In libreria: Purgatorio dei vinti

vintiDa Raimondo Vianello a Enrico Maria Salerno, da Walter Chiari a Enrico Ameri, dal giornalista Mauro De Mauro all’anziano scrittore americano Ezra Pound, dal futuro ministro Mirko Tremaglia all’olimpionico della marcia Pino Dordoni: ci sono tanti nomi diventati illustri tra gli oltre trentamila militi e sostenitori della Repubblica sociale italiana ammucchiati, a fine guerra, nel campo di prigionia allestito dagli Alleati a Coltano, alle porte di Pisa. Sono i vinti della guerra civile, per la maggior parte «ragazzi di Salò», che dopo l’8 settembre hanno scelto la continuità con i valori del Ventennio e in nome di un malinteso senso della patria e dell’onore sono andati a cercare la dannunziana «bella morte», schierandosi dalla parte sbagliata della storia. Alcuni dei loro camerati hanno avuto un destino drammatico, travolti nella convulsione della resa dei conti; altri, come Dario Fo, sono riusciti a eclissarsi prima del tracollo; altri ancora sono rinchiusi in campi minori, a Padula, Scandicci, Rimini. Alcuni di loro ricorderanno l’esperienza senza reticenze e senza orgoglio, riferendosi a una stagione della vita rispetto alla quale serve più comprensione che anatema («non rinnego né Salò né Sanremo» confesserà Raimondo Vianello); molti cercheranno di rimuovere e cancellare; altri ancora ammetteranno con imbarazzo rinviando alla confusione del periodo. Con un attento lavoro sulle testimonianze autobiografiche e la documentazione scientifica, l’autore ripercorre la vicenda dei prigionieri di Coltano, le difficoltà delle condizioni di vita, l’indeterminatezza del loro status giuridico, le ambiguità di una stagione sospesa tra volontà punitiva e bisogno di normalizzazione, i successivi percorsi della memoria. Ne risulta un quadro suggestivo, nel quale Coltano non si presenta come il campo di prigionia di ex combattenti nostalgici, ma come lo specchio dello smarrimento ideologico e morale lasciato nelle coscienze dal 1943-45.
Gianni Oliva, Il purgatorio dei vinti. La storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano – Mondadori, Milano 2023, pp. 216, euro 21,00

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Fabrizio Foschi, Una storia dell’epoca moderna: spazi, trame, personaggi alle radici del nostro presente – Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2023, pp. 226, euro 19,00
Il lungo periodo tra i secoli XIII e XIX è contrassegnato dall’intreccio di economia, politica e religione. La superiorità del fattore religioso nell’esistenza dell’uomo è sostituita dal successo individuale nei vari  campi dell’agire umano: scambio di beni, costruzione di ambienti sociali, elaborazione delle norme giuridiche. Il senso cupo di una fine della storia sempre incombente (veicolato da guerre, carestie, pestilenze) è illuminato dalla ricerca continua di riforme delle istituzioni, delle leggi e della società cristiana. La modernità raggiunge livelli di perfezionamento istituzionale impensabili agli occhi di un osservatore contemporaneo. Est e Ovest si scoprono e si parlano; dopo essersi combattuti gli Stati (imperiali e nazionali) siedono ai tavoli della pace; i corpi intermedi sono riconosciuti nella loro funzione mediatrice tra centro e periferia. Nuove logiche di potere intervengono a interrompere questo processo, si chiamano “assolutismo”, “disciplinamento”, “rivoluzione”.

