LA PRIMA MISSIONE INTERNAZIONALE PER UN VACCINO

di Michele Strazza –

 

La Spagna fu il primo paese a organizzare una campagna vaccinale della popolazione portandola addirittura oltre oceano, nelle colonie. Il nemico da debellare? Il vaiolo. Era l’alba del XIX secolo.

 

 

La corvetta "Maria Pìta" in partenza da La Coruña.

La corvetta “Maria Pìta” in partenza da La Coruña.

La prima spedizione sanitaria internazionale avente a oggetto un vaccino fu quella di Francisco Javier de Balmis (1753-1819), finanziata dal re di Spagna Carlo IV di Borbone e chiamata Real expediciòn Filantropica de la Vacuna (Reale spedizione Filantropica del Vaccino).
Partita dal porto galiziano di La Coruña il 30 novembre 1803, aveva l’obiettivo di inoculare il vaccino del vaiolo nei possedimenti spagnoli d’oltremare in America e Asia.
Quando, nel 1796, il medico inglese Edward Jenner (1749-1823) sviluppò il vaccino contro la malattia il re Carlo IV di Borbone (la cui figlia anni prima era morta proprio di vaiolo) ordinò la vaccinazione per la popolazione spagnola. Era, però, necessario estendere l’iniziativa anche alle colonie americane e asiatiche.
Di qui l’appoggio alla spedizione guidata proprio dal medico e chirurgo reale Francisco Javier de Balmis il quale approntò la corvetta “Maria Pìta” su cui furono imbarcati, come portatori viventi del virus, 22 bambini orfani, tra i 3 e i 9 anni, ospiti di strutture caritatevoli di Madrid, Santiago e La Coruña, oltre al vice medico José Salvany, due assistenti, due apprendisti di primo soccorso, tre infermiere ed Isabel Zendal Gomez, rettrice dell’Orfanotrofio di La Coruña “Casa de Expositos”, anche lei infermiera.
Dei bambini (tra i quali vi era anche Benito, figlio di 9 anni di Isabel), il cui compito era quello di trasportare il virus vivo, due subirono subito l’inoculazione del vaiolo e isolati dagli altri. Quando, poi, erano in via di guarigione, il fluido tolto dalle pustole veniva inoculato ad altri due e così continuando, in modo da mantenere vivo il virus fino a destinazione. Durante la traversata due di loro morirono.

Dopo aver fatto tappa alle isole Canarie per vaccinare la popolazione, Balmis si fermò a Porto Rico il 9 febbraio 1804 ma, qui, si accorse di essere stato preceduto, essendo il vaccino già giunto dalla vicina colonia danese di S. Tomàs. Costituì, comunque, un presidio sanitario per documentare le vaccinazioni e istruì i medici locali sulle modalità di conservazione del virus.
Raggiunto il Venezuela, il medico di corte procedette in poco tempo alla vaccinazione di migliaia di bambini e a formare il personale sanitario. Qui la spedizione si divise. Balmis raggiunse Cuba (dove un medico locale aveva già iniziato le vaccinazioni), spostandosi, poi, in Messico dove, però, erano già arrivate le dosi di vaccino da Cuba. A questo punto, nel febbraio del 1805, dopo aver imbarcato 26 bambini orfani messicani, tra i 4 e i 14 anni, per la solita procedura, prese il mare per le Filippine.
In realtà, come recentemente si è scoperto, i bambini, tutti maschi, non erano affatto orfani ma erano stati autorizzati al viaggio, dietro pagamento, da famiglie povere di diversi territori messicani (Zacatecas, Fresnillo, Querétaro).
La missione giunse a Manila il 15 aprile 1805, rimanendovi fino al 14 agosto 1809. Qui si decise di fare tornare alcuni componenti in Sud America. Isabel Zendal Gomez (soprannominata poi “la dama del vaccino”), si stabilì, infatti, insieme al figlio, a Puebla, in Messico. Il resto della spedizione proseguì per la Cina e, nel viaggio di ritorno, si fermò pure all’Isola di Sant’Elena dove il vaccino venne proposto, con esito positivo, alle autorità britanniche.

L’altro gruppo della missione, capeggiato da José Salvany si era diretto, invece, verso Nuova Granada (attuale Colombia) e il Vicereame del Perù, comprendente anche Panama, l’Ecuador, il Cile e la Bolivia. Dopo 7 anni di duro lavoro, il coraggioso medico, dopo aver perso un occhio, morì nel 1810 a Cochabamba, in Bolivia, di tubercolosi polmonare. Si concludeva così la prima spedizione sanitaria internazionale per portare un vaccino alle popolazioni di diverse parti del mondo.
Nel 1950 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto Isabel Zendal Gomez come “la prima infermiera della storia in una missione internazionale”. Presso il porto di La Coruña si può ammirare, ancora oggi, il monumento eretto ai bambini della spedizione Balmis, piccoli eroi di una grande storia.

Per saperne di più

Archivo de Indias de Seville, Mostra The Power of Archives: Preserving and Curing Memory, Documento “Elenco dei figli che Francisco Javier de Balmis portò nelle Filippine nella spedizione filantropica del vaccino”.
Balaguer Perigüell E.-Ballester Añon R., En el nombre de los Ninos, Real expediciòn Filantropica de la Vacuna, 1803-1806, 2003, Asociación Española de Pediatría, Monografias de la AEP nº 2.
Curti Gialdino C., Diplomazia dei vaccini e politica estera al tempo della pandemia da COVID-19, in “Accesso ai vaccini: diritto internazionale ed europeo”, Eurojus, numero speciale, 2021.
Ferrer S., La storia curiosa di Isabel Zendal, l’unica donna che partecipò alla spedizione medica che all’inizio del XIX secolo partì dalla Spagna per diffondere il vaccino contro il vaiolo in America e Asia, in “Aleteia”, 31 marzo 2020.