LA MARINA DA GUERRA DEGLI ZAR

di Mario Veronesi -

Divisa in tre comandi separati – Baltico, Mar Nero ed Estremo Oriente -, con ufficiali scelti su base ereditaria e composta da marinai-contadini, la flotta da guerra zarista non raggiunse mai la potenza di altre più blasonate armate navali europee.

 

La Marina imperiale russa rispecchiava la società russa nel suo insieme. C’era una classe d’ufficiali ereditaria che spesso falliva le prove d’iniziativa e coraggio. I figli dei nobili venivano educati per il servizio navale presso la Scuola di Scienze Matematiche e di Navigazione fondata a Mosca nel 1701. Gli studenti erano inviati all’estero per la formazione in flotte straniere. Fondamentale per la Scuola di Navigazione fu l’assunzione di stranieri con una significativa esperienza navale, come il norvegese Cornelius Cruys (1655-1727), o il greco Ivan Botsis (?-1714) uno dei fondatori della Marina Imperiale russa sotto Pietro il Grande (1672-1725).
Come l’impero russo, la Marina russa era enorme, sgraziata, mal organizzata, corrotta e vittima di favoritismi. Un altro motivo della sua inefficacia, rispetto alle altre Marine del tempo, fu la sua suddivisione in tre comandi di grandi dimensioni regionali. La prima, nata per proteggere la capitale Pietroburgo fu la flotta del Baltico, con base principale a Kronstadt e Libau (Liepaja) sulla costa occidentale del dominio dello zar nell’attuale Lettonia. Poi venne la flotta del Mar Nero, una guardia contro i Turchi, nemici storici della Russia, con la base principale a Sebastopoli in Crimea. E nel XIX secolo, quando gli zar raggiunsero la Cina, la flotta del Pacifico con sede nel porto militare di Vladivostòk. Quest’ultimo porto, in realtà, non era che una stazione terminale della Transiberiana: costruito nel 1860, all’inizio del XX secolo era dotato di un pessimo arsenale e di un solo bacino per navi da guerra; il porto gelava in dicembre e rimaneva bloccato per quattro mesi.
Dopo il 1897 si aggiunse anche Port Arthur, che garantì il libero accesso della Russia alle ricchezze minerarie della Manciuria. Di fatto, fino alla Russia sovietica, la flotta non venne mai anteposta all’esercito, e non fu utilizzata come strumento di controllo e dominio dei mari, ma solo come arma sussidiaria, il cui uso fu spesso viziato da scelte politiche e l’efficienza minata da un insufficiente addestramento degli equipaggi.

Fu lo zar Michele III di Russia (1596-1545) a dare un primo impulso all’ammodernamento della Marina russa, con la costruzione del primo veliero a tre alberi, completato nel 1636. Varato con il nome di Frederick era stato costruito presso il cantiere di Balakhna lungo il Volga da progettisti danesi originari dell’Holstein.
La creazione di una Marina militare regolare avvenne durante il regno di Pietro il Grande (1672-1725), infatti, durante la guerra contro l’Impero Ottomano del 1696 – dove i russi impiegarono per la prima volta due vascelli, 4 brulotti, e 23 galere -, dopo l’occupazione della fortezza di Azov e in seguito al rapporto dello zar sull’esito della campagna militare, la Duma dei Boiardi approvò un decreto per la costituzione di una Marina. Il 20 ottobre 1696 è la data da che possiamo considerare come l’inizio della Marina Imperiale Russa.

