In libreria: Foibe, esodo, memoria

1680540912543blobIl dramma delle foibe e quello dell’esodo di migliaia di italiani dalle terre dell’Adriatico Orientale costituiscono una realtà che, specie in un primo momento storico, è stata segnata o da silenzi, o da scarsa attenzione, o da aperta noncuranza. Ciò è avvenuto per più motivi. Si pensi alle vicende umilianti dell’Italia nel periodo post bellico, all’ascesa di Tito e al suo avvicinamento all’Occidente, alle questioni di guerra legate a figure di criminali, alle povertà presenti nel suolo italico (conseguenze di tragedie belliche): senza tetto, profughi, internati civili, minori orfani, invalidi.
Mentre da una parte i governi evitavano di parlare troppo apertamente di foibe e dell’esodo degli italiani dall’Istria, dalla Dalmazia e da Fiume, e mentre si cercava di non provocare eccessivamente Tito, nuovo alleato dei Paesi occidentali, dall’altra singole famiglie, comunità civili e religiose, istituzioni umanitarie e operatori della Croce Rossa, cominciavano a raccontare della “scomparsa” di italiani dalle terre dell’Adriatico Orientale. Alcune fosse profonde, inserite in più zone (le foibe), rivelavano evidenti eccidi. Si dovrà però aspettare la morte di Tito e il crollo della Jugoslavia comunista per avere accesso a territori ove sono presenti numerose di queste cavità.
Con l’aiuto dei Vigili del Fuoco, aiutati da altre istituzioni e da volontari, e con l’apporto del personale dei centri di medicina legale, fu possibile recuperare centinaia di salme e tentare dei riconoscimenti.
Ma questa situazione venne contemporaneamente accompagnata da un esodo di italiani che a migliaia furono costretti a lasciare le proprie case poste in Istria, in Dalmazia e a Fiume per le continue pressioni (talora violente) esercitate dai fiduciari di Tito negli anni del regime comunista jugoslavo. Questo esodo durerà diversi anni e non sarà spontaneo. Gli italiani verranno infatti obbligati in più casi ad abbandonare le proprie terre a motivo di direttive non legate alla precedente guerra mondiale, ma strettamente derivanti da un progetto segreto di Tito. Il Maresciallo, infatti, ed è stato documentato a livello centrale (Belgrado) e locale (aree amministrative), dette ordine di approfittare del momento di gloria bellica per la Jugoslavia per eliminare con le buone o con le cattive gli italiani, inclusi quelli che avevano avversato il fascismo e il nazismo, o che avevano protetto minori, anziani, infermi, perseguitati.
Si creò in tal modo una situazione dolorosissima perché i profughi provenienti dalle terre dell’Adriatico Orientale non trovarono in genere positiva accoglienza in Italia, e – in casi ristretti – furono apertamente contestati. L’Italia del dopoguerra dovette in tal modo provvedere a forme di accoglienza che si concretizzarono in soluzioni provvisorie, precarie e umanamente non rispettose della dignità di chi aveva già sofferto nei propri ambienti di origine.
Attualmente, con il Giorno del Ricordo e con il processo di integrazione europea, si sono sempre più affievoliti quei motivi che resero difficile la ricerca degli infoibati e il sostegno agli esodati. È giusto però non perdere di vista una pagina della nostra storia che conserva insegnamenti attualissimi per l’oggi.
È in tale contesto che quattro specialisti, Giovanni Stelli, Presidente della Società di Studi Fiumani – Archivio Museo Storico di Fiume a Roma e Direttore della rivista “Fiume”, Marino Micich, dell’Archivio Museo Storico di Fiume – Società di Studi Fiumani e docente universitario, Pier Luigi Guiducci, Storico della Chiesa e Giurista, ed Emiliano Loria, archivista e ricercatore presso l’Università del Piemonte Orientale, hanno unito le loro forze per realizzare questa pubblicazione di sintesi.
Il volume è suddiviso in quattro tematiche.
1. Le foibe in Venezia Giulia, a Fiume e in Dalmazia. Un caso di epurazione preventiva (Giovanni Stelli).
2. Il lungo esodo dall’Istria, Fiume e Zara (1943-1958). L’accoglienza in Italia (Marino Micich).
3. Politiche jugoslave e la Chiesa perseguitata nel secondo dopoguerra. Le criticità in Istria,in Croazia e Bosnia-Erzegovina (Pier Luigi Guiducci).
4. Testimoniare l’esilio. Voci di profughi dall’Istria, Fiume e Zara (Emiliano Loria).
Il dramma delle foibe emerge quindi da queste pagine come un caso particolare di quella epurazione preventiva che ha caratterizzato l’avvento al potere dei regimi comunisti nel corso del Novecento e di cui la persecuzione sistematica della religione costituisce un aspetto essenziale. La vicenda dell’esodo e dell’accoglienza in Italia viene ripercorsa nelle sue motivazioni e nei suoi molteplici risvolti, e attraverso le testimonianze dirette dei numerosi profughi.
Giovanni Stelli, Marino Micich, Pier Luigi Guiducci, Emiliano Loria, Foibe, Esodo, Memoria: il lungo dramma dell’italianità nelle terre dell’Adriatico OrientaleAracne Editrice, Roma 2023, pp. 300, euro 25,00.

