L’ANTICA ROMA IN DIAGRAMMI, GRAFICI E MAPPE

Il mondo romano dalla nascita della Repubblica all’impero in un volume dell’editore L’ippocampo, che punta tutto su dati e grafici esplicativi. Un pool di studiosi francesi ha reso intuitiva e misurabile a colpo d’occhio la straordinaria storia di Roma, analizzando le guerre, la società civile e il sistema politico. 

(Pubblichiamo l’introduzione messa gentilmente a disposizione dall’Editore)

cover-infografica-romaLa storia di Roma è molto lunga. Dalla sua presunta fondazione, nel 753 a.C., alla caduta di Costantinopoli, nel 1453, trascorrono oltre 2000 anni, e il suo Impero, il mondo romano, giunge a coprire un’area immensa, che va dalla Scozia al Sahara, da Gibilterra al Mar Nero. Dimensioni del genere spiegano perché questo libro debba limitarsi alla sola storia dell’Impero d’Occidente, che si chiude nel 476 d.C. Si tratta già così di un periodo molto lungo, sebbene per i primi secoli le fonti a disposizione siano relativamente scarse. Inoltre l’ultimo secolo dell’Impero d’Occidente è così confuso, dominato com’è dal fenomeno delle invasioni, che sarebbe una materia troppo complessa per il presente volume. Dato poi che l’Impero romano non è un impero territoriale centralizzato, ma un mosaico di elementi istituzionali e culturali molto diversi quali le città, ciascuna governata secondo una propria dialettica, sarebbe impossibile dar conto di tutte queste innumerevoli storie parallele. Dunque ci è parso più appropriato concentrarci sullo Stato romano, la Res publica del popolo romano – come si definivano gli abitanti di quel mondo – che costituiva il centro politico e l’autorità superiore di tale vastissimo agglomerato, riservando solo una breve sezione alle province e alle città.
Affrontando il già lungo periodo che va dal V secolo a.C. al IV secolo d.C., lo storico si trova di fronte a un secondo problema: il numero e il tipo di fonti a nostra disposizione impongono a questo genere di ricerca una serie di limitazioni, soprattutto per quanto riguarda i dati numerici. Più si risale verso l’epoca della fondazione, più rare e meno utilizzabili sono le fonti. Per quanto siano sempre più numerose e talvolta straordinarie, le fonti archeologiche dei primi secoli restano silenziose, ed è impossibile farvi ricorso senza una critica approfondita dei testi storici e mitologici, chiaramente posteriori, che ce le trasmettono. Chi sono i re romani? Conosciamo davvero i loro nomi o sono il frutto di leggende successive? Servio era uno schiavo, e perciò ha preso questo nome, o il nome ha fatto da base per costruire il suo mito? Quali sono le istituzioni della Roma monarchica, e qual è la sua storia? Sono tutte domande a cui non è possibile dare una risposta. Sono giunte fino a noi alcune iscrizioni molto antiche, ma purtroppo non possono offrirci un vero aiuto. Una di esse, rinvenuta nel Foro Romano nello spazio sacro posto sotto una pavimentazione chiamata Pietra nera (Lapis niger), e databile al VI-V secolo a.C., ci dice che all’epoca c’era un re (rex), con un araldo o “apparitore” (calator), e che un determinato comportamento dava luogo a una punizione (sacratio: esclusione dalla comunità civica e “consegna” agli dèi, con sequestro degli animali da tiro). Norme, in gran parte mutilate, che sono state oggetto di interpretazione da parte di molti studiosi, senza che nessuna spiegazione possa tuttavia considerarsi definitiva. Data l’insufficienza di informazioni contenute in tali iscrizioni antiche, esse rivestono soprattutto un’importanza cronologica. La nostra esposizione della storia romana sarà quindi sommaria e concisa per quanto riguarda i primi secoli, sviluppandosi pienamente solo a partire dal tempo per cui disponiamo di documenti storici utilizzabili, testi, iscrizioni e impianti urbani – il che ci conduce, grosso modo, al IV secolo a.C.
In generale, dopo questa data possiamo fare affidamento sugli storici antichi, in particolare per gli ultimi tre secoli della Repubblica e i primi tre dell’Impero. Dal IV secolo d.C. in avanti scarseggiano invece gli storici di valore, per cui la storia ridiventa un arduo esercizio critico, sebbene le fonti siano molto numerose e si possa, soprattutto dal I secolo d.C. in poi, contare sulle iscrizioni. Questi documenti possono aiutarci a ricostruire le istituzioni di Roma, la sua vita sociale, politica, militare ed economica e in generale la sua storia, tuttavia manca spesso un elemento essenziale: cifre affidabili e utilizzabili. I manoscritti giunti fino a noi hanno spesso travisato le cifre tratte da testi più antichi, e il più delle volte le fonti nemmeno ce le forniscono, o lo fanno in modo approssimativo. Non è quindi pensabile recuperare dati analoghi a quelli disponibili per la Storia moderna e contemporanea, e dobbiamo essere consapevoli che quando facciamo ricorso alle cifre, in Storia antica, ci basiamo su stime e ricostruzioni talvolta azzardate, che possono rivelarsi errate non appena un nuovo documento spunta dal sottosuolo. Per la maggior parte del tempo, i documenti che lo storico dell’antichità utilizza sono gli unici disponibili. Non si tratta cioè di una scelta, ed è questo che distingue la sua disciplina da quella dei colleghi che studiano la Storia moderna o contemporanea.

