GLI ANTICHI UMBRI

di Sara Fresi -

Originari della pianura danubiana, in seguito a una serie di migrazioni si insediarono in varie aree dell’Europa settentrionale.

Tavola eugubina

Tavola eugubina

È impresa ardua comprendere in modo assoluto l’identità di antiche genti italiche e le rispettive linee di discendenza. Con questo articolo non ho quindi la presunzione di fornire verità assolute ma lascerò che a guidare i ragionamenti siano autorevoli fonti storiche.
Lo scrittore, filosofo e comandante militare romano Plinio il Vecchio nella sua opera monumentale Naturalis Historia (libro II, 112 – 113) scrisse: «La popolazione umbra è ritenuta la più antica d’Italia, si crede infatti che gli Umbri fossero stati chiamati Ombrici dai Greci perché sarebbero sopravvissuti alle piogge quando la terra fu inondata. E’ attestato che gli Etruschi sottomisero trecento città umbre».
Vorrei soffermarmi sul nome “Umbri” che i Greci misero a quelle popolazioni chiamate Ombroi. A a tal proposito, il geografo e storico greco Strabone scrisse che «Ombroi significa temporale»: ciò fa riflettere sull’antica conoscenza dell’esistenza di gruppi sociali sopravvissuti a inondazioni.
Lo storico e retore greco Dionigi di Alicarnasso in Antichità Romane (II, 49) informò che gli Umbri vennero cacciati da Reate (Rieti) e diedero vita alle genti sabine. Secondo Strabone (V, 250) dai Sabini discenderebbero i Sanniti e da questi ultimi i Lucani e dai Lucani i Bruzi.
Sempre Plinio il Vecchio, nella sua opera Naturalis Historia (Libro III, capitolo 19) scrisse: «La gente più antica d’Italia è detta Umbra, perché si crede sopravvissuta alle inondazioni delle terre».

L'Europa celtica

L’Europa celtica

Lo storico greco Erodoto in Le Storie (libro IV, 49; 3) argomentò che essi erano stanziati nei territori dove scorrevano i fiumi Carpis (Tibisco) e Alpis (Drava). Successivamente arrivarono in area padana.
Seguendo attentamente queste autorevoli fonti storiche si può ragionevolmente pensare che gli Umbri furono i capostipiti di gruppi sociali Osco-Umbri, detti anche Italici, e che risiedevano lungo il corso dei fiumi Carpis e Alpis, affluenti del medio bacino danubiano. Probabilmente in alcuni periodi dell’anno vi erano piogge copiose che rendevano difficile, se non impossibile, la vita in quei luoghi e i gruppi sociali che vi abitavano erano costretti ad abbandonare i loro territori per motivi legati alla sopravvivenza. Alcuni migrarono in direzione della Grecia e vennero chiamati Ombroi, altri migrarono in diverse aree Europee. Basti pensare alle radici Umb e Amb diffuse tra gruppi sociali stanziati in area Germanica Celtica: Ambrones in Olanda, Germania e Danimarca (nord Europa); Umbri in Italia (regione Umbria); Cumbria e Northumbria (Inghilterra settentrionale e Scozia meridionale); Cambria/Camberland (radice Amb; gruppi sociali attestati nel Galles).
I Celti sono considerati il più antico popolo di cui si conosca il nome in tutta l’area a nord delle Alpi. Autori greci li definirono in modi differenti: Erodoto li chiamò Keltói, Strabone Kéltai e Pausania Galátai. I Latini, come ad esempio Livio, li soprannominarono Celtae e, infine, per Cesare erano Galli. In area germanica erano chiamati Kelten. Per oltre cinque secoli essi furono protagonisti della storia dell’Europa occidentale (dal VI secolo a.C. al I secolo a.C.), avevano loro cultura, leggi, usi, costumi e tradizioni anche se per i Greci e i Romani erano definiti come dei barbari.

Per indicare gli abitanti degli insediamenti precedenti si possono utilizzare solo moderne perifrasi come Cultura della Ceramica cordata (Schnurkeramiker-Kultur) oppure Cultura dei Campi di urne (Urnenfelder-Kultur), coetanei della nostra Cultura Villanoviana (da Villanova, località vicino Bologna dove fu rinvenuta una necropoli, indicata come la prima di tale Cultura) sviluppatasi dal X secolo a.C. all’VIII secolo a.C. durante l’Età del ferro. Essa si diffuse in area tirrenica ed emiliana proprio in quei luoghi dove poco tempo dopo si concentrarono gli insediamenti di Etruschi. Due culture coetanee, Campi di urne e Villanoviana, i cui resti archeologici – urne cinerarie biconiche, ceramiche, fibule, ciondoli e spade – presentano molte similitudini che necessitano di dovuti approfondimenti.

Per saperne di più
AA.VV., I Celti. Alle origini della civiltà europea – Giunti editore, Milano 2005.
Agnetti A., Terni celtica e la stirpe del drago – Morphema editrice, Terni 2016.
Demandt. A., I celti – Il Mulino, Bologna 2003.
Devoto G., Gli antichi Italici – Vallecchi, Firenze 1931.
Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane.
Erodoto, Le Storie.
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia.
Strabone, La Geografia.