Afanasy Ordin Nashchokin

Afanasy Ordin Nashchokin

Durante la guerra russo-svedese combattuta tra il 1656 e il 1658, le forze russe occuparono le fortezze svedesi di Dunaburg e Kokenhausen sulla Dvina occidentale, e in queste città il boiardo Afanasy Ordin Nashchokin fondò un cantiere navale e cominciò la costruzione (nel Mar Baltico) di navi a vela. In seguito lo stesso principe russo rivolse le sue attenzioni al fiume Volga e al Mar Caspio, e con l’approvazione dello zar, nei pressi della confluenza dei fiumi Oka e Volga, iniziò nell’inverno del 1667, sotto la guida di esperti olandesi, la costruzione di navi a vela. Due anni dopo erano state completate quattro navi.
Dal 1703-1723, la base principale della flotta del Baltico si trovava a San Pietroburgo e poi a Kronstadt. Concretamente la Russia si dotò soltanto verso il 1714, in occasione della Grande Guerra del Nord (fu combattuta tra il 1700 e il 1721 e vide impegnati i regni di Danimarca, Polonia, Sassonia e l’Impero russo contro il regno di Svezia), di 22 vascelli e 46 tra galere e navi minori quali fregate e corvette.
Nel 1745 la Marina russa aveva 130 imbarcazioni a vela, di cui 36 navi di linea, 9 fregate, 3 shnyavas (un due-albero utilizzato per la ricognizione e servizi di messaggistica), 5 navi bombardiere e 77 navi ausiliarie. La flotta a remi consisteva di 396 navi, tra cui 253 galee e 143 brigantini. Le navi venivano costruite in 24 cantieri tra cui quelli di Voronezh, Kazan, Pereyaslavl, Arkhangelsk, Olonets, Pietroburgo e Astrakhan.

Nella seconda metà del XVIII secolo il ruolo della Marina si fece più forte e divenne parte attiva della politica estera della Russia. Per la prima volta la Russia inviò dal mar Baltico le sue navi verso lontani teatri di operazioni. Dopo aver avanzato sul Danubio, i russi al fine di custodire la foce del fiume costituiscono la Flottiglia del Danubio. La guerra russo-turca del 1768-1774 conclusasi vittoriosamente per la Russia, porta all’Impero degli zar le coste del mar d’Azov e una parte del Mar Nero, tra i fiumi Bug e Dniester. La Crimea diviene protettorato russo, diventando parte integrale della Russia nel 1783. Nel 1778, i russi fondarono il porto di Kherson, dove nel 1783 venne commissionato la prima corazzata.
Nella seconda metà del Settecento e agli inizi del XIX secolo, la Marina russa aveva la terza flotta più grande al mondo dopo Gran Bretagna e Francia. La flotta del Mar Nero possedeva cinque navi da battaglia e 19 fregate, la flotta del Baltico aveva 23 navi di linea e 130 fregate. L’invio della flotta del Baltico in Mediterraneo durante la guerra russo-turca del 1768-1774 stupì i commentatori militari europei e inflisse all’ancora potente flotta ottomana alcune gravi sconfitte, come quella della battaglia di Cesme (1770).

San Pietroburgo e la fortezza di Kronstadt in una mappa tedesca del 1888

San Pietroburgo e la fortezza di Kronstadt in una mappa tedesca del 1888

La guerra russo-turca dal 1768 al 1774 fu solamente un episodio del lungo processo di espansione dell’Impero russo verso sud e verso ovest nel corso dei secoli XVIII e XIX: una delle dodici guerre russo-turche. Ma fu la prima in cui la Marina russa svolse un ruolo importante e notato da tutte le potenze occidentali. La Marina russa era però dilaniata da rivalità e favoritismi. Molti ufficiali, che si erano formati all’interno della Royal Navy, facevano fatica ad accettare una situazione in cui il merito non contava nulla, mentre la nascita aveva un forte peso. Soltanto con lo zar Nicola I (1796-1855) si avrà un primo piano organico di sviluppo per la Marina Imperiale: per il periodo 1825-1849 fu stabilito il varo di 45 navi, poi, tra gli anni 1850-1853, altre cinque. In seguito Alessandro II (1818-1881) riuscirà a stabilire un piano decennale (1853-1863) per la costruzione di ben 36 navi, numero ridotto poi a 22 per l’introduzione delle navi a vapore. Per il periodo 1864-1895 gli zar Alessandro III (1845-1894) e Nicola II (1868-1918) vareranno un numero consistente di navi, ben 79.
Dal 1800 le navi, come in ogni altra Marina europea, vennero prodotte in due classi principali, la Classe Kiryev, che comprendeva le navi di linea più pesanti, e la Classe Ozov che comprendeva le classi minori. Ma è solo dalla fine dell’800 che la Marina Imperiale disporrà di navi moderne prodotte su classi fisse e uniformi. La Classe Admiral Bygov comprendeva, dal 1881, incrociatori con cannoni da 120mm e corazzature leggere, veloci e maneggevoli.

