Senti che Storie…

Prousteide: il genio riflettente.

«… produce opere geniali non chi vive nell’ambiente più fine, chi ha la conversazione più brillante, la cultura più vasta, ma chi, cessando bruscamente di vivere per sé, ha avuto il potere di rendere la propria personalità simile a uno specchio, in modo che la sua vita, per quanto mediocre possa essere per altri aspetti, per quello mondano e anche, in un certo senso, per quello intellettuale, vi si rifletta: perché il genio consiste nel potere riflettente e non nella qualità intrinseca dello spettacolo riflesso».
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto: all’ombra delle fanciulle in fiore

Prousteide: codardia diffusa

«… l’istinto d’imitazione e l’assenza di coraggio governano le società come le folle; tutti ridono di uno che vedono schernito dagli altri, salvo a venerarlo dieci anni dopo in un ambiente dove invece sia ammirato. Allo stesso modo il popolo scaccia o acclama i re».
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto: Sodoma e Gomorra

Prousteide: la vita impossibile

«Così, ad esempio, proprio la mattina nel quale egli si deve battere a duello, in condizioni singolarmente pericolose, gli si rivela d’improvviso, nel momento in cui rischia di perderla, il valore di una vita dalla quale avrebbe potuto trar profitto per intraprendere un’opera, o almeno per gustare dei piaceri, ma di cui non ha saputo godere per nulla. “Ah! – egli si dice – se mi salvassi, mi metterei subito al lavoro, senza perdere un attimo, e quanto mi divertirei anche!” La vita ha preso d’improvviso ai suoi occhi un valore nuovo, perché nella vita egli mette tutto quanto sembra che possa dare, e non il poco che egli le fa dare di consueto. La contempla nella luce del suo desiderio, e non già quale l’esperienza gli ha insegnato che egli sapeva foggiarla: cioè ben mediocre! Essa si è riempita d’improvviso di lavori, di viaggi, di escursioni in montagna, di tutte le belle cose di cui egli si dice che lo priverebbe l’esito funesto di quel duello, senza pensare che ne era privo anche prima, per le sue cattive abitudini, che, anche senza quel duello, sarebbero continuate. Egli torna a casa, illeso; ma ritrova gli stessi ostacoli di prima ai piaceri, alle escursioni, ai viaggi, a tutto ciò di cui, per un istante, aveva temuto di essere privato per sempre dalla morte: a renderglieli impossibili, bastava la vita».
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto: la prigioniera

Prousteide: giornali e libri

«Quel che rimprovero ai giornali è di farci prestare attenzione ogni giorno a fatti insignificanti, mentre i libri dove ci sono cose essenziali li leggiamo tre o quattro volte nella vita. [...] bisognerebbe cambiare le cose e nel giornale mettere, non so… i Pensieri di Pascal! – E al contrario nel volume dal taglio dorato che non apriamo se non una volta ogni dieci anni leggeremo che la regina di Grecia è andata a Cannes o che la principessa di Leon ha dato un ballo mascherato».
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto: la strada di Swann