Simona Colarizi, Novecento d’Europa: l’illusione, l’odio, la speranza, l’incertezza – Laterza, Roma-Bari 2023, pp. 496, euro 22,00
La storia del Novecento in Europa parte da est, dai grandi imperi multietnici dove le idee di nazione rompono gli equilibri secolari, innescano le scintille di due devastanti conflitti e portano alla distruzione di tutte le potenze europee. Vista così, l’Europa del Novecento è un continente incendiato e distrutto, ricostruito e nuovamente disseminato di rovine, povertà, ingiustizie, massacri, odi. Eppure cento anni di divisioni non hanno spento la civiltà europea, né interrotto il percorso per l’affermazione dei valori democratici, né soffocato la speranza di un futuro di giustizia e di benessere per tutti.
La storia di questo secolo in Europa è anche il racconto del coraggio di donne e uomini che negli ideali di libertà e nei diritti hanno creduto. È la storia del riscatto dalla povertà e dall’oppressione di milioni di europei che acquistano coscienza di sé, istruzione, piena cittadinanza e pari diritti. È anche il racconto di una civiltà che cambia sulla scia di due rivoluzioni industriali e di una terza tecnologica e informatica.

Claudia Giurintano, La redazione del “Domani d’Italia” (1922-1924). Valori cristiani e difesa delle libertà democratiche – Franco Angeli, Milano 2023, pp. 222, euro 29,00
Noto periodico edito a Milano dal 24 dicembre 1922 al 9 luglio 1924 di ispirazione popolare, il “Domani d’Italia” nacque come una “piccola fiaccola” che avrebbe dovuto illuminare in quel momento di “buio” “fino all’alba del domani”. Grazie allo sforzo congiunto, la redazione organizzò una resistenza “armata” solo di inchiostro per denunciare le conseguenze che il 28 ottobre 1922 avrebbe determinato nella storia italiana ed europea e per contribuire a creare una coscienza democratica ritenuta necessaria nella formazione della generazione che sarebbe stata chiamata a rinnovare le istituzioni politiche dopo la fine del fascismo. Attraverso il dibattito condotto dai redattori nelle pagine del “Domani d’Italia” e in altre pubblicazioni coeve, è possibile cogliere l’unanime impegno a difesa della libertà, “valore dei valori”, diritto naturale prima che civile e politico, e della democrazia, che richiedevano il dialogo con tutti coloro che, pur appartenendo a sensibilità politiche assai differenti, desideravano rivendicare un’antitesi sociale, politica e morale con il fascismo, contribuendo a prospettare i diversi problemi di politica interna ed estera “come tante facce del più formidabile ed unico problema: quello della vita civile del nostro paese”.

Dan Stone, L’Olocausto: una storia incompiuta – Einaudi, Torino 2023, pp. 328, euro 26,00
L’Olocausto è molto studiato, molto commemorato e molto raffigurato. Ma ancora ci sono aspetti importanti della sua storia che sono stati trascurati. Il volume ci permette di approfondire le nostre conoscenze sull’argomento, qui trattato in tutti i suoi aspetti e su scala globale. Dan Stone sottolinea come l’idea di «macchina dello sterminio» sia incompleta: molte persone vennero in realtà uccise nei luoghi in cui vivevano e nei modi piú brutali. Delinea la pervasività del collaborazionismo in tutta Europa, sostenendo con forza che dobbiamo smettere di pensare all’Olocausto come a un progetto esclusivamente tedesco. Considera anche la natura del trauma generato dall’Olocausto e i motivi per cui la sofferenza ebraica deve ancora essere pienamente valutata. Per Stone, il nucleo principale da cui partire per comprendere il pensiero e l’agire dei nazisti è l’ideologia genocida, delle cui origini fornisce un’approfondita analisi.

