NETTUNO: UNA CITTÀ, UN PIANETA, UNA DIVINITÀ

di Alfredo Incollingo –

 

Dagli abissi in cui regnava il dio pagano alla terraferma, in un luogo a due passi dall’antica Antium, fino allo spazio libero dove il pianeta blu come le acque venne battezzato col nome della divinità dei mari.

Nettuno non è solo il dio romano dei mari, ma è anche il nome di una ridente cittadina della provincia di Roma affacciata sul Mar Tirreno, di un pianeta del nostro Sistema Solare o di una teoria geologica. L’appellativo della divinità romana ha avuto una enorme risonanza nella storia.
La città di Nettuno sorge in parte sul sito dell’antica Antium, una località molto amata dall’imperatore Nerone che vi costruì una sontuosa villa, mentre il borgo medievale sorge sui resti di un santuario dedicato al signore dei mari.
In quel luogo, defilato e ottimale per ormeggiarvi le imbarcazioni da pesca, si erano rifugiate le famiglie di contadini e marinai che avevano abbandonato Antium, devastata dai saccheggi dei vandali e degli ostrogoti alla fine del V secolo.
Nettuno è anche il nome dell’ottavo pianeta del nostro Sistema Solare, scoperto dagli astronomi tedeschi Johann Gottfried Galle e Heinrich Louis d’Arrest il 23 settembre 1846, i quali gli attribuirono l’appellativo della divinità romana per via del suo caratteristico colore blu, simile a quello dei nostri mari, dovuto allo strato di metano che costituisce l’atmosfera del corpo celeste.

Gli antichi romani avevano integrato il dio Nettuno nel loro pantheon religioso a partire dal IV secolo a.C., assimilando il greco Poseidone, anch’egli riconosciuto come il signore supremo dei mari. A differenza del suo omologo capitolino, la divinità ellenica presenta una biografia mitologica ben più sostanziosa, trattandosi di un dio di origine micenea.
Tuttavia, nonostante i romani lo venerassero da pochi secoli, il culto di Nettuno si diffuse rapidamente in tutte le regioni conquistate dalle legioni di Roma, soprattutto in ambito greco ed ellenistico per via dell’accostamento con Poseidone.
Centinaia di piccoli e grandi santuari dedicati al protettore dei mari costellavano le sponde del Mar Mediterraneo e, tra questi, c’è anche il tempio su cui resti sorge il borgo medievale di Nettuno.
I marinari, prima e durante la navigazione, invocavano la protezione del dio che, secondo la tradizione, abitava nelle profondità dei mari assiso su un trono sontuoso e con in mano un tridente, regnando su tutte le creature d’acqua salata, compresi i mostri marini, e governando le terribili tempeste che mettevano a dura prova le navi nell’antichità.
Il dio Nettuno può vantare quindi una grande notorietà storica e toponomastica pari solo a quella di Giove, ma ci sono aspetti poco conosciuti della sua personalità.

Nell’astrologia classica il pianeta a lui dedicato non è menzionato, poiché è stato scoperto solo nel XIX secolo, mentre in quella moderna è il corpo celeste dominante nel segno zodiacale dei Pesci, conferendogli alcuni tratti caratteristici, ovvero la propensione al sogno, alle illusioni, alla fantasia e a tutto ciò che è anticonformista.
Il pianeta Nettuno influenza dal punto di vista astrologico chi, non pago della realtà, cerca la fuga da essa attraverso il misticismo e lo slancio religioso.
Queste peculiarità derivano simbolicamente dal fatto che il dio è il signore delle profondità marine, un regno sommerso e buio man mano che si scende verso il fondo. Il mondo subacqueo rappresenta per definizione l’inconscio, dove si sedimentano le emozioni più forti, i traumi e le delusioni.
Per questo motivo, impersonando la parte più inquieta della nostra personalità, Nettuno dal punto di vista astrologico e mitologico è un dio impetuoso e violento, vendicativo e passionale. Infatti, è spesso raffigurato o descritto nella tradizione romana a bordo di un carro dorato trainato da splenditi cavalli bianchi ed è circondato da mostri marini e da onde enormi e spumeggianti, le stesse che terrorizzavano i marinai.
Chi subisce fortemente l’influenza del pianeta Nettuno nel segno zodiacale dei Pesci ha una personalità anticonformista e sognatrice, ma anche eccessivamente emotiva e instabile.
Infine, prima di chiudere questa breve divagazione simbolica, storica e religiosa sul signore dei mari, è bene ricordare la notorietà che questi ha avuto nel mondo scientifico. Il suo nome è stato ripreso dal geologo tedesco Abraham Gottlob Werner nel XVIII secolo per nominare una sua teoria, il nettunismo, secondo la quale alcune rocce che compongono la crosta terrestre hanno un’origine marina, prodotto della sedimentazione di detriti, sabbia e terra sul fondale di un oceano primordiale.

Per saperne di più
A. Cattabiani, Planetario, Milano, Mondadori, 2001
M.T. Cicerone, La natura degli dei, Torino, Ester Edizioni, 2018