In libreria: Fuga da Berlino
Manca poco alla mezzanotte del 9 maggio 1962 e la serata è calda e afosa quando un ingegnoso gruppo di studenti comincia a scavare un tunnel sotto il Muro di Berlino. Non ne hanno mai visto uno vero prima, né hanno mai incontrato qualcuno che ne abbia scavato uno: tutto ciò che sanno lo hanno visto nei filmati in televisione. Si tratta della più azzardata operazione di fuga mai tentata sotto il Muro di Berlino. Ad aspettare dall’altra parte, 135 metri più in là, a Berlino Est, decine di uomini, donne e bambini, disposti a rischiare tutto pur di fuggire. Ma come si fa a realizzare un tunnel nel paese più sorvegliato al mondo senza usare macchinari rumorosi o acquistare attrezzi per mancanza di denaro? Come ottenere la luce, come respirare quando l’aria diventa rarefatta o evitare di morire annegati se si colpisce una tubazione? E se, una volta superata questa catena di ostacoli e arrivati all’altra estremità, la polizia fosse lì in attesa? Ripercorrendo l’avventura di Joachim Rudolph, lo studente dietro questo folle progetto, e attingendo a centinaia di ore di interviste con i sopravvissuti e a migliaia di pagine di documenti della Stasi, la giornalista inglese Helena Merriman racconta una straordinaria storia vera di amore, spionaggio e tradimento, di libertà rubata e della feroce lotta per riconquistarla. Con una scrittura avvolgente e un ritmo serrato, Merriman ci ricorda quanto la Storia possa determinare le nostre vite spingendoci a reagire in modi inaspettati e talvolta sorprendenti, proprio come è accaduto ai ragazzi e alle ragazze, agli uomini e alle donne protagonisti di questa incredibile storia.
Helena Merriman, Tunnel 29: la storia vera di una straordinaria fuga sotto il muro di Berlino – Mondadori, Milano 2024, pp. 384, euro 22,00
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Pier Luigi Guiducci, Quella Casa che vola. La storia delle sacre pietre di Loreto. Contesto storico. Tradizione. Documenti. Ricerche. Indagine archeologica. Analisi. Evidenze – Àlbatros, Roma 2024, pp. 165, euro 13,90.
Tra i dibattiti storici che hanno caratterizzato l’epoca moderna, e che sono arrivati al tempo presente, si colloca il dibattito sulla “Questione lauretana”. Come è noto a molti fedeli, nel santuario di Loreto si conserva la Camera di Maria. Tale reperto è costituito da pietre provenienti dall’abitazione della Vergine a Nazareth. In questo ambiente avvenne l’Annunciazione dell’angelo e l’Incarnazione del Verbo. Per completare l’originaria chiesetta, gli abitanti del Colle Prodo (Marche) aggiunsero anche materiale edilizio locale. Tale cappella, priva di fondazioni, venne poi protetta da un edificio di culto più grande, fino ad arrivare all’attuale santuario di particolare valore artistico.
Nel tempo non è mancato un confronto tra coloro che negavano l’autenticità delle sacre pietre e chi, al contrario difendeva l’origine nazaretana. Ma il nucleo del dibattito si centrò anche sulla questione del trasporto. L’edificio fu preso dagli angeli e traslato nell’area dell’attuale cittadina di Loreto, o furono invece dei cristiani a caricare il prezioso materiale su una nave con destinazione finale Porto Recanati? L’orientamento prevalente accentuò la traslazione ad opera degli angeli. In tempi successivi emerse, però, anche la tesi di un trasporto via mare.
In tale contesto, non mancarono voci critiche che negavano ogni valore alla piccola Camera. Malgrado un contesto non facile, si deve essere grati a più Ordini Religiosi per aver difeso il sacello lauretano. Giova allora far riferimento ai Domenicani, ai Gesuiti, ai Conventuali e ai Cappuccini.
Qualcuno si potrà chiedere: perché quattro Ordini Religiosi? La risposta è racchiusa in eventi che si snodarono nel tempo. La prima azione, decisiva, fu quella esercitata da un domenicano: fra Salvo, Vescovo di Recanati e Vicarius Urbis a Roma (rappresentava il Papa Celestino V). Una volta posizionata sul Colle Prodo, nelle Marche, il piccolo luogo di culto venne inizialmente affidato al clero secolare. In seguito, un contributo notevole arrivò con la presenza dei Padri Gesuiti (1554). Grazie a loro si realizzò un disegno pastorale che includeva anche il ministero delle confessioni, le predicazioni al popolo, e gli studi a sostegno della Camera di Maria.