Philippe Nemo, Che cos’è l’Occidente? – Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2023, pp. 134, euro 8,00
Il termine Occidente, da semplice coordinata geografica, ha finito col tempo per connotare un preciso sistema economico, sociale e religioso. È tuttavia lecito chiedersi se questa identificazione abbia davvero motivo di esistere, se cioè dietro tale nome vi sia una “entità” o se esso non finisca unicamente per significare l’insieme di tutto quello che non è Oriente. Il libro di Nemo offre precise risposte a queste domande formulando una rigorosa definizione di ciò che in realtà è l’Occidente. Il filosofo francese vede l’Occidente come il frutto di una evoluzione dello spirito strutturata in cinque momenti chiave: l’invenzione della città e della scienza da parte dei Greci, quella del diritto privato e dell’umanesimo da parte del mondo latino, la profezia etica ed escatologica della Bibbia, la rivoluzione papale dei secoli XI e XIII e infine l’insieme delle grandi rivoluzioni democratiche moderne. Questi cinque stadi evolutivi hanno prodotto un cambiamento senza precedenti nei rapporti della specie umana nel suo complesso con l’ambiente circostante. Da qui i tratti universali della civiltà occidentale che consentono di individuarne le specificità e le differenze che esistono rispetto ad altre civiltà, in particolare con quella orientale di fede islamica.

Alberto Massaiu, Vichinghi: storia degli uomini del nord – Diarkos, Santarcangelo di Romagna, 2023, pp. 240, euro 18,00
Le gesta dei vichinghi affascinano per la loro portata mitica e geografica. Norvegesi, danesi e svedesi uscirono dalle tenebre della storia nell’VIII secolo, infrangendosi come gelide ondate di burrasca sulle coste e i fiumi d’Europa. Con le loro lunghe navi dalla testa di drago navigarono dall’Atlantico al Mediterraneo, fondando insediamenti dalle steppe dell’Est alle isole ghiacciate di Islanda e Groenlandia, fino al Canada. Guerrieri di sangue norreno servirono nella guardia degli imperatori romani d’Oriente, mentre altri fondarono potenti regni sulle isole britanniche, in Francia, in Russia e persino in Italia meridionale, lasciando un’impronta indelebile. La loro furia in battaglia, unita alla fede in ancestrali divinità, ne fece il terrore dei cronisti cristiani dell’epoca. Per quasi tre secoli sembrò che la civiltà sarebbe collassata sotto la loro spada. Alla fine, però, anche l’epopea degli uomini del Nord ebbe termine: qui è raccontata la loro storia.

Emilio Gentile, Totalitarismo 100: ritorno alla storia – Salerno Editrice, Roma 2023, pp. 208, euro  21,00
Misone, annoverato da Platone fra i sette saggi, insegnava: «Indaga le parole a partire dalle cose, non le cose a partire dalle parole».
Cento anni fa entrò nel linguaggio politico italiano l’aggettivo totalitario, seguito due anni dopo dal sostantivo totalitarismo. La cosa che aveva dato origine alle due parole era il fascismo, subito dopo la sua ascesa al potere.
Non furono i fascisti a coniare i due neologismi. Furono gli antifascisti. Quando il fascismo impose il partito unico, furono gli esuli antifascisti italiani a diffondere in Europa la parola totalitarismo per definire quel nuovo regime. La stessa parola fu usata per definire il regime bolscevico. E poi anche il regime nazista. Emilio Gentile indaga la storia della parola totalitarismo partendo dalla cosa fascismo. Dalla sua indagine, risulta che l’ignoranza della connessione fra la parola e la cosa ha generato il cancellazionismo, cioè una forma minore di negazionismo, compendiato in due sentenze: «Il fascismo non fu totalitario»; « il totalitarismo non è mai esistito». Contro il cancellazionismo, il rimedio, ispirato da Misone, è indagare la parola a partire dalla cosa, cioè dalla storia.

