrali ateniesi di Galatsi e Ano Kypseli il 10 marzo 1991); prestigiosi hotel (come Pendelikon a Kifissia, colpito da un missile il 31 marzo 1991); navi (il 27 aprile 1991 una bomba esplode sul rimorchiatore Karapiperis nel porto di Perama mentre viene sventato un attacco alla portaerei britannica Ark Royal nel Pireo l’11 aprile 1994); compagnie greche (la sede della Public Power Corporation, la grande compagnia elettrica greca, di Aghioi Anargyroi il 2 maggio 1991); industrie (la Halyps Cement installation a Aspropyrgos colpita con missili il 16 maggio 1991); auto istituzionali e diplomatiche (come quella del diplomatico turco Deniz Bulukbasi il 16 luglio 1991; del ministro delle finanze Ioannis Palaiokrassas il 14 luglio 1992; gli uffici delle imposte (di Nea Philadelphia, il 31 novembre 1992; di Maroussi, il 4 dicembre 1992; di Moschato, il 29 novembre 1993; di Haidari, il 23 febbraio 1993; di Peristeri il 3 marzo 1993; di Kaminia il 9 marzo 1993; di Petroupolis, il 3 novembre 1993); compagnie assicurative greche ed estere (Aliko e Nationale Nederlanden l’11 aprile 1994); studi televisivi (Mega a Paeania il 15 marzo 1995); ambasciate e luoghi diplomatici (quella statunitense il 15 febbraio 1996 e l’abitazione privata dell’ambasciatore tedesco ad Halandri il 17 maggio 1999); esercizi commerciali (i McDonalds della periferia Nord di Halandri e Vrilissia il 3 febbraio 1998); sedi di partiti (come quello del Movimento Socialista Panellenico in Harilaou Trikoupi Street nel centro di Atene, colpito da un missile il 1° aprile 1999). Tutti i ferimenti e gli omicidi con armi da fuoco della 17N portano la firma di due pistole semi-automatiche Browning M1911 calibro 45.
In ventisette anni, l’Organizzazione Rivoluzionaria ‘17 novembre’ compie 2.500 reati, con 23 assassinii. In tutti questi anni la polizia greca non è mai riuscita a trovare una traccia per scoprirne i colpevoli.
La stella del ‘17 novembre’ inizia a eclissarsi il 29 luglio 2002. Quel giorno, in seguito a un attentato in cui resta ferito dallo scoppio dell’ordigno che intendeva piazzare al Pireo per colpire la compagnia di traghetti Minoan Flying Dolphins, è arrestato il primo presunto membro dell’organizzazione: si chiama Savvas Xiros ed è un pittore di icone. Dopo ventisette anni di indagini, la polizia greca ha finalmente un elemento per fermare la “guerra” del Movimento 17 novembre. La polizia trova sul ferito una pistola semi-automatica Browning M1911 calibro 45 che, a seguito di perizie balistiche, è collegata alle azioni militari della 17N.
La polizia scopre nel quartiere ateniese di Patissia la base dell’organizzazione. All’interno sono rinvenute la bandiera rossa con la stella con dentro la sigla 17N, armi, un gran numero di razzi anticarro rubati dal campo militare di Sykouri il 25 dicembre 1989, i due bazooka prelevati dal Museo della Guerra il 3 febbraio 1990, pistole e armi automatiche, vari volantini, il computer e la stampante usati negli ultimi anni per i volantini di rivendicazione.
Messo alle strette, Savvas ammette di appartenere alla 17N e inizia a collaborare. Sulla base della confessione di Savvas sono arrestate sei persone accusate di fare parte della 17N, tra questi due suoi fratelli, Vasilis (nome di battaglia Panais) e Christodoulos (nome di battaglia Manolis) e Thomas Serifis (nome di battaglia Stathis), personaggio noto per la sua attività di sindacalista di base nell’azienda dei trasporti comunali di Atene.
Savvas indica un certo Michalis (Michele) che abita sull’isola di Patmos come capo dell’organizzazione. Nella remota Patmos, in una casa di color rosso, unica tra le tantissime bianche che disegnano la costa dell’isola, abita un certo Michalis Economou. Non è il suo vero nome, si chiama in realtà Alexandros Giotopoulos, un insospettabile professore di matematica figlio di Dimitris, già dirigente dell’“Archivio del Marxismo”, un gruppo dell’opposizione di sinistra greco, e per un breve periodo “numero due” della Quarta Internazionale. Studiando a Parigi, Alexandros restò molto influenzato dal “Maggio francese” (l’insieme dei movimenti di rivolta francesi del maggio-giugno 1968, caratterizzati da una vasta rivolta spontanea indirizzata contro il capitalismo, l’imperialismo e contro il potere gollista), aderendo a gruppi di studenti che si opponevano alla dittatura dei colonnelli. Per questo fu arrestato dalla polizia francese e condannato in contumacia in Grecia per attività sovversiva. Nel 1974, anno di ripristino della democrazia in Grecia, le sue tracce si perdono. La polizia greca, lo ritrova il 17 luglio del 2002 a Patmos. Lo arrestano con una imponente operazione delle forze speciali elleniche, calatesi da un elicottero sulla sua casa.
Il 5 settembre dello stesso anno, un certo Dimitris Koufodinas, ufficialmente un apicoltore, si costituisce alle autorità rivendicando la sua piena responsabilità politica come militante della 17N, dichiarandosi prigioniero politico. È il capo delle operazioni militari del gruppo, il suo nome di battaglia è Loukas.