Nel 1826 i russi costruirono il loro primo piroscafo armato chiamato Izhora dotato di otto cannoni, e nel 1836 la prima pirofregata della Marina Imperiale, il Bogatyr 1340 tonnellate e armata con 28 cannoni. Tra il 1803 e il 1855, i marinai russi furono impegnanti in oltre 40 circumnavigazioni e lontani viaggi, la maggior parte dei quali erano a sostegno delle loro colonie del Pacifico in Alaska, e sulla costa orientale della Siberia. Questi viaggi hanno svolto un ruolo importante nell’esplorazione dell’Estremo Oriente, contribuendo alla ricerca scientifica e alle scoperte geografiche del Pacifico, dell’Antartide e dell’Artico. Nel 1869 i russi iniziarono la costruzione di uno dei primi Ironclads, il Pyotr Velikiy. Il 22 agosto 1882 venne autorizzata dallo zar la produzione di incrociatori della Classe General Sasyonev che includeva incrociatori di maggiori dimensioni.
Nel 1885-1886 vennero varati 4 incrociatori Classe Admiral Bygov: Taryev, Sallunyev, Oralsk, Dmitren; e due incrociatori della Classe General Sasyonev: Veregdinsk e Rampfeev. Nel 1887 entrò in servizio la Classe Novgorod di cacciatorpediniere e torpediniere d’appoggio. Sempre nel 1885-1887, 13 cacciatorpediniere e 15 torpediniere d’appoggio di questa classe vennero suddivise nelle Divisioni B1 e B2. Nel 1889-1894 vennero varate le corazzate della Classe Zar Pyotr I. Nel 1895-1899 venne ampliata la produzione con l’introduzione della Classe Urlask per le fregate e la Classe Obrodansk per le navi d’appoggio di tonnellaggio minore. In totale tra il 1891 e il 1902 vennero varate: 11 navi della Classe Admiral Bygov; 8 della Classe General Sasyonev; 38 tra la Classe Novgorod e la Classe Obrodansk; 24 della Classe Uralsk e 3 della Classe Zar Pyotr I.
L’ammiraglio Dmitri Alexey Yurov, allora capo dello Stato Maggiore della Marina Russa, autorizzò la creazione di 4 corazzate sperimentali Classe Yudenyov, in seguito copiate da inglesi e tedeschi, e 7 incrociatori pesantemente armati Classe Eremeev. Nel 1903 venne creata la serie di incrociatori leggeri Classe Tazov  (5 unità) seguita da quella dei cacciatorpediniere Murmansk (19 unità) e Arkangelsk (14 unità).

