GENEROSO POPE, ITALOAMERICANO AL SERVIZIO DI MUSSOLINI E ROOSEVELT

di Michele Strazza -

Emigrato dalla provincia di Benevento, fece fortuna negli Stati Uniti d’America nel settore immobiliare. Dopo aver costituito un potente gruppo editoriale, mise le sue testate a diposizione del potere politico. Obiettivo: orientare l’elettorato italoamericano a favore di Mussolini e procurarsi, al tempo stesso, l’appoggio del partito democratico.

 

Per tutti gli anni Venti e Trenta il fascismo italiano esercitò un notevole fascino in vaste parti dell’opinione pubblica degli Stati Uniti, specialmente sulla comunità italo-americana.
Un personaggio che ebbe un ruolo decisivo nell’appoggio al fascismo fu Generoso Pope (1891-1950), conosciuto come “re della sabbia”. Giunto in America adolescente dalla provincia di Benevento, Pope aveva svolto diversi lavori sino ad entrare nel settore del commercio di materiali edili. Dopo una serie di vicende lo ritroviamo, negli anni Venti, a monopolizzare il commercio della sabbia e di altri materiali nell’intero Stato di New York.

Generoso Pope

Generoso Pope

Dopo aver investito i forti ricavi in campo immobiliare, Pope pensò bene di utilizzare i proventi ottenuti nel campo dell’informazione, in forte crescita negli States. Così l’uomo d’affari italo-americano aveva acquistato nel 1928, per la notevole somma di 2.053.000 dollari, uno dei più importanti giornali statunitensi in lingua italiana, Il Progresso Italo-Americano, che aveva una tiratura media di 95.000 copie. La sua attività editoriale non si fermò però qui: nel 1931, Pope acquistò – con l’appoggio del regime fascista – un’altra importante testata, Il Corriere d’America, che vendeva 56.000 copie. Questi due giornali, insieme ad un terzo, Il Bollettino della sera (58.000 copie di tiratura, acquistato nel 1929), costituivano a New York un importante raggruppamento editoriale di cui l’affarista si servì per la sua scalata alla leadership della comunità italo–americana nella metropoli americana. L’operazione, infine, venne completata nel 1932 con l’assunzione della proprietà de L’Opinione, noto giornale in lingua italiana di Filadelfia che vendeva mediamente 35.000 copie.

Tali giornali ebbero un ruolo decisivo nella formazione di una opinione pubblica americana favorevole a Mussolini ma rappresentarono anche un mezzo attraverso il quale Pope si procurò favori dal potere politico. Essi, infatti, furono costantemente utilizzati per l’appoggio a James J. Walzer, sindaco democratico di New York dal 1925, e allo stesso Franklin Delano Roosevelt. Del resto quasi tutta la stampa italo-americana era fondamentalmente filofascista, e tale rimase fino a Pearl Harbor. Questa stampa era rappresentata, oltre che dai giornali di Pope, anche da altre tre testate in lingua italiana: Il Grido della Stirpe di Domenico Trombetta, Il Carroccio di Agostino De Biasi e Il Crociato di Brooklyn. Furono, dunque, queste testate, soprattutto Il Progresso Italo-Americanoil cui editore era Italo Carlo Falbo – a costituire “l’asso nella manica” di Pope per l’appoggio al regime.
Tale sostegno fu sempre in crescita, arrivando ad appoggiare anche la politica estera dell’Asse. Per questo scopo Mussolini accordò a Pope persino l’uso gratuito del telegrafo per trasmettere le notizie ufficiali direttamente a New York. Fu proprio dopo l’attacco fascista all’Etiopia che Pope realizzò il suo “colpo da maestro”. Conducendo infatti una massiccia campagna di stampa a sostegno della posizione italiana, l’editore riuscì a convincere il presidente Roosevelt a lasciare cadere alcuni progetti di legge per l’embargo contro l’Italia.

Progresso_Italo-AmericanoQuando, dunque, Mussolini nel 1935 sferrò l’attacco all’Etiopia numerosi italo-americani si schierarono al favore della patria lontana. A Roma si temeva, però, per il possibile comportamento di Roosevelt, che in un primo momento si era accontentato solo di un “embargo morale” verso l’Italia. Così le alte gerarchie fasciste non tardarono a interessare del problema Pope, affinché organizzasse un’opportuna campagna di stampa di appoggio alle ragioni italiane. Pope fece molto di più: coinvolse i club e le associazioni italo-americane per premere sul governo e sulla classe politica americana a favore dell’Italia. E fu così che più di un milione di lettere arrivarono sulle scrivanie di deputati e senatori americani, raggiungendo la stessa Casa Bianca. Roosevelt, preoccupato per i possibili effetti del voto italo-americano nelle elezioni presidenziali del 1936, fece marcia indietro, facendo cadere le proposte per un embargo nei confronti dell’Italia.
Dopo aver informato i propri sostenitori in Senato di voler rinunciare all’iniziativa, il Presidente americano si accontentò del semplice rinnovo della legge di neutralità del 1935, firmandone l’approvazione il 29 febbraio. Quando nel maggio del 1936 la guerra finì, Mussolini in persona telegrafò i suoi ringraziamenti a Pope per l’opera svolta nell’interesse della Patria. Del resto, anche Roosevelt doveva molto a Pope per i suoi continui appoggi alla presidenza e allo stesso Partito Democratico durante le varie campagne elettorali. Tra le tante iniziative messe in cantiere da Pope v’era stata, tra il 1929 ed il 1931, la creazione di una rete di club politici democratici italiani – successivamente organizzati negli “Italian-American Democratic Clubs of Greater New York” – in tutte le grosse città.
Pope era diventato, dunque, uno dei personaggi più in vista dell’intera comunità italo-americana nella “grande mela”. Egli, a differenza di altri, aveva continuato a mantenere con la comunità legami strettissimi, ritenendola punto di partenza e di arrivo di ogni sua azione. Di qui anche l’attenzione che rivolgeva alle giovani generazioni di italo-americani, in procinto di entrare nel mondo universitario o politico, verso cui fu sempre un protettore e un finanziatore, grazie alla fornitura di numerose borse di studio.

Per saperne di più

Cannistraro Ph., Aga Rossi E., La politica etnica e il dilemma dell’antifascismo italiano negli Stati Uniti: il caso di Generoso Pope, in “Storia Contemporanea”, anno XVII, aprile 1986, n.2.
Strazza M., Emigrazione e fascismo in Basilicata. Gli emigrati lucani negli Stati Uniti e l’appoggio al fascismo, Tarsia Editore, Melfi 2004.
Sullivan B.R., Roosevelt, Mussolini e la guerra d’Etiopia: una lezione sulla diplomazia americana, in “Storia Contemporanea”, anno XIX, n.1, febbraio 1988.