Senti che Storie…

di Af -

La peggio identità.

«La terribile vicenda novecentesca con l’ombra cupa delle sue guerre e dei suoi massacri è stata in un certo senso proiettata all’indietro su tutto il nostro passato, finendo per costruirne una versione dominata di fatto dalla negatività. Soprattutto nei manuali scolastici, nella divulgazione e nel sentire comune, si è così affermata un’immagine della storia d’Europa — cioè alla fine un’immagine della nostra identità — fatta in massima parte di élite inadeguate, di risorgimenti falliti, di inutili stragi, di religioni causa per antonomasia di guerre e violenze, di disprezzo per le donne, di discriminazione nei confronti di ogni genere di diversità, di razzismo, di traffici di schiavi, di masse oppresse, di bellicismi sempre delittuosi, di sopraffazione e sfruttamento ai danni dell’universo mondo. In una prospettiva dove a prevalere sembra essere sempre stato il dato dell’interesse materiale. E dove, per converso, viene messa una sordina su tutta quella parte della storia che invece ha fatto dell’Europa odierna, guarda caso, il luogo dove milioni di dannati della terra cercano disperatamente asilo».
Ernesto Galli della Loggia, La realtà profonda dell’antisemitismo, “Corriere della Sera”, 25 novembre 2019

Emblema d’Italia

«Estremo in ogni suo atto, questo popolo è capace di adempiere al più arduo dei voti, pur di portare a termine una vendetta che in cuor suo ha deciso da tempo. Quando in certi momenti si libera della sua apparente apatia per darsi alla gioia, la sua gioia assomiglia alla follia. L’emblema dell’Italia è un pugnale in un mazzo di fiori».
Etienne de Jouy, L’Hérmite en Italie, ou observations sur les moeurs et usages des Italiens, Parigi, 1824

D’Annunzio: il genio visionario…

«Il suo genio letterario è passibile di valutazioni anche contrastanti, ma il vero genio di D’Annunzio fu nella visionarietà politica e sociale con cui seppe anticipare sia le correnti nazionaliste e superomistiche che avrebbero condotto ai fascismi, sia i movimenti più libertari del XX secolo: in una visione del mondo che andava oltre le categorie della destra e della sinistra e che ebbe sempre al centro l’individuo».
Giordano Bruno Guerri, D’Annunzio, l’amante guerriero

… e gli epigoni Fiumani

«Il gran male di D’Annunzio [a Fiume]» era di essere circondato da gente che «ascoltando lui, guardando lui, si credeva subito geniale, divina, infallibile e ne presentava al popolo la caricatura; il contagio della grandezza era il più gran pericolo per chi viveva a Fiume: un vero contagio di follia che coglieva tutti».
Monsignor Celso Costantini, amministratore apostolico di Fiume