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gentileDall’estate del 1943 alla primavera del 1945, mentre la Wehr­macht arretra dal Sud al Nord Italia e il nuovo fronte della resistenza prende corpo, il Terzo Reich scatena la violenza delle sue truppe sulla popolazione civile. Uomini, donne e bambini diventano nemici da annientare, bersagli scelti di corpi speciali. Di quelle stragi Carlo Gentile si è occupato da studioso e da perito nei processi che in alcuni casi – come Sant’Anna di Stazzema – sono ancora storia viva. Frutto di anni di ricerca nei principali archivi internazionali – compreso il noto «armadio della vergogna» – il suo lavoro ripercorre la storia delle vittime e ci offre un ritratto complesso dei carnefici, spesso militari molto giovani ma fortemente ideologizzati. Accolto in Germania come un importante contributo al dibattito storiografico, lo studio di Gentile è la cronaca di un biennio che ha ferito l’Italia nel profondo, ma soprattutto è un quadro dettagliato, assai significativo, delle strategie di guerra tedesche nel nostro paese.
Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia 1943-1945 – Einaudi, Torino 2022, pp. 620, euro 16,00

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Nicola Labanca, Prigionieri, internati, resistenti: memorie dell’”altra Resistenza” – Laterza, Roma-Bari 2022, pp. 304, euro 22,00
L’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista del nostro Paese, poco meno di un milione di militari italiani vennero disarmati e catturati dai tedeschi. Alcuni riuscirono a dileguarsi nel caos di quelle settimane, alcuni – una volta entrati nei campi di prigionia – aderirono alla Repubblica sociale italiana e tornarono in Italia. Ma la stragrande maggioranza, circa 600.000, preferì rimanere nei campi di prigionia piuttosto che aderire alla Rsi. Colpito dal rifiuto dei prigionieri, nell’estate del 1944 Hitler li trasformò in ‘lavoratori volontari’, ovvero coatti. Per le pessime condizioni di vita nei campi, circa 50.000 persero la vita. Gli Internati militari italiani (Imi), dunque, furono protagonisti del primo ‘referendum antifascista’, ma hanno sempre fatto fatica a trovare un riconoscimento nella memoria della guerra e della Resistenza e in questi ultimi anni sono diventati un oggetto di contesa politica. Il loro ‘No’ al fascismo di Salò è stato depotenziato di ogni valore morale e politico. Sono tornati a essere dei prigionieri e non dei ‘resistenti senz’armi’. Un esempio di ‘battaglia sulla memoria’ nella quale la Resistenza rischia di essere di nuovo accantonata.

Rossella Pace, I liberali non hanno canzoni: Maria Giulia Cardini, storia di una partigiana – Rubbettino, Soveria Mannelli 2022, pp. 182, euro 15,00
Militante dell’Organizzazione Franchi di Edgardo Sogno, combattente nelle Divisioni Beltrami e Di Dio in Val d’Ossola, capocellula dell’intelligence partigiana (Simni) nell’ambito della Missione Chrysler d’intesa con le truppe americane. Sono stati questi i ruoli fondamentali ricoperti nella Resistenza italiana dalla ortese Maria Giulia Cardini. Questo volume ricostruisce la sua vicenda, a lungo sottovalutata o ignorata dalla storiografia, attraverso documenti inediti, che confermano l’apporto del PLI alla lotta di liberazione nazionale e avvalorano ulteriormente la centralità del contributo femminile alla lotta armata.

Dietmar Rothermund, Gandhi: il rivoluzionario non violento – Il Mulino, Bologna 2022, pp. 160, euro 14,00
Mohandas K. Gandhi, detto Mahatma (Grande Anima), è stato il protagonista assoluto della storia contemporanea dell’India. A lui si devono l’indipendenza dal giogo britannico e la nascita della nazione indiana, a lui si deve l’idea della nonviolenza come forma di ribellione e di resistenza pacifica. Il libro ne racconta la vicenda biografica, tra voti e digiuni, successi e fallimenti: l’infanzia in una piccola città indiana, gli studi di diritto a Londra, gli anni in Sudafrica come avvocato, il costante impegno politico e civile nel suo paese fino alla tragica uccisione per mano di un estremista indù nel 1948. Come lui stesso ebbe a dire, la sua vita è il suo messaggio. Il pensiero e gli insegnamenti di questo piccolo grande eroe sono oggi patrimonio condiviso del mondo intero.