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Yaroslav Hrytsak, Storia dell’Ucraina: dal Medioevo a oggi – il Mulino, Bologna 2023, pp. 424, euro 30,00
Yaroslav Hrytsak ricostruisce la storia dell’Ucraina a partire dal medioevo fino all’età contemporanea, individuando le divergenze con la storia russa. Differentemente da quanto una scelta di lungo periodo potrebbe far pensare, la ricostruzione non si basa su una concezione deterministica: lo snodo di cosa sia la nazione viene affrontato nella sua problematicità e l’obiettivo è quello di far comprendere come sia difficile individuare un percorso lineare e univoco nei processi che hanno portato all’emersione dell’Ucraina come soggetto storico negli ultimi due secoli. È una storia che potremmo definire «globale» perché è influenzata da sviluppi sociali e culturali che a prima vista possono sembrare molto lontani e perché comprendere il nazionalismo ucraino significa andare al cuore di uno dei nodi dell’Europa attuale. Il capitolo finale è stato aggiornato dall’autore per l’edizione italiana.

Guido Samarani e Sofia Graziani, La Cina rossa: storia del Partito comunista cinese – Laterza, Roma-Bari 2023, pp. 312, euro 26,00
Se vogliamo comprendere la Cina contemporanea non possiamo prescindere dalla storia del Partito comunista cinese. Ne ha determinato le sorti e i profondi cambiamenti, trasformando in cento anni un paese rurale nella seconda potenza economica mondiale. Nel luglio del 1921, quando nacque, il Pcc aveva solo una cinquantina di membri ed era un soggetto politico marginale. Oggi conta oltre novanta milioni di iscritti e, dal 1949, è alla guida di un paese immenso e molto complesso. Con questa ambiziosa opera, che si avvale delle fonti più aggiornate, Guido Samarani e Sofia Graziani intrecciano la storia del Pcc alla storia della Repubblica popolare cinese, delineandone l’organizzazione, l’ideologia, la strategia interna e internazionale, i momenti gloriosi quanto gli eventi drammatici. Un’opera unica in Italia.

Mimmo Franzinelli (a cura di), Mussolini racconta Mussolini – Laterza, Roma-Bari 2023, pp. 336, euro 20,00
Esistono molte biografie di Benito Mussolini ma mai nessuno aveva pensato di lasciare la parola al duce stesso, al racconto che della sua vita troviamo in pagine autobiografiche, tra cui molte inedite o dimenticate. Scopriamo così cosa pensava Mussolini della propria vita, come la raccontava agli altri, e come modificò questa autorappresentazione nel corso della sua esistenza.
Fin da giovane, addirittura dal 1911, Benito Mussolini aveva cominciato a scrivere pagine in cui raccontava la propria vita. Aveva proseguito durante la prima guerra mondiale con un diario in cui raccontava le sue avventure di cronista militare dal retrofronte. Nel 1932 aveva a lungo dialogato con il giornalista tedesco Emil Ludwig per descrivere la vita di un dittatore sotto le luci della ribalta e dietro le quinte. A raccontarci il crollo dall’altare alla polvere e il trauma provocato dalla perdita del potere, ci sono poi le numerosissime lettere e confessioni a Claretta Petacci e le riflessioni sulla prigionia dell’agosto 1943. Insomma, una documentazione straordinaria, qui raccolta per la prima volta, che mostra quanto Mussolini desse peculiare rilievo alla sua immagine, come imponesse una determinata visione di se stesso, consapevole del fatto che, dinanzi alla folla, spesso è l’abito a fare il monaco. Un libro utile per riconsiderare una delle figure fondamentali del Novecento italiano, mostrandocene la psicopatologia, dalla rincorsa al potere alla gestione dittatoriale dello Stato, sino al sanguinoso tramonto di Salò. Un libro innovativo, che colma, finalmente, una lacuna rilevante.

