I PAPI DEL CONCILIO DI TRENTO: PIO IV

di Giancarlo Ferraris –

Fu il pontefice che concluse il lungo Concilio di Trento, dando impulso decisivo alla Riforma e alla Controriforma cattolica. Combatté il nepotismo all’interno della Chiesa e regolamentò l’Inquisizione e l’Indice dei Libri Proibiti. Sostenne l’arte e la cultura, promuovendo la stampa e proteggendo artisti come Michelangelo e Palestrina. Il suo pontificato segnò una svolta nella strutturazione dogmatica e disciplinare della Chiesa di Roma.

 

 

Le origini, la formazione e la carriera

    Pio IV fu il pontefice che portò a conclusione il Concilio di Trento durato ben diciotto anni, dal 1545 al 1563, e che iniziò a combattere con metodi anche spietati il fenomeno del nepotismo ovvero com’è noto la tendenza da parte di coloro i quali detengono autorità e potere, in questo caso i papi stessi e gli alti ecclesiastici, a favorire i propri parenti in virtù delle relazioni familiari esistenti e indipendentemente dalle loro capacità e competenze.
Papa Pio IV, al secolo Giovanni Angelo Medici, nacque il 31 marzo 1499 a Milano da Bernardino Medici, forse imparentato con i Medici di Firenze e Cecilia Serbelloni. Studiò filosofia all’Università di Pavia e giurisprudenza all’Università di Bologna, dove si laureò in utroque iure ovvero in diritto civile e diritto canonico. Desideroso di abbracciare la vita religiosa si recò a Roma. Nel 1545 fu consacrato vescovo, nel 1546 venne elevato ad arcivescovo e nel 1549 fu creato cardinale; non si conosce l’anno dell’ordinazione sacerdotale. Sia prima che dopo tali nomine ricoprì numerosi incarichi ecclesiastici in ambito prettamente religioso, amministrativo e diplomatico: fu vescovo di Ragusa in Dalmazia e di Foligno, governatore di Ascoli Piceno, Città di Castello, Parma, Fano e Ancona, legato pontificio in Germania, a Bologna, Perugia e in Romagna. Partecipò anche a quattro conclavi, le assemblee del Collegio cardinalizio preposte all’ elezione del papa.

L’elezione a pontefice e l’attività

Michelangelo mostra a Pio IV il modello della Basilica di San Pietro, 1619 ca, di Domenico Passignano

Michelangelo mostra a Pio IV il modello della Basilica di San Pietro, 1619 ca, di Domenico Passignano