infograficarom3Nonostante le limitazioni appena evidenziate, i dati a nostra disposizione ci consentono comunque una visualizzazione infografica del mondo romano occidentale, che abbiamo deciso di strutturare in tre parti. La prima, “Territori e popolazioni dell’Impero”, definisce il quadro d’insieme, mettendo l’accento sullo sviluppo del potere e del mondo romano, che trova la sua sede definitiva sul Tevere, per poi descrivere le caratteristiche generali del popolo romano, la sua evoluzione e la struttura sociale. Alcune pagine sono dedicate a quello che gradualmente divenne lo scenario quotidiano per la maggior parte dei cittadini romani e degli altri abitanti dell’Impero: il mondo delle città italiche e delle province, retto da istituzioni omologhe ma con caratteristiche peculiari. Avremmo potuto dedicare un intero volume alle città, comprese le colonie romane, che non ebbero mai esattamente lo stesso ordinamento, e le città non romane (“peregrine”, vale a dire straniere), caratterizzate da una miriade di altri sistemi di organizzazione della vita politica, giudiziaria e istituzionale. Tutto questo avrebbe certamente messo sotto gli occhi del lettore la stupefacente molteplicità del mondo romano, ma senza aggiungere nulla alla comprensione della sua struttura.
Una seconda parte, “Governare, venerare gli dèi, provvedere ai bisogni”, è dedicata al funzionamento di questo vasto insieme, a partire dalle istituzioni di Roma al tempo della Repubblica e poi dell’Impero, senza dimenticare la figura così peculiare dell’imperatore stesso. Sarebbe ben difficile trattare nel suo insieme la cultura ellenistico-romana, che caratterizza i mille anni affrontati in questo volume – anche in questo caso occorrerebbe un libro intero –, tuttavia abbiamo riservato una breve sezione a uno dei suoi aspetti più tipici, il pensiero giuridico, che ancora oggi plasma il mondo occidentale. Data la loro peculiarità ed evoluzione, abbiamo dedicato una sezione alle religioni di Roma, ai culti pubblici e privati, senza dimenticare la rivoluzione rappresentata dall’avvento del cristianesimo. Tra gli altri aspetti della società, abbiamo dedicato una sezione considerevole anche all’economia, che può risultare abbastanza sconcertante per il lettore moderno, come dimostrano i numerosi dibattiti tra “modernisti” e “primitivisti”, i quali spesso devono ricorrere a varie teorie per arrivare a una sintesi, e questo a causa della scarsità delle fonti o dei frequenti preconcetti di cui gli studiosi sono vittima.
La terza parte, “La potenza militare romana”, descrive l’esercito dello Stato romano e le ragioni del suo strapotere: la sua riserva quasi inesauribile di soldati, che gli permette di sconfiggere per logoramento la maggior parte degli avversari. La storia militare romana dell’Occidente ha termine quando gli ultimi nemici, i barbari germanici, arrivano a prendere il posto dei combattenti romani, ormai stanchi di guerre, e da lì si impadroniscono del potere imperiale dall’interno.
Come abbiamo detto, la specificità dell’approccio scelto e il numero di documenti rendono impossibile occuparsi di alcuni ambiti. Abbiamo così deciso di escludere il tema della cultura. Sarebbe stato necessario citare gli autori greci e latini – poeti, filosofi, narratori, storici e studiosi – attivi e produttivi nell’arco di sei secoli, senza dimenticare che gli intellettuali romani ravvivarono l’interesse per il pensiero greco del V secolo a.C., contribuendo attivamente a trasmetterlo ai posteri: tutto questo avrebbe ulteriormente dilatato la portata della presentazione. I Romani si rifecero anche alla grande architettura greca ed ellenistica, cui diedero ulteriore impulso, integrandola alla loro architettura e alle loro arti decorative, che erano già dotate di una propria anima e che i nostri architetti sfruttano ancora oggi – ma anche questo è un tema che abbiamo deciso di omettere. Il volume bilancia in certi casi le perdite dovute a questa scelta, mostrando o accennando a templi, basiliche, archi di trionfo, dimore lussuose e monumenti pubblici concepiti per gli spettacoli, quali odeon, teatri, circhi e anfiteatri. Edifici che compaiono sulle nostre mappe ma non vengono descritti nel dettaglio, in quanto molto simili tra loro e differenti solo per le dimensioni. Citiamo ad esempio i circhi nel loro contesto più comune: la conclusione e l’accompagnamento di un grande sacrificio. Quanto agli anfiteatri, sono costruzioni impressionanti, ma non devono indurci a credere che i Romani passassero il loro tempo ad assistere a cacce e spettacoli – più vicini comunque alla corrida e alla lotta che ai massacri tra gladiatori che Hollywood ci ha mostrato. Anche qui, come per tutti i temi, abbiamo cercato di descrivere, situandoli nel loro contesto, tutti gli elementi importanti della struttura del mondo romano occidentale.

J. Scheid, M. Melocco e N. Guillerat, Infografica della Roma antica – L’ippocampo, Milano 2022, pp. 130, euro 19,90