Pierluigi Moressa, I Malatesta: filosofia, sentimento e guerra nella storia di una dinastia – Diarkos, Santarcangelo di Romagna 2023, pp. 352, euro 19,00
Dai domini estesi fra la Romagna e le Marche, dalle rocche di collina e di pianura, dalla biblioteca cesenate e dal tempio riminese, il segno impresso dalla famiglia Malatesta sui propri territori è documentato non solo delle epoche della storia, ma anche dal lascito dello spirito. Singolare fu, infatti, la commistione tra la forza delle armi e l’elevazione del pensiero che permeò gli atti di questa casata. Tracciarne la vicenda, che va dagli echi ferrigni del Medioevo agli ultimi splendori del Rinascimento, significa illustrare un segmento della storia italiana e dar conto degli sviluppi del potere come un atto politico e insieme estetico, tra desideri di espansione, perigliose alleanze e atti esecrabili. In questo affresco di filosofia e guerra, ampio spazio è dato alle vicende d’amore e di morte della casata. I profili di Francesca da Rimini e di Parisina Malatesta ispirarono poeti, romanzieri e musicisti e lasciano ancora echi di nostalgia in chi al potere della morale e della ragion di Stato sa dar valore alla potenza dei sentimenti.

Isabelle Aristide-Hastir, Maria Antonietta & Axel Von Fersen: corrispondenza segreta – L’Ippocampo, Milano 2023, pp. 288, euro 29,90
Tre anni: questo il tempo che è servito all’équipe del progetto REX per decodificare le lettere di Maria Antonietta e di Axel Von Fersen sino ad ora annerite, criptate o scritte con inchiostro simpatico.
Ci si aspettava di trovare soprattutto parole tenere e frasi d’amore, invece ecco spuntare due anni di corrispondenza politica per tentare di mettere in salvo un regno e la sua regina. Queste circa sessanta lettere consentono di comprendere meglio le sfide che, a fine Settecento, andavano profilandosi per la corona francese.
Rivelato per la prima volta nella sua integrità, questo scambio epistolare tra il conte e Maria Antonietta, ricco di eventi da lei stessa commentati, dipinge, man mano che si dipana, il commovente ritratto di una regina isolata che tenta di comprendere, ormai fuori tempo massimo, i cambiamenti del mondo in cui si trova a muoversi.
Fersen fa di tutto per riaccendere la speranza nel cuore della sovrana disperata e abbandonata da tutti, ma il destino non lascerà ai due amanti il tempo di vivere l’intimità abbozzata in queste missive.
La presente edizione, corredata da illustrazioni delle lettere originali e suggestive opere d’arte, è introdotta da un lungo saggio inedito di Benedetta Craveri.

Vincenzo Mistrini, Gli Assiri. La prima superpotenza dell’Oriente antico – LEG, Gorizia 2023, euro 16,00
Dalle ceneri dell’Età del Bronzo, gli Assiri seppero costruire un impero di ferro che terrorizzò, assoggettò e resse l’intero Medioriente dal X secolo a.C. al 612 a.C. La nascita di questa prima superpotenza dell’Antichità si dovette ad un esercito la cui organizzazione ed efficienza anticipò quella delle legioni di Roma ed all’invenzione dell’idea stessa di imperialismo.
Su quest’impero e sul suo esercito, tanto quanto sui suoi imperatori-soldati, ha per secoli gravato il manto dell’infamia gettatovi dalla tradizione ebraico-cristiana: uno svantaggio notevole se consideriamo che, da principio, lo studio dell’antica storia mediorientale ebbe origine dalla volontà di scoprire, svelare l’ambiente storico del Vecchio Testamento.
Pur tra le immani difficoltà provocate dai tragici sviluppi geopolitici che oggi interessano il Medioriente, il susseguirsi delle scoperte relative alla sua storia antica ha negli ultimi decenni permesso di guardare in modo più sistematico ed imparziale alla storia dell’Assiria, al suo esercito, alle sue campagne militari e alle correlate e inevitabili brutalità, superando gli stereotipi e permettendoci di comprendere quanto gli Assiri abbiano fornito un esempio per quegli imperi mediorientali che, nel bene e nel male, funsero da modello per lo sviluppo degli imperi ellenici e poi dell’Impero romano: anzitutto l’Impero neobabilonese di Nabucodonosor II e, poco dopo, l’Impero persiano che seppe raddoppiare i confini del vecchio impero assiro.