Quando la Compagnia di Gesù venne sciolta (1773), subentrarono i Francescani Conventuali (dal 1773 fino al 1934). Anche questi religiosi svolsero un significativo servizio ecclesiale intervenendo non solo in ambito liturgico-sacramentale, ma anche in opere sociali vicine al santuario. Dopo i Conventuali, per decisioni legate a preferenze della gerarchia ecclesiastica del tempo, furono accolti i Frati Cappuccini (dal 1934 ad oggi). Con loro, in tempi ravvicinati, vennero impostate ricerche archeologiche e analisi dei graffiti incisi nelle pietre della Camera di Maria. Quest’ultimo lavoro, si svolse tenendo in considerazione anche le ricerche svolte dai Frati Minori della Custodia di Terrasanta a Nazareth.
Giovanna Tosatti, Storia della polizia: l’ordine pubblico in Italia dal 1861 a oggi – il Mulino, Bologna 2024, pp. 416, euro 30,00
In questo libro Giovanna Tosatti ricostruisce l’evoluzione della polizia in Italia ripercorrendo l’arco cronologico che va dal 1861 ai giorni nostri. La crisi dello stato liberale, il fascismo, la ricostruzione delle istituzioni nel dopoguerra, i difficili anni Settanta, le riforme di fine Novecento e le nuove inquietudini dei primi anni Duemila sono gli snodi di un percorso che non è soltanto storico-istituzionale, ma anche politico-giuridico, sociologico e attento agli aspetti della progressiva professionalizzazione e costruzione di una identità. Fanno da filo conduttore i profili dei principali protagonisti di questa istituzione, gli innovatori, le figure più controverse in un lungo percorso da una polizia di mera repressione (spesso non solo del crimine ma anche del dissenso sociale) a una polizia che si propone d’essere al servizio del cittadino.
Christopher Clark, Il fuoco della rivoluzione: l’Europa in lotta per un nuovo mondo 1848-1849 – Laterza, Roma-Bari 2024, pp. 1024, euro 38,00
C’è stato un momento nella storia in cui tutta l’Europa è stata in fiamme. Una scintilla accesa a Palermo si diffuse per tutto il continente producendo un incendio che fece cadere, uno dopo l’altro, governi e monarchie. Fu una ‘primavera dei popoli’ che ebbe breve durata, ma produsse un impatto profondissimo sulla vita pubblica e sulla politica in Italia come in Francia, in Germania come in Ungheria.
Nel 1848 la rivoluzione cominciò a Palermo e si diffuse subito in tutta Europa. Folle enormi si radunarono in nome della democrazia e dell’indipendenza nazionale in un flusso inarrestabile che cancellò, in pochi mesi, l’ordine politico che reggeva il continente dalla sconfitta di Napoleone. Alcuni governanti si arresero subito, altri combatterono aspramente, ma ovunque si fecero strada nuovi politici, nuove convinzioni e nuove speranze, portando a cambiamenti significativi e duraturi che continuano a plasmare il nostro mondo: il ruolo delle donne nella società, la fine della schiavitù, il diritto al lavoro, l’indipendenza nazionale e l’emancipazione degli ebrei.
Christopher Clark, il grande storico autore del bestseller mondiale I sonnambuli, descrive il 1848 come la «camera di collisione al centro del XIX secolo». Frutto di una ricerca meticolosa, elegantemente scritto e ricco di descrizioni di figure carismatiche, questo libro offre una nuova interpretazione del 1848. Clark, infatti, evoca questo incredibile fermento di idee nuove, ma anche la serie sempre più spietata ed efficace di contrattacchi lanciati dagli antichi regimi. Nonostante la sconfitta, gli esuli diffusero le idee del 1848 in tutto il mondo e dalle macerie emerse un’Europa nuova e molto diversa.
