UN NATALE DI GUERRA, CENTO ANNI FA

di Michele Strazza -

Sul fronte francese, nei pressi di Ypres, il 25 dicembre 1914 avvenne qualcosa di assolutamente impensabile: inglesi e tedeschi sospesero i combattimenti per festeggiare insieme il Natale. E la notizia, nonostante la censura, fece il giro del mondo

tumblr_ngyhtnNNuE1t8c6zso2_1280Mentre in Europa, sul fronte occidentale, imperversava la guerra, alla vigilia di Natale del 1914 avvenne qualcosa di assolutamente impensabile. Nelle trincee, soldati di diverse nazioni e schieramenti, gettarono i loro fucili e uscirono allo scoperto per abbracciarsi, stringersi le mani, piangere e gioire insieme.
Già nelle settimane precedenti erano stati registrati, tra lo sconcerto delle autorità militari, episodi simili. Soldati inglesi e tedeschi avevano incominciato a scambiarsi auguri e a intonare canzoni natalizie nelle diverse lingue e qualcuno di loro si era anche arrischiato a uscire dalla trincea per recarsi dal nemico, portando cibo e altri doni.
Ma fu nella notte di Natale e per tutto il giorno dopo che il fenomeno si allargò a dismisura in diversi punti dello scacchiere della guerra, fino a coinvolgere migliaia di uomini, per la maggior parte britannici e tedeschi, cui poi si aggiunsero, anche se in misura minore, i francesi. Soprattutto nelle Fiandre, nella zona di Ypres, nella notte si accese una moltitudine di candele. Poi si elevarono al cielo canti e musiche commoventi e i soldati attraversarono la “terra di nessuno” per abbracciarsi e scambiarsi tabacco e alcolici. L’indomani furono addirittura organizzati incontri di calcio mentre le armi venivano lasciate a terra. Si approfittò di quella strana tregua, mai dichiarata, per raccogliere i morti e dare loro degna sepoltura. Molte cerimonie religiose vennero officiate.
I comandi militari restarono allibiti e si infuriarono. La censura impedì ai giornali di riportare la notizia, ma il 31 dicembre il New York Times divulgò gli episodi e anche la stampa inglese dovette accodarsi a gennaio. Poco trapelò in Germania e nulla in Francia. Furono invece le lettere dal fronte che raccontarono l’accaduto, rendendo manifesto un fenomeno che nessuno avrebbe mai potuto prevedere.

tumblr_ngyhtnNNuE1t8c6zso1_400Nei giorni successivi le autorità militari provvidero a sostituire quelle truppe con altre unità, spostando i protagonisti di quegli eventi in altri settori e cancellando, senza riuscirci, la memoria dei fatti. Ma molte lettere dal fronte furono pubblicate dai giornali dell’epoca e illustrate con fotografie che sono giunte fino a noi.
Così, in una lettera scritta da un soldato inglese e pubblicata sul The Newcastle Daily Journal del 4 gennaio 1915, si legge: «I cecchini tedeschi ieri non hanno mai smesso di sparare, per tutto il giorno. E di solito è così. Il fatto è che quando è scesa la notte tutto è cessato. I tedeschi cantavano e gridavano, e noi cantavamo e gridavamo. Ci urlavamo “Buon Natale” da una parte all’altra. Hanno acceso grandi fuochi su tutta la linea, e potevamo vederci chiaramente. Solo poche ore prima dovevamo stare ben attenti a tenere la testa bassa, al di sotto dei parapetti, e adesso ci stavamo seduti sopra, lanciando sigarette e tabacco ai nostri nemici, che passeggiavano sul campo. In alcune zone stavamo a sole 100 iarde da loro, e abbiamo parlato tutta la notte. Hanno anche proposto di giocare a pallone. Al mio ritorno ti parlerò ancora dell’incredibile trasformazione che è avvenuta all’alba del giorno di Natale. Oggi non è stato sparato un colpo, e la brina è ancora intonsa sul terreno ghiacciato».

tumblr_ngyhtnNNuE1t8c6zso3_400E in un’altra lettera, pubblicata sullo stesso giornale il 12 gennaio, si legge: «Sono stati giorni molto diversi, abbiamo passato il Natale in pace invece di continuare a spararci a vicenda. In qualche modo è stato deciso un armistizio, e abbiamo parlato con i tedeschi a metà strada tra le trincee. Questo ha dato a tutti l’opportunità di seppellire i propri morti, che erano rimasti distesi sul campo al momento dell’attacco. Era così strano parlare con i tedeschi, e qualcuno di loro parlava inglese. Li abbiamo sentiti cantare la notte di natale, hanno davvero dei bravi cantanti tra le linee. Per il Boxing Day la cosa si è ripetuta, erano di nuovo fuori dalle trincee, e qualcuno di loro ha anche offerto ai nostri cioccolato e sigarette. I nostri quattro giorni sono finiti, e ce ne siamo andati senza che fosse sparato un colpo. Siamo acquartierati in una fattoria per una pausa di quattro giorni, e poi torneremo in trincea, a spararci a vicenda».
Ciò che avvenne in quel lontano Natale del 1914 non coinvolse tutto il fronte. Non fu, perciò, il diffondersi di un sentimento di pace e buona volontà nelle trincee, ma soltanto l’accadimento di singoli episodi in alcune zone delle prime linee. In altre parti non vi fu alcuna tregua e si continuò a uccidere e distruggere. Ciò nonostante, quello che avvenne, al di là della sua portata, resta un fatto straordinario, a testimonianza della forza di quell’umanità straziata nei campi di battaglia ma redenta dalla nascita del bambino di Betlemme.

Per saperne di più

Brown M., Meeting in No Man’s Land: Christmas 1914 and Fraternization in the Great War – Londra, Constable, 2007.
Gilbert M., La grande storia della prima guerra mondiale – Milano, Mondadori, 1994.
Jürgs M., La piccola pace nella Grande Guerra – Milano, Il Saggiatore, 2003.
Reagan G., Military Anecdotes – Guinness Publishing, 1992.
Weintraub S., Silent Night: The Story of the World War I Christmas truce – Londra, Pocket, 2001.
La tregua di Natale. Lettere dal fronte – Torino, Lindau, 2014.