I sottomarini della Classe Holland

Sottomarini della Classe Holland

Nel 1903 la Marina imperiale aveva acquistato in gran segreto il suo primo sottomarino noto come Signora. Questo primo sottomarino russo non giunse in tempo per la guerra russo-giapponese. La ragione di questo ritardo è dovuto in parte a una tardiva spedizione di siluri ordinata alla Germania solo nei primi mesi del 1905. La Russia ordinò altri sottomarini costruiti dalla società Holland, sulla Neva a San Pietroburgo. Nell’aprile del 1904, la Marina zarista acquista altri due sottomarini che vengono trasportati lungo la ferrovia transiberiana. A causa del blocco permanente di Port Arthur nel 1904, la ditta costruttrice inviò i sottomarini rimanenti a Vladivostok, e per la fine del 1904 l’ultimo dei sette ordinati raggiunse la nuova base. Utilizzando le sette imbarcazioni, la Marina Imperiale fu la prima al mondo a creare, nel gennaio 1905, la prima “Flotta Sottomarina”.
La crisi bosniaca del 1908-1909 impose un ripensamento strategico. Il peggioramento delle relazioni con la Turchia fece sì che le nuove navi, tra cui le corazzate Classe Mariya Imperatritsa, furono inglobate nella Flotta del Mar Nero.
Il totale della spesa navale russa dal 1906 al 1913 fu di 519 milioni di dollari, al quinto posto dietro a Gran Bretagna, Germania, USA e Francia. Il riarmo programmato includeva un elemento significativo di partecipazione straniera con navi e macchinari ordinati ad aziende estere. In totale tra il 1899 e il 1914 vennero varate 74 navi, di cui 6 corazzate, 18 incrociatori, 35 cacciatorpediniere, 15 navi d’appoggio, 10 motosiluranti e 10 navi ausiliarie pesanti a cui si aggiungevano 26 sottomarini.

Nel 1897 all’accademia navale di Pietroburgo erano presenti 600 cadetti. L’accademia aveva per scopo d’istruire i futuri ufficiali nei vari corpi della Marina, dando un’istruzione superiore, specialmente nel ramo matematico. I corsi dell’Accademia erano tre: uno per gli ufficiali di vascello con studi di Idrografia; uno per ingegneri navali e un terzo per ufficiali macchinisti. La durata dell’insegnamento era di due anni e nell’estate gli allievi erano invitati, secondo la rispettiva specialità, o presso l’osservatorio, o nei cantieri, oppure nelle officine, per il perfezionamento nella parte pratica.
Le scuole di artiglieria di Marina, del Genio marittimo e delle Torpedini si trovavano a Kronstadt. La squadra scuola cannonieri si costituiva tutte le estati nella rada di Revel, mentre la scola di tiro si trovava a Oranienbaum. Nello stesso anno risulta che gli equipaggi erano composti da 38.000 marinai, e che la durata del servizio era di 10 anni, sette in servizio attivo e tre nella riserva.
Nella guerra russo-giapponese del 1904-1905 la flotta russa uscirà gravemente danneggiata e umiliata; servirà un decennio prima di poter costruire le navi necessarie a rimpiazzare quelle perdute. Nero presagio di questa guerra fu l’affondamento della nave ammiraglia Petropavlòvsk, nell’aprile 1904, che inabissandosi aveva portato con se 600 uomini e 37 ufficiali tra cui il comandante in capo della flotta del Pacifico, ammiraglio Makarov. La guerra, come sappiamo ebbe il suo epicentro nella battaglia di Tsushima in cui morirono 4545 marinai russi.