Gaetano Quagliariello, Storia d’Italia in dodici romanzi: il racconto del Paese dall’Unità al Terrorismo (1860-1980) – Rubbettino, Soveria Mannelli 2024, pp. 199, euro 16,00
I romanzi, in alcuni casi, sono specchi nei quali si riflette la Storia. Possono essere fonti preziose per la ricostruzione degli eventi e dei fenomeni che segnano la vicenda storica di un Paese. Questo libro, attraverso la lettura di una dozzina di romanzi, ripercorre avvenimenti, momenti e problemi dell’Italia, dalla sua fondazione fino all’insorgere del terrorismo. I testi sono stati scelti per la loro propensione a evidenziare snodi che sono stati oggetto di studi, discussioni, vere e proprie controversie storiografiche: dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa a Todo Modo di Sciascia, passando per il Partigiano Johnny di Fenoglio. Ogni lettura è corredata da una scheda di presentazione del romanzo, dei suoi temi e del suo autore.
Gabriele Ranzato, Eroi pericolosi: la lotta armata dei comunisti nella Resistenza – Laterza, Roma-Bari 2024, pp. 416, euro 29,00
Le Brigate Garibaldi sui monti e i GAP nelle città furono le formazioni create dal Partito Comunista e costituirono l’asse portante di tutta la guerra partigiana contro gli occupanti tedeschi e i fascisti loro alleati. Lo storico Gabriele Ranzato ne ricostruisce le vicende mettendo in risalto, al di là di ogni pregiudizio, luci e ombre del loro operato, caratterizzato da un’alterna prevalenza di strategia ‘militare’ e obiettivi politici.
In molti scritti sulla Resistenza sono indicati come autori di attacchi ai tedeschi o vittime dei loro rastrellamenti ‘i partigiani’, senza altra specificazione. Ma in gran parte dei casi si trattò di partigiani comunisti, la cui connotazione politica in seguito è rimasta spesso sotto traccia. Nel dopoguerra fu il loro stesso partito a inglobarli nella sua visione della guerra di Liberazione come ‘guerra di popolo’ combattuta da un ampio fronte antifascista quasi indifferenziato. E questo è accaduto ancora di più dopo il crollo dell’URSS, quando la forte impronta comunista sulla lotta armata antitedesca apparve una macchia capace di cancellarne i meriti.
Questo non è un libro di semplice rivendicazione di quei meriti. Ne illustra alcuni, tra cui soprattutto la creazione dal nulla del nucleo essenziale dell’ʽesercito partigiano’, le Brigate Garibaldi, opera di pochi militanti, capaci però di attrarre tanti volontari disposti a battersi contro i nazifascisti. Accanto alle loro imprese ne vanno però considerati anche i limiti, riconducibili agli obiettivi politici del loro gruppo dirigente, deciso ad attribuirgli, nonostante il loro carattere guerrigliero, compiti di un vero esercito regolare capace di presidiare vaste ‘zone libere’. Ma dopo le dure prove dell’ultimo inverno di guerra, le formazioni comuniste diedero il principale contributo alla liberazione delle città del Nord prima dell’arrivo degli Alleati, importante obiettivo simbolico condiviso da tutte le forze della Resistenza.
Un libro né encomiastico, né denigratorio, dove predominano i chiaroscuri, quanto mai presenti nella storia della transizione italiana verso la democrazia.
Marco Patucchi, La spia venuta dal nulla: storia di Gabor Adler, agente britannico morto nel 1944 per la libertà di Roma – Marlin Editore, Cava de’ Tirreni 2024, pp. 112, euro 15,90
Il 4 giugno del 1944, mentre a sud di Roma gli Alleati stanno entrando nella città liberandola, qualche chilometro più a nord, lungo la via Cassia, i tedeschi ormai in fuga uccidono quattordici prigionieri prelevati dal carcere di via Tasso. Partigiani e antifascisti, tra i quali il deputato e sindacalista Bruno Buozzi: sono i “Martiri della Storta”, vittime di quella che, dopo le Fosse Ardeatine, è stata la strage nazifascista più efferata compiuta a Roma. Tra di loro anche il “soldato inglese sconosciuto”, come è stato indicato da sempre nei libri di storia e sulla lapide dell’eccidio un uomo non identificato. In realtà si trattava di un giovane ungherese, Gabor Adler alias capitano John Armstrong, arruolato dai servizi segreti britannici e sbarcato nel 1943 in Sardegna per una missione che doveva depistare il nemico dall’imminente sbarco alleato in Sicilia. Questo libro racconta la storia della sua vita e della sua missione, riemerse dal nulla e ricostruite attraverso documenti e testimonianze inediti. È anche la storia di quelle ore straordinarie che segnarono la liberazione di Roma.