Gastone Breccia, Il demone della battaglia: Alessandro a Isso – il Mulino, Bologna 2023, pp. 216, euro 16,00
«Alessandro si rese conto che quella era un’occasione mandata dagli dèi per distruggere la potenza persiana in un singolo scontro» (Diodoro Siculo).
Novembre 333 a.C., Alessandro affronta a Isso la grande armata di Dario III. A contrapporsi sono il coraggio e l’ambizione del giovane re di Macedonia, alla testa dell’esercito forgiato dal padre Filippo, e la potenza di un impero. Dopo ore di lotta furiosa, coperto di sangue e di polvere, Alessandro smonta da cavallo ed entra nella tenda di Dario, abbandonata dal sovrano nemico in fuga. Il Macedone non soltanto ha inferto un colpo mortale alla Persia: ha combattuto con slancio irresistibile alla testa dei suoi uomini, dando forma a un mito che durerà nei secoli. La sera della battaglia il suo modo travolgente di conquistare la vittoria è già leggenda. Gastone Breccia ci restituisce uno dei personaggi che più hanno segnato la storia dell’Occidente nel suo giorno perfetto, quando riuscì a vivere in armonia con il «demone della battaglia» che sembrava possederlo e lo rendeva invincibile.

Bruno Maida, L’infanzia nelle guerre del Novecento – Einaudi, Torino 2023, pp. 430, euro 14,50
Nei disegni di guerra fatti dai bambini le strade sono molto rare e non collegano mai due luoghi. Tutto si riduce a un punto dove c’è il corpo senza vita di qualcuno, oppure un veicolo che brucia. Metafora di una vita sospesa, l’assenza di strade rinvia alla responsabilità degli adulti che devono costruirle e aiutare i bambini a ritrovarle. La guerra è una frattura profonda nella vita di chi ne fa esperienza, condiziona i comportamenti successivi, sedimenta le memorie che si radicano nell’identità. Lo è ancora di piú per l’infanzia, età che coincide con il tempo della formazione, della costruzione del proprio sguardo sul mondo. Che siano stati mobilitati, resi protagonisti passivi o attivi della violenza, colpiti da traumi e perdite, i bambini sono sempre piú protagonisti dei conflitti armati del Novecento. E ciò è accaduto all’interno di un paradosso: all’affermarsi di un sistema di protezioni nazionali e internazionali per i civili nei contesti di guerra, con un’attenzione specifica nei confronti dei bambini, è corrisposto un progressivo e crescente coinvolgimento diretto e indiretto dell’infanzia.

Alessandro Iannace, Storia della Terra – Laterza, Roma-Bari 2023, pp. 320, euro 22,00
Una storia della Terra che racconta le rocce, i terremoti, gli uomini che li hanno studiati, le scoperte, i miti e i sogni. Ma anche e soprattutto le grandi domande che ci siamo posti osservando le meraviglie e i fenomeni terrificanti di questo nostro pianeta. Per restituire, pagina dopo pagina, almeno un po’ di quello stupore che proviamo di fronte ad albe e tramonti, mari e montagne.
Una palla infuocata si è trasformata in milioni di anni in ciò che noi chiamiamo Terra: un agglomerato di rocce sufficientemente solido da ospitare i vasti oceani della nostra ‘arancia blu’ e grandi continenti in perpetuo movimento. Un ambiente dove la vita ha prosperato, e continua a farlo nonostante tutto e tutti. Eppure di questo spazio, su cui poggiamo i piedi tutti i giorni e che ci nutre, spesso sappiamo pochissimo. In questo libro, allora, ci muoveremo attraverso i luoghi dove è possibile comprendere la storia della Terra e i profondi legami che essa ha con la storia della vita: dalle tenui tracce della sua origine, più di tre miliardi di anni fa, fino alle prove della coevoluzione del pianeta con il mondo vivente. Andremo alla scoperta di alcuni dei suoi luoghi più incredibili, dalla fossa delle Marianne alla cima dell’Everest, passando per le miniere del Sudafrica e le scogliere coralline tropicali. Il nostro sarà anche un viaggio nel tempo, perché è impossibile raccontare la storia della Terra tralasciando le storie dei protagonisti della sua esplorazione, dalle prime intuizioni sulla sua forma fino alle recenti esplorazioni dei fondali oceanici. Una storia della Terra che propone un approccio globale alla comprensione del pianeta e della sua fisiologia, una dimensione culturale oggi più che mai necessaria.