I danni riportati dall'incrociatore russo Oleg a Tsushima

I danni riportati dall’incrociatore russo Oleg a Tsushima

Dopo la disfatta di Tsushima la flotta russa seppe ricostruirsi, anche se questa rinascita non risultò semplice e facile. La Russia di quel tempo non capì l’importanza di avere una forte Marina. I russi non erano convinti della necessità di divenire una potenza navale; e il disastro nella guerra con il Giappone rafforzava maggiormente questa convinzione. La flotta russa ha sempre mancato di veri marinai, e mi riferisco a uomini cresciuti in paesi marittimi e quindi amanti del mare e incapaci di vivere se non sul ponte di qualche nave. Il marinaio russo non è mai stato il vero marinaio di mare, cioè una persona che ha le caratteristiche speciali di questo mestiere e che si appassiona al mare e alla sua nave. Il marinaio russo è soltanto un contadino o un operaio che è entrato nella flotta per compiere il suo servizio militare obbligatorio. Ogni anno giungevano nella flotta migliaia di reclute destinate lì per caso, e ancora per caso venivano suddivise nelle varie specialità, tenendo conto soltanto delle loro cognizioni nel leggere e scrivere e della loro pratica in qualche mestiere.
Dopo un breve periodo d’istruzione militare e navale iniziava nelle scuole l’insegnamento teorico delle varie materie quali la fisica, l’elettricità, l’elettronica, la radiotelegrafia e altri insegnamenti speciali, e parallelamente la grammatica e l’aritmetica. Dopo qualche mese il giovane marinaio iniziava ad abituarsi, a prendere dimestichezza con la nuova vita e a cavarsela nei suoi studi. Fra le reclute vi erano anche coloro che prima di entrare in servizio avevano ricevuto un’istruzione primaria, e tra questi si sceglievano i candidati per la nomina a sottufficiale che venivano istruiti a parte, ciascuno nella propria specialità, per un periodo di due anni. Tuttavia, sebbene il marinaio diventasse un buon specialista, non si trasformava in un vero marinaio, perché il periodo in cui restava sul mare era troppo breve e la sua conoscenza della vita marinara si limitava a due o tre traversate. Aveva il nome di marinaio, ma continuava a essere uomo di terra. Gli equipaggi erano alloggiati in locali distinti per specialità, questo facilitava il loro affiatamento.
Il superiore più vicino ad ogni marinaio era il sottufficiale della sua stessa specializzazione che viveva e lavorava con lui. I giovani marinai provenienti dalle fabbriche erano in genere destinati al servizio delle macchine e divenivano macchinisti e fuochisti. Il marinaio russo amava la sua specialità, non tanto per l’impiego che ne faceva sul mare, quanto per l’utilizzo che ne poteva trarre nella vita privata, dopo il servizio obbligatorio. Il pensiero del marinaio russo era sempre rivolto alla sua cara terra e non al mare al quale era del tutto estraneo.

Nel 1914 la Marina imperiale russa contava 16 corazzate, 40 incrociatori e 108 tra navi ausiliarie, cacciatorpediniere, incrociatori leggeri, motosiluranti e navi ospedale e contava 200.000 marinai e 42.000 soldati di marina. Nella guerra del 1914-1918 la flotta imperiale contribuì solo parzialmente al blocco dell’Intesa e non riuscirà mai ad avere il completo controllo del Baltico poiché i sommergibili tedeschi manterranno sempre una certa autonomia dal controllo antisommergibile russo e affonderanno numerosi convogli svedesi diretti ai porti russi. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, le navi e le attrezzature in costruzione in Germania furono confiscati. Così come in Inghilterra le navi in costruzione servirono per lo sforzo bellico alleato.
Nella prima guerra mondiale Germania e Russia sono stati i principali attori nel Mar Baltico. Nel Mare del Nord i russi svolsero un ruolo prevalentemente difensivo. Nel marzo 1918 gli effetti della rivoluzione bolscevica e il Trattato di Brest-Litovsk fecero del Baltico un lago tedesco; navi tedesche trasferirono in tutta tranquillità truppe per sostenere la Finlandia indipendente e per occupare gran parte della Russia. I russi evacuarono nel marzo 1918 la flotta del Baltico da Helsinki e Tallinn a Kronstadt.

