Cattedra: Note per un “Trattato sulla imbecillità”

di Paolo Maria Di Stefano -

Leggo in Internet e riporto testualmente quanto pubblicato il 21 agosto alle 8h32’:

“Carugate, cartello della vergogna contro disabile: identificato l’autore. “Oltre l’inciviltà. Non solo ha parcheggiato in un posto riservato ai disabili ma ha anche inveito contro un disabile per aver preso una multa, con una violenza verbale che lascia sgomenti. Tutto messo per iscritto su un cartello. E’ accaduto a Carugate, alle porte di Milano.
“A te handiccappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 € non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handiccappato… Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia!!!” si legge nel cartello affisso al parcheggio sotterraneo di un centro commerciale e che è stato postato su Facebook.
Di indignazione tutti i commenti. Chi ha fotografato il cartello postandolo su Facebook, Claudio Sala, ha spiegato di aver inviato lo stesso messaggio al centro commerciale ed ha riferito di essere stato contattato dal servizio di vigilanza. “Il cartello non c’è più – scrive – stanno verificando le registrazioni e speriamo che lo trovino”.

E sempre da Internet:
“Milano, 27 agosto 2017 - È addirittura laureato, a dispetto di quell’evidentissimo strafalcione ortografico magari messo lì ad arte per far pensare a uno straniero con scarsa confidenza con l’italiano: «handiccappato» scritto con due «c». Evidentemente, però, il livello di scolarizzazione non fa sempre rima con “civiltà”, se è vero che è l’autore dell’ignobile cartello comparso sabato scorso nel parcheggio del centro commerciale Carosello di Carugate.
Di lui non si conoscono nome e cognome – gli investigatori vogliono comunque tutelarne la privacy in quanto incensurato – ma sappiamo, come anticipato ieri, che è stato identificato dagli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Milano e denunciato alla Procura di Monza per diffamazione aggravata. Incastrato dai filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza del posteggio sotterraneo e dall’incrocio con i dati dell’automobilista multato dalla polizia locale di Carugate per aver lasciato la macchina nel posto riservato ai disabili. È lui, bermuda neri e maglietta gialla, ad aver appeso il cartello plastificato. (…) Un insulto gratuito e ingiustificabile, e reso persino assurdo dal fatto che in realtà nessuno ha allertato i vigili, come confermato qualche giorno fa dal Comune di Carugate: la contravvenzione è stata elevata durante un normale controllo.
«Non essendoci un singolo portatore di handicap titolare del posto riservato a tale categoria – si legge in un comunicato di via Fatebenefratelli – l’associazione Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità, ndr) ha sporto querela per l’intera categoria colpita e offesa dalle frasi diffamatorie contenenti un messaggio di odio e violenza». Passaggio fondamentale, la denuncia di parte, per perseguire un reato come la diffamazione aggravata. Si chiude così una vicenda che ha suscitato indignazione e un’infinita di reazioni. Tutto era partito otto giorni fa, dal post pubblicato sul profilo Facebook di Claudio Sala, 46enne di Brugherio: «Quando ho letto il contenuto del cartello non credevo ai miei occhi – ha raccontato venerdì in un’intervista al Giorno –. Mi sembrava impossibile che una persona potesse aver partorito quelle frasi così brutte e offensive». E invece è successo davvero.”
Fin qui le scarse informazioni di cui dispongo al momento, in fondo tutte giustificate dalla assoluta imbecillità del comportamento e tutte centrate attorno all’attesa di una condanna esemplare, che non è detto che arrivi. Perché si può anche guardare all’accaduto come alla reazione di un handicappato mentale che ha occupato un posto riservato agli handicappati, appunto, e che i vigili hanno multato non riconoscendolo come tale. Speriamo lo faccia la magistratura, assolvendolo perché, occupando un posto riservato ai diversamente abili o agli inabili assoluti, ha esercitato un proprio diritto. Non essere stato riconosciuto come imbecille da chi lo ha multato significa solo che questi ultimi non erano professionalmente preparati ad assolvere un compito in pratica quasi impossibile: riconoscere a vista un imbecille, appunto, e dunque qualificarlo come handicappato, a meno che non sia colto – come suol dirsi – sul fatto.
Che significa: l’imbecille lo riconosci soltanto dopo che il fatto è accaduto.

Io non sottovaluterei questa considerazione, soprattutto per i collegamenti che ha con il terrorismo, il quale è possibile abbia strumentalizzato proprio gli imbecilli. Questi agiscono in fondo per la sola soddisfazione di aver fatto qualcosa di importante, meglio se più di quella o di quelle di chi lo ha preceduto. Non pretendono riconoscimenti di sorta, bastandogli il “sapere di averlo fatto”, e il sapere che se ne parla attraverso tutti i media possibili e immaginabili. Dunque costituiscono una sorta di manovalanza a bassissimo costo che ha, tra le altre cose, il vantaggio di non prestarsi a riconoscimenti o a previsioni di sorta, salvo eccezioni peraltro rarissime. E la caccia è quanto meno difficile.
Ma non pare di difficoltà particolare la possibilità di cominciare a “disarmare” chiunque, salvo le così dette forze dell’ordine, naturalmente. Io credo che una perquisizione a tappeto diretta al sequestro di tutto quanto è catalogabile come arma, compresi i prodotti strumentali alla costruzione artigianale, darebbe risultati interessanti. Intanto, toglierebbe dalla circolazione un buon numero di strumenti di violenza; poi, consentirebbe una penetrazione non trascurabile nelle sedi non soltanto degli aspiranti terroristi, ma anche delle mafie che infestano i territori a fini economici, così consentendo gli interventi opportuni, Non solo: è anche pensabile che le mafie armate, di fronte ad una azione dello Stato quale quella accennata, potrebbero collaborare, almeno per salvare il salvabile di loro interesse, compromesso dalla caccia alle armi ed ai terroristi.
E poi, il silenzio dei media. Se all’imbecille è sufficiente che si parli delle azioni messe in atto, è possibile che, sapendo che ciò che fa non ha eco di sorta, rivolga la propria attenzione ad altri obbiettivi. O addirittura desista.
Infine: tra l’imbecille di Carugate, l’imbecille terrorista e l’imbecille dittatore le differenze solo soltanto (si fa per dire) di livello. Gli imbecilli del primo tipo sono gente che pensa solo a se stesso, al massimo danneggiando il prossimo per procurarsi piccole cose, come un parcheggio più facile, e neppure desiderano notorietà a ciò che fanno; gli imbecilli del secondo livello lavorano, invece, proprio perché la loro azione abbia anche notorietà e diffusione, e agiscono in genere per imitazione: copiano da altri, al più cercando di emularli e superarli. A livello di “gente” per i terroristi, di Stati e della storia per i dittatori e simili.
Un’ultima annotazione: gli imbecilli della categoria sociale più elevata sono facilmente individuabili: cosa impedisce il metterli in condizione di non nuocere?
Forse, quella “cultura ed educazione democratica” che si sta dimostrando la vera debolezza della democrazia?
Attenzione: l’educazione, l’onestà, il confronto delle idee hanno valore soltanto tra simili e soltanto nell’ambito di una cultura che di questi e di valori simili hanno fatto il loro distintivo ed il loro fine ultimo.