Livio Sansone, La Galassia Lombroso – Laterza, Roma-Bari 2022, pp. 272, euro 24,00
Cesare Lombroso è stato senza dubbio uno degli intellettuali italiani che hanno esercitato maggiore influenza sulle politiche sociali in tutto il mondo. Alla fine dell’Ottocento, poi, l’America Latina impazzì per le sue teorie: tournée nei teatri, conferenze di fronte a capi di Stato e parlamenti, sembrava che si fosse trovata la formula magica per disinnescare i conflitti razziali o di classe. Questo enorme successo non fu casuale ma il prodotto dell’attivismo di una vera e propria ‘galassia’ che si riuniva attorno allo studioso piemontese, ovvero la famiglia e i ricercatori a lui più vicini, capace di operare una sorta di ‘marketing’ delle idee oltre oceano e di costruire una rete di relazioni importante, sfociata in viaggi, traduzioni di libri, riviste e incontri accademici. Ecco allora che in Brasile, in Argentina e a Cuba si sviluppò un vero e proprio culto per la categoria di ‘criminale nato’, per la ‘fisiognomica’, con un influsso molto forte tanto sul sistema repressivo, carcerario e manicomiale quanto sulle relazioni razziali di questi paesi. Un fenomeno culturale di enorme significato e finora dimenticato.

Patrizia Gabrielli, Rocío Luque, Paolo Ferrari (a cura), Donne e guerra: problemi, biografie, sguardi – Rubbettino, Soveria Mannelli 2022, pp. 230, euro 19,00
Frutto di ricerche inedite, i saggi raccolti nel volume affrontano da differenti ottiche disciplinari le guerre del Novecento nella prospettiva della storia di genere. Fin dagli anni Settanta un’ampia messe di ricerche e nuove categorie di indagine hanno introdotto inedite prospettive interpretative, e anche la Grande guerra ha catalizzato l’attenzione su soggetti e ambiti trascurati, dalla mobilitazione del fronte interno alla presenza delle donne negli spazi pubblici, agli effetti sui processi di emancipazione. Sulla base di un quadro aggiornato degli studi e delle fonti, i saggi raccolti nel volume privilegiano tre prospettive di analisi: quella di genere; quella comparativa, con il confronto fra studiosi spagnoli e italiani; e quella interdisciplinare, mettendo in relazione storia, lingua e letteratura. L’antologia che chiude il volume presenta stralci di memorie conservate presso l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, mirando a restituire l’«intima dimensione della guerra» attraverso le testimonianze femminili.

Giovanni Gardani, Giuseppe Boles, El Alamein tra sabbia e vento – Mursia, Milano 2022, pp. 242, euro 17,00
La guerra, che qualcuno nel 1939 si illuse di risolvere in un lampo, si allarga e si sposta verso la Tunisia: l’Italia a quel punto a El Alamein è sola. I reduci della «Folgore» sono l’ultimo baluardo.
Il 25 aprile 2017 a 96 anni Giuseppe Degrada si lancia dall’aeroporto del Migliaro, col paracadute che già segnò la sua gioventù, diventando di fatto uno dei più anziani al mondo a vivere questa esperienza.
“El Alamein tra sabbia e vento” parte da questo episodio per raccontare l’esistenza straordinaria di Degrada, nato a Spessa Po, nella povertà tipica del primo dopoguerra. Una vita che passa da incontri straordinari, come quello con Gianni Brera, e ha il proprio apice a El Alamein, in una delle battaglie più sanguinose della storia. Dalla prigionia e dalle successive esperienze post belliche di volontariato Degrada scoprirà il senso della vita.

Jean-Claude Maire Vigueur, Attrazioni fatali: una storia di donne e potere in una corte rinascimentale – Il Mulino, Bologna 2022, pp. 340, euro 25,00
Una delle maggiori signorie d’Italia, quella degli Este; una delle corti più brillanti ed eleganti del Rinascimento, quella di Ferrara; una coppia molto unita, quella di Ercole d’Este ed Eleonora d’Aragona; sei figli legittimi e due illegittimi, cresciuti tutti insieme ed educati secondo i principi dell’umanesimo più raffinato. E tuttavia, nel 1505, uno di loro, Giulio, amante della bella Angela Borgia, viene accecato su ordine di uno dei suoi fratelli, il cardinale Ippolito, invaghito della stessa donna. E l’anno successivo lo stesso Giulio viene condannato alla prigione a vita insieme a Ferrante – un altro dei fratelli estensi – per aver tentato di assassinare Alfonso, il loro fratello maggiore e titolare del ducato con il cardinale Ippolito. Uno dei drammi familiari e politici più emblematici del Rinascimento italiano, analizzato con il rigore dello storico e narrato con l’estro dello scrittore.

Luigi Silvano, Tommaso Braccini, La nave di Caronte; immagini dall’Aldilà a Bisanzio – Einaudi, Torino 2022, pp. 280, euro 22,00
A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da buone azioni e preghiere, precipitava all’Inferno. Raccontando l’Aldilà, l’uomo in fondo racconta se stesso, le proprie speranze e le proprie angosce; e la letteratura del medioevo greco, ricchissima di testi dedicati alla dimensione ultramondana, offre cosí visioni e descrizioni dello splendore della corte celeste e di giardini lussureggianti, ma anche di terribili torture e di carceri tenebrose. Le reminiscenze classiche si intrecciano con l’immaginario cristiano, e Caronte, abbandonata la sua barca, percorre la terra a cavallo come uno spietato predone di anime, mentre i morti irrequieti prefigurano il mito moderno del va