Arnaldo Greco, Pasquale Palmieri, La nevicata del secolo: l’Italia nel 1985 – il Mulino, Bologna 2024, pp. 248, euro 16,00
Rai Uno, previsioni del tempo, 31 dicembre del 1984. Il colonnello Andrea Baroni annuncia un’anomala ondata di freddo per l’Italia dovuta «a uno stratosferico riscaldamento polare». Fra il 3 e il 4 gennaio comincia a nevicare sull’Isola d’Elba, Ischia e gran parte della Sardegna. Due giorni più tardi Piazza San Pietro è coperta di bianco. A Foggia il termometro scende a 10 gradi sotto lo zero. Nelle città del Nord ha inizio una nevicata che provoca una paralisi senza precedenti. Questo «inverno del secolo» ha generato una poderosa macchina del ricordo, diventando fonte d’ispirazione per romanzi, opere teatrali, canzoni e opere fotografiche, ma ha anche nascosto le difficoltà dell’Italia del tempo: corruzione, terrorismo, crisi economica e disoccupazione. Il passato è stato frammentato, con alcune memorie conservate mentre altre sono sprofondate nell’oblio. Arnaldo Greco e Pasquale Palmieri provano a raccontare questa Italia che, sotto la neve, sembra mettere in pausa la sua corsa verso la modernità.
Giuseppe Caridi, Il cardinale Ruffo e la straordinaria avventura del 1799 – Rubbettino, Soveria Mannelli 2024, pp. 288, euro 22,00
Esponente di un’illustre casata della nobiltà calabrese, Fabrizio Ruffo, dopo avere ricoperto importanti incarichi presso la Santa Sede, nel 1794 è nominato cardinale e si trasferisce a Napoli. Con l’avvento della Repubblica e la fuga in Sicilia di Ferdinando IV di Borbone, il Ruffo, in qualità di vicario regio, nel febbraio 1799 intraprende la spedizione sanfedista che in 4 mesi porta alla riconquista del Regno di Napoli. Partito fra lo scetticismo generale con pochi uomini e scarsi mezzi finanziari, il suo impegno di salvare la vita ai giacobini napoletani viene però disatteso dai Sovrani borbonici, con l’avallo dell’ammiraglio Nelson. Il cardinale Ruffo, sebbene oggetto di controverse interpretazioni, rimane un personaggio di rilievo indiscutibile per avere compiuto una straordinaria impresa militare e politica.
Tommaso Di Carpegna Falconieri, Cola di Rienzo: il tribuno del popolo che cercò di riportare Roma alla sua antica grandezza – Salerno Editrice, Roma 2024, pp. 312, euro 28,00
Cola di Rienzo (1313-1354) è il cittadino romano più famoso del Medioevo. Fu in rapporto con il papa, con l’imperatore, con Francesco Petrarca; si mise a capo del popolo romano, assumendo il titolo di «tribuno augusto», per riportare l’Urbe agli antichi fasti. Di quest’uomo ambizioso, contraddittorio, tuttora misterioso e sfuggente, l’autore ricostruisce l’intera parabola, dal primo affacciarsi nel complesso mondo politico dell’epoca fino al tragico epilogo consumatosi nel corso di una violenta sommossa popolare, mentre nel capitolo finale ne tratteggia il mito lungo i secoli.
Tommaso Braccini, Il viaggio più pericoloso della storia: sulla rotta degli Argonauti – il Mulino, Bologna 2024, pp. 304, euro 27,00
Un ariete che, prima di finire tra le costellazioni, lascia sulla terra il suo vello d’oro, un condottiero allevato da un centauro e non sempre all’altezza del suo compito, una ragazzina sognante che si trasforma in strega rabbiosa, e poi un viaggio infinito per acque perigliose. Quali altri ingredienti potrebbero mancare per ordire la trama della nostra umanità? Il viaggio degli Argonauti è l’archetipo di tutti i viaggi, una inesauribile fonte di rivelazioni, suggestioni e rimandi che riserveranno più di una sorpresa. Unifica il mondo antico e ne prefigura il futuro; è la storia del primo contatto tra Oriente e Occidente, la testimonianza della reciproca conoscenza e il formarsi di un dialogo possibile. Ripercorrendo le rotte della nave Argo e dei suoi intrepidi marinai, Tommaso Braccini ricostruisce la geografia e l’etnografia mitica del cuore dell’Europa, del Mediterraneo e delle sue sponde, e dell’Oceano illimitato.