Il processo contro i sospetti terroristi inizia ad Atene il 3 marzo 2003. Sul banco degli imputati 19 persone, tutte greche. È un processo molto particolare, perché condotto da un tribunale speciale a porte chiuse con il divieto della presenza di telecamere. Gli avvocati difensori degli imputati e numerose associazioni internazionali a tutela dei diritti umani, tra cui “Amnesty International” e la “Ligue française pour la défense des droits de l’homme et du citoyen” denunciano il carattere altamente irregolare del processo.
Durante il processo si appura che la 17N è stata un’organizzazione armata con una struttura verticale, con piccole cellule attive militarmente e che le “decisioni militari” erano prese da tutto il gruppo.
Durante le udienze i militanti dell’organizzazione hanno spiegato i motivi della loro lotta, che può essere inquadrata in una cosiddetta “resistenza terzomondista”. Attraverso le azioni armate hanno voluto denunciare l’iniquo sistema capitalistico economico-sociale greco e il suo sistema di potere, definendo “persecutori” i meccanismi dello Stato. Lo Stato, accusano i militanti, favoreggiando la creazione di monopoli ha contribuito alla formazione di una borghesia servile alle potenze imperialiste incapace di reggere la competizione del capitale estero. Gli Stati Uniti d’America hanno approfittato della debolezza dello Stato greco e del servilismo dei suoi governanti. Per quanto riguarda la questione di Cipro, considerano imperialistiche le politiche del governo turco e accondiscendenti quelle del governo greco.
In quest’ottica sono colpiti il governo e le forze armate greche, considerate servi del capitalismo mondiale, poi i rappresentanti degli Stati Uniti d’America in Grecia, considerati i rappresentanti dell’imperialismo, le basi Nato (sia in Grecia sia Turchia), i diplomatici turchi, le banche e, per finire, con la nascita della Comunità Europea, anche le strutture dell’Unione in Grecia. In molte occasioni la 17N ha agito con spirito vendicativo, colpendo persone coinvolte in scandali economici e politici, punendoli a nome del popolo.
Il verdetto arriva il 17 dicembre dello stesso anno: quindici condanne su un totale di diciannove imputati. Alexandros Giotopoulos riceve ventuno ergastoli, Dimitris Koufodinas tredici, Christodoulos Xiros dieci, Savvas Xiros sei, Vassilis Tzortzatos quattro, Iraklis Kostaris (un agente immobiliare col nome di battaglia di Haris) una sola condanna al carcere a vita. Sentenze minori furono imposte a cinque di loro, mentre quattro furono assolti per mancanza di prove. Tutti gli imputati condannati hanno presentato ricorso, mentre il 17 settembre 2004 hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione particolarmente dure, riferendo che “la democrazia borghese ha voluto vendicarsi rinchiudendoli in una prigione nella prigione”. Il 3 maggio 2007 le condanne sono state tutte confermate.
Giornalisti e osservatori hanno messo in dubbio la vera consistenza del gruppo. Molti dei militanti condannati erano troppo giovani per aver preso parte ai delitti messi a segno nei primi anni di vita dell’organizzazione. Quindi, chi erano i “primi” combattenti di 17N? Inoltre, la loro personalità era di basso profilo, essendo dei semplici pittori di icone, cantanti, fabbri, falegnami, agricoltori e autisti. Quindi, come hanno potuto arrivare a informazioni delicate sugli spostamenti delle vittime, sulla loro attività politico-militare e altre informazioni di alto valore?
Con le sentenze termina la storia della ‘17 novembre’, l’organizzazione rivoluzionaria più elusiva della storia eversiva europea. Per ventisette anni la polizia e servizi segreti greci hanno brancolato nel buio e solo un errore tattico da parte di un militante ha permesso loro di sgominare l’organizzazione.
Tutti i membri della 17N hanno pubblicamente dichiarato che “l’esperienza del gruppo” è terminata, ma uno di loro ha deciso di continuare. Christodoulos Xiros, infatti, nell’aprile del 2004 fugge durante un permesso avuto per assistere suo padre, dichiarando in un video di voler “riprendere in mano il fucile” per cominciare nuovamente la sua guerra contro il sistema [il video in lingua originale sul canale Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=OlGPUOzMOTE]. Arrestato di nuovo nel gennaio 2015, il mai pentito militante della 17N stava preparando un attentato contro la prigione di Korydallos. Il suo covo era una micidiale santabarbara, preparato per una nuova guerra. Christodoulos ha dichiarato al procuratore che lo stava interrogando: «Il nostro paese è sotto occupazione straniera dalla Troika e dalla Merkel e penso che sia mio dovere resistere. Questi meccanismi, che supportano le forze di occupazione e i loro collaboratori locali, non hanno autorità di chiedermi nulla. Piuttosto, come parte del meccanismo, voi siete quelli che dovete scusarvi di fronte al popolo e alla storia. La rivoluzione continuerà, nonostante l’ostacolo che sto affrontando, perché è un bisogno sociale» [Cfr. http://www.hri.org/news/greek/ana/2015/15-01-05.ana.html].
Per i suoi compagni della 17N l’esperienza rivoluzionaria si è conclusa, per Christodoulos a quanto pare no!… la guerra per lui non può terminare.
Per saperne di più
Corsun A., Group Profile. The Revolutionary Organization 17 November in Greece, «Terrorism», vol. 14, April-June 1991, pp. 77-104.
Paternoster R., La politica del Terrore. Il Terrorismo: storia, concetti, metodi, Aracne, Roma 2015.
Kassimeris G., Europe’s Last Red Terrorists. The Revolutionary Organization 17 November, New York University Press, New York 2001.
Lekea I.K., 17N’s Philosophy of Terror. An Analysis of the 17 November Revolutionary Organization, Praeger, Denver 2014.
Video dichiarazione di Christodoulos Xiros, https://www.youtube.com/watch?v=OlGPUOzMOTE