   Giovanni Angelo Medici divenne il 224° pontefice della Chiesa di Roma con il nome di Pio IV il 26 dicembre 1559, dopo un conclave durato centotredici giorni e al quale parteciparono quarantasette cardinali suddivisi in correnti. Il 6 gennaio 1560 successivo venne incoronato. Paolo IV e Pio V furono rispettivamente il suo predecessore e il suo successore. Pio IV morì a Roma il 9 dicembre 1565. Carlo Borromeo e Filippo Neri lo assistettero nel momento del trapasso. Fu seppellito provvisoriamente presso la Basilica di San Pietro in Vaticano, che venne demolita nel corso del XVII secolo, nell’area attualmente occupata dalla Basilica di San Pietro per poi essere tumulato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, sempre a Roma. Poco prima della sua scomparsa Pio IV dovette sventare una congiura nobiliare che intendeva assassinarlo e il cui fallimento portò alla condanna a morte dei suoi promotori.
Gli ambiti in cui papa Pio IV operò furono la lotta al protestantesimo, la Riforma cattolica, la Controriforma cattolica, il governo dello Stato Pontificio, il mecenatismo nelle arti e nella cultura. In particolare egli fu il pontefice che concludendo il Concilio di Trento dette impulso alla Riforma cattolica, la quale prese coscienza dell’avvento del mondo protestante e della diversità che lo separava da essa, procedette alla ridefinizione dei dogmi del cattolicesimo, attuò un vasto processo di rinnovamento delle sue strutture e dette inizio anche a un processo di disciplinamento della società rimastale fedele, partendo dalle istituzioni e dalle classi sociali più elevate fino a coinvolgere le masse popolari. Pio IV inoltre, attraverso la conclusione del Concilio di Trento, continuò il processo di strutturazione dogmatica della Chiesa di Roma in una vera e propria monarchia assoluta dal punto di vista religioso facente capo alla figura del pontefice.
Relativamente alla lotta contro il protestantesimo Pio IV sostenne la monarchia cattolica di Francia alla quale fornì truppe e denaro per contrastare gli ugonotti, i protestanti francesi calvinisti che stavano organizzandosi in un movimento non più solamente religioso, ma politico e che nei decenni successivi si sarebbe battuto nel corso delle tremende guerre di religione contro l’assolutismo monarchico per il ritorno dei privilegi feudali.
Nell’ambito della Riforma cattolica Pio IV nel 1560 pubblicò la bolla Ad ecclesiae regimen con cui annunciò la riapertura dei lavori del Concilio di Trento, che interrottisi fin dal 1552, ripresero a tutti gli effetti nel 1562. La riconvocazione del Concilio avvenne dopo lunghe trattative tra la Chiesa di Roma e le maggiori potenze cattoliche quali la Spagna, l’Impero Asburgico e la Francia, dal momento che l’Impero e la Francia avrebbero voluto che l’assemblea conciliare continuasse in una città diversa da Trento mentre la Spagna premeva affinché fosse confermata la continuità con le sessioni precedenti. Da parte sua il pontefice convocò il Concilio senza ribadire tale continuità e prima che i lavori riprendessero ordinò la revisione del processo per eresia a cui Paolo IV aveva sottoposto il cardinale Giovanni Gerolamo Morone il quale, dopo essere stato assolto e riabilitato, raggiunse i padri conciliari riuniti a Trento per sovrintendere come legato pontificio alle ultime sessioni del Concilio nel 1562 e nel 1563. Il 4 dicembre 1563 Pio IV chiuse il Concilio di Trento e nel giugno 1564 con la bolla Benedictus Deus ne approvò tutti i decreti. Ad agosto il papa istituì la Congregazione del Concilio Tridentino composta da otto cardinali con il compito specifico di vigilare sull’applicazione e l’osservanza dei decreti emanati dall’assemblea tridentina. Nel successivo mese di novembre con la bolla Iniunctum nobis approvò il cosiddetto cattolicesimo postridentino, che venne condensato nella Professione di Fede Tridentina destinato a rimanere inalterato fino al Concilio Vaticano II (1962-65). Poco tempo dopo il pontefice avviò la compilazione del Catechismo del Concilio di Trento detto anche “tridentino” o “romano”, approntò una riforma del Breviario romano e del Messale romano nonché la revisione della Vulgata, la traduzione in latino della Bibbia dal greco e dall’ebraico realizzata da san Girolamo alla fine del IV secolo. Pio IV autorizzò altresì la riforma dei due rami, quello femminile e quello maschile, dell’ordine carmelitano promossa nel 1562 e nel 1568 da Teresa d’Ávila e Giovanni della Croce, i quali avevano così dato vita rispettivamente alle carmelitane scalze a cui il papa permise di fondare nuovi monasteri in Spagna e ai carmelitani scalzi.
