Senti che Storie…

Cristianesimo dei tempi andati.

«La popolarità del cristianesimo [ai tempi di Costantino] si fondava in larga parte non tanto sull’idea dell’uguaglianza delle anime davanti al Signore quanto sui frutti – tangibili per i non abbienti – di un organizzato sistema di mutua assistenza. Era a suo modo una combinazione tra i buoni-pasto e la Croce Rossa. Né il neoplatonismo né il culto di Iside misero in piedi qualcosa di simile. E questo, francamente, fu il loro errore».
Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio

Razza italica

«Del resto, questa sacra antipatia, questa mistica freddezza, questa specie di nausea quasi religiosa, che provano indistintamente tutti gl’Italiani, dall’Alpi all’estrema punta dello stivale, per l’esercizio coscienzioso dei loro diritti civili e politici, è un gran fatto: un fatto d’altissimo significato, massime per il filosofo che sappia studiarlo e intenderlo per il suo verso. Un fatto che, se non foss’altro, attesta l’unità di razza, l’omogeneità di carattere, la concordia e la vera fratellanza degli Italiani».
Carlo Collodi, Tutti fratelli, gl’Italiani!..., “Fanfulla”, 22 giugno 1875

Disturbi della modernità

«Chi vive nel nostro tempo raramente sfugge alle nevrosi. Per vivere bene non bisogna essere eccessivamente contemporanei».
Ennio Flaiano

Scrittori, caffè e dottori

«Ma lo scrittore non ha il compito di badare al suo cuore e ai suoi polmoni, lo scrittore ha il compito di badare alla sua anima e al suo spirito, e il caffè offre quella particolare atmosfera – per niente salutare dal punto di vista dei medici e degli insegnanti di ginnastica, ma l’unica confacente dal punto di vista della letteratura – in cui gli scrittori sono un po’ protetti dalle tentazioni del mondo, dalle molestie della burocrazia e dalla brutalità del denaro; i loro polmoni e il loro cuore si consumano, è vero, per colpa della nicotina e del caffè, ma il loro spirito fiorisce, ed è questa la cosa più importante».
Sandor Marai, Sindbad torna a casa