La dreadnought Imperatritsa Mariya nel 1915

La dreadnought Imperatritsa Mariya nel 1915

La guerra nel Mar Nero iniziò quando la flotta ottomana nel mese di ottobre 1914 bombardò diverse città russe. Le navi più moderne della flotta ottomana erano costituite da due navi tedesche: l’incrociatore da battaglia Goeben e l’incrociatore leggero Breslau, posti sotto il comando dell’ammiraglio Wilhelm Souchon (1864-1946) Verso la fine del 1915, la flotta russa aveva quasi completato il controllo del mare. La flotta del Mar Nero fu utilizzata principalmente per supportare l’esercito nella campagna del Caucaso. Nell’agosto del 1916 la flotta russa minò l’uscita dal Bosforo impedendo a quasi tutte le navi ottomane di entrare nel Mar Nero. La più pesante perdita subita da parte della flotta russa del Mar Nero fu la distruzione del moderno dreadnought Imperatritsa Mariya, che esplose in porto il 17 ottobre 1916. L’affondamento non è mai stato pienamente spiegato, potrebbe derivare da un atto di sabotaggio o da un drammatico incidente.
A causa della guerra molti marinai che avevano compiuto i loro cinque anni di ferma, erano stati chiamati nuovamente in servizio attivo. Le classi dal 1909 al 1912 conducevano questa vita da sei, sette e anche otto anni. Erano stanchi di vivere separati dalla famiglia, stanchi delle difficoltà quotidiane, stanchi della guerra. Gli uomini mangiavano, dormivano e languivano nella più completa monotonia e questo contribuì con successo alla propaganda sovietica. Sulle navi con equipaggi composti dagli 800 ai 1200 uomini, un iscritto al partito comunista trovava con facilità dei simpatizzanti e quindi il modo di diffondere le sue teorie. Non dobbiamo quindi stupirci che all’inizio della rivoluzione sovietica si siano trovati sulle grandi navi dei nuclei di marinai rivoluzionari già formati.

La rivoluzione russa che portò alla dissoluzione dell’Impero zarista e la conseguente guerra civile furono devastanti per la Marina. La maggior parte delle navi rimaste della Flotta del Mar Nero erano sotto il controllo del barone Pietro Wrangel, che, sconfitto in Crimea, fu ricacciato verso la Turchia; le navi a lui fedeli fecero rotta per Biserta, in Tunisia, dove vennero internate. Mentre altre unità superstiti entrarono a far parte della Marina del nuovo stato sovietico. Durante la Rivoluzione d’Ottobre i marinai della flotta del Baltico (ribattezzata forze navali del Mar Baltico nel marzo 1918), furono tra i più ardenti sostenitori dei bolscevichi, e formarono un’élite tra le forze militari. Alcune navi della flotta parteciparono alla guerra civile russa, in particolare scontrandosi con la Marina britannica nel Mar Baltico. Nel corso degli anni, tuttavia, i rapporti dei marinai della flotta del Baltico con il regime bolscevico si spense, e nel 1921 sfociò nella cosi detta “ribellione di Kronstadt”. La rivolta venne coordinata principalmente da Stepan Petricenko (1892-1947) già ingegnere appartenente all’equipaggio della nave da guerra Petropavlovsk.

Per saperne di più

J. Mordal, Venticinque secoli di guerra sul mare. Da Salamina a Midway – Mursia 1973
F. Thiess, Tsushima, il romanzo di una guerra navale – BUR 2002
A. Graf, Sul Novik, la flotta russa nella guerra e nella rivoluzione – Regia Accademia Navale 1928
R. Greger, The Russian Fleet 1914-1917 – A.J. Watts 1972
M. Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale – Mondadori 2000
J. J. Marie, Kronstadt 1921, il Soviet dei marinai contro il governo sovietico – Utet 2007
L. Dadda, Le Marine da guerra del mondo – Hoepli 1897
H. Stachan, La prima guerra mondiale – Mondadori 2005
F. T. Jane, Jane’s Fighting Ships 1905-1906 – David & Charles Reprints 1970
F. T. Jane, Jane’s Fighting Ships 1919 – David & Charles Reprints 1969
A.A. V.V., Storia della Marina – Fabbri Editori, Milano 1978
M. Veronesi, Dagli zar ai soviet: la marina russa dal 1600 al 1939 – 2014