Pio IV continuò la Controriforma cattolica ovvero la lotta non solo al protestantesimo, ma anche l’effettivo rispetto dell’ortodossia cattolica definita ufficialmente dal Concilio di Trento insieme alla repressione di ogni forma religiosa e culturale non conforme ai dettami della Chiesa di Roma sia dentro la Chiesa stessa che nel mondo cattolico. In questo contesto si inserisce la regolamentazione voluta dal pontefice dell’attività svolta dalla Congregazione del Sant’Uffizio, che composto da nove cardinali con l’incarico di sovrintendere al Tribunale dell’Inquisizione (detto anche Inquisizione romana) aveva com’è noto la funzione di indagare sull’eventuale eterodossia degli imputati, i quali, se riconosciuti colpevoli, venivano affidati al braccio secolare vale a dire all’autorità politica per l’esecuzione della sentenza capitale. Fece eccezione come si è detto la revisione del processo per eresia a cui era stato sottoposto da Paolo IV il cardinale Giovanni Gerolamo Morone. Il papa provvide anche a disciplinare l’attività della Congregazione dell’Indice dei Libri Proibiti, che annoverava tutte quelle opere, periodicamente aggiornate, la cui lettura per ragioni filosofiche, morali e teologiche era vietata.
Pio IV nel corso del suo pontificato indisse anche quattro concistori, le riunioni del Collegio cardinalizio, creando quarantasei nuovi porporati e fondò diocesi in Cile, Italia, Messico, Colombia e Spagna.
Per quanto riguarda il governo dello Stato Pontificio Pio IV confermò tutti i provvedimenti adottati da Paolo IV nei confronti degli ebrei ai quali furono ribaditi diversi obblighi: svolgere solamente lavori di basso profilo come stracciaiolo, rigattiere, pescivendolo e prestatore di denaro a pegno, quest’ultimo con tutte le pesanti conseguenze che ne derivavano; indossare, gli uomini un panno giallo, le donne un velo dello stesso colore per poter uscire dal ghetto; ascoltare ogni sabato una predica davanti alla Chiesa di San Gregorio della Divina Pietà. Pio IV fece altresì ampliare le dimensioni del ghetto secondo alcuni per migliorare un poco le condizioni di vita dei suoi abitanti, secondo altri per ospitare nuovi arrivati e permise di stampare il Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo, purché lo stampatore fosse di religione cattolica.
Un aspetto importante del governo di Pio IV fu come si è detto la lotta che egli iniziò a condurre contro il fenomeno del nepotismo. L’attenzione del pontefice si focalizzò sul precedente pontificato, quello di Paolo IV, che aveva concesso privilegi e benefici ai membri della sua famiglia, i Carafa. Venne condotta un’inchiesta che portò alla privazione di molti incarichi, al blocco di diverse carriere, all’arresto nonché alla condanna morte di diversi componenti della famiglia di Paolo IV. Pio IV emanò anche un decreto che fissava la durata della carica del coadiutore o assistente del papa, di solito un alto prelato, la quale decadeva con la morte del pontefice che lo aveva nominato.
Pio IV fu un mecenate nelle arti e nella cultura. Protesse Michelangelo Buonarroti al quale commissionò a Roma la realizzazione di Porta Pia e fece ampliare il Rione Borgo attraverso la costruzione di tre nuove strade, le quali presero rispettivamente i nomi di Borgo Pio in omaggio al pontefice stesso, di Borgo Vittorio che fu però papa Pio V a chiamarlo così per celebrare la vittoria cristiana di Lepanto sui turchi mussulmani, di Borgo Angelico in omaggio al nome di battesimo del papa medesimo. A Michelangelo commissionò anche la costruzione nella Città Eterna della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Pio IV favorì nondimeno l’arte della stampa fondando la Stamperia del Popolo Romano, una vera e propria azienda tipografica ed editoriale che stampò i testi sacri approvati dal Concilio tridentino, i classici greci e latini nonché i libri per gli studenti universitari. A guidare la Stamperia Pio IV chiamò Paolo Manuzio, terzogenito del celebre editore e tipografo Aldo. Il pontefice sostenne inoltre il rinnovamento della musica religiosa, approvando la grande opera di Giovanni Pierluigi da Palestrina, autore tra le altre composizioni di oltre cento messe e considerato maestro assoluto della polifonia sacra.

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Per saperne di più
L. Cristiani, “La Chiesa al tempo del Concilio di Trento (1545-1563)” in Storia della Chiesa dalle origini ai giorni nostri, a cura di A. Fliche e V. Martin, trad. it., Torino, 1977, vol. XVII.
J. Delumeau, Il cattolicesimo dal XVI al XVIII secolo, trad. it., Milano, 1976.
G. Martina, Storia della Chiesa da Lutero ai nostri giorni. 1. L’età della riforma, Brescia, 1993.
“Pio IV” in Dizionario Biografico degli Italiani in www.treccani.it
“Pio IV” in Enciclopedia dei Papi in www.treccani.it
L. von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medioevo, trad. it., Roma, 1958-